Archivi categoria: Bosco Riserva

avresirocsob -12: vieppiù

DSC_3625_xxr-loresOggi concentriamoci sul lato musicale delle cose, ché se no mi dicono che ne voglio condividere troppe tutte insieme, che risulto criptico, che i volantini non sono chiari, e che in aereo non bisogna confondere la cortesia con l’accondiscendenza.

Passiamo dunque a n gioiellino che in meno di tre minuti ci propone:

  • energia allo stato puro,
  • assoli contenuti ma con una propria identità,
  • una voce potente,
  • una presenza sul palco leggera, disinvolta e -soprattutto- lucida (o magari sbaglio e semplicemente il cantante reggeva bene)

La versione in studio è un po’ meno “lo-fi” del video reperibile sul grande tubo, e quindi si apprezzano meglio alcuni passaggi, ma il video merita. Nel testo, oltre alle canoniche frasi dichiarative categoriche, interessante che la canzone si chiuda con il concetto di essere accusati di amare troppo (I stand accused ecc.) , che poi è il titolo di un’altra canzoncina intepretata dai Blood, Sweat & Tears appunto nel festival.

 

 

Uh huh,
Hey yeah, yeah yeah…
Like medicine baby | come una medicina, bimba
you’re good for me | tu sei bene per me
Like honey, darlin’ girl | come il miele, cara ragazza
I know you’re sweet to me | so che sei dolce per me
Each passing day, | ogni giorno che passa
brings us much closer together | ci porta più vicino
and the love you bring me darlin’ | e l’amore che mi porti, cara
just gets better and better | continua a migliorare
that’s why my love for you | è per questo che il mio amore per te
keeps on growin’ | continua a crescere
more and more | sempre di più
all the time | tutto il tempo
more and more
all the time, yeah!

Uh huh,
Gonna say it again, now now now | e bisogna che lo ridica, ora ora ora
Hah!
Like a ship that’s driftin’ baby | come una nave alla deriva, bimba
you’re apart from me | tu sei lontana da me
like old man time | come il vecchio tempo
you control my destiny | controlli il mio destino
if from my life, you ever tried to go | semmai tu provassi ad andartene dalla mia vita
it would destroy in a second | si distruggerebbe in un secondo
what took a lifetime to mold | ciò che ci è voluto il tempo di una vita per plasmare
that’s why my love for you |
just keeps on growin’
more and more
all the time
more and more
all the time

Uh huhhhh
Let me hear ya! | fatevi sentire!

[Instrumental Break] | assoli strumentali vari

As sure as a sunrise | è sicuro come il levarsi del sole
I’ll stand by your side | ti starò a fianco
as sure as the daybreak | è sicuro come il farsi giorno
I’ll love you for Heaven’s sake | ti amerò in nome del Paradiso
I’m ready to pay, yeah | sono pronto a pagare, sì
my dues for lovin’ you | i miei debiti perché ti amo
For lovin’ you too much woman, | ed è per amarti troppo, donna
you know I stand accused | che -sai- sono stato accusato

More,
and more
all the time
More and More!
Yeahhhhhh

ocsobavresir -13: Io mettere un dettare lettera per lettera su te

DSC_3577_loresNon ho sottomano un dizionario etimologico, e quindi non ho modo di verificare direttamente quando sono nate le due diverse accezioni del termine “spell” in inglese.

Mi diceva ieri Albo che probabilmente deriva dal finlandese arcaico spelleeeiioouunen, che ha sua volta prendeva la radice dal creolo haitiano yo speller…vabbe’ è chiaro che ve stò (con l’accento se no mi dicono che faccio errori di neo-ortografia) a cojjona’.

Invece, nella vita che se ci vai ti dicono che è giusto, “spell” è usato sia nell’espressione “to make -o put- a spell”, nel senso di fare un incantesimo. Viene poi anche usato come verbo “to spell” nel senso di dettare una parola lettera per lettera.

Nell’italiano principale questa azione è più rara, perché grosso modo le lettere si scrivono come si pronunciano. Invece l’inglese ha un sacco di parole che diverse che si pronunciano allo stesso modo o che rischiano di essere pronunciate allo stesso modo, e a volte il contesto non basta a eliminare l’ambiguità (anzitutto per i nomi e i cognomi). Da qui l’esigenza di dettare parole lettera per lettera.

