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boscoriserva n°12 dell’8/7/19: compleanno di il sole

Melanie…mi pare di ricordare che nella documentazione pre-internet del festival fosse inclusa come apertura del terzo disco (ovvero il primo del secondo doppio album). Magari sbaglio. Volevo evitare di inserirla nel bosco riserva, perché la memoria che ho del primo ascolto era di noia.

Si vede che le percezioni cambiano e ti cambiano. Sono andato a cercare “Beautiful people” (Bella ggente) e nel frattempo ho trovato questa. Che dire…ascoltate. Una persona verso centinaia di migliaia. Non era l’unica a proporsi a boscoriserva in questo modo, e “ce stava degnamente”, come dichiaro Ciarrapico quando diventò presidente d’aaa maggica nel 1991. Io non so parlare di calcio, parafrasando Bennato, ma certe cose calcistiche me le ricordo bene.

Pensando alla parte visiva di boscoriserva, mi viene il lecito sospetto che Francis Ford Coppola si sia ispirato ad alcune delle scene notturne del festival per alcune scene di Apocalypse Now. Si notano in alcuni punti del video delle linee di luci (sospese) che assomigliano un po’ a quando Charlie Sheen e il suo barchino di militari psichedelici raggiungono l’ultimo avamposto americano lungo il fiume.

[per i curiosi: la foto di oggi è nella “top ten” della sezione “alba” di un conco(r)so fotografico che organizzai nel fatidico 2010]

I’m the one | sono io quella che
I found the birthday of the sun | ha trovato il compleanno del sole
But all things change | ma le cose cambiano
And I think it’s the birthday of the rain | e io penso sia il compleanno della piogga

If I never said goodbye | se non dicessi mai arrivederci
To all that I’ve known | a tutto ciò che ho conosciuto
I would never be alone | non sarei mai sola
But still I will not cry | tuttavia non piangerò
I’m not finished yet, boy | non ho ancora finito, ggiovanotto
So wipe the smile from your eyes | per cui levati quel sorriso dagli occhi
Because if I were to hang my head | perché se mi impiccassi
I’d miss all the rainbows | mi perderei tutti gli arcobaleni
And I’d drown in raindrops instead. | e invece affogherei nelle gocce d’acqua

I’m the one
I found the birthday of the sun
And all things change
And I’m sure it’s the birthday of the rain.

If I never said goodbye
To all that I’ve known
I would never be alone
But still I’m gonna win | tuttavia, sarò io a vincere
I’m not finished yet, world | non ho ancora finito, mondo
So wipe the smirk from your chin | per cui levati quella smorfia dalla guancia
Because if I were to hang my head
I’d miss all the rainbows
And I’d drown in raindrops instead

But I’m the one
I found the birthday of the sun
And all things change
And now I’m sure it’s the birthday of the rain
And all things change
And now I think it’s the birthday of the rain
And all things change
And now I know it’s the birthday of the rain
And all things change
And now I’m sure it’s the birthday of the rain
And all things change
And now I’m sure it’s the birthday of the rain
All things change
Happy Birthday to the rain

boscoriserva n° 11 del 7/7/19: provare

Signore, Signori, fanciulli e fanciulle, anziani, zombi, protozoi, vertebrati, alberi, rocce, aria, forme di vita non ancora note alle scienze occidentali…

buongiorno –

il prossimo bosco riserva non è per tutti. chi ha seguito i brano bag 2012, la palla 2007, la buiometriapartecipativa, i film, le foto, ecc, ci provi, perché questo chiede il boscoriserva. Altri ci provino lo stesso, con la cautela richiesta da un’esperienza positiva ma inedita.

Oggi, nel mazzo di carte che è la scaletta del festival si cala un carico pesante. e una volta che il carico è sul tavolo, la mano gira, e chi ti segue sul tavolo deve decidere cosa fare. Segni di sopracciglio e colpi di tosse forzosi potrebbero non essere sufficienti a dare la dritta al compagno di gioco, o a indurre il bluff negli avversari.

Janis è qui, e l’altro carico pesante -chi mi conosce musicalmente meglio giù sa di chi parlo- è da qualche parte che attende di essere calato.

