[brano di sottofondo consigliato: Abbiamo Perso, dei Sikitikis, 2015]
Versione pre-2020:
Il 29-30 aprile 2011 era in programma a Scansano l’evento finale del progetto “Incontro”
In una combinazione non casuale di eventi, il pomeriggio del 30-4-2011 la nonna Andreina di Scansano si è ritrovata in casa i tenores di Orgosolo, due poeti in ottava rima di Pomonte (Elino Rossi e Fernando Tizzi), alcuni cantanti del coro di Sinnai, e un paio di altri poesi estemporanei della zona di Sassari.
I poeti hanno dedicato rime ad Andreina e poi se ne sono andati al Teatro Castagnoli, dove erano attesi per una performance.
E’ stato un bell’incontro, e la mattina dopo ho pure dato un passaggio a sei di loro per andare alla stazione a Grosseto.
Versione anniversario 2020:
Il 29 e 30 aprile 2011 era in programma a Scansano l’evento finale del progetto Incontro. Uno dei progetti del programma Interreg Marittimo Italia Francia.
Avendo lavorato 5 anni in Sardegna, avendo ad allora 18 anni di rapporti non balneari con l’isola, e avendo meta’ della famiglia di origine scansanese (e una nonna fino al 2015 a Scansano), mi ero organizzato per seguire la cosa da vicino:
Visita alla nonna da giovedi’ sera,
venerdi’ 29 convegno
serata aperta, magari a Grosseto al Ricasoli
sabato 30: eventi “Incontro”
poi boh.
domenica: Primo Maggio a Torniella/Piloni, e sarebbe stato il primo che facevo da residente in Toscana, dopo quattro anni di “pendolare”
Cast:
- poeti corsi
- poesti sardi dalla zona di Sassari e da Cagliari
- un gruppo a tenore da Orgosolo
- poeti estemporanei toscani (fra cui Elino Rossi e Fernando Tizzi)
- funzionari delle PPAA partecipanti al progetto
- accademici
- vario personale tecnico di supporto
venerdi’
convegno … molto accademico. raffica di sbadigli dei poeti. ambiente indoor non proprio salubre (la sede del convegno è molto suggestiva…il Museo della Vite e del vino nel centro medioevale di Scansano, ma è un ambiente quasi ipogeo. Ad agosto ci si sta bene, ma ad aprile c’è un freddo umido importante).
in una delle pause, dove chi può esce a scaldarsi, trovo fuori un signore che fuma, assieme ai due ragazzi che fanno la reception del convegno. mi presento, si chiama Angelo, è di Scansano, sulla sessantina forse, e ovviamente conosce i miei parenti scansanesi. In nome di qualche passato evento familiare mi lascia il numero di telefono e io gli lascio il mio, per qualsiasi evenienza. A fine convegno prendo anche qualche contatto con gli accademici.
venerdi’ sera…non ricordo, lo ggiuro, con due g.
sabato mattina
vado a prendere il giornale e mi metto a leggere seduto al caffe’ dell’arco, dove d’estate potevate una volta avvistare personaggi tipo Giuliano Ferrara, Piero Fassino e altri frequentatori illustri del Morellinoshire di allora.
la bardana orgolese si aggira con cautela per la piazza. nota il mio giornale, si avvicina e uno di loro mi chiede: “scusi, mi sa dire dove posso trovare l’edicola?” (e importante l’accento nuorese. secondo il mio mentore Daniele aka “Gavino” Sanna, con padre bittese e varie credenziali barbarcine, dovete parlare tenendo la bocca quasi chiusa e fare le s a cavallo tra s e z).
io do loro l’indicazione. ringraziano, si allontanano.
l’evento ufficiale e’ per il pomeriggio al Teatro Castagnoli, ma la mattina ci sono le prove.
mentre finisco di sfogliare il giornale, la malattia del nuraghe si fa sentire. mi tornano in mente alcuni brani che parlano dello spirito dell’isola.
mi alzo, vado a quella che è stata per un periodo la bottega del Galanti, prendo tre bottiglie di vino bianco e tre di rosso, in una scatola, e mi dirigo verso il bar delle Cascine, che essendo dirimpetto al teatro e’ il punto piu’ probabile in cui trovare dei sardi in questo contesto.
sono li’, “in greffa” (NdT: combriccola).
Saluto, chiedendo se avevano trovato l’edicola e se preferiscono bianco o rosso (che comunque non abbiamo aperto al bar, dove c’erano le cose del bar). Poi presento le mie credenziali diplomatiche. Vengo invitato a sedere.
Dopo un’oretta di consumazioni [OMISSIS SULLA GRADAZIONE ALCOLICA] ci spostiamo al teatro dove seguo le prove, e ritrovo Elino e Fernando.