Il brano “io mettere un dettare lettera per lettera su te” fu scritto da Jay Hawkins, detto “l’urlatore” e capirete perché. Durante il festival fu intepretato dai Creedence Clearwater Revival, ma se cercate nelle fonti note, ne troverete varie altre versioni negli anni. Meno di “My Way” di Frank Sinatra, o di “Volare” di Mimmuzzo, ma abbastanza da far capire, senza tèma di smentìta, che trattasi di un pezzone…quasi quasi si potrebbe usare per fare una selenata, con la luna piena.

By Jay Hawkins

I put a spell on you | ti ho fatto un incantesimo
Because you’re mine. | perché sei mia

You better stop the things that you do | meglio che tu smetta di fare quello che fai
I ain’t lyin’, no, I ain’t lyin’ | non sto dicendo bugìe
I just can’t stand it babe | è che non posso proprio sopportare, bimba
The way you’re always runnin’ ‘round | il modo in cui stai sempre a giro
I just can’t stand it, the way you always put me down | non posso sopportare il modo in cui mi fai star male
I put a spell on you because you’re mine | ti ho fatto un incantesimo, perché sei mia…

I put a spell on you because you’re mine
You better stop the things that you do
I ain’t lyin’, no, I ain’t lyin’
I just can’t stand it babe
The way you’re always runnin’ ‘round
I just can’t stand it, the way you always put me down
I put a spell on you because you’re mine
I put a spell on you. I put a spell on you
I put a spell on you. I put a spell on you

avresirocsob -14: solleva tua mano

20140411-montemassi-piana-blu-xxh-lores[La foto di oggi, anziché andare a pescarla negli archivi del “Quinto Quadrante” (alias le foto che pubblicai nel primo sito pibinko, riprese da scatti tra il 1995 e il 2006), è fresca di giornata (diciamo fatta con 9°Celsius alle 7.20 di mattina), scendendo da Tatti verso Grosseto lungo l’itinerario alternativo determinato dalla frana sulla sp53 un paio di mesi fa]

Ieri sera, saranno state le 21.45, dopo aver lasciato il gruppo di uomini invisibili e assenti giustificati con cui stiamo orgabizzando un importante evento di tutela e promozione de noantri, sono andato a cena con un altra delegazione di uomini e donne invisibili.

Poi, mentre prednevo un caffe d’orzo con un amico invisibile che portava a spasso il suo cane invisibile, a fianco di un consumatore invisibile che navigava su tablet visibile per consultare mappe di luoghi inesistenti, e’ arrivato Mauro, di berlino.
Con Mauro, dopo aver parlato del muro e della mora in quanto frutto, siamo andati convergere sul solito tema delle chiacchiere fra uomini soli:

il cambiamento climatico.

Da li’ si e’ consolidato il soggetto per un nuovo film, il cui titolo provvisorio e’ “La bellezza grande”.

Se volete partecipare alla produzione del film, alzate la mano, come invita a fare Janis,  in compagnia nel brano di oggi di uno dei più grandi marpioni (in senso artistico) della storia della civiltà occidentale.

La trascrizione del testo non corrisponde al 100% al cantato del video, ma l’idea è quella.

Come al solito, altrettanto importante del contenuto è il modo in cui lo si manifesta, e nel video si manifestano un sacco di cose che una sezione fiati giusta sottolinea in modo mai banale (per esempio con la saliva che va scaricata ogni tanto), cari arrangiatori di pezzi elettronici facili e allineati.

Ma bando alle ciance, seppure costruttive, e banda -musicale- a chi la vuole per accompagnare il resto della giornata.

Per i più affezionati al boscoriserva, esiste anche un filmato dell’inizio dell’esibizione di Janis J. al festival. Buon fine settimana

“Raise Your Hand”

If there’s anythin’ that you need, | se ti serve qualsias cosa
Hon, that you’ve never, ever, ever had. | bella/o che non hai mai, mai, mai avuto
I know you’ve never had it. | e so che non l’hai mai avuto
Oh, honey, don’t you just sit there cryin’, | oh, bella, non stare lì a piangere ebasta
Don’t just sit there feelin’ bad. | no rimanere lì seduta a starci male
No, no, no. | no, …

You’d better get up, | ti conviente alzarti
Now do you understand, | ora, lo capisci,
And raise your hand! | e alzare la mano
I said raise your hand, hey. | ho detto “alzare la mano”, oh!

You know I’m standin’ about, yes I am. | sai che sono lì nei paraggi, ci osno
Want to give you all my love. | e ti voglio dare tutto il mio ammore
Oh, honey, won’t you come on and open up, | oh bimba, perché non vieni ad aprire
I said, open up your heart. |ho detto aprire il tuo cuore
Please, let me try. | per favore, fammici provare

You’d better to be good. | è meglio che tu faccia a modino
Don’t ya understand ? | non lo capisci
Raise your hand. | alza la mano
I said, raise your hand, | ho detto, alza la mano
Right here, right now, c’mon!! | qui, ora, aio’
Whoaaaaah, oh yeah!!