Tornando a Janis, si parte con “Try” (Provarci, pròvaci…boh).

Da guardare per prima vi propongo la versione contenuta nel documentario “When the music is over”, dedicato ai musicisti rock americani morti giovani, trasmesso a suo tempo -ma parecchio, visto che lo conservo registrato in betamax- da Mamma RAI quando si occupava di musica e quando se dicevi “talent” pensavi più a monete antiche che a show televisivi per giovani promesse.

La versione in studio si sente e si vede bene e dice tutto. C’e’ anche  quella del festival vero e proprio (che però è quasi tutta al buio).

Interessante notare che a quei tempi i fonici erano forse più fuori dei musicisti: nella versione tedesca e in quella del documentario è altissimo il livello del basso e delle voci secondarie. Strano, ma interessante sentire le parti.

Il testo…non sono sicuro che ci sia un allineamento perfetto tra versi trovati nella grande rete e quelli cantati, ma del resto, come dice Janis, ci si prova, in attesa di un aereo che per andare da Milano alla Francia passa per Roma (“sient’a mme, è la combinazione migliore” mi dice l’agente).

a domani.

………………
Try (Just A Little Bit Harder)”

Try, try, try just a little bit harder
So I can love, love, love him, I tell myself | sì che lo possa amare, mi dico
Well, I’m gonna try yeah, just a little bit harder | be’, ci proverò un po’ di più
So I won’t lose, lose, lose him to nobody else. | così da non perderlo per nessun altro
Hey! Well, I don’t care how long it’s gonna take you now, | ue’, non m’interessa quanto tempo ci vorrà
But if it’s a dream I don’t want No I don’t really want it | ma se è un sogno, non voglio , proprio non voglio…
If it’s a dream I don’t want nobody to wake me. | se è un sogno non voglio che nessuno mi svegli

Yeah, I’m gonna try yeah, just a little bit harder
So I can give, give, give, give him every bit of my soul. | così che gli possa dare ogni pezzo della mia anima
Yeah, I’m gonna try yeah, just a little bit harder
So I can show, show, show him love with no control. | così che gli possa mostrare un amore senza controllo
Hey! I’ve waited so long for someone so fine | ho aspettato così tanto, per qualcuno così bello (in senso generale)
I ain’t gonna lose my chance, no I don’t wanna lose it, | che non perderò questa possibilita, non la voglio perdere
Ain’t gonna lose my chance to make you mine, all mine. | non voglio perdere la possibilità di farti mio
All right, get it! Yeah!

Try yeah, try yeah, hey, hey, hey, try yeah, | provarci…
Oh try whoa! Whoa, whoa, whoa, whoa,
Oh anybody, oh anybody, oh anybody, | tutti, tutti,
Try oh yeah (just a little bit harder) | provarci giusto con un po’ più di impegno
Whoa I gotta try some more,
I said try yeah, aw I said try,
I said try try try try try try,
Oh try oh yeah, try oh yeah!

Hey hey, I gotta talk to my man now, | devo parlare col mio uomo
You know I, I gotta feel for my man now, | devo provare qualcosa per lui
I said I, I gotta work for my man now, | devo lavorare per lui
You know I, I gotta hurt for my man now, | mi devo far male per lui
I think-a every day for my man now, |ci devo pensare tutti i giorni
You know it, every way for my man now. |lo sai, in tutti i modi
I say try, try yeah, oh try yeah,
Hey hey hey, try yeah-hey, oh, try…

boscoriserva n° 10 del 6/7/19: ballare a il musica

La fine degli anni 60 del secolo scorso già aveva tutte le basi (assieme a qualche acido) che poi portarono nei primi ’70 al proliferare del progressive rock, con tante belle canzoni, ma anche tante pallosissime suite da 18 minuti e oltre. Boscoriserva contiene quindi diverse esibizioni molto lunghe.
Nella seconda settimana di bosco riserva ho cercato brani brevi, pensando al fatto che ci sarà pure qualcuno che si trova la mail a inizio di giornata ufficio e vuole ascoltare, e magari se ti sparo “I’m going home” di Alvin Lee ti ruba tempo. Oppure no. Comunque, questa settimana sono stato sul corto. Sino a ieri.

