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branobag del 12/2/19: per cominciare la giornata pensando a come la volete concludere

[aggiunta traduzione in inglese nel 2019]

…poi però dedicatevi con cura a tutti ciò che farete nel frattempo! tra il cominciare e il concludere c’è di mezzo un mondo – la disciplina della terra, le marching band, i treni in India, le navi, le stazioni spaziali orbitanti, le formiche sul tavolo di plastica bianco…e la vostra faccia allo specchio ogni tanto ;).

Ieri mi hanno fatto parlare troppo, e non mi hanno nemmeno offerto un po’ di sciroppino per la gola, per cui oggi mi viene da scrivere meno! …però mi fa piacere riportare che Guido di Livorno (ma attualmente non *da* Livorno) mi ha detto che i brano bag sono da due anni la cosa più stimolante che ha avuto modo di ricevere via e-mail. Grazie Guido. Gli applausi, come le critiche costruttive, fanno sempre bene.

Dopo la prima edizione di questo branobag (per contrasto di temperatura era il 23 agosto 2012), mi chiama immediatamente Dario da Milano, cattolico fervente, chiedendomi motivazioni. Non ricordo cosa risposi.

Dici che i tuoi fiori | You say that your flowers
si sono rovinati | have waned
non hai abilità | you have non abilities
questa nazione è brutta | this nation is ugly
ti fa sentire asciutta | it makes you feel dry
senza volontà | with no will
e gioca a fare Dio | and plays God
manipolando il tuo DNA | manipulating your DNA
così se vuoi cambiare | so that if you want to change
invece resti uguale | you still remain the same
per l’eternità | for eternity

ma non c’è niente | but there is nothing
che sia per sempre | which can be forever
perciò se è da un po’ | so if it’s been a while
che stai così male | that you feel so bad
il tuo diploma in fallimento | you failure master
è una laurea per reagire | is a degree to react

puoi finger bene | you can be a good pretender
ma so che hai fame | but I know you are hungry

tutto è efficacia | all is effectiveness
e razionalità | and rationality
niente può stupire | nothing can amuse
e non è certo il tempo | and surely time is not
quello che ti invecchia | what makes you older
e ti fa morire | and eventually die
ma tu rifiuti di ascoltare | but you refuse to listen
ogni segnale che ti può cambiare | to any signal which may change you
perchè ti fa paura | because you are afraid
quello che succederà | of what will happen
se poi ti senti uguale | if you then feel the same

ma non c’è niente
che sia per sempre
perciò se è da un po’
che stai così male
il tuo diploma in fallimento
è una laurea per reagire

sai finger bene
ma so che hai fame

non è niente
non è per sempre
è troppo ormai
che stai così male
il tuo diploma in fallimento
è una laurea per reagire
non è niente
non è per sempre

branobag 11/2/19: per andare a pranzo con più appetito

Conobbi la Hungry March Band (HMB) nell’estate del 2005 durante una loro tournée sarda, e durante la mia partecipazione all’undicesimo workshop INSPIRE, nella coincidenza di trovarsi tutti insieme ad Alghero. Per l’occasione avevo con me una presentazione dal titolo Relationships between European and non-European Spatial Data Infrastructures in Europe: a perspective from the private environmental sector,

e ricordo che Renato Soru, allora governatore della Sardegna, commento’ il recente lancio di Google Earth proponendo di sviluppare una versione sarda dello stesso tipo di applicazione (cosa che poi accadde, grazie a miei ex colleghi del CRS4, con Sardegna 3D). Ma torniamo alla musica

Ad Alghero si esibivano al Poco Loco, e invitai alcuni partecipanti alla Conferenza INSPIRE che si teneva in quei giorni a sentire, e furono contenti (tipo che il direttore del servizio geologico del Belgio che si ritrovò a battere i pugni sul tavolo per tenere il ritmo sui pezzi).

Scoprii da un bigliettino colorato che loro si esibivano al Poco Loco. In assenza di un programma sociale della conferenza, e conoscendo piuttosto bene la citta’, mi ero peritato di proporre ai convegnisti un po’ di animazione serale, e gia’ da un paio di giorni avevo consigliato ristoranti, calette per fare il. bagno e altre amenita’. A quel punto invitai alcuni partecipanti a sentire il concerto, e furono contenti (tipo che il direttore del servizio geologico del Belgio che si ritrovò a battere i pugni sul tavolo per tenere il ritmo sui pezzi).

