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Le anime perse non sono quelle innocenti dei disperati in fuga da guerre e miserie devastanti, sigillati in container di morte, ma quelle dei governanti e potenti europei che blindano le loro ricchezze e i loro cuori, anime perse all’umanità.
La tenebra è calata insieme a quei corpi svenuti,
non ci saranno state grida e neanche stanchi aiuti.
La civetta ha cantato tre volte nel Nord solitario,
nessuno ha contemplato mai dei vinti il calvario.
Piangevano le donne in nero nell’alto funerale,
giacevano quei corpi offesi tra le mosche e le zanzare,
una nube grida forte in cielo “questa non è vita”
rispose una risata bieca quasi con gioia infinita.
O Signori dell’Europa che comodi ascoltate
avete bevuto a sufficienza il sangue dei perdenti affilate i vostri coltelli e mostrate i vostri denti,
vi rimarranno mondi vuoti e le vostre anime perse.
Sono 50 dentro i corpi tra loro anche donne e bambini
ma no non stiamo a sottigliare son solo manichini
che escono grigi e goffi dentro nere lenzuola
no non farci caso se ti viene un groppo in gola.
Il cuore l’hai già spento sempre e la memoria è corta,
l’anima tua non è mai nata o forse è nata morta,
morta di beceri denari e di spettrali confini,
no lascialo pure nelle fiabe il sangue dei bambini.
O Signori dell’Europa che alzate la fortezza
ma non sentite tra le morti un vento di tristezza,
alito di umanità o un senso di vergogna,
mettete pure i vostri proclami nella vostra fogna.
Il cielo adesso è sgombro di nubi e la gente si ristora
e crescono bene quei bambini che l’ Europa adora,
ma se qualcosa conto ancora adesso ve lo grido forte
se le vostre anime erano perse adesso sono morte.
O Signori dell’Europa che comodi ascoltate
lasciate la superbia vecchia e i vostri incubi parlate
ascoltate quella parola che sembra di follia
perchè ogni vento nuovo nasce da un vento di pazzia.
Poi quando qualcuno li trova allora piangi piano,
si sciupano i mazzi di fiori e il ghigno di un ruffiano,
ma quando li vedi così uguali a te
non puoi far altro che avere
una crepa forte dentro il cuore che non ti lascia respirare,
è la crepa dei sogni spezzati che niente può curare.