Oggi è venerdì…se il sabato sera è il giorno della febbre, il venerdì è bene comunque preparsi spiritualmente, e comunque secondo le regole de fero del boscoriserva non potrei scrivervi sabato mattina.

Morales, come dicono in Messico, oggi vi toccherebbe un pezzo riempipista che però in versione boscoriserva dura sui 14 minuti.

Ne ho recuperato una versione televisiva che dura come il pezzo sul disco in studio, più o meno: sotto i quattro minuti. Come avrebbe detto il noto bluesman romano Robberto Ciotti, l’atmosfera che traspira dai fotogrammi che seguono è molto bbella e c’è mmolta energia positiva.

Di cose amene che si notano nel video: fra le tante cito il violinista in un gruppo soul/r&b, probabilmente zio di Kurt Cobain…un violinista in contesto soul non sono sicuro di averlo mai visto o sentito in svariati anni di giramento microsolchi e ascolto di altri supporti.

Ma, avendoci Wilson Pickett ricordato  che la musica è infinita (cfr. branobag del 16-3-2019), e ricordando che gli usi del violino sono molteplici (cfr. Meytal Cohen & friends), non potrei escludere che in questo momento in una parte del mondo con fuso orario pacifico ci sia un gruppo soul/r&b con un violinista in organico (organico/in organico…vabbe’…basta…).

Buon ascolto (con quattro brani al prezzo di uno!) e buon fine settimana.

Cynthia: Get up and dance to the music! | Tiratevi su e ballate con la musica
Get on up and dance to the fonky music!
All:Dance to the Music, Dance to the Music
Freddie: Hey Greg! | oh Greg?
Greg:What? | ‘osa voi?
Freddie: All we need is a drummer, | ci serve giusto un batterista
for people who only need a beat | per persone cui basta giusto un ritmo
I’m gonna add a little guitar | ci vado ad aggiungere un po’ di chitarra
and make it easy to move your feet | e ti renderò più semplice muovere i piedi
Larry:I’m gonna add some bottom, | io ci metto un po’ di basso
so that the dancers just won’t hide | così che i ballerini non si potranno nascondere
Sly:You might like to hear my organ | magari vi piacerebbe sentire il mio organo
playing “Ride Sally Ride” | che suona “Ride Sally Ride” (vedi ritornello a 1’14” di Mustang Sally)
You might like to hear the horns blowin’, | potreste gradire i fiati soffiare
Cynthia on the throne, yeah! | con Cynthia sul trono
Cynthia & Jerry got a message they’re sayin’: | Cynthia e Jerry hanno un messaggio che dice:
Cynthia: All the squares, go home! | tutti quelli un po’ troppo inquadrati, a casa!
All:Dance to the Music, Dance to the Music

(segue pezzo di I wanna take you higher, ma se ne riparla)

bosco riserva n° 9 del 5-7-19: Vabbe’, se n’è andata

Nella scaletta di boscoriserva comparve sul palco la Grease Band, che all’epoca faceva da gruppo di supporto a Joe Cocker, un po’ come dire gli Stadio con Lucio Dalla o la PFM con de André.
Narrano le cronache, che -aspettando che Joe si manifestasse al pubblico- il gruppo si trovò a eseguire alcuni brani strumentali…la domanda di oggi è “quali”?

Giochi proibiti? Due accordi che portarono Stanley Myers a comporre Cavatina nel 1970?? Qualche ragtime di Scott Joplin riarrangiato?

Non dico “non lo sapremo mai”, perché tecnicamente sarebbe possibile saperlo: basterebbe trovare una persona che sia andata al Festival e chiederglielo.
Se, come sostengono gli organizzatori, c’erano a un certo punto un milione di persone, che avranno avuto un’età media attorno ai 23 anni, si troverà in tutti gli U.S. of A. un cristiano (pardon, protestante) nato nel 1946 che all’epoca stava lì ed era in condizioni di intendere e volere tali da ricordarsi della loro esibizione?