If there’s anything you need, | se ti serve qualsiasi cosa
Honey, that you ever, ever, ever try, | dolcezza, the non ha
I want you to give it up | voglio che tu ti arrenda
I said to give it all, don’t you know that you have. | ho detto di dare tutto, lo sai bene che lo faresti [la trascrizione forse non è corretta]

You’d better be good.
Don’t ya understand,
Raise your hand.
I said, raise your hand,
Raise it,
Raise it,
Raise it,
Raise,
Alright!!

Ha wah do wah
Ha wah do wah
Ha wah do wah
Ha wah do wah
Whoa
Whoa
Whoa, hon
Whoa, yeah
Whoa, hon
Whoa, yeah
I said every day when I go out
I said I wanna move.
Every day when I go out
I tell ya I wanna groove.

I said move, yeah | ho detto muoviti
Said move now | muoviti ora
Move, yeah
Whoa
Honey, I want you to come along
And raise your hand.
Babe, I want you to come along,
Raise your hand.
If you know where you belong
I’ll tell you
Here
And now
Said here and now
Said here now, now, now, now, now, now, now!

Raise your hand, yeah. [X4]
Raise your hand. [X8]

Hey, hey, hey, get it up now!
Hey, hey, get it up now!
Hey, hey, get it up now!
Hey, hey, get it up!

Raise your hand! [X6]
Raise your hand, yeah!

Yeah!!!
Whoa!!

avresirocsob -15: fragole campi per sempre

Ho visto Loriano e Rita una decina di giorni fa, e mi dicevano che di lì a una settimanetta ci sarebbero state le prime fragole. Ecco quindi un pezzo sulle fragole.

Ho parlato ieri a lungo con una persona che sta fraintendendo tutto quello che vede. Ecco quindi un pezzo sul fraintendimento di tutto quello che vedi.

Nel 2012 ho lavorato in un progetto dove avevo a che fare con gli alberi di cui dovevo far valutare l’altezza -pur non essendo agronomo forestale o boscaiolo. Ecco quindi una canzone che parla di differenze di altezze di alberi.

Ma se poi vai a leggere chi te lo spiega, “Strawbery Fields” è il nome di un orfanotrofio dell’esercito della salvezza che stava dietro casa di John Lennon da piccino, e la canzone parla un po’ di qualsiasi cosa lui avesse per la testa, nella combinazione di idee, aria buona e come minimo un po’ di vino bono de li colli andalusi. Il tutto mentre era in vacanza ad Almerìa.

La città anche nota per esssere stata fonte di ispirazione intimista per un altro brano sicuramente noto ai più di voi: Fiesta dei pogues che vi abbino -o avvino- a Richie Havens perché se no dicono che metto atmosfere tristi: da non perdere se avete bisogno di partire col ritmo salterello (pur con qualche imprecisione nei sottotitoli che non sono a cura della redazione di avresirocsob -).

In allegato anche il supplemento “versione di fragole campi persempre” suonata al festival: senza video ma con arrangiamenti e medley gradevoli.

Let me take you down | lascia che ti porti giù
‘Cause I’m going to Strawberry Fields | ché sto andando nei campi di fragole
Nothing is real | nulla è reale
And nothing to get hung about | e non c’è niente per cui prendersela
Strawberry Fields forever | campi di fragole per sempre

Living is easy with eyes closed | è facile vivere con gli occhi chiusi
Misunderstanding all you see | fraintendendo tutto quello che vedi
It’s getting hard to be someone, but it all works out | sta diventando difficile essere qualcuno, ma poi funziona
It doesn’t matter much to me | e a me non importa poi molto

Let me take you down
‘Cause I’m going to Strawberry Fields
Nothing is real
And nothing to get hung about
Strawberry Fields forever

No one, I think, is in my tree | nessuno, credo, sta sul mio albero
I mean, it must be high or low | nel senso che deve essere alto o basso
That is, you can’t, you know, tune in, but it’s alright | cioè, non puoi, sai, “sintonizzarti”, ma va bene
That is, I think it’s not too bad | cioì, credo che non sia troppo male

Let me take you down
‘Cause I’m going to Strawberry Fields
Nothing is real
And nothing to get hung about
Strawberry Fields forever

