Archivi categoria: Brano Bag

boscoriserva n° 19 del 13/7/19: libbertà

La leggenda metropolitana narra che Richie Havens, deceduto per cause naturali nell’aprile del 2013, abbia passato una parte della sua vita a Napoli, pare negli anni ’90 del secolo scorso o poco dopo.

Non ho mai avuto modo di andare a indagare meglio ma, avendo avuto a che fare con Napoli nella fatidica Festa di capodanno in piazza (a) Napoli, mi incuriosiva l’idea di poter visitare una delle icone di boscoriserva e parlarci.

Questa cosa non è accaduta, e ne sono accadute altre, per esempio sempre nel 2006 ho scoperto di avere un collega il cui fratello andò a boscoriserva, mentre lui restò a casa perché aveva 16 anni e quindi i genitori preferirono non farlo partire.

Freedom è un pezzone che potrebbe essere reintitolato in chiave pirandelliana Uno (Richie Havens), Nessuno (i due musicisti che pare siano sul palco ma non si sentono molto), e centomila (il pubblico).

Freedom
Words by Richie Havens

Freedom – Libbertà
Freedom
Freedom
Freedom
Freedom
Freedom
Freedom
Freedom

Sometimes I feel like a motherless child – A volte mi sento come un bimbo senza la mamma
Sometimes I feel like a motherless child
Sometimes I feel like a motherless child
A long way from my home – Molto lontano da casa

Freedom
Freedom
Freedom
Freedom
Freedom
Freedom
Freedom
Freedom
Freedom
Freedom

Sometimes I feel like I’m almost gone – A volte me sembra di essere quasi andato
Sometimes I feel like I’m almost gone
Sometimes I feel like I’m almost gone
A long, long, long, way, way from my home – Molto, molto, molto lontano da casa

Clap your hands – Battete le mani
Clap your hands
Clap your hands
Clap your hands
Clap your hands
Clap your hands
Clap your hands
Clap your hands
Hey… yeah

I got a telephone in my bosom – Ho un telefono nel petto
And I can call him up from my heart – e posso chiamarlo dal mio cuore
I got a telephone in my bosom
And I can call him up from my heart

When I need my brother… brother – Quando ho bisogno del mio fratello – …tello
When I need my mother… mother – Quando ho bisogno di mia madre – …adre
Hey… yeah… etc.

Il testo originale è tratto dal sito http://www.richiehavens.com/official_site/lyrics/Freedom.html

boscoriserva del 12/7/19: Il peso

No, non la moneta usata una volta in Spagna e altre nazioni di influenza ispanica. Il peso quello pesante. Ma oggi non è una giornata pesante. Impegnativa sicuramente, ma pesante non potrà essere.

Questo brano l’ho conosciuto non tramite boscoriserva, mabbensì tramite un’altra istituzione della fine degli anni sessanta del secolo scorso, ovvero il film “facilecavaliere”, con Piter Fonda, Dennis Opper, Gecc Nicolson e altri meno noti. E’ un brano che in modo raro mescola rock e soul.

Sul grande tubo si trova una versione che dice essere quella di boscoriserva, ma è girata tutta con primissimi piani che me la rendono poco sopportabile. Sono quindi andato a prendere, eccezionalmente, una versione molto successiva, tratta dal film-documentario “L’ultimo walzer”, che suona e si vede molto, molto…che dico: molto meglio. Non c’entrerà nulla il fatto che The Last Waltz sia stato girato da un certo Martin Scorsese…

Gente rilassata sul palco, ammiccamenti da “mezzaparola”, ospiti di caratura, musica leggera, un bassista un po’ ipercinetico, e via così. Si capisce che sono canadesi.

Un’altra cosa che mi fa sempre sorridere su “The Band” è il nome del gruppo…ecco stasera suona una band che si chiama The Band. E’ come fare un film e intitolarlo “il film”, o formare una squadra di calcio e chiamarla “la squadra di calcio”. Potrebbe suonare pretenzioso. Oppure è un altro modo di dire “noi siamo noi”, tema in questi giorni molto dibattuto tra alcuni dei lettori di questi articoli.

