prima edizione: 19/10/2012
Da piccino, uno dei modi di dire che mi avevano insegnato era “Chi va a Roma perde il posto e la poltrona”.
Una mattina (tipo: oggi) mi son svegliato e mi sono accorto di due cose
uno: non c’è la rima. di questo in effetti mi ero già accorto circa 40 anni fa. e che si chiama assonanza non troppo dopo.
però una mattina (tipo: oggi) ho pensato che si potrebbe dire “chi va ad Arona perde il posto e la poltrona”
due: dalle parti mie, chi va a Roma in genere il posto lo ha perso o sta per (vedi manifestazioni sindacali) e se c’è di mezzo la
poltrona è perché la va a prendere. Mentre chi va ad Arona in genere va a fare una innocente gita al lago.
poi me ne sono chiesta una terza: dove sarà nato questo modo di dire ?
d’istinto avrei detto: sicuramente non a Roma. poi ho pensato che in effetti qualsiasi romano potrebbe aver coniato la frase, come osservazione sui tanti pellegrini che da sempre a vario titolo affollano la città.
E quindi ? ci siamo svegliati con la necessità di un quarto d’ora di distrazione coi giochi di parole ? No: si va a Roma!
Lasciando a trasmissioni fanta-filologiche il resto del bag, a Roma oggi pomeriggio confido di trovare argomenti per migliorare il posto che ho già, e penso che il fatto di assentarmi per due giorni dalla poltrona attuale, se per caso qualcuno ne occupa un pezzetto (ma mi lascia almeno un bracciale per sedermici di traverso al ritorno), va benissimo. oppure mi accorgo che al ritorno posso occupare un divano…magari di quelli fatti a “L” (uno dei pochi sogni che ho in campo di arredamento).
chi, poi, fosse andato a Verona (altro posto in -ona) il 16 settembre 2006, a prescindere da posti e poltrone, con una settantina di euro avrà potuto ascoltare la seguente canzone, che in modo metodico, anche se non compulsivo, metto dal 1993.
in effetti per apprezzare veramente questa canzone bisogna ascoltarla dove è nata, cioè come brano conclusivo dell’album “Ten”. Se la ascoltate in quel contesto, la capirete ancora meglio, perché avrete sentito che cosa è capitato a Eddie (o a qualcuono che lui ha conosciuto), in cui succede un po’ di tutto, e poco di sereno. Allora la canzone ha veramente senso.
I see the world | vedo il mondo
Feel the chill | sento il brivido
Which way to go | da che parte andare
Windowsill | davanzale
I see the words | vedo le parole
On a rocking horse of time | sul cavallo a dondolo del tempo
I see the birds in the rain | vedo gli uccelli nella pioggia
Oh dear dad | caro babbo
Can you see me now | mi puoi vedere ora ?
I am myself | io sono me stesso
Like you somehow | come te, in un certo qual modo
I’ll ride the wave | cavalcherò l’onda
Where it takes me | là dove mi porterà
I’ll hold the pain | tratterrò il dolore
Release me | liberami
Oh dear dad | caro babbo
Can you see me now | mi puoi vedere ora ?
I am myself | io so me stesso
Like you somehow | come te, in un certo qual modo
I’ll wait up in the dark | aspetterò alzato, al buio
For you to speak to me | perché tu mi parli
I’ll open up | mi aprirò
Release me | liberami…
Release me
Release me
Release me