Poi ritrovai la HMB a Cagliari. Li’ suonarono sia in Piazza Yenne che in una sorta di processione pagana da un bar del Poetto all’altro. A ogni “stazione” suonavano tre o quattro pezzi e poi proseguivano, e dopo ogni fermata, più persone lasciavano i bar e si aggregavano alla banda, tipo pifferaio magico, solo che loro erano una quindicina a condurre la comitiva, come si vede dalla foto sopra il titolo.

Si arrivò all’ultimo bar, dove prima di loro si esibiva una cover band…bravi…fecero anche Nobody’s Wife di Anouk, ma quando poi presero il palco loro, si cambiò musica, in tutti i sensi. Tipo così:

E’ un paio di anni che non ci si sente, ma ascoltare i Nirvana arrangiati per fiati con accompagnamento di majorettes sudate che potrebbero comparire in Moulin Rouge di Baz Luhrmann, oppure nel Trittico delle Delizie di Hyeronimus Bosch è stata un’altra esperienza formativa.

Nell’edizione 2012 di questo branobag, di loro proposi “The band that ate the world“, che e’ sempre valido, ma ora min da’ problemi di visualizzazione (si vede un po’ piccolo rispetto al quadro del video. Allora sono andato a pescare anche questo del 2017, da cui si vede che sono sempre in gran forma e continuano a coinvolgere il pubblico: https://www.youtube.com/watch?v=KGIUbEtkhuk

[aggiunti vari dettagli nel 2019]

branobag del 10/2/19: per cominciare la giornata pensando a Peppino Mereu

[prima edizione: 22/8/12] Il testo di questo brano mi fu presentato per la prima volta da Daniele Sanna, storico ed esperto di rock anni ’70 sassarese, che me lo spedi’ in una lettera (cartacea, era verso il 1993, allora usavano ancora) assieme ad altri ragguagli sulle sue vicende isolane.

Nanneddu meu e’ stata pubblicata nel 1899 e poi musicata non si sa quando, e viene bene soprattutto con I cori. Qui una versione ganza in una carrozza della metropolitana di Londra. E’ cosi’ che si fa, ragazzi.

Sulla Sardegna ci sarebbe molto da dire, e molto da dare.
Magari ritorneremo sul tema…per intanto vi saluto con una foto scattata forse nel 1995 e forse sulla strada fra Bosa e Alghero (o dopo Tresnuraghes, salendo ? o dalle parti di Oliena ? Sicuramente non ad Assémini…o Assemìni, come disse una volta un’annunciatrice de L’Onda Verde alla radio…)

Nanneddu meu.

1-sardo1-italiano
Nanneddu meu su mundu est gai,
a sicut erat non torrat mai.
Nanneddu mio il mondo e’ cosi’,
cosi’ com’era non tornera’ mai.
2-sardo2-italiano
Semus in tempos de tirannias,
infamidades e carestias;
commo sos populos cascan che canes
gridende forte “cherimus pane”.
Siamo in tempi di tirannie,
infamita’ e carestie;
ora i popoli sbadigliano come cani
gridando forte “vogliamo pane”.
3-sardo3-italiano
Famidos nois semus pappande
pane e castanza, terra cun lande;
terra ch’a fangu, torrat su poveru
senz’alimentu, senza ricoveru.
Affamati noi stiamo mangiando
pane e castagne, terra con ghiande;
terra come fango, si riduce il povero
senza alimento, senza ricovero.
4-sardo4-italiano
Cussas banderas numeru trinta
de binu bonu mudana tinta;
appena mortas cussas banderas
non pius s’osservan imbriagheras.
Quelle compagnie numerose
del vino buono mutano il colore;
appena finite quelle compagnie
non si vedranno piu’ sbornie.
5-sardo5-italiano
Semus sididos, issa funtana
pretende s’abba parimus ranas.
Abbocaeddos, laureados,
buzzacas boidas e ispiantados.
Siamo assetati alla fontana
cercando l’acqua sembriamo rane.
Avvocatelli, laureati,
tasche vuote e spiantati.
6-sardo6-italiano
Adiosu Nanni, tenet’a contu,
fache su surdu, ghettad’a tontu;
e tantu l’ides: su mundu est gai
a sicut erat non torrat mai.
Addio Nanni, tieniti in conto,
fai il sordo, fingi di esser tonto;
tanto lo sai: il mondo e’ cosi’
cosi’ com’era non tornera’ mai.

