Insomma, eccoci al finalone, per ora…col centosedicesimo branobag si va a chiudere la serie 2012 di una storia nata non per caso e cresciuta non per caso…”relazioni non accidentali tra esibizioni musicali, parole e fatti della vita”. L’elenco completo di titoli e playlist è qui.
Per chi vi scrive è stata un’esperienza particolare, per alcune delle persone che leggono, anche…per alcuni è stata un’esperienza da chiudere prima (ci saranno state in tutto una decina di persone che hanno chiesto di essere levate dalla mailing list, di circa 400 person), per altre un’esperienza da avviare dopo (un’altra decina ha chiesto di essere aggiunta, tipo colleghi di ascoltatori che ne parlavano alla macchinetta del caffé). Per tante persone non ho capito cosa possa essere stata, perché non me lo hanno fatto sapere…ma capiterà di ritrovarle, e allora mi farà piacere chiederglielo.
Hai voglia poi, a dire che una puntata finale fatta in un finale di anno non ha una valenza particolare.
Più di una canzone in questo caso volevo proporvi una canzone da un film.
Sono i titoli di coda di Big Fish, di Tim Burton (2003). Quando ho chiesto a un mio amico se lo avesse visto mi ha risposto “no, però ce l’ho presente…è quello del padre che racconta al figlio un sacco di palle, no?”. Io allora ho scosso la testa bonariamente…”non è PROPRIO così”. Il film parla di…se lo avete visto scrivetemelo voi, e se non lo avete visto guardatelo (ma non assieme al Favoloso mondo di Amélie, se no poi andate in overdose).
Per me il film parla del valore della fantasia nella realtà. Valore che, per le vicende che mi trovo a seguire di persona, a varie latitudini, vedo non in aumento…e penso che questo sia un male.
Ancora non ho spiegato, pur avendo ricevuto varie richieste, che cosa vuol dire “brano bag”, ma vedetelo nel frattempo come un piccolo contributo a fondere un poco di fantasia (una canzoncina e un testo) con tanta realtà (quella quotidiana di tutti).
Arrivederci a lunedì per chi si vorrà dilettare di disco music dal vivo a Torniella, e arrivederci a quando si potrà per tutti gli altri – e buon ascolto.
“Man Of The Hour”
Tidal waves don’t beg forgiveness | I maremoti non chiedono perdono
Crashed and on their way | si infrangono e vanno per la loro strada
Father he enjoyed collisions; others walked away | a mio padre piacevano le collisioni; altri cambiavano strada
A snowflake falls in may. | un fiocco di neve cade a maggio
And the doors are open now as the bells are ringing out | e ora le porte sono aperte, mentre suonano le campane
Cause the man of the hour is taking his final bow | perché l’uomo del momento sta facendo il suo ultimo inchino
Goodbye for now. | arrivederci, per ora
Nature has its own religion; gospel from the land | la natura ha la sua religione; il vangelo dalla terra
Father ruled by long division, young men they pretend | mio padre comandato da lunghe divisioni (?) , i giovani fingono
Old men comprehend. | gli anziani capiscono
And the sky breaks at dawn; shedding light upon this town | e il cielo si apre all’alba, spandendo luce su questa città
They’ll all come around | verranno tutti qua
Cause the man of the hour is taking his final bow | perché l’uomo del momento sta facendo il suo ultimo inchino
G’bye for now.
And the road | e la strada
The old man paved | che il vecchio lastricò
The broken seams along the way | con i giunti rotti, lungo il percorso
The rusted signs, left just for me | i cartelli arrugginiti, lasciati solo per me
He was guiding me, love, his own way | mi stava guidando, l’amore, a modo suo
Now the man of the hour is taking his final bow | ora l’uomo del momento sta facendo il suo ultimo inchino
As the curtain comes down | e mentre il sipario cala
I feel that this is just g’bye for now | sento che questo è solo un arrivederci