Per gli italofoni “Il peso” potrebbe fare l’effetto di A whiter shade of pale dei Procol Harum. La senti suonare da una vita come Senza luce dei Dik Dik, pensi che parli di una cosa tipo cuore,sole,amore…poi leggi l’originale e cominci a porti delle domande su quanto era bello stare nell’industria discografica italiana una quarantina di anni fa. La variante è che, nelle mie statistiche “Il peso” è conosciuta mille volte meno di “A Whiter Shade of Pale”, e quindi per diversi dei boscoriservisti sarà una novità.

Comunque: ascoltare, sentire, procedere. Rock (slow) e Soul:

I pulled into Nazareth, was feelin’ about half past dead | Arrivai a Nazareth, mi sentivo circa alle morto e mezzo
I just need some place where I can lay my head | mi serviva giusto un posto per appoggiare il capo
“Hey, mister, can you tell me where a man might find a bed?” | “oh signore, mi saprebbe dire dove un uomo può trovare un letto?”
He just grinned and shook my hand, “no” was all he said | lui sorrise, mi strinse la mano e mi disse “no”

Take a load off, Fanny | levati un peso, Fanny
Take a load for free | levatelo gratis
Take a load off, Fanny
And (and) (and) you put the load right on me | e…il peso lo metti su di me
(You put the load right on me)

I picked up my bag, I went lookin’ for a place to hide | presi la mia borsa, andai a cercare un posto per nascondermi
When I saw Carmen and the Devil walkin’ side by side | quando vidi Carme e il Diavolo che camminavano fianco a fianco
I said, “Hey, Carmen, come on let’s go downtown” | dissi, “Oh Carmen, andiamo, si va in centro”
She said, “I gotta go but my friend can stick around” | lei disse “Io devo andare via, ma il mio amico si può trattenere”

Take a load off, Fanny
Take a load for free
Take a load off, Fanny
And (and) (and) you put the load right on me
(You put the load right on me)

Go down, Miss Moses, there’s nothin’ you can say | E vai giù, Signora Moses, non c’è niente che tu possa dire
It’s just ol’ Luke and Luke’s waitin’ on the Judgment Day | è solo il vecchio Luke, e Luke aspetta il Giorno del Giudizio
“Well, Luke, my friend, what about young Anna Lee?” | “Be’, Luke, amico mio, che ne dici della giovane Anna Lee?”
He said, “Do me a favor, son, won’t you stay and keep Anna Lee company?” | Lui disse “Fammi un favore, figliolo, non vorresti rimanere e farle un po’ di compagnia?”

Take a load off, Fanny
Take a load for free
Take a load off, Fanny
And (and) (and) you put the load right on me
(You put the load right on me)

Crazy Chester followed me and he caught me in the fog | Chester il pazzo mi segui e mi trovò nella nebbia
He said, “I will fix your rack if you’ll take Jack, my dog” |mi disse “Ti aggiusto la macchina, se ti prendi Jack, il mio cane”
I said, “Wait a minute, Chester, you know I’m a peaceful man” | Io risposi “Chester, un attimo, lo sai che sono un uomo pacifico”
He said, “That’s okay, boy, won’t you feed him when you can” | Lui disse “Va vene, ragazzo, e ricordati di dargli da mangiare quando puoi”

Yeah, take a load off, Fanny
Take a load for free
Take a load off, Fanny
And (and) (and) you put the load right on me
(You put the load right on me)

Catch a cannon ball now to take me down the line | ora, prendi una palla di cannone e portami in fondo alla linea
My bag is sinkin’ low and I do believe it’s time | la mia borsa vola basso, e penso che sia il momento
To get back to Miss Fanny, you know she’s the only one | di tornare alla signorina Fanny, e sai che lei è la sola
Who sent me here with her regards for everyone | che mi ha mandato qua, con tanti saluti per tutti

Take a load off, Fanny
Take a load for free
Take a load off, Fanny
And (and) (and) you put the load right on me
(You put the load right on me)

boscoriserva n° 16 dell’11/7/19: l’uomo delle persiane

Nell’approccio mediatico 1.0 a boscoriserva, cioè se volevate ascoltarlo prima dell’era del “grande tubo”, i Mountain cascavano male. Stanno nel secondo disco, e quando lo comprai, li ascoltai ma non mi rimasero impressi.