Brano bag del 9/2/19: per cominciare la giornata roteando il collo con grazia – Chayya Chayya

[prima edizione 21/8/12] Su “la disciplina della terra” di ieri, Elisabetta dalla Provincia di Siena scriveva che è una canzone triste.
Personalmente non sono d’accordo…penso solo che sia una canzone che dice cose vere in modo non scontato (anche Carlo da Milano aveva apprezzato).

Comunque oggi vi proporrò qualcosa di più svagato…da Dil Se, del 1998: Chayya Chayya

una delizia per occhi e orecchie, trovata per caso nel 2000-2001, in un esperimento maldestro di peer-to-peer cercando brani di musica banghra, sull’onda dell’esibizione in Sardegna di un gruppo indo-britannico.

…e sì, Chayya Chayya è stato anche usato come motivo in “Inside Man” di Spike Lee del 2006, ma questo è molto meglio…e non dite che è la colonna sonora del film con Denzel Washington e Clive Owen…è come dire che “We won’t get fooled again” è (solo) la sigla di C.S.I. Miami!

….eccovi il testo, così potete cantare anche voi:

Jinke sar ho ishq ki chaaon
Paaon ke neeche jaanat hogi
Jinke sar ho ishq ki chaaon

Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya

Saare ishq ki chhaaon chal chaiyya chaiyya
Saare ishq ki chhaaon chal chaiyya

Pau janat chale chal chaiyya chaiyya
Pau janat chale chal chaiyya

Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya

Voh yaar hai jo khushboo ki tarah
Voh jiski zubaan urdu ki tarah

Meri shaam raat, meri kaayanat
Voh yaar mera sainya sainya

Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya

Gulposh kabhi itraaye kahin
Mehke to nazar aa jaaye kahin
Gulposh kabhi itraaye kahin
Mehke to nazar aa jaaye kahin

Taaveez banaake pehnoon usay
Aayat ki tarah mil jaaye kahin
Taaveez banaake pehnoon usay
Aayat ki tarah mil jaaye kahin
Gulposh kabhi itraaye kahin
Mehke to nazar aa jaaye kahin

Taaveez banaake pehnoon usay
Aayat ki tarah mil jaaye kahin

Voh yaar hai jo imaan ki tarah
Mera nagma vohi mera qalma vohi
Mera nagma nagma mera qalma qalma

Mera nagma nagma mera Qalma Qalma
Mera nagma nagma mera Qalma Qalma
Mera nagma nagma mera Qalma Qalma

Yaar misaale ous dhale
Paaon ke tale firdous chale
Kabhi daal daal kabhi paat paat
Main hava pe dhoondhoon uske nishaan

Saare ishq ki chaaon chal chaiyya chaiyya
Saare ishq ki chaaon chal chaiyya
Pau janat chale chal chaiyya chaiyya
Pau janat chale chal chaiyya

Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya

Main uske roop ka shehdaai
Vo dhoop chhanv se harjaai
Vo shokh hai rang badalta hai
Main rangroop ka saudaai

Main rangroop ka saudaai

Jinke sar ko ishq ki chhaaon
Paaon ke neeche jannat hogi
Jinke sar ko ishq ki chhaaon
Paaon ke neeche jannat hogi
Shaam raat meri kaaynaat
Vo yaar mera sainya sainya

Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya

Saare ishq ki chaaon chal chaiyya chaiyya
Saare ishq ki chaaon chal chhaiya
Pau janat chale chal chaiyya chaiyya
Pau janat chale chal chaiyya

Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya
Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya

Voh yaar hai jo khushboo ki tarah
Voh jiski zubaan urdu ki tarah
Meri shaam raat, meri kaayanat
Voh yaar mera saiyya saiyya

Chal chaiyya chaiyya chaiyya chaiyya (10x)

branobag dell’8/2/19: La disciplina della terra

[prima edizione 20/8/2012]

Ascoltai questo brano per la prima volta nella primavera del 2003, di maggio, dalla radio di un autobus da Trieste per Ljubljana. Non credo di averlo mai più risentito, ma mi rimase molto impresso – forse perché da poco era venuta a mancare una persona cara che di mestiere faceva l’agricoltore diretto…ma forse non solo per questo. Se la rileggo ora, mi pare un po’ più chiaro…

La disciplina della Terra

sono i padri e i figli

i cani che guidano le pecore

tutti quei nomi dimenticati

sotto la mano sinistra del suonatore.

