branobag del 10/2/19: per cominciare la giornata pensando a Peppino Mereu

[prima edizione: 22/8/12] Il testo di questo brano mi fu presentato per la prima volta da Daniele Sanna, storico ed esperto di rock anni ’70 sassarese, che me lo spedi’ in una lettera (cartacea, era verso il 1993, allora usavano ancora) assieme ad altri ragguagli sulle sue vicende isolane.

Nanneddu meu e’ stata pubblicata nel 1899 e poi musicata non si sa quando, e viene bene soprattutto con I cori. Qui una versione ganza in una carrozza della metropolitana di Londra. E’ cosi’ che si fa, ragazzi.

Sulla Sardegna ci sarebbe molto da dire, e molto da dare.
Magari ritorneremo sul tema…per intanto vi saluto con una foto scattata forse nel 1995 e forse sulla strada fra Bosa e Alghero (o dopo Tresnuraghes, salendo ? o dalle parti di Oliena ? Sicuramente non ad Assémini…o Assemìni, come disse una volta un’annunciatrice de L’Onda Verde alla radio…)

Nanneddu meu.

1-sardo1-italiano
Nanneddu meu su mundu est gai,
a sicut erat non torrat mai.
Nanneddu mio il mondo e’ cosi’,
cosi’ com’era non tornera’ mai.
2-sardo2-italiano
Semus in tempos de tirannias,
infamidades e carestias;
commo sos populos cascan che canes
gridende forte “cherimus pane”.
Siamo in tempi di tirannie,
infamita’ e carestie;
ora i popoli sbadigliano come cani
gridando forte “vogliamo pane”.
3-sardo3-italiano
Famidos nois semus pappande
pane e castanza, terra cun lande;
terra ch’a fangu, torrat su poveru
senz’alimentu, senza ricoveru.
Affamati noi stiamo mangiando
pane e castagne, terra con ghiande;
terra come fango, si riduce il povero
senza alimento, senza ricovero.
4-sardo4-italiano
Cussas banderas numeru trinta
de binu bonu mudana tinta;
appena mortas cussas banderas
non pius s’osservan imbriagheras.
Quelle compagnie numerose
del vino buono mutano il colore;
appena finite quelle compagnie
non si vedranno piu’ sbornie.
5-sardo5-italiano
Semus sididos, issa funtana
pretende s’abba parimus ranas.
Abbocaeddos, laureados,
buzzacas boidas e ispiantados.
Siamo assetati alla fontana
cercando l’acqua sembriamo rane.
Avvocatelli, laureati,
tasche vuote e spiantati.
6-sardo6-italiano
Adiosu Nanni, tenet’a contu,
fache su surdu, ghettad’a tontu;
e tantu l’ides: su mundu est gai
a sicut erat non torrat mai.
Addio Nanni, tieniti in conto,
fai il sordo, fingi di esser tonto;
tanto lo sai: il mondo e’ cosi’
cosi’ com’era non tornera’ mai.