Possibile, ma non facile. Nel frattempo, nella non facilità di reperire l’esibizione strumentale della Grease Band a boscoriserva, vi propongo volentieri un loro brano cantato: Let it be gone. E poi ti stupisci che c’erano i Rolling Stones, gli Who, i Faces ecc.: oh…metà della popolazione musicale occidentale suonava ‘ste cose qua!

Il brano è stato ripreso in tempi più recenti e in versione con vena leggermente più funky anche dai notevoli Black Crowes):

I puristi del boscoriserva mi scuseranno se non allego il testo a fronte per oggi (tempus fugit && festina lente, sed c’ho un appuntamento presto)

boscoriserva n°6 del 7/7/19: mia generazione

Oggi stiamo sul facile. Gli Who non hanno bisogno di troppe presentazioni, mentre possiamo introdurre -dopo il mito della reinmusicazione-
quello della reincanzonazione. Così come la reinmusicazione è il passaggio dello spirito musicale di un gruppo o di un artista a un altro in epoca diversa (casi acclarati: Janis Joplin e Bjork, oppure i Dexys Midnight Runners e gli Of monsters and Men), la reincanzonazione è quando lo spirito di una canzone si ritrova in un’altra. “My generation” è necessariamente la reincanzonazione di “Dio è morto” di Grancesco Fuccini, pardon, Francesco Guccini.
La reincanzonazione non implica concordanza di generi o di storie, così come la reinmusicazione.

Nella “My generation” suonata a Boscoriserva, chissà come mai, nel finale la canzone si fonde per un con il ritornello di “io vado da con un piccolo aiuto dai miei amici”, un po’ più sfatta di quella di Joe Cocker, ma sempre con un alone dell’arrangiamento a canzoncina dell’originale beatlesiano.

Suggeriamo anche una versione in studio (televisivo) in cui, saltato il prologo abbastanza inutile, è possibile apprezzare meglio l’esibizione di tutti i componenti del gruppo, sopra tutti il bassista John Entwhistle con uno degli assoli che è diventato riferimento per le quattro corde nella storia del dondola.

Dei quattro, l’unico che interpretò appieno lo spirito della canzone fu Keith Moon, il batterista, deceduto all’età di anni 32, dopo avere distrutto un numero indeterminato di tamburi e avere ispirato il personaggio del batterista pazzo del Muppet Show. Gli altri più o meno “ci sono stati dentro”. John ci ha lasciato un paio di anni fa, e Pete e Roger ancora si vedono in giro, con discrezione. Sarei curioso di vederli seguire un esibizione degli Who di oggi…che so…i Maximum the Hormone  (attenzione: il link rimanda a un brano non adatto a tutte le generazioni)

People try to put us d-down (Talkin’ ‘bout my generation) | la ggente cerca di buttarci giù (parlo della mia generazione)
Just because we get around (Talkin’ ‘bout my generation) | solo perché si va in giro
Things they do look awful c-c-cold (Talkin’ ‘bout my generation) | le cose sembrano proprio freddine
I hope I die before I get old (Talkin’ ‘bout my generation) | spero di morire prima di diventare vecchio

This is my generation | questa è la mia generazione
This is my generation, baby

Why don’t you all f-fade away (Talkin’ ‘bout my generation) | ma perché non sparite
Don’t try to dig what we all s-s-s-say (Talkin’ ‘bout my generation) | non cercate di apprezzare quello che diciamo
I’m not trying to ‘cause a big s-s-sensation (Talkin’ ‘bout my generation) | non sto cercando di destare grande sensazione
I’m just talkin’ ‘bout my g-g-g-generation (Talkin’ ‘bout my generation) | sto solo parlando della mia generazione

My generation
This is my generation, baby

Why don’t you all f-fade away (Talkin’ ‘bout my generation)
And don’t try to d-dig what we all s-s-say (Talkin’ ‘bout my generation)
I’m not trying to ‘cause a b-big s-s-sensation (Talkin’ ‘bout my generation)
I’m just talkin’ ‘bout my g-g-generation (Talkin’ ‘bout my generation)