Quando poi ti metti a fare un ascolto come progetto di ricerca e condivisione, ti tocca andare anche a sentire cose che pensi ti piacciano meno. E però, vent’anni dopo, l’orecchio è cambiato, così come tante altre cose attorno all’orecchio.
Nonostante questo, i Mountain -ancora- non mi hanno “rapito”. Però, avendoli riascoltati, sicuramente l’energia ce l’avevano.

Della scaletta che fecero a boscoriserva, mi ha colpito “Blind Man”, perché mi interessano, fra le altre 350 categorie, i brani che parlano dei ciechi e della vista, o meglio del vedere.
In italiano non me ne vengono in mente, ma nel repertorio rock blues ce ne sono diverse…”When a blind man cries” dei Deep Purple, “Blind Man” degli Aerosmith, o “Movin’ on Up” dei  Primal Scream per dirne tre così come vengono. Volendo ci immetterei anche Nowhere Man dei Beatles e, perché no “Vedi cara” del nostro Grancesco Fuccini.

Che dire del brano di oggi…la “Blind Man” dei Mountain mi dice tanto nella musica (bluesaccio sporco): potrebbe essere rallentato di due battute al minuto ed essere ancora più possente. Il testo invece mi è dispiaciuto. Speravo sotto sotto che fosse l’originale del pezzo degli Aerosmith, e invece è l’unica canzone che conosca che parla in modo negativo di un cieco!!! O forse avevo frainteso il titolo, e i Mountain non si riferivano a un non vedente, ma a un artigiano manutentore che si occupa di persiane nel senso degli infissi?

Al di là dei rigiri verbali, diamo ai Mountain il loro spazio come power trio, ed evitiamo di far loro troppe domande sui testi. Dato che il video è statico, ve li propongo anche con “Mississippi Queen” che non era in scaletta a boscoriserva, ma è disponibile in un’interessante versione comparata tra 1970 e qualcosa che sembra molto Eighties.

Mountain: Blind Man

Hey, you the blind man
Tell me, tell me what to see
Yeah
Hey, you the blind man
Tell me, tell me what to see
Oh
Nothing, nothing wrong outside
With what you want to see

Oh, I was struck by the blind man
???? (inside)
Yeah yeah yeah
Oh oh oh
I was struck down by the blind man
??? (inside)
Yeah yeah yeah

He died completely empty
On a one way suicide

(assolo chitarra che dal vivo può durare fino a tre ore)

He died completely empty
Oh, In a one way suicide

Hey, you the blind man
You ain’t have a magic (petty) bone (?)
Yeah. Yeah yeah
Hey, you the blind man
You ain’t have a magic bone (???)
Oh woah
Don’t tell me your troubles
I’ve got troubles of my own

boscoriserva n° 15 del 10/7/19: arcobaleni sopra tua tristezza

Dopo un pezzo che era pura dinamite, come direbbe Tex Willer, visti gli effetti, molto oltre le aspettative, e soprattutto alla luce del fatto che nei giorni scorsi sono stato in una sarabanda di spostamenti e ragionamenti, l’imperativo è: rallentare.

Sllllooooooowwww dooooooowwwwwwwwwwwwwwnnnnnnn.

Iiiiiiiinspiraaaareeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeesssspiraaaaaaaaaaaaaare.

Ripetere 5 volte le due righe sopra.

Bene. Ora che ci siamo un poco rilassati, passiamo al boscoriserva.

John Sebastian è un altro di quelli che ebbe l’onore e l’onere di stare da soli in faccia a un oceano di gente. Lo fece con una semplicità rassicurante. Si può fare. Punto.

E poi parla di arcobaleni, soggetto che mi ha sempre interessato (ne ho una collezione…di foto intendo…non di arcobaleni…oppure proprio di arcobaleni…eccone uno sopra la città di Milano, Italia, ripreso nel 2004 o 2005 più o meno da Baranzate di Bollate guardando verso la città.