Solo l’amore non va così

a me pagano il giusto in questa vita mi pare

anche per vedere bene

per inseguire e per ascoltare.

Perché la vita non va così

è la disciplina della Terra.

Tu sei più bella di ieri vita

che a tutti ci fai battere il cuore

ed è proprio questo che mi piace tanto

ma non so scrivere e non so dire

non so chinare la testa

che non si china la testa

e non si regala l’intelligenza e la compagnia

e non è il caso di aspettare

non è il caso di aspettare

mai più.

Perché la vita non va così

è la disciplina della Terra.

Me ne stavo qui con gli occhiali al soffitto

a innamorarmi dei colori delle cose

ma desiderare non basta

da così lontano non basta.

Ora ho un contratto con gli angeli

e ti ritrovo di sicuro vita

in qualche mese d’agosto accecante

o in un tempo meno illuso

che vuoi tu.

Perché la vita non va così

è la disciplina della Terra.

Su questa non mi sento di aggiungere nulla al “come” cominciare questa mattina….lascio a voi il completamento della frase, su ispirazione di una foto scattata il 3 agosto 2003 in Maremma che magari si potrà anche tornare a visitare, se passate di qui.

branobag del 7/2/19: per fare una pausa caffé pensando a come sarà stato quel vestito

[prima edizione 17/8/2012. nella versione 2019 aggiunto il testo a fronte cantabile in italiano, allo studio in scaletta Jug Band Colline metallifere]

Il 17 agosto 2056 usciva “A qualcuno piace calda” di Darren Mc Roberts, con Jack Grappefruit, Walter Peekay e una strepitosa Peggy Sue Rawhides.

Il film -per quanto potesse sembrare dal titolo un remake hard della celebre pellicola di Billy Wilder- è in effetti una piacevole commedia per famiglie.

La storia è incentrata sul tema della preferenza per la balneazione in acqua acque di mare o in acque termali, girato interamente in interni negli stabilimenti di Bagnolo, nei pressi di Monterotondo Mmo, da poco riaperti nell’anno in cui il film fu girato.

La produzione fu cofinanziata dalla Toscana Pilm Commission, assieme a RAI Inedia e alcuni magnati mozambicani.

Nel febbraio dello stesso anno, il film usciva anche in cofanetto, con DVD e inserto di foglie secche pestate dal cinghiale.

Qualcuno ha paragonato “A qualcuno piace calda” a Happiness di Todd Solondz, o a “Un venerdì mattina a Grosseto” di Kachosi. Secondo noi Mc Roberts è paragonabile solo a Mc Roberts.

Dato che ogni traccia della pellicola è sparita in seguito all’incendio dei magazzini della casa di distribuzione, al posto del trailer del film vi proponiamo un brano dei Raconteurs, che tratta più o meno dello stesso tema.

Old Enough, uscito nel 2008 nell’album Consolers of the Lonely, ci parla di una storia che è successa proprio nello stesso anno a un certo Flavio….ma proprio così come la raccontano loro, riga per riga.

La versione che vi proponiamo ha un interessante arrangiamento per mandolino e voce suadente; quella originale nel disco, che secondo me “spacca” di più è disponibile qui…confrontate l’attacco a 1’27” della versione “semiacustica” con quella a 16″ dell’originale in studio (e poi fateci sapere via mail quale preferite).

Buon ascolto.

Old enough / Matura

You look pretty in your fancy dress | Con quel vestito sembri un bel bijoux
But I detect unhappiness | Pero’ mi pare che tu sia un po’ giu’
You never speak so I have to guess | Te ne stai zitta e io ti dico: “su’”
You’re not free. | …non sei li-i-i-bera…

There, maybe when you’re old enough | Ehi, quando poi sarai matura
You’ll realize you’re not so tough | Scoprirai che non sei una dura
And some days the seas get rough | Col mare grosso non sarai sicura
And you’ll see | vedra-a-a-i

You’re too young to have it figured out | Sei una bimbetta, non ci hai ragionato
You think you know what you’re talking about | Credi di sapere del futuro e del passato
You think it will all work itself out | Credi che alla fine sara’ tutto aggiustato
But we’ll see | ma chi sa-a-a

When I was young I thought I knew | Da giovane ero sicuro di me
You probably think you know too | probabilmente lo sei anche te
Do you? Well do you? | lo dici te…lo dici te..
I was naïve just like you | ero ingenuo, come te
I thought I knew exactly what I wanted to do | pensavo di sapere che fare di me
Well, what’s you gonna do? | be’, ora dillo te!