This is my generation
This is my generation, baby
My my my generation

People try to put us d-down (Talkin’ ‘bout my generation)
Just because we g-g-get around (Talkin’ ‘bout my generation)
Things they do look awful c-c-cold (Talkin’ ‘bout my generation)
Yeah, I hope I die before I get old (Talkin’ ‘bout my generation)

This is my generation (Talkin’ ‘bout my generation)
My generation (Talkin’ ‘bout my generation)
This is my generation, baby (Talkin’ ‘bout my generation)

boscoriserva n° 6 del 2/7/19: volontari

I Jefferson Airplane sono l’ennesimo gruppo rock psichedelico nato nella West Coast nella seconda metà degli anni 60 del secolo scorso (cioè sono gruppi “coetanei a me”).
Una delle cose che mi sono rimaste impresse dei Jefferson Airplane è che a un certo punto della loro storia -ma nemmeno troppo avanti…era nel 1974- il gruppo cambiò nome e diventò “Jefferson Starship”. Da aeroplano ad astronave.

Chi sa se ciò accadde perché avevano uno zio che era passato a lavorare per la NASA, perché nel 1973 avevano ricevuto una partita di LSD particolarmente spaziale, o perché…perché…non so perché (come diceva Raz Degan quando era ne’ su’ cenci e faceva il testimonial di un noto liquore).

Queste cose dei nomi inglesi, che agli italiani fanno sempre esotico, così come agli anglofoni fanno molto esotico i nomi italiani (“bellou, bambinooou, M’lanouu, F’renssiiihh“), fanno riflettere se uno li riporta al contesto italiano. E’ come se -che so- i “Banco del Mutuo Soccorso” a un certo punto si fossero ribattezzati “Assicurazione medica”.

Se poi passi ai nomi delle persone, anche lì trovi dei percorsi.

Roger Nelson diventò Prince, poi per un certo periodo “Tafkap” (The artist formerly known as Prince, l’artista una volta noto prince), poi ancora Prince. Lorenzo Cherubini diventò Jovanotti, e lì rimane. Rosario Paci diventò Roy. Terence Trent d’Arby ora passa per Sananda Maitreya. Cat Stevens all’anagrafe nacque Steven Demetre Georgiou ma ora è Yusuf Islam. Molare, come dicono i dentisti: voi quanti nomi avete? Potete anche scriverlo per e-mail: Se tu dici un nome a me, poi io dico un nome a te.

La cosa più interessante sono poi i nomi che vi danno gli altri…ma questo diventa un  boscoriserva diverso. Intanto si è fatta una certa, e devo partire. Per cui: parole alla musica e musica alle parole.

Look what’s happening out in the streets | Bada lì che succede per le strade
Got a revolution Got to revolution | C’hai una rivoluzione – devi fare una rivoluzione (in senso “fisico”?)
Hey I’m dancing down the streets | Oh, sto ballando per le strade
Got a revolution Got to revolution
Ain’t it amazing all the people I meet | non è forte, tutta ‘sta gente che incontro
Got a revolution Got to revolution
One generation got old | una generazione è invecchiata
One generation got sold | una generazione è stata venduta
This generation got no destination to hold | questa generazione non ha una destinazione da mantenere
Pick up the cry | raccogli il grido

Hey now it’s time for you and me | oh: ora è il tempo per te e per me
Got a revolution Got to revolution
Come on now we’re marching to the sea | vieni, ora, si marcia verso il mare
Got a revolution Got to revolution
Who will take it from you | chi è che lo (o la?) prenderà da te
We will and who are we | noi…e chi siamo noi?
We are volunteers of America | siamo volontari dell’America

boscoriserva n° 5 dell’1/7/19: appartamento: Judy blu occhi

Ieri ho incontrato Paolo de Roma (e d’aa Roma). Ho scoperto che è nella mailing list di boscoriserva. Mi ha detto che lui boscoriserva lo conosceva abbastanza bene, epperò se stava a pperde nelle proposte più recenti, che non conosceva. Abbiamo poi parlato di direttive comunitarie e di alberghi (no del Monopoli).

Molare, come dicono i dentisti: fa sempre piacere incontrare dal vivo un/una tuo/a lettascoltatore/trice.

