L(‘)ottava rima e l’improvvisazione po(‘ )etica

In luogo segretissimo nei pressi della veranda del Rumy Bar accanto all’uscita Gavorrano Scalo (GR) della SS1 Aurelia si è tenuto venerdì 4 settembre 2015 un laboratorio spontaneo su l(‘)ottava rima e l’improvvisazione po(‘)etica.

Partecipanti Benedetta, Veronica, Marisa, Linda, Francesca, Michele Lafobbreve, Antonella, Erles, Simona, Beppe, Giovanni, Elino, Fernando, Giuliano, Nicolino e Andrea. I domicili più distanti: Pisa e Saturnia (circa 200 km), ma il sangue decisamente misto, da varie regioni d’Italia.

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Nella prima parte del laborario Elino (Rossi) e Fernando (Tizzi) hanno tracciato un excursus sulle origini della diffusione dell’improvvisazione in ottava rima nella civiltà contadina, alternando narrazioni di episodi e personaggi con contrasti improvvisati.

Verso le ore 20 la situazione ha cambiato marcia. E’sopraggiunto Nicolino (Grassi), che aveva finito di seminare l’alessandrino, con l’imprescindibile Giuliano alla guida.

Niccolino non è rimasto a pettina’ le bbambole. Si è subito introdotto in un contrasto in corso tra Fernando ed Elino a tema agricolo, e ha introdotto immediatamente spunti socioeconomici e geopolitici.

Nel frattempo Michéle, l’oste, apparecchiava, e ha introdotto immediatamente spuntini a base di affettati maremmani e sottoli pugliesi.

Da lì la strada è stata tutta in discesa. Preso nella spirale dei cavatelli e dei lampascioni il gruppo, dal voler capire l’improvvisazione poetica, ha iniziato a improvvisare.

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Ognuno ci ha messo del suo: brani interpretati dalle De’Soda Sisters (che, come Clark Kent quando diventa superman cambiandosi nella cabina telefonica [1] si sono trasformate con chitarre e percussioni), storie contate da Giovanni su semi di fico e lupi, Nicolino nel ruolo di libero, con decine di strofe di poesie del Trilussa, barzellette, Erles con la ‘nduja, e tutti a cantare “Bevi ‘l vino di Scansano” usando come base copie del testo (secondo me ciclostilato in proprio) magicamente uscite come un asso dalla manica di Elino. Immancabile, come la bandierona dei quattro mori che sventola nella folla di qualsiasi concerto in qualsiasi parte del mondo, la presenza sarda.

Risultato finale: non si sa, ma ci siamo stati bene, e per una volta sono stato quello che ha fatto meno strada di tutti per rientrare a casa da un evento.. Risultato parziale, direi un momento di condivisione che spero possa portare a momenti nuovi di con-moltiplicazione.

Prossimamente su questi schermi: qualche video registrato durante la serata.

chiuso alle 9.29 del 5-9-2015 / pib.

[1] E non ho mai capito dove lasci i vestiti.