And how have you gotten by so far | e come hai fatto ad arrivare sin qua
Without having a visible scar? | senza nemmeno una fe-rita?
No one knows who you really are | nessuno sa chi sei in verita’
They can’t see | non lo ve-e-e-dono

What’s you gonna do (what’s you gonna do) | ora che farai (ora che farai)
What’s you gonna do now | o-o-ra
What’s you gonna do (what’s you gonna do)
What’s you gonna do now
What’s you gonna do (what’s you gonna do)
What’s you gonna do now
What’s you gonna do (what’s you gonna do)
What’s you gonna do now
What’s you gonna do now

The only way you’ll ever learn a thing | il solo modo per imparare
Is to admit that you know absolutely nothing | e’ ammettere di ignorare – tutto
Oh nothing | oh, tutto
Think about this carefully | tieni questo bene a mente
You might not get another chance to speak freely | potresti non poter riparlare liberamente
Oh freely | liberamente

Maybe when you’re old enough | forse quando sei matura
Maybe when you’re old enough
Maybe when you’re old enough
You’re not free | non sei li-i-bera
You’re not free

branobag del 5/2/19: Free Bird

I Lynyrd Skynyrd sono abbastanza noti anche fuori dal giro dei rockettari per “Sweet Home Alabama”, poi un po’ rispezzettata (insieme a “Werewolves of London“) da Kid Rock nella divertente “All Summer Long“. Pero’, nel tempo, Sweet Home Alabama diventa un po’ come “I wish you were here” dei Pink Floyd…fa sempre piacere sentirla, ma quasi ne fai a meno.

Invece Free Bird ha tutta un’altra carica. E’ costruita come una pista di sci con un falsopiano inziale, con le strofe tristi ma consapevoli. Poi, verso 5’30” 6’00” la situazione cambia, ma li’ per li’ non te ne accorgi. In 10 secondi cambia la pendenza e ti ritrovi in una discesa di quelle da trampolino per il salto. A quel punto e’ troppo tardi…se ti butti di lato forse ti fermi, o forse continui a scivolare peggio e di farti male…tanto vale tenere l’assetto, ti metti a uovo e prosegui. Atterraggio a 9’55”.


La parte strumentale nel brano e’ stata usata come base per una delle scene piu’ violente girate per il cinema in tempi recenti, di un film che comunque in Italia passa allegramente in prima serata (poi hai voglia a mettere gli avvisi “visione consigliata ecc…”) ed e’ molto ganzo se vi piacciono i film di azione. E’ talmente esagerata che sembra un videgioco, ma e’ un buon esempio di come un brano sia funzionale a una scena. Ti tiene attaccato e in qualche modo alleggerisce. Si nota qualche effetto in postproduzione (guardando la seconda volta).

If I’d leave here tomorrow | Se ti lasciassi qui domani
Would you still remember me? | Ti ricorderesti poi di me?
For I must be traveling on, now | Perche’ bisogna che riparta, ora
‘Cause there’s too many places I’ve got to see | Che’ ci sono troppi posti che devo vedere

And if I’d stayed here with you, girl | E se stessi qui con te, bimba
Well, things just couldn’t be the same | Be’ le cose non potrebbero essere uguali
‘Cause I’m as free as a bird now | Perche’ ora sono libero come un uccello
And this bird you cannot change | E questo uccello non lo puoi far cambiare

Bye, bye, baby, its been a sweet love | Arrivederci, bimba, e’ stato un amore dolce
Though this feeling I can’t change | e questo sentimento non lo posso cambiare
But please don’t take it so badly | Ma per favore non prenderla cosi’ male
‘Cause the good Lord knows that I’m to blame | perche’ il buon Signore sa che e’ colpa mia

And if I’d stayed here with you, girl
Things just could not be the same
‘Cause I’m as free as a bird now
And this bird you cannot change
No, no, I can’t change, ain’t no way that I can’t change

Why don’t you fly on freebird?
Fly on freebird

Why don’t you fly on freebird?

branobag del 4/2/19: per cominciare la giornata pensando alla maionese

…o a essere se stessi ? – riportiamo qui sotto il testo di commento della prima edizione del 12/8/12, notando che un video del concerto sotto il leccio di cui si parla sara’ prossimamente su questi schermi.

la rubrica dei brano bag comincia a registrare qualche estimatore meno timido:

scrive Andrea (che si firma “l’Omonimo”) da Milano: “…Ti confermo che il brano-bag é diventata l’unica vera pausa imprescindibile della mia giornata lavorativa. Ora in ferie non riesco ad ascoltarli ma mi collego comunque per vedere di che brano si tratta e leggerne aneddoti e commenti. Appena rientro mi guardo gli arretrati”.