Poi ho incontrato un altro che mi diceva di quell’altro messaggio che ho scritto in quell’altra mailing list. Poi…poi..ce stavamo a scorda’ del festival (chiedo venia, ma ogni volta che vado a Roma mi entra in testa lo “starci a”). Per rientrare nel binario musicale, prima di riprendere quello de fero in direzione nord, chiudiamo questa prima settimana di rubrica con un altro dei superclassici.

(David) Crosby, (Stephen) Stills e (Graham) Nash furono -ai tempi che furono- tra i massimi esponenti di quel rock dalla West Coast che si dava alla ricerca della felicità (che poi forse non era solo il rock, e mi viene da pensare che tutta la storia USA sia una forma molto particolare di ricerca della felicità).

Oggi “stanno tutti bene”, ma allora c’erano, e a volte si accompagnavano con (Neil) Young.

Suite: Judy Blue Eyes è un pezzone. Non difficile da eseguire in versione “da grigliata”, per toccare le vette richiede un uso sapiente di armonie vocali che anche altri colleghi californiani sperimentavano (leggi: gli Spiaggia Ragazzi, Beach Boys) e che furono poi abbondantemente ripresi sia dai Queen che dai Pooh per stare nello Stivale.

Il grande tubo non offre la versione integrale del brano eseguito durante il festival, ma va guardato almeno fino al minuto 1 e qualcosa per notare due cose: il poncho di Stephen Stills e il richiamo che fa al fonico (“a little less bottom end on…guitar…please”). Ti teletrasporti a una trentina di anni dopo, e rivedi che al minuto 1 il nostro sta sempre leticando col fonico…magari lo stesso di allora? Se poi ve la sentite, fate la macchina del tempo completa sulla versione 2012.

[Intro. (Acoustic Guitar)]

It’s getting to the point where I’m no fun anymore
I am sorry
Sometimes it hurts so badly I must cry out loud
I am lonely

I am yours, you are mine, you are what you are
You make it hard

Remember what we’ve said and done and felt about each other
Oh, babe have mercy
Don’t let the past remind us of what we are not now
I am not dreaming

I am yours, you are mine, you are what you are
You make it hard

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Oh, oh, oh, oh, oh
Tearing yourself away from me now you are free
And I am crying
This does not mean I don’t love you I do that’s forever
Yes and for always

I am yours, you are mine, you are what you are
You make it hard

Something inside is telling me that I’ve got your secret
Are you still listening?
Fear is the lock and laughter the key to your heart
And I love you

I am yours, you are mine, you are what you are
You make it hard
And you make it hard
And you make it hard
And you make it hard

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Friday evening
Sunday in the afternoon
What have you got to lose?

Tuesday morning
Please be gone I’m tired of you
What have you got to lose?

Can I tell it like it is? (Help me I’m sufferin’)
Listen to me baby
It’s my heart that’s a sufferin’ it’s a dyin’ (Help me I’m dyin’)
And that’s what I have to lose (To lose)

I’ve got an answer
I’m going to fly away
What have I got to lose?

Will you come see me
Thursdays and Saturdays?
What have you got to lose?

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Chestnut brown canary
Ruby throated sparrow
Sing a song, don’t be long
Thrill me to the marrow

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Voices of the angels
Ring around the moonlight
Asking me said she’s so free
How can you catch the sparrow?

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Lacy lilting lady
Losing love lamenting
Change my life, make it right
Be my lady

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo

Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo

Que linda me la traiga Cuba
La reina del Mar Caribe
Cielo sol no tiene sangreahi
Y que triste que no puedo vaya oh va, oh va

Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo

Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo

Boscoriserva n° 4 del 30/6/19: madre meno figlio

prima edizione 27/2/14

Alla ricerca del Boscoriserva minore, sono andato a pescare cose che rimanevano fuori anche dal radar dei più esperti.

Per una combinazione di assonanze, dalla scaletta del festival ho notato “Motherless child” dei Sweetwater, che a me sembrava “Fortunate one” dei Creedence Clearwater Revival (ho forse l’assonanza l’avrò notata nel nome del gruppo?). “Giocoforza” come dice il mio amico Maurizio di sotto Firenze nella sua dimora accogliente, mi è toccato andare a sentirla.