Always, no, sometimes think it’s me | sempre, no, a volte, penso che sia io
But you know I know when it’s a dream | ma tu sai che io so quando si tratta di un sogno
I think I know I mean — er — yes, but it’s all wrong | credo, so, voglio dire -mmm- sì, ma è tutto sbagliato
That is, I think I disagree | cioè, penso di non essere d’accordo

Let me take you down,
‘Cause I’m going to Strawberry Fields
Nothing is real
And nothing to get hung about
Strawberry Fields forever
Strawberry Fields forever
Strawberry Fields forever.

avresirocsob -16: sentend’ tuttobene

Come il DNA ricombinante, il boscoriserva cambia un po’, ma non del tutto.

Dopo aver fatto un excursus di oltre trenta giorni lavorativi passando in rassegna il noto festival tenuto alla fattoria di Max Yasgur nell’estate del ’69 la creatura si autoplasma e si trasforma in un otnoc alla aicsevor che porterà chi vuole seguire il boscoriservaio magico verso…il bosco e -dentro questo- la riserva. O la riserva con dentro il bosco?

Aiuto – help – I need somebody – Eu preciso sambar – ma non ho bisogno di chiunque e non devo ballare la samba con chiunque.

Meglio soli (nel senso astronomico?) che male accompagnati (nel senso astrologico).

Ci vuole gente de borgata, scarpe grosse e cervello da tiratore scelto. Mano ferma e piede mobile. Gente che sa rispondere senza pensarci a domande tipo: “Che cosa *non* aveva studiato Mark Monmonier?” o “Quanto deve essere sottile una linea rossa per essere sottile, il martedì al tramonto con le nuvole e la Corsica sullo sfondo?”.

Luogo e data del boscoriserva li sapete già, sono dentro di voi. Per ri-conoscerli, si tratta solo di far collegare le due parti sfilacciate e lise del cavo che collega la parte destra con quella sinistra dell’organo avente parti destra e sinistra che preferite, e -come se aveste unito i puntini numerati con una matita dai colori dell’arcobaleno, qualcosa apparirà.

Non so che cosa vedrete, e potrebbe non essere piacevole lì per lì. Ma se contate fino a un numero uguale al numero di petali di fiore di ciliegio che ho visto stamani in terra, lo metterete a fuoco e considererete, a quel punto, che è valso il costo del biglietto.
Del resto, lo diceva anche Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti: “il più grande spettacolo dopo il big bang, siamo noi”. Solo che il big bang era cinque miliardi di anni fa, giorno più giorno meno, e noi siamo ora.

[col tono di Roberto Falcao quando stava alla Maggica] I’ pens’ cheee Dave Mason, autore del brano che segue, quando lo ha composto non aveva ancora messo a fuoco il discorso – però era lì lì. E il nostro Joe internazionale riesce, una volta di più, a metterci del suo e a far crescere il brano tramite l’interpretazione.

nota di colore: mi sa che non aveva leticato con le coriste quando cantò “With a little help from my friends“…avevano proprio deciso di lavorare sul falsetto.

Seems I’ve got to have a change of scene | mi sa che mi conviene avere un cambio di scena
Every night I have the strangest dreams | ogni notte faccio i sogni più strani
Imprisoned by the way it could have been | imprigionato dal modo in cui le cose avrebbero potuto essere
Left here on my own or so it seems | lasciato qui da solo, o così pare

I’ve got to leave before I start to scream | bisogna che me ne vada prima che cominci a urlare
But someone locked the door and took the key | ma qualcuno ha chiuso la porta e ha preso la chiave

You feelin’ alright | ti senti bene?
I’m not feelin’ too good myself | …ché non sto proprio così bene
Yes sir, you feelin’ alright | sissignore, ti senti bene?
I’m not feelin’ that good myself

Well boy, you sure took me for one big ride | be’ ragazzi, mi avete proprio preso in giro
And even now I sit and I wonder why | e tuttora sto seduto e mi domando il perché
That when I think of you I start myself to cry | e quando penso a te/voi? comincio a piangere
I just can’t waste my time, I must keep dry | e non posso perdere tempo – devo tenermi asciutto

Gotta stop believing in all your lies | bisogna che smetta di credere a tutte le vostre palle
‘Cause there’s too much to do before I die | perché c’è troppo da fare prima di morire

You feelin’ alright
I’m not feelin’ too good myself
Oh no, you feelin’ alright
I’m not feelin’ too good little girl

You feelin’ alright | ma stai bene?
Don’t you get too lost in all I say | non perdetevi anche voi in tutto quello che dico
Yeah by the time, you know, I really felt that way, yeah | già, ora che, sapete, ero arrivato a sentirmi in quel modo
But that was then and now, you know it’s today | ma così era allora, e ora, sai, è oggi
I can’t get off so I guess I’m here to stay | non posso scendere, per cui mi sa che sono qua per rimanere

‘Til someone comes along and take my place | sino a che non verrà qualcun altro a prendere il mio posto
With a different name, oh and a different face | con un nome diverso, oh, e una faccia differente.

