Un’analisi speditiva dell’Enciclica Laudato si’ del Santo Padre Francesco sulla Cura della Casa Comune (in versione inglese) offre una visione interessante delle priorità indicate in tale documento:
Troviamo
- acqua
- lavoro
- pace
- energia
- specie
- inquinamento
- cultura
- giustizia
- rifiuti
- famiglia
La classifica è derivata da un conteggio automatico delle parole, tramite un programma scritto in Perl. I numeri nell’asse verticale del grafico indicano la frequenza di ciascuna parola.
La classifica non è da intendersi come una “Top 10″…seguono moltissimi altri termini, che potete trovare nel foglio di calcolo usato come base per l’analisi (si veda sotto). Per esigenze di sintesi è comunque utile fermarsi ai primi dieci, senza implicare che i termini in fondo siano “ultimi”.
Questa analisi è necessariamente semplificata (e quindi definita in versione “1.0” nell’articolo del blog).
Per esempio:
- il singolare e il plurale di un termine non vengono assimilati
- sono stati osservati alcuni incovenienti nella codifica del file di partenza (questi non creano problemi alla lettura da parte delle persone, ma influiscono sul conteggio automatico)
- l’algoritmo utilizzato ignora il contesto (ad esempio dire “l’acqua è buona da bere” o “l’acqua genera le alluvioni” conterà sempre 1)
Inoltre, ho scelto manualmente i sostantivi e altri termini che ho ritenuto utili da analizzare (comunque leggendo il documento con occhio da ingegnere ambientale).
Il file utilizzato per l’analisi è scaricabile dal sito pibinko.org.
E’ verosimile che -applicando strumenti più sofisticati per l’analisi dei testi- si possa arrivare a risultati più robusti. Ad ogni modo, l’analisi speditiva qui presentata è già interessante (e abbastanza affidabile, avendo svolto alcuni controlli di qualità sull’analisi stessa per quanto riguarda alcuni termini)
Essendo impegnato nel campo della luce artificiale notturna, non ho poi potuto fare a meno di notare il comma 211:
II. EDUCARE ALL’ALLEANZA TRA L’UMANITÀ E L’AMBIENTE
211. Tuttavia, questa educazione, chiamata a creare una “cittadinanza ecologica”, a volte si limita a informare e non riesce a far maturare delle abitudini. L’esistenza di leggi e norme non è sufficiente a lungo termine per limitare i cattivi comportamenti, anche quando esista un valido controllo. Affinché la norma giuridica produca effetti rilevanti e duraturi è necessario che la maggior parte dei membri della società l’abbia accettata a partire da motivazioni adeguate, e reagisca secondo una trasformazione personale. Solamente partendo dal coltivare solide virtù è possibile la donazione di sé in un impegno ecologico. Se una persona, benché le proprie condizioni economiche le permettano di consumare e spendere di più, abitualmente si copre un po’ invece di accendere il riscaldamento, ciò suppone che abbia acquisito convinzioni e modi di sentire favorevoli alla cura dell’ambiente. È molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano. Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità.
Mi farà piacere sentire la voce di esperti di analisi automatica di testi che fossero interessati a collaborare per eseguire un’analisi più raffinata del testo dell’enciclica (potete scrivere a info@pibinko.org).