I’ve been waitin’ my time, just to talk to you | mi sono dato il mio tempo, giusto per parlare con te
You been lookin’ all down at the mouth, and down at your shoes | te hai guardato la bocca e poi ti sei guardata le scarpe
Well bay – ee – aby, I come to give you the news | be’, ragazza, ti ho portato la notizia
I’ll paint rainbows all over your blues | dipingerò arcobaleni sulla tua tristezza

I heard you been spendin’ a lot of your time, up in your room | ho sentito che hai passato un sacco di tempo, lassù nella tua stanza
And at night you’ve been watchin’ the dark side of the moon | e che di notte sei stata a guardare il lato oscuro della luna
You don’t talk to nobody, if they don’t come to you | tu non parli con nessuno, se non vengono da te
So, Baby, I came up here to sing you a tune | e quindi, bimba, sono venuto quassù a cantarti una canzone

I give up, is all you’ve really got to say | “mi arrendo” è tutto quello che devi dire
Well, it’s time to find a new life style | be’, è tempo di trovare un nuovo stile di vita
‘cause this really ain’t the way | perché così com’è proprio non va bene

Let’s go for a bounce on my trampoline | Andiamo a tuffarci dal mio trampolino
I can show you the prettiest mountains that you’ve ever seen | ti posso mostrare le montagne più belle che tu abbia mai visto
You better run to your closet | ti conviene correre al tuo armadio
And fish out your blue suede shoes | e pescare le scarpe di camoscio blu [ntd: si fa probabilmente riferimento a queste scarpe qua]
I’ll paint rainbows all over your blues | e io dipingerò arcobaleni sulla tua tristezza

boscoriserva n° 14 del 9/7/19: amore marcia

Oggi viriamo verso il blu, o meglio il blues. A boscoriserva, in mezzo a tanti colori, c’era anche tanto blu(es).
Recentemente, reduci da un pranzo leggero in una nota località del Chianti fiorentino con gli amici Francesco e Maurizio, si ragionava del valore dei colori.
Uno zoologo mi spiegava che molti animali usano i colori, soprattutto quelli vivaci, come codici di comunicazione: il giallo-nero di api e vespe, i colori del pavone, il camaleonte, e così via. E lì siamo finiti a ragionare dell’uso del blu da parte della società. Non voglio aprire ora un simposio su questo…magari il tema si riprende, ma le considerazioni che si sono scambiate in 200 metri di passeggiata dopo un semaforo furono molto interessanti.

Il boscoriserva di oggi è una marcetta di cui però il grande tubo non propone versioni dove il gruppo si veda dal vivo…addirittura hanno messo un’immagine che secondo me è di Santana. Prima della canzone c’è un prologo parlato che è abbastanza divertente, sia per i contenuti che soprattutto per il tono e l’accento stralunato (tipo: “I got a lil’ som’thn’ I’d like to lay on yo’….”). Però è un po’ lungo da trascrivere e quindi lo lascio a chi è più bravo in inglese.

Vai con la marcia, e poi magari vedi che John Lennon, sì era tanto bravo, ma scrivendo quella nota canzone sull’immaginazione non è che avesse proprio detto cose rivoluzionarie rispetto alla generazione di colleghi con cui conviveva.

Paul Butterfield Blues Band: Love March

Oh, yeah, there’s a love march going on here | oh, sì, qua c’è una marcia dell’amore
Bring your horn, brother | porta il tuo strumento a fiato
Get on in line | mettiti in fila
Hey, you, step in line | oh te, mettiti in fila
Oh, me, sir | io?
Oh, all right | va bene

Marching along | si marcia
Thinking as time goes by | ragionando mentre il tempo passa
Sing a glad song | si canta una canzone allegra
Sing all the time | si canta tutto il tempo
While I make all the people | e intanto rendo la gente
Feels so good | così felice
Treat all my brothers like I should | tratto tutti i miei fratelli come dovrei
See all the houses all in place | vedo tutte le case al loro posto
Living’s no longer an empty space | che vivere non è più uno spazio vuoto

Marching along | si marcia
Love as much as I can | amando più che si può
Try and be strong | si prova a essere forti
(non si capisce…my hand)
Good for the time that’s not too far | …è buon per un tempo che non è troppo lontano
Good while no jealousy and war |è buono senza gelosia né guerra
Aim my sad eyes into the sun | miro i miei occhi tristi verso il sole
Think of all people just as one | e penso della gente come una cosa sola
March | si marcia!