La filmografia ufficiale del festival non offre l’esibizione dei Sweetwater, né ho trovato nell’economia del quarto d’ora dedicato alla rubrica Boscoriserva fimati bootleg riversati da qualche pensionato che andò all’evento con la cinepresa.

Però ho trovato un’altra chicca: l’esibizione del gruppo nello stesso anno in uno studio televisivo, introdotti nientepopodimenoche da Bing Crosby (do you remember, “White Christmas” ecc).

Anche il brano dei Blood, Sweat & Tears era in studio, e tutto sommato ci si calavano bene. I Sweetwater invece fanno un effetto strano. E’ come se fossero sul palco di Boscoriserva, e in postproduzione li abbiano trasferiti in uno spazio diverso. E questo mi ha fatto effetto.

Ma più effetto mi ha fatto come Bing introduce il gruppo: “The most unique combination of talents on record today“.

Ora…dire nel 1969 che i Sweetwater erano “la più speciale combinazione di talenti oggi sui dischi” è un classico caso di sindrome del “o ci sei o ci fai”.
Se gli autori del programma “c’erano” vivevano musicalmente negli anni ’50 e ignoravano tutta la saranbanda di bande che imperversava in quelle lande. Se ci facevano, allora non volevano mettere il gruppo nella giusta dimensione. Se poi la sera dopo arrivavano ospiti Jimi Hendrix, Janis Joplin o uno degli altri 50 grupponi di allora come dovevano presentarli???

Notare anche il sagace umorismo degli autori televisivi dell’epoca: Questo gruppo è qua per un caso non dipendente da noi…li aveva scritturati Dean Martin, ma ha annullato la data quando ha saputo che nel nome del gruppo c’era la parola “acqua”.

L’altra cosa molto, molto interessante di questo brano è che si scopre che all’epoca un sacco di gruppi cantavano gli stessi pezzi…ma per oggi ho scritto troppo e ci ho un treno da prendere a 40 km da questo punto tra 75 minuti. Buon viaggio a me e buon ascolto a voi.

sometimes I feel like a motherless child | a volte mi sento come un figlio senza la mamma

a long way from my home | e mi sento lontano da casa

sometimes I feel like there’s nobody there | a volte mi sento come se non ci fosse nessuno

a long way from my home | e mi sento lontano da casa

Boscoriserva n° 3 del 29/6/19: A il saltello

originale del 26-2-2014. Nella foto di testa, la Marghe degli Hardisco alla festa di Capo Danno 2012/2013 a Torniella

Chi non si è addentrato nei meandri disco- e cinemato-grafici di Boscoriserva e conosce il festival solo in modo epidermico tende a ricordare due categorie di artisti:

  • i super-rockettari rumorosi, visionari e strafatti (o strafatti e visionari?), da Jimi Hendrix in giù
  • i cantanti folk, bucolici e dalla lirica gorgheggiante, da Joan Baez in su.

Ma non c’era solo questo. C’era anche qualcosa in mezzo: L’esibizione degli Sha Na Na fu uno di questi tasselli di collegamento. Mostravano, nella loro gioia, cosa può succedere a un brano musicale in 10 anni, che forse è quello che può succedere -ed è successo- a una società occidentale in 10 anni.

“At the Hop”, fu lanciato da Danny and the Juniors nel 1957 e arrivò presto in vetta alle classifiche ammerigane di allora. Nell’interpretazione dei nostri, dieci anni dopo, diventa un’anticipazione punk-rock o semplicemente un concentrato di energia che, se fosse convertito in elettricità, potrebbe alimentare per due minuti e ventiquattro secondi un villaggio di piccole dimensioni, tipo Sticciano Scalo.

Secondo il mito della reinmusicazione, già discusso tempo addietro su queste pagine, alcuni degli Sha Na Na oggi sono diventati i Scissor Sisters. Gli altri, hanno probabilmente seguito le vie delle osterie di fuori porta di Guccini.