You feelin’ alright
I’m not feelin’ that good myself
You feelin’ alright
I’m not feelin’ that good myself

You feelin’ alright
I’m not feelin’ too good myself
You feelin’ alright
Well I’m not feelin’ good myself

You feelin’ alright
I’m not feelin’ too good myself
You feelin’ alright
I’m not feelin’ too good myself

boscoriserva n° 32 dell’8-4-2014: droga negozio furgone guidand’ uomo

Domenica sera sono stato a seguire un saggio di musicologia di uno dei più noti songwriter delle colline metallifere grossetane. Il tema erano due temi, ovvero il blues e il country, presi alle loro radici, legate al fatto che l’industria discografica è nata dopo la discografia. Se no avremmo avuto le Spice Girls nel 1920.

La serata, ambientata nel borgo medioevale di Tatti (G)R, si è tradotta in un piacevole simposio, tra esempi di brani e commenti. Gli artisti convenuti per l’occasione a un certo punto (sarà che gli raschiava la gola, o comunque hanno assimilato il fatto che non si trattava di un concerto, ma di un ritrovo legato a una microbiblioteca di paese che propone reading de qualité) hanno invitato il pubblico al dibbattito.

Lì per lì non ho raccolto lo spunto, ci ho messo quella mezz’ora, della serie lavorare con lentezza. Poi, però, ho preso parola, complice il fatto che il bagno -la cui via di accesso è accanto al punto dove i performer erano seduti- era occupato.

Ho contestato, in modo pacato, una delle affermazioni del songwriter, il quale aveva precedentemente detto che tutto era nato dagli USA, che erano stati in grado di esprimere sia il massimo dissenso (il ’68 è nato negli USA) che il massimo establishment, e facendo anche altri esempi, legati a Woody Guthrie ecc. ecc.

Ora non ho presenti tutti gli argomenti che ho usato lì -e comunque si è trattato di uno scambio di non più di 180 secondi- però a un certo punto si è parlato di contadini nelle risaie vietnamite (del 1920) e di Canada (con i Guess Who e la celebre-grazie-a-Lenny-Kravitz-ma-chi-ha-orecchie-per-intendere-la-conosceva-40-anni-prima American Woman come forma di sublimazione di un complesso di inferiorità)

Morale: ci siamo dati appuntamenti (al plurale) per un ciclo di incontri il cui titolo è da definire, ma il cui sottotitolo potrebbe essere “noi siamo noi e voi siete voi”.

Tutto ciò per arrivare al boscoriserva di un’artista che per me è una delle più noiose di sempre: nella top ten con Enya, Hevia e il 90% della salsa, ma i gusti sono gusti. Epperò al boscoriserva c’era, e con questo brano in particolare si comporta bene, e dice cose interessanti all’inizio.

La canzone parla, in effetti, di un certo Ronald Reagan, ai tempi governatore della California e successivamente assurto a cariche superiori nella federazione più federale che ci sia.Gradevole anche il doppiaggio ispanico (i lettori di Tex Willer sorrideranno sentendo parlare de “los federales”).

Written by Roger McGuinn and Gram Parsons

He’s a drug store truck drivin man | Fa l’autista del furgone di una drogheria
He’s a head of the Ku Klux Klan | E’ il capo del Ku Klux Klan
When summer rolls around | Quando l’estate passerà di qua
He’ll be lucky if he’s not in town | sarà fortunato se non è in città

Well he’s got him a house on the hill | be’, ci ha una casa in cima a una collina
He plays country records till you’ve had your fill | e ci suona dischi country finché non ti ha fatto il pieno
He’s a fireman’s friend, he’s an all night DJ | è amico di un pompiere, è un DJ che tira la notte
But he sure does think different from the records he plays | ma senz’altro la pensa diversamente da quello che dicono i dischi che mette

He’s a drug store truck drivin man
He’s a head of the Ku Klux Klan
When summer rolls around
He’ll be lucky if he’s not in town