I said People think because my daddy did these things | dico, la gente sta a pensare perché il mio babbo ha fatto queste cose
Oh, yes, they say | sì, lo dicono
They say that I’ve got to wear a tie and be the same | dicono che mi devo mettere una cravatta e fare uguale
You know I got to treat my brother wrong | sai, che devo trattare male i miei fratelli
And kill him, what a shame | e ammazzarli..che peccato
Oh, yeah, what a shame, yeah, yeah | sì, che peccato
But I know, yes, I know | ma io so…lo so
What is it you know, right? | dài..che cosa sai?
What you know?
There’s got to be a change | che ci dev’essere un cambiamento

March all along
Love as much as I can
Try and be strong
(non si capisce)
Good for the time that’s not too far
Good while no jealousy and war
Aim my sad eyes into the sun
Think of all people just as one
Hep, two, three, four
Hep, two, three, four

Hep, two, three, four
Love march
Gonna be a change

Per vedere chi era che suonava, vi rimando appunto al Driftin’ blues (il blues di chi è alla deriva)

)

branobag del 7-8-19: Southern Cross

prima edizione 29-1-17

Questa la sentii per la prima volta su Videomusic, quando ritrasmise il quarantennale della Atlantic Records (dove comparivano sia vecchie glorie come loro o la Average White Band, e “mostri” assoluti come i Living Colour).
Che dire…dicono tutto loro, e stanno bene anche senza il quarto, canadese (ogni mille canadesi più simpatici degli statunitensoamericani, ne capita uno meno simpatico!). Buon ascolto.

[Intro. (Acoustic Guitars)]
Oooh …

Got out of town on a boat goin’ to Southern islands | son partito dalla città andando verso le isole del Sud
Sailing a reach before a followin’ sea | veleggiando col vento in poppa
She was makin’ for the trades on the outside | andando con gli alisei verso l’estero
And the downhill run to Papeete | e col vento in poppa per Papeete

Off the wind on this heading lie the Marquesas | fuori vento, in questa direzione ci sono le Marquesas
We got eighty feet of the waterline nicely making way | abbiamo una barca bella grossa che ci porta
In a noisy bar in Avalon I tried to call you | in un bar rumoroso di Avalon ho provato a chiamarti
But on a midnight watch I realized why twice you ran away | ma durante un turno di guardia di mezzanotte ho capito perché sei andata via due volte.

Think about | pensa
Think about how many times I have fallen | pensa a quante volte sono caduto
Spirits are using me larger voices callin’ | gli spiriti mi stanno usando – sono voci superiori che chiamano
What Heaven brought you and me cannot be forgotten | il paradiso che ha portato te e me non può essere dimenticato

(Around the world) I have been around the world | sono dato in giro per il mondo
(Lookin’) Lookin’ for that woman girl | cercando quella ragazza-donna
(Who knows she knows) Who knows love can endure | che sa che l’amore può durare
And you know it will | e tu sai che lo farà

When you see the Southern Cross for the first time | quanto vedi la Croce del Sud per la prima volta
You understand now why you came this way | capisci subito perché sei venuto fin qui
‘Cause the truth you might be runnin’ from is so small | perché la verità da cui stai scappando è così piccola
But it’s as big as the promise, the promise of a comin’ day | ma è grande quanto la promessa, la promessa di un giorno che si apre

So I’m sailing for tomorrow my dreams are a dyin’ | allora sto veleggiando per il domani, i miei sogni svaniscono
And my love is an anchor tied to you tied with a silver chain | e il mio amore è un’ancora legata a te con una catena d’argento
I have my ship and all her flags are a’ flyin’ | ho la mia nave e tutte le sue bandiere sventolano
She is all that I have left and music is her name | lei è tutto ciò che mi rimane, e il suo nome è musica

Think about
Think about how many times I have fallen
Spirits are using me larger voices callin’
What Heaven brought you and me cannot be forgotten

(I’ve been around the world) I have been around the world
(Lookin’) Lookin’ for that woman girl
Who knows love can endure
And you know it will, and you know it will yes

[Instrumental (Electric Guitars)]
Oooh …

So we cheated and we lied and we tested | morale: abbiamo tradito e mentito e ci siamo messi alla prova
And we never failed to fail it was the easiest thing to do | e non abbiamo mai sbagliato a sbagliare – era la cosa più semplice da fare
You will survive being bested | sopravviverai a queste prove
Somebody fine will come along make me forget about loving you | e qualcuna che mi piacerà, verrà, e mi farà scordare di averti amato
At the southern cross |alla croce del sud

[Ending (Acoustic Guitars)]

boscoriserva n°12 dell’8/7/19: compleanno di il sole

Melanie…mi pare di ricordare che nella documentazione pre-internet del festival fosse inclusa come apertura del terzo disco (ovvero il primo del secondo doppio album). Magari sbaglio. Volevo evitare di inserirla nel bosco riserva, perché la memoria che ho del primo ascolto era di noia.

