All’inaugurazione del 9° Festival della Biodiversità del Parco Nord Milano

Ieri ho avuto l’onore/onere di tenere l’intervento scientifico di apertura nella cerimonia di inaugurazione del nono Festival della Biodiversità del Parco Nord Milano.

Sede, il nuovissimo Museo Interattivo del Cinema di Milano, in viale Fulvio Testi 121.

A Milano ci ho passato venti anni buoni in varie fasi, e l’ho esplorata in lungo e in largo, anche col m(‘)appare. Passando ora più nei paeselli collinari bassotoscani che nella metropoli, comincio a perdere qualche riferimento. Avevo confuso la ex manifattura tabacchi con l’edificio che c’è all’incrocio viale Zara – viale Marche, e quindi pensavo di andarci a piedi dalla fermata dell 90 di viale Zara. Tre conducenti ATM che fumavano in pausa turno mi hanno riportato sulla retta via, e invitato a prendere la potentissima e teleguidata linea Lillà, come la sedia di Alberto Fortis.

Trovata finalmente la sede, fatti saluti, e messa sul PC la copia della presentazione, è iniziato l’evento. Aprono i saluti di presidenza e direzione del parco, e dei sindaci dei tre comuni interessati (Cormano, Bresso, e Sesto S. Giovanni). Poi siamo partiti con la parte degli esperti.

Il sottoscritto ha parlato di “misurare la qualità del cielo notturno e condividerne il valore“, che è come dire “buiometria partecipativa”, ma fa un effetto più istituzionale.

Oltre alla consueta carrellata su luce cielo notturno e citizen science, ho avuto modo di proporre il caso delle modifiche delle luci a Milano, con il passaggio ai LED su gran parte del territorio comunale nell’ambito della grande EXPO, ben evidenziato dalle immagini della stazione spaziale internazionale e recentemente circolato grazie all’astronomo Alejandro Sanchez, con cui collaboro nella rete Loss of the Night.

Della rete Loss of the Night ho poi ricordato le linee guida proposte a marzo, in cui si danno alcune raccomandazioni in senso migliorativo su flussi di luce, spettri di emissione (con cautele sulla luce blu), temperature di colore e livelli di illuminazione.

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  • Alberto Vailati, fisico, che ha spiegato come vari animali vedono (tra i famosi pesci che stordiscono le prede sputando getti d’acqua)
  • Maurizio Venturoli, fisico ed esobiologo, che ha raccontato della ricerca di forme di vita al di fuori della terra.
  • Italo Petriccione, direttore della fotografia, che ha tracciato un percorso interessante sull’uso della luce del cinema.
  • Annastella Gambini, biologa, con una carrellata di immagini da vari strati dela foresta pluviale, alcune tratte dal progetto “Diorama Digitale”

Il tutto moderato da Marina Carpineti e Mario Zannoni dell’Università di Milano.

E’ stato un pomeriggio piacevole, dove ho imparato qualcosa, insegnato qualcosa, chiuso con un aperitivo un po’ curioso, molto, molto milanese, con degustazione di “cibi selvatici”.

Unico peccato: non aver potuto esplorare meglio il museo, almeno negli scorci.

Dopo l’aperitivo c’era anche “Il ragazzo invisibile” in proiezione, ma essendo in piedi all’alba e senza siesta, e avendo davanti due giornate impegnative al Parco Nord per le dimostrazioni sulla BuioMetria Partecipativa, ho pensato strategicamente di ritirarmi al campo base, non senza aver prima salutato l’Isola, da cui tutto cominciò nel 2006.

In attesa del reportage fotografico ufficiale, uno scatto del Sindaco di Cormano sullo sfondo dell’ultima slide della presentazione sulla BuioMetria Partecipativa, con ringraziamenti, mappa, contatti, e panoramica della Val di Farma con freccia “noi s(t)iamo qui”.

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