Well he don’t like the young folks I know | be’, non gli piacciono i giovani, lo so
He told me one night on his radio show | me l’ha detto una sera nel suo spettacolo alla radio
He’s got him a medal he won in the war | ha una medaglia che ha vinto in guerra
Weighs five hundred pounds and sleeps on his floor | pesa cinquecento libbre e dorme per terra

He’s a drug store truck drivin man
He’s a head of the Ku Klux Klan
When summer rolls around
He’ll be lucky if he’s not in town

He’s been like a father to me | è stato come padre per me
He’s the only DJ you can hear after three | è l’unico dj che puoi ascoltare dopo le tre
I’m an all night musician in a rock ‘n’ roll band | io sono un musicista in una banda rock the tira tutta la notte
And why he don’t like me, I can’t understand | e il perché io non piacca a lui, non lo posso capire

He’s a drug store truck drivin man
He’s a head of the Ku Klux Klan
When summer rolls around
He’ll be lucky if he’s not in town

boscoriserva n° 31 del 7-4-2014: Jennifer

Così come il venerdì si è chiuso con la lievità e il candore di Tim Hardin che voleva fare il falegname, riapriamo con la lievità e il candore di Bert Sommer, noto per i suoi amici figli di emigrati pugliesi come “capa rezza”.

Una delle cose che più mi impressionano rivedendo a pezzi boscoriserva è la quantità di sostanze stupefacenti che dovevano circolare nel gruppo di produzione del film. Se no non ti spieghi il vistoso elenco di “errori” di fotografia e di registrazione.

Una volta conoscevo una che studiava pissicologgìa e capitai lì quando c’era l’esame di tossicologgìa. Sfogliando il libro tra le varie illustrazioni notai una foto di una ragnatela fatta da un ragno cui era stato sommistrato un allucinogeno (non chiedetemi come si fa, ma sicuramente un biologo vi saprà rispondere). La ragnatela era tutta “storta”.

Al di là di tanti racconti e narrazioni sugli effetti di queste sostanze, credo che quella foto sia particolarmente efficace nello spiegare che cosa significhi la capacità di distorcere la realtà. Sotto l’effetto della sostanza, il ragno o era convinto di andare dritto, oppure era sempre in grado di andare dritto ma non gli interessava più.

Modale, come dicono gli esperti di logistica, a questo punto se vedo 25 secondi di inquadratura di primissimo piano di Bert Sommer, o se in un assolo di chitarra si sente di più il basso, non ho più paura, e mi dico che l’operatore della camera o l’assistente del fonico erano come il ragno…oppure nelle condizioni del ragno c’era anche il direttore della fotografia, i fonici, il regista, il produttore. Perché tutti hanno rivisto e riascoltato la stessa traccia e le stesse immagini, e hanno scelto quelle.

E il pubblico?

Jennifer’s heaven, for Jenny I’d stay | Jennifer è il paradiso, per Jenny io resterei
Skin shining white as a dove | la sua pelle del bianco luccicante delle colombe
Lying beside her I melted away | giacendo accanto a lei mi sono sciolto
Into her river of love | nel fiume del suo amore

Whoa, I’m lost in a maze | oh…mi sono perso in un labirinto
Counting the ways that she smiles | contando i modi in cui sorride
Time is slipping away | il tempo sta scivolando via
Lost in the arms of her love | con me perduto tra le braccia del suo amore
So gentle and wild | così gentile e selvaggio

Jennifer’s something you handle with care | Jennifer è qualcosa da maneggiare con cura
Fragile as crystals of glass | fragile come cristalli di vetro
Jennifer’s lips are as soft as the air | le labbra di Jennifer sono leggere come l’aria
Kissing her here in the grass | baciandola qui sull’erba

Whoa, I’m lost in a maze
Counting the ways that she smiles
Time is slipping away
Lost in the arms of her love
So gentle and wild

Jennifer’s heaven, for Jenny I’d stay
Skin shining white as a dove
Lying beside her I melted away
Into her river of love

Into her river of love
Into her river of love

boscoriserva n° 30 del 4-4-2014: se io era un falegname

Il tema portante del 2014 poteva essere l’agricoltura a conduzione familiare (secondo la FAO), la cristallografia (secondo l’UNESCO), o la Solidarietà con il Popolo Palestinese secondo l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (risoluzione A/RES/68/12 del 26 novembre 2013). Poi secondo l’Unione Europea (ah, sì, l’Unione Europea) sarebbe l’anno dei cittadini.

Ma tutti questi temi nobili, e il lavoro di anni di gruppi di interesse motivati a dare visibilità al loro settore per 12 mesi, sono stati vanificati da “IL” tema.