Si vede che le percezioni cambiano e ti cambiano. Sono andato a cercare “Beautiful people” (Bella ggente) e nel frattempo ho trovato questa. Che dire…ascoltate. Una persona verso centinaia di migliaia. Non era l’unica a proporsi a boscoriserva in questo modo, e “ce stava degnamente”, come dichiaro Ciarrapico quando diventò presidente d’aaa maggica nel 1991. Io non so parlare di calcio, parafrasando Bennato, ma certe cose calcistiche me le ricordo bene.

Pensando alla parte visiva di boscoriserva, mi viene il lecito sospetto che Francis Ford Coppola si sia ispirato ad alcune delle scene notturne del festival per alcune scene di Apocalypse Now. Si notano in alcuni punti del video delle linee di luci (sospese) che assomigliano un po’ a quando Charlie Sheen e il suo barchino di militari psichedelici raggiungono l’ultimo avamposto americano lungo il fiume.

[per i curiosi: la foto di oggi è nella “top ten” della sezione “alba” di un conco(r)so fotografico che organizzai nel fatidico 2010]

I’m the one | sono io quella che
I found the birthday of the sun | ha trovato il compleanno del sole
But all things change | ma le cose cambiano
And I think it’s the birthday of the rain | e io penso sia il compleanno della piogga

If I never said goodbye | se non dicessi mai arrivederci
To all that I’ve known | a tutto ciò che ho conosciuto
I would never be alone | non sarei mai sola
But still I will not cry | tuttavia non piangerò
I’m not finished yet, boy | non ho ancora finito, ggiovanotto
So wipe the smile from your eyes | per cui levati quel sorriso dagli occhi
Because if I were to hang my head | perché se mi impiccassi
I’d miss all the rainbows | mi perderei tutti gli arcobaleni
And I’d drown in raindrops instead. | e invece affogherei nelle gocce d’acqua

I’m the one
I found the birthday of the sun
And all things change
And I’m sure it’s the birthday of the rain.

If I never said goodbye
To all that I’ve known
I would never be alone
But still I’m gonna win | tuttavia, sarò io a vincere
I’m not finished yet, world | non ho ancora finito, mondo
So wipe the smirk from your chin | per cui levati quella smorfia dalla guancia
Because if I were to hang my head
I’d miss all the rainbows
And I’d drown in raindrops instead

But I’m the one
I found the birthday of the sun
And all things change
And now I’m sure it’s the birthday of the rain
And all things change
And now I think it’s the birthday of the rain
And all things change
And now I know it’s the birthday of the rain
And all things change
And now I’m sure it’s the birthday of the rain
And all things change
And now I’m sure it’s the birthday of the rain
All things change
Happy Birthday to the rain

boscoriserva n° 11 del 7/7/19: provare

Signore, Signori, fanciulli e fanciulle, anziani, zombi, protozoi, vertebrati, alberi, rocce, aria, forme di vita non ancora note alle scienze occidentali…

buongiorno –

il prossimo bosco riserva non è per tutti. chi ha seguito i brano bag 2012, la palla 2007, la buiometriapartecipativa, i film, le foto, ecc, ci provi, perché questo chiede il boscoriserva. Altri ci provino lo stesso, con la cautela richiesta da un’esperienza positiva ma inedita.

Oggi, nel mazzo di carte che è la scaletta del festival si cala un carico pesante. e una volta che il carico è sul tavolo, la mano gira, e chi ti segue sul tavolo deve decidere cosa fare. Segni di sopracciglio e colpi di tosse forzosi potrebbero non essere sufficienti a dare la dritta al compagno di gioco, o a indurre il bluff negli avversari.

Janis è qui, e l’altro carico pesante -chi mi conosce musicalmente meglio giù sa di chi parlo- è da qualche parte che attende di essere calato.

Tornando a Janis, si parte con “Try” (Provarci, pròvaci…boh).