Finiscono le prove. Si esce dal teatro. Io mi incammino verso casa della nonna per il pranzo, e la comitiva verso il Rifrullino (ora Fiaschetteria rurale), trattoria che si trova 20 metri piu’ su, nella stessa via.
Mentre si cammina, Elino mi chiede: “Vieni a mangiare con noi”?
Riflessione: la nonna ha preparato, nonci si vede spesso ecc…ma come sottrarsi a un invito di poeti-briganti, irredentisti corsi e tenores orgolesi?
Chiamo la nonna mentre si cammina: “Nonna, scusa…e’ sopraggiunto un impegno di lavoro. Putroppo devo saltare il pranzo, ma vengo per il caffe'”. “Va bene”
E questa poteva essere stata una mattinata ganza da raccontare. Non era ancora successo niente. Allacciate le cinture.
Il rinfresco al Rifrullino è di tutto rispetto. Mangiare e bere, e presentazioni qua e là. Però mi spiace aver dovuto annullare il pranzo dalla nonna.
Nelle presentazioni estemporanee, uno dei sardi mi chiede “Va tutto bene?”. Rispondo “sì, però ho dovuto annullare il pranzo dalla nonna Andreina, il che mi dispiace”.
“E cosa possiamo fare?” … sinapsi che frullano … “…che so, si potrebbe andare a prendere il caffè dalla nonna”.
Da quel momento il resto del pranzo è stato dedicato a intervistare ciascuno dei partecipanti per chiedere chi fosse disponibile a venire a prendere il caffè da Andreina.
preavviso la nonna: “Allora vengo a prendere il caffè. porto un paio di amici”
Alla fine del pranzo, saranno state le 14.30, mi trovo a salire le scale di via Marconi 5 con al seguito: un poeta-barbiere da Sinnai, vicino Cagliari, due sassaresi, i tenores di Orgosolo, e il videomaker “embedded” del progetto europeo, invitato ad aggregarsi perché potrebbe essere una situazione interessante nel contesto del progetto europeo. I corsi erano stati invitati, ma da veri corsi hanno preferito non accompagnarsi a sconosciuti (nel 2017 ho capito meglio perché…vedi epilogo).
ci si ritrova nel salotto buono, con la nonna, la badante e i poeti.
lì la situazione ha preso una piega impegnativa. ciascuno dei poeti ha cantato qualcosa per Andreina. hanno attaccato i maremmani in ottava rima, poi gli altri.
l’operatore video filmava ogni tanto, e anche uno dei ragazzi di Orgosolo aveva una videocamera.
dopo il canto dei sardi (tipo questo, anche se non so se sia lo stesso gruppo), la nonna mi fa… ma cosa dicono? io capisco solo “Andreina, Andreina”…
fine del caffè. Ci si saluta.
Non seguo l’evento ufficiale al teatro: avevo già visto le prove, e dovevo scendere a Grosseto per due cose. 1 comprare delle spazzole per batteria per il nipote manuel a Milano. Non ancora beatboxer di livello, ma picchiatore di pelli a rischio di diffida condominiale. Poi, al Museo di Storia Naturale, c’era una presentazione di un ricercatore che parlava di pipistrelli e che ero curiosiodi conoscere di persona, perché avevamo avuto corrispondenze un paio di anni prima sulla buiometria partecipativa, a cui non avevamo avuto risposta. Dopo aver scritto a questo ricercatore (ma prima dell’aprile 2011), parlando con la responsabile eventi/comunicazione di un gruppo GDO per il quale questo signore era referente scientifico, la responsabile mi aveva detto che questo signore aveva valutato la BuioMetria Partecipativa non particolarmente interessante e priva di valenza scientifica (NdR…al 2020 il progetto, facendo le stesse cose che facevamo nel 2008-2011, ha varie pubblicazioni scientifiche all’attivo, ha ricevuto finanziamenti in ambito europeo, convenzioni con CNR e Università, e nel 2019 e 2020 è stato argomento di attività di formazione in ambito universitario).
Compro le spazzole al Clan della Musica, mi trasferisco al museo. Attendo la fine del convegno, poi mi presento al ricercatore e gli chiedo “Scusa…avevamo scritto una mail ma non avevamo mai avuto risposta” .. “Ah, ok…bii buuu baa..”. Non ricordo cosa avesse detto, ma è evidente che sarò stato dopo al Caffè Ricasoli.
Risalgo verso i colli. Elino mi aveva invitato anche alla cena sociale del progetto, che si teneva presso un agriturismo fra Montemerano e Scansano. Arrivo lì al primo buio.
Atmosfera allegra (chi sa come mai), canzoni ecc.
Raggiungo i sardi. Giustamente sono seduti tutti nella stessa zona. Saluto. Ricambiano il saluto. Chiedo come va. Li vedo un po’ incupiti. Dico, che è successo.