La bellezza.

Bello, Bambino e Ciao sono le tre parole che gli extraitaliani anglofoni -dato che parliamo di un festival tenuto en los Estados Unidos de America- conoscono di più in assoluto. Bellllou, Bambiiinoouuu, Ciaaaaooouu. Di Bambinou ho avuto anche conferma diretta da un’intervistata (vedi attorno al minuto 1 di “Jim non lo sapeva“, girato fra Jacksonville, Tampa e Chicago nel 2006)

Altre nazionalità conoscono meglio altre parole o espressioni oltre a “Ciao”. Tipo “permesso di soggiorno”, “prova del cuoco”, “Eros Ramazzoti” ecc.

Ma tornando all’anno 2014: per arrivare a portare la bellezza a un livello di attenzione ufficiale e formale (almeno in Italia e per quest’anno) sono bastati tre semplici ingredienti

  • un regista con un buon curriculum
  • un set (l’Italia) in cui su sparo 30000 località abitate almeno 29234 hanno angoli e panorami urbani che possono far emozionare la mattina alle 9 da sobri per la suggestione che danno. Nel gruppo di produzione, tra queste località è stata scelta la più grande e quindi con la fauna umana più variegata
  • la solita botta di culo italiota che ha portato all’Oscar

Fatta la somma, cari cittadini cristallografi, coltivatori di patate peruviani, e palestinesi solidali (tutte cause che sento abbastanza vicine, per questioni di relazioni che ho sul territorio).. e ci tocca ragionare di bellezza.
Magari sul resto si recupera verso novembre, quando saremo agli sgoccioli dell’anno e si parlera del prossimo film straniero (o meglio, non hollywoodiano) da candidare a quel concorso che fanno in nella città degli angeli.

Ecco, quindi, una bella canzone, scritta da un bell’uomo nato nel Far-Far West, poco meno che trentenne ai tempi di boscoriserva. Interessante che non parla di bello, di ciao (anche se usa il termine bambino), ma -essenzialmente- di valori e rispetto, e in altro modo de “Le conseguenze dell’amore”.

Vi consiglio, vivamente, anche l’interpretazione che ha riproposto un certo Roberto Pianta (cambiando l’ordine dei versi, e moltiplicando l’emozione). Del brano esistono anche versioni a due voci (lui e lei), tipo queste (Sheryl Crow + Willie Nelson, oppure Alison Krauss + Dwight Yoakam), e -come la rigiri- qualcosa “arriva” sempre. Anvedi’ l’Oregon che aria che porta….

Buon fine settimana.

If I were a carpenter | se io fossi un falegname
And you were a lady, | e tu fossi una signora
Would you marry me anyway? | mi sposeresti comunque
Would you have my baby? | vorresti avere un figlio da me

If a tinker were my trade | se io fossi uno stagnino
would you still find me, | mi troveresti ancosa
Carrying the pots I made, | portando le pentole che ho fatto
Following behind me. | e seguendo i miei passi

Save my love through loneliness, | mantengo il mio amore attraverso la solitudine
Save my love for sorrow, | mantengo il mio amore per il mio dolore
I’ll give you my onliness, | ti darò la mia unicità
Come give your tomorrow. | tu vieni e dammi il tuo domani

If I worked my hands in wood, | se io lavorassi il legno con le mani
Would you still love me? | mi ameresti ancora?
Answer me babe, “Yes I would, | dimmi, bimba, “sì, lo farei”
I’ll put you above me.” | e ti metterò sopra di me

If I were a miller | se io fossi un mugnaio
at a mill wheel grinding, | macinando alla ruota del mulino
would you miss your color box, | ti mancherebbe la tua scatola dei colori
and your soft shoe shining? | e la tua scarpetta morbida e luccicante?

If I were much poorer. | se io fossi molto più povero
Than you seemed to see me, babe. | di quanto non ti sembrassi, bimba
Could you have been sure. | potresti essere sicura
That I could really be me | che io sia veramente io?

If I were a carpenter
and you were a lady,
Would you marry me anyway?
Would you have my baby?
Would you marry anyway?
Would you have my baby?

boscoriserva n° 29 del 3-4-2014: camminand’ giù la riga

Firenze, lo sai, non è servita a cambiarla…cantava il compianto e oggi sottovalutato Ivan Graziani.

Mapperò ci ha sempre il suo perché: ci sono i guelfi, i ghibellini, tassisti gentili e bibliotecarie ignoranti, il lampredotto e un sacco di dotti, mentre la Lampre sta a Usmate Velate e sponsorizza gente che pedala coi polpacci rasati.