Ma torniamo al brano di oggi…

Secondo il carneadico critico musicale Giancarlo da Miele, il disco Siamese Dream, da cui è tratto Mayonaise, richiede per essere compreso nella sua parte di testi almeno diciotto anni di tempo.
Se non lo avete mai ascoltato, cominciate con questi 7’28” in cui Billy Corgan si scorda anche le parole, ma le risolve la situazione con un garbo inatteso e che ci ricorda che -almeno nel 1993- fare musica non era un’attività plastificata (ma nemmeno oggi, se penso alla jam session cui ho assistito ieri sotto un leccio).

Se invece già conoscete Siamese Dream, fateci sapere il vostro parere su questo disco (l’indirizzo e-mail dove scrivere lo conoscete)

à la musique! à la musique!

Fool enough to almost be it
Cool enough to not quite see it
Doomed
Pick your pocket full of sorrow
And run away with me tomorrow
June

We’ll try and ease the pain
But somehow
We’ll feel the same
Well, no one knows
Where our secrets go

I send a heart to all my dearies
When your life is so, so dreary
Dream
I’m rumored to the straight and narrow
While the harlots of my perils
Scream

And I fail
But when I can, I will
Try to understand
That when I can, I will

Mother weep the years I’m missing
All our time can’t be given
Back
Shut my mouth and strike the demons
Cursed you and your reasons
Out of hand and out of season
Out of love and out of feeling
So bad

But when I can, I will
Words defy the plans
But when I can, I will

Fool enough to almost be it
And cool enough to not quite see it
And old enough to always feel it
Always old, I’ll always feel this

No more promise, no more sorrow
No longer will I follow
Can anybody hear me
I just want to be me

When I can, I will
Try to understand
That when I can, I will

branobag del 3/2/19: Un diluvio

Situazione nata a m(‘)appare Parigi, dove non capitavo dal lontano 1993. Allora fra altri giri si visito’ meta’ del Louvre in mezz’ora quasi correndo per le sale (poi Bertolucci ci faceva i film, con quelli che corrono nelle sale del Louvre, ma penso ci sia diversa gente che ha l’ispirazione di farlo).

Nel 2019 si corre in altro modo, e tra un passo e l’altro noto un manifesto di un artista di cui sarebbe molto interessante organizzare un tour italiano con varie tappe in Liguria, per vedere l’effetto che fa. In alternativa, si potrebbe organizzare una gita organizzata da Genova a Parigi nei giorni 10/11/12 aprile prossimi.

Brano bag del 2-2-19: per cominciare la mattina pensando a chi sta al caldo- Estate

Il 14-8-2012 (prima edizione di questo branobag) si diceva:
…ma pensando anche che quest’inverno è stato molto, molto, molto più impegnativo (per chi si è preso la neve)….o cosa mai sarà successo agli autori del brano, nell’estate del 1960, per uscire con questa e non con “Summer Times” di Grease ?

Bruno Martino – Estate (1960)
(odio l’estate)
(Brighenti – Martino,B)

Estate
sei calda come i baci che ho perduto
sei piena di un amore che è passato
che il cuore mio vorrebbe cancellar
Odio l’Estate
il sole che ogni giorno ci donava
gli splendidi tramonti che creava
adesso brucia solo con furore
tornerà un altro inverno
cadranno mille pètali di rose
la neve coprirà tutte le cose
e il cuore un po’ di pace troverà
Odio l’Estate
che ha dato il suo profumo ad ogni fiore
l’ estate che ha creato il nostro amore
per farmi poi morire di dolore
Odio l’Estate … Odio l’Estate …
Tornerà un altro inverno
cadranno mille pètali di rose
la neve coprirà tutte le cose
e il cuore un po’ di pace troverà
Odio l’Estate
che ha dato il suo profumo ad ogni fiore
l’ estate che ha creato il nostro amore
per farmi poi morire di dolore
Odio l’Estate … Odio l’Estate …