Risponde il barbiere di Sinnai: “è successo che domani (domenica 1 maggio) dobbiamo ripartire, prendendo il traghetto da Civitavecchia, e abbiamo scoperto che essendo domenica non ci sono mezzi pubblici per arrivare da Scansano a una stazione ferroviaria.
Già all’andata ci siamo dovuti pagare il taxi da Civitavecchia perché non c’erano mezzi per arrivare in orario, e la prospettiva di doverci pagare di tasca anche il ritorno ci indispone leggermente” [non disse proprio così].
E se un campidanese manifesta irritazione, un po’ vi dovreste preoccupare. Ma se quattro orgolesi che sono nella stessa situazione, stanno in silenzio….”ho detto tutto”, come direbbe Bob di Torniella.
Medito: che cosa posso fare in questo frangente? Ho una opel astra SW bianca (acquistata in Sardegna quando lavoravo lì, nel 2001).
In effetti potrei anche non fare nulla: non ho alcuna responsabilità nei confronti di queste persone, ci siamo conosciuti 12 ore prima, e probabilmente non ci rivedremo mai. Ma… ma… ma… senti la malattia del nuraghe.
Passano i paesi con la O-, pensi a Gigi Marrazzu, pensi agli Umiliati e Offesi sulla spiaggia di Alghero, pensi alla giornata di elezioni politiche passata al seggio dell’Argentiera (seguirà filmato di repertorio), pensi al bar della prima fermata del Poetto, con quello che spacca una bottiglia sul tavolo e minaccia quello dall’altra parte, mentre indica il terzo e dice (tradotto) “Allora vvuoi ddire che tu sei più aaaammicco a llui che aaaammmè” (tentativo di riprodurre l’accento cagliaritano)….pensi al nonno forestano che quando lavoravi in sardegna per telefono di diceva “lavoro come va? bene! salute ? bene? hai degli amici? sì ma i tuoi amici, sono bravi, o sono sardi?” (avendo lui avuto una pessima esperienza di lavoro in Sardegna) ecc ecc ecc. (sottofondo: No potho reposare)
Dico: guardate, se svuoto la macchina, tre persone coi bagagli le posso portare…al limite faccio due viaggi… ri-medito… vedo Angelo che avevo conosciuto la mattina (essendo in qualche modo parte dell’organizzazione dell’evento è a cena anche lui). Gli spiego la questione.
Risponde come Colangelo, un amico del mio amico Willy “E che problema c’è? Io mi alzo sempre presto. Ho un gippone e posso portare tutti i bagagli, e te porti le persone”.
Morale: la mattina di domenica 1 maggio, alle 6 si parte da Scansano. La delegazione sarda viene depositata alla stazione FS di Grosseto e ci si saluta.
Da lì proseguo per Torniella, dove arrivo verso le otto. Giusto in tempo per sintonizzarmi sulla giornata del Primo Maggio in Val di Farma….ma questa è un’altra storia (o forse no).
…..
Epilogo:
- mesi dopo richiamo il Barbiere di Sinnai
Buongiorno (voce amichevole). Dico ciao, sono Andrea di Scansano. ….Ah (tono ostile)…… Ti ricordi, quello del caffè dalla nonna Andreina……Andreea! che piacere! scusa, pensavo fossi qualcun altro….(ci siamo poi aggiornati e salutati).
2. Dei video girati in salotto: l’operatore video ufficiale si rifiutò di darmi un contatto per poi avere copia del video. Ho il dubbio che sia stato girato in “pellicola francese” , come diceva Nanni Moretti quando facevano i provini finti per soggetti che sapevano a priori non interessare, per cui simulavano di riprendere senza effettivamente usare pellicola, che costa. Ho provato tramite contatti barbaricini a vedere se riuscivo a recuperare copia del filmato a Orgosolo. Finora senza esito, ma sono sicuro che lì il filmino c’è.
3. Sono stato a Scansano almeno altre cento volte dopo questo evento, ma non ho più incontrato Angelo che mi ha aiutato a portare i sardi alla stazione.
4. dopo questa episodio, ho avuto modo di tornare in Sardegna solo due volte. Nel dicembre 2012 ad Alghero per la BuioMetria Partecipativa, e nel gennaio 2017 per una cosa che tra l’altro si ricollegava al programma INTERREG Marittimo Italia-Francia, ma che ha avuto risvolti non prevedibili. Doveva essere una missione per m(‘)appare la Sardegna, ma si è tradotta in una sorta di “Cuore di Tenebra” di Conrad incrociato con un racconto di Fantozzi ambientato fra Nizza, Corte, Ajaccio, Sassari, Santa Maria Navarrese e una frana di proporzioni ciclopiche sull’Orientale Sarda (qua una breve sintesi).
Sigla finale. Essendo i titoli di coda lunghi, ripropongo Abbiamo Perso dei Sikitikis, cui abbinare Garrogna di Joe Perrino.
Per informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org