Da guardare per prima vi propongo la versione contenuta nel documentario “When the music is over”, dedicato ai musicisti rock americani morti giovani, trasmesso a suo tempo -ma parecchio, visto che lo conservo registrato in betamax- da Mamma RAI quando si occupava di musica e quando se dicevi “talent” pensavi più a monete antiche che a show televisivi per giovani promesse.

La versione in studio si sente e si vede bene e dice tutto. C’e’ anche  quella del festival vero e proprio (che però è quasi tutta al buio).

Interessante notare che a quei tempi i fonici erano forse più fuori dei musicisti: nella versione tedesca e in quella del documentario è altissimo il livello del basso e delle voci secondarie. Strano, ma interessante sentire le parti.

Il testo…non sono sicuro che ci sia un allineamento perfetto tra versi trovati nella grande rete e quelli cantati, ma del resto, come dice Janis, ci si prova, in attesa di un aereo che per andare da Milano alla Francia passa per Roma (“sient’a mme, è la combinazione migliore” mi dice l’agente).

a domani.

………………
Try (Just A Little Bit Harder)”

Try, try, try just a little bit harder
So I can love, love, love him, I tell myself | sì che lo possa amare, mi dico
Well, I’m gonna try yeah, just a little bit harder | be’, ci proverò un po’ di più
So I won’t lose, lose, lose him to nobody else. | così da non perderlo per nessun altro
Hey! Well, I don’t care how long it’s gonna take you now, | ue’, non m’interessa quanto tempo ci vorrà
But if it’s a dream I don’t want No I don’t really want it | ma se è un sogno, non voglio , proprio non voglio…
If it’s a dream I don’t want nobody to wake me. | se è un sogno non voglio che nessuno mi svegli

Yeah, I’m gonna try yeah, just a little bit harder
So I can give, give, give, give him every bit of my soul. | così che gli possa dare ogni pezzo della mia anima
Yeah, I’m gonna try yeah, just a little bit harder
So I can show, show, show him love with no control. | così che gli possa mostrare un amore senza controllo
Hey! I’ve waited so long for someone so fine | ho aspettato così tanto, per qualcuno così bello (in senso generale)
I ain’t gonna lose my chance, no I don’t wanna lose it, | che non perderò questa possibilita, non la voglio perdere
Ain’t gonna lose my chance to make you mine, all mine. | non voglio perdere la possibilità di farti mio
All right, get it! Yeah!

Try yeah, try yeah, hey, hey, hey, try yeah, | provarci…
Oh try whoa! Whoa, whoa, whoa, whoa,
Oh anybody, oh anybody, oh anybody, | tutti, tutti,
Try oh yeah (just a little bit harder) | provarci giusto con un po’ più di impegno
Whoa I gotta try some more,
I said try yeah, aw I said try,
I said try try try try try try,
Oh try oh yeah, try oh yeah!

Hey hey, I gotta talk to my man now, | devo parlare col mio uomo
You know I, I gotta feel for my man now, | devo provare qualcosa per lui
I said I, I gotta work for my man now, | devo lavorare per lui
You know I, I gotta hurt for my man now, | mi devo far male per lui
I think-a every day for my man now, |ci devo pensare tutti i giorni
You know it, every way for my man now. |lo sai, in tutti i modi
I say try, try yeah, oh try yeah,
Hey hey hey, try yeah-hey, oh, try…

boscoriserva n° 10 del 6/7/19: ballare a il musica

La fine degli anni 60 del secolo scorso già aveva tutte le basi (assieme a qualche acido) che poi portarono nei primi ’70 al proliferare del progressive rock, con tante belle canzoni, ma anche tante pallosissime suite da 18 minuti e oltre. Boscoriserva contiene quindi diverse esibizioni molto lunghe.
Nella seconda settimana di bosco riserva ho cercato brani brevi, pensando al fatto che ci sarà pure qualcuno che si trova la mail a inizio di giornata ufficio e vuole ascoltare, e magari se ti sparo “I’m going home” di Alvin Lee ti ruba tempo. Oppure no. Comunque, questa settimana sono stato sul corto. Sino a ieri.

Oggi è venerdì…se il sabato sera è il giorno della febbre, il venerdì è bene comunque preparsi spiritualmente, e comunque secondo le regole de fero del boscoriserva non potrei scrivervi sabato mattina.

Morales, come dicono in Messico, oggi vi toccherebbe un pezzo riempipista che però in versione boscoriserva dura sui 14 minuti.

