Grande, grande, grande Carlito Santana. E’ come le pizzette Catarì: se ho voglia di musica ritmata, me la fa passare. Se non ho voglia di musica ritmata, me la fa venire.
Il monologo delle pizzette Catarì proseguiva, ma non è il caso di riproporlo qui e ora, anche perché se no mi viene fame sul serio e poi prima di toccare la fatidica pastina col cappuccio manca ancora un’oretta buona.
Invece, volevo approfondire il tema del ritmo e del tempo. Ieri si diceva che un tempo giusto per questi tempi e per questi luoghi potrebbe essere un “andante con brio”. Poi ci dormi sopra e ti viene in mente che il tempo giusto potrebbe essere “andante”, o magari “andreante”. Andreante con brioche, per la mattina.
Se di questo non siete persuasi, provate a vedere se ci riesce Carlito, che nel 1969 non usava ancora la Paul Reed Smith, non si era fatto abbindolare dagli effetti col sustain infinito e -sembra strano a dirsi- suonava la maggior parte delle canzoni con due accordi (e una tonnellata di “alma”, più che di soul, in quanto latino).
Interessantemente, il pezzo Jingo non è di lui, ma è una cover di un brano composto dieci anni prima del festival dal notissimo percussionista nigeriano Babatunde Olatunji.
Ri-interessantemente, il finale del video è quello di Soul Sacrifice: insomma, forse Carlo Santana suonava sempre un pezzo solo, che si sostanziava in brani leggermente diversi ma era sempre alimentato da quella che lui stesso chiamo “La fuente del ritmo”.
Dato che per questa edizione del boscoriserva vorrei evitare di riproporre un altro giorno Santana, di “Anima sacrificio” -quando avete 13’25”- vi invito a riascoltare la versione nome in codice “Tanglewood” del 1970, ripresa in modo molto meno psichedelico del video di oggi o della versione del festival e seguire le espressioni dei musicisti nel corso dell’esibizione. Se questo video fosse girato oggi, il regista vorrebbe usare pellicola di quella “ad alta velocità”, tipo Matrix negli effetti di quando si vedono le pallottole muoversi nell’aria: sembra che il batterista vada in alcuni momenti più veloce del frame rate, per cui il sonoro supera il video. E’ come quando un aereo supera il muro del suono, solo al contrario: te vedi l’immagine lì, e il suono è più avanti. Qualcuno potrà dire che è il grande tubo che non rende bene, ma questo effetto l’ho visto di persona vedendo Omar Hakim quando suonava con Sting nella tournée di “The dream of the blue turtles”.
Morale: al lavoro!
You got persuasion | Tu hai il potere di persuadere
I can’t help myself | non ci posso fare “gnente”
You got persuasion
I can’t help myself
Something about you baby | C’è qualcosa in te, bimba
Keeps me from goin’ to somebody else | Che mi trattiene dall’andare da qualcun’altra
Yeah, any way you want | Sì, mettila come ti pare
Now, now baby | ora
You put me in a daze | mi hai fatto andare in palla
All the time | Tutto il tempo
Look whacha got for me baby | Guarda a cosa hai per me, ragazza
Like the devil in disguise | Come il diavolo sotto mentite spoglie
Something about you baby | C’è qualcosa di te, bimba
You’re one | Sei te quella lì
You’re one of a kind | Sei unica nel tuo genere
Oh this spell you put on me | Oh, l’incantesimo che mi hai fatto
Has just outdone me babe | Mi ha appena sconfitto, ragazza
I can’t keep the rain from comin down | E non posso impedire che la pioggia cada
Look out now | Ora, stai all’occhio
I can’t get out from under | Non posso venir fuori da qua sotto
But I wouldn’t want to | Ma non lo vorrei
Even if I can | Anche se potessi
Something about you baby | C’è qualcosa di te, bimba
Make me feel | Che mi fa sentire
Make me feel like a man | Mi fa sentire come un uomo