Inzomma: tutta mia la città, ma non oltre le 16.28, ché devo riprendere il treno per partire verso il grande sud.

Del boscoriserva di oggi mi sono peritato di trascrivere anche il parlato di introduzione, ché è divertente.

Mr. Arlo Guthrie – il signor Arlo Guthrie

yes, far out, man – sì, evvai
I don’t know like many of you can dig | non so quanti di voi possano apprezzare
how many people there are, man | quanta gente ce sta qqua
like I was rappin’ to the fuzz? | stavo tipo parlando con ….
man there’s supposed to be a million and a half people here by tonight | raga, e pare ci sia un milione e mezzo di persone qua stasera
can you dig that? | vi rendete conto?
new york state thoroughway’s closed, man | la traversa dello stato di New York è stata chiusa, raga!
ha!

lot of freaks! | un sacco di sconvolti|

we’re gonna do a Bobby Dylan tune man, right | faremo un pezzo di Bob Dylan, va bene
maybe you’ll do it with us | magari lo vorrete fare con noi
maybe you won’t – that’s groovy | o magari no…tutto ciò o molto bbello

you should sing that, or try | ma dovreste cantarlo, o quantomeno provarci

[inizia il brano]

you know that’s – wait a second- that’s not where it’s at | sapete…aspetta un attimo…non è così che dovrebbe funzionare
I mean, like this, a lot of people here, man | cioè, qua c’è un sacco di gente, raga
and -obviously- you’re not walking down the line | e -chiaramente- non state camminando lungo la linea

I mean, you know | cioè, sapete
hey when he wrote it, he probably wasn’t walking down the line, you know | oh, quando l’ha scritta, lui probabilmente non stava camminando lungo la linea
but you should sing it ‘cause sometimes like you might be walking down | ma voi dovreste cantarla, perché potrà capitare che vi troverete a camminare ..
I mean like, an earthquake hits California, man | cioè, tipo, viene un terremoto in California, raga
and all the electricity goes and there’s no more gasoline | e tutta l’elettricità sparisce e finisce la benzini
you’ll have to walk .you know..to wherever you’re goin’ | e dovrete camminare, dovunqe dobbiate andare
you might, you know, wanna sing that song. ha | e allora potreste voler cantare questa canzone.
you might now. You might wanna stay at home too, man. | potreste, sai. O potreste voler stare a casa, raga
and you might sing it as well| e potreste cantarla comunque

We’ll do it again… | si rifà

Well, I’m walkin’ down the line – Be’, sto camminando lungo la linea
I’m walkin’ down the line
An’ I’m walkin’ down the line
My feet’ll be a-flyin’ – i miei piedi voleranno
To tell about my troubled mind – per raccontare della mia mente preoccupata

I got a heavy-headed gal | ci ho una pischella con la testa pesante
I got a heavy-headed gal
I got a heavy-headed gal
She ain’t a-feelin’ well | non si sente troppo bene
When she’s better only time will tell | e quando stara meglio, solo il tempo lo dirà

Well, I’m walkin’ down the line
I’m walkin’ down the line
An’ I’m walkin’ down the line
My feet’ll be a-flyin’
To tell about my troubled mind

My money comes and goes | i soldi entrano ed escono
My money comes and goes
My money comes and goes
And rolls and flows and rolls and flows | e rotolano e fluiscono
Through the holes in the pockets in my clothes | dai buchi nelle tasche dei miei vestiti

Well, I’m walkin’ down the line
I’m walkin’ down the line
An’ I’m walkin’ down the line
My feet’ll be a-flyin’
To tell about my troubled mind

I see the morning light | vedo la luce della mattina
I see the morning light
Well, it’s not because | be’, non è perché
I’m an early riser | mi alzo preso
I didn’t go to sleep last night | è perché non sono andato a dormire

Well, I’m walkin’ down the line
I’m walkin’ down the line
An’ I’m walkin’ down the line
My feet’ll be a-flyin’
To tell about my troubled mind

I got my walkin’ shoes | ho le scarpe per camminare
I got my walkin’ shoes
I got my walkin’ shoes
An’ I ain’t a-gonna lose | e non penso che sarò sconfitto
I believe I got the walkin’ blues | credo di avere il blues del camminare

Well, I’m walkin’ down the line
I’m walkin’ down the line
An’ I’m walkin’ down the line
My feet’ll be a-flyin’
To tell about my troubled mind