Ne ho recuperato una versione televisiva che dura come il pezzo sul disco in studio, più o meno: sotto i quattro minuti. Come avrebbe detto il noto bluesman romano Robberto Ciotti, l’atmosfera che traspira dai fotogrammi che seguono è molto bbella e c’è mmolta energia positiva.

Di cose amene che si notano nel video: fra le tante cito il violinista in un gruppo soul/r&b, probabilmente zio di Kurt Cobain…un violinista in contesto soul non sono sicuro di averlo mai visto o sentito in svariati anni di giramento microsolchi e ascolto di altri supporti.

Ma, avendoci Wilson Pickett ricordato  che la musica è infinita (cfr. branobag del 16-3-2019), e ricordando che gli usi del violino sono molteplici (cfr. Meytal Cohen & friends), non potrei escludere che in questo momento in una parte del mondo con fuso orario pacifico ci sia un gruppo soul/r&b con un violinista in organico (organico/in organico…vabbe’…basta…).

Buon ascolto (con quattro brani al prezzo di uno!) e buon fine settimana.

Cynthia: Get up and dance to the music! | Tiratevi su e ballate con la musica
Get on up and dance to the fonky music!
All:Dance to the Music, Dance to the Music
Freddie: Hey Greg! | oh Greg?
Greg:What? | ‘osa voi?
Freddie: All we need is a drummer, | ci serve giusto un batterista
for people who only need a beat | per persone cui basta giusto un ritmo
I’m gonna add a little guitar | ci vado ad aggiungere un po’ di chitarra
and make it easy to move your feet | e ti renderò più semplice muovere i piedi
Larry:I’m gonna add some bottom, | io ci metto un po’ di basso
so that the dancers just won’t hide | così che i ballerini non si potranno nascondere
Sly:You might like to hear my organ | magari vi piacerebbe sentire il mio organo
playing “Ride Sally Ride” | che suona “Ride Sally Ride” (vedi ritornello a 1’14” di Mustang Sally)
You might like to hear the horns blowin’, | potreste gradire i fiati soffiare
Cynthia on the throne, yeah! | con Cynthia sul trono
Cynthia & Jerry got a message they’re sayin’: | Cynthia e Jerry hanno un messaggio che dice:
Cynthia: All the squares, go home! | tutti quelli un po’ troppo inquadrati, a casa!
All:Dance to the Music, Dance to the Music

(segue pezzo di I wanna take you higher, ma se ne riparla)

bosco riserva n° 9 del 5-7-19: Vabbe’, se n’è andata

Nella scaletta di boscoriserva comparve sul palco la Grease Band, che all’epoca faceva da gruppo di supporto a Joe Cocker, un po’ come dire gli Stadio con Lucio Dalla o la PFM con de André.
Narrano le cronache, che -aspettando che Joe si manifestasse al pubblico- il gruppo si trovò a eseguire alcuni brani strumentali…la domanda di oggi è “quali”?

Giochi proibiti? Due accordi che portarono Stanley Myers a comporre Cavatina nel 1970?? Qualche ragtime di Scott Joplin riarrangiato?

Non dico “non lo sapremo mai”, perché tecnicamente sarebbe possibile saperlo: basterebbe trovare una persona che sia andata al Festival e chiederglielo.
Se, come sostengono gli organizzatori, c’erano a un certo punto un milione di persone, che avranno avuto un’età media attorno ai 23 anni, si troverà in tutti gli U.S. of A. un cristiano (pardon, protestante) nato nel 1946 che all’epoca stava lì ed era in condizioni di intendere e volere tali da ricordarsi della loro esibizione?

Possibile, ma non facile. Nel frattempo, nella non facilità di reperire l’esibizione strumentale della Grease Band a boscoriserva, vi propongo volentieri un loro brano cantato: Let it be gone. E poi ti stupisci che c’erano i Rolling Stones, gli Who, i Faces ecc.: oh…metà della popolazione musicale occidentale suonava ‘ste cose qua!

Il brano è stato ripreso in tempi più recenti e in versione con vena leggermente più funky anche dai notevoli Black Crowes):

I puristi del boscoriserva mi scuseranno se non allego il testo a fronte per oggi (tempus fugit && festina lente, sed c’ho un appuntamento presto)