Sarebbe curioso sapere come sarà interpretato “At the hop” nel 2019. Nel frattempo, riascoltiamo quello di Boscoriserva:

testo (non certificato)

Bah-bah-bah-bah, bah-bah-bah-bah
Bah-bah-bah-bah. bah-bah-bah-bah, at the hop!

Well, you can rock it you can roll it
You can stop and you can stroll it at the hop
When the record starts spinnin’
You *chalypso* when you chicken at the hop
Do the dance sensation that is sweepin’ the nation at the hop

Ah, let’s go to the hop
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop
Come on, let’s go to the hop

Well, you can swing it you can groove it
You can really start to move it at the hop
Where the jockey is the smoothest
And the music is the coolest at the hop
All the cats and chicks can get their kicks at the hop
Let’s go!

Let’s go to the hop
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop
Come on, let’s go to the hop
Let’s go!

Well, you can rock it you can roll it
You can stop and you can stroll it at the hop
When the record starts spinnin’
You *chalypso* when you chicken at the hop
Do the dance sensation that is sweepin’ the nation at the hop

You can swing it you can groove it
You can really start to move it at the hop
Where the jockey is the smoothest
And the music is the coolest at the hop.
All the cats and chicks can get their kicks at the hop.
Let’s go!

Let’s go to the hop
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop
Come on, let’s go to the hop

Bah-bah-bah-bah, bah-bah-bah-bah
Bah-bah-bah-bah. bah-bah-bah-bah, at the hop!

boscoriserva n° 2 del 28/6/19: Girando ruota

originale del 25/2/14

I Blood, Sweat and Tears (Sangue, sudore e lacrime) si esibirono a Boscoriserva tra domenica 17 e lunedì 18 agosto).

Questa è la prima canzone che abbia mai sentito di loro (e anche la più famosa). Non ho trovato repertori video ripresi durante il festival, ma questo video è contemporaneo, come si può intuire da: luci, scenografia, basette, taglio dei vestiti, montaggio. Il testo per intero non lo avevo mai seguito prima di scrivere questo articolo, e dice quelle cose lì.

Per gli amanti di Spinning Wheel, consigliamo anche la versione di Monika Brodka, che però in questo momento non è reperibile sul “grande tubo”, se non in un frammento (e ringrazio una nota esperta algherese di comunicazione e web 4.0 per la segnalazione di qualche anno addietro).

Nella traduzione, per me la spinning wheel è una giostra, anche se i dizionari del terzo millennio ti danno tutto tranne che questo.

Bando alle ciance, e via col vento (data la potentissima sezione fiati di questo gruppo):

What goes up must come down | Quello che va sù deve tornare giù
spinning wheel got to go round | e la giostra deve girare
Talking about your troubles it’s a crying sin | Parlare dei tuoi problemi è un peccato mortale
Ride a painted pony | Cavalca un pony colorato
Let the spinning wheel spin | e lascia che la giostra giri

You got no money, and you, you got no home | non ci hai una lira, e nemmeno una casa
Spinning wheel, spinning all alone | gira la giostra, gira da sola
Talking about your troubles and you, you never learn | parli dei tuoi problemi e tu, tu non impari mai
Ride a painted pony | cavalca un pony colorato
let the spinning wheel turn | lascia girare la ruota

Did you find a directing sign | ma l’hai trovato un cartello di indicazioni
on the straight and narrow highway? | nella dritta e stretta autostrada?
Would you mind a reflecting sign | ti darebbe noia un cartello riflettente
Just let it shine within your mind | lascialo giusto illuminare la tua mente
And show you the colours that are real | facendoti vedere i veri colori

Someone is waiting just for you | c’è qualcuno che aspetta proprio te
spinning wheel is spinning true | la giostra gira per davvero
Drop all your troubles, by the river side | lascia tutti i tuoi problemi lungo la riva del fiume
Catch a painted pony |prendi un pony colorato
On the spinning wheel ride | nel giro di giostra

Someone is waiting just for you
spinning wheel is spinning true
Drop all your troubles, by the river side
Ride a painted pony
Let the spinning wheel fly | fa’ volare la giostra