Sentii per la prima volta questa canzone nel 1993, a latitudini belghe, e mi precipitai a comprare il disco. Per me Björk è la Janis Joplin del terzo millennio, con la variante che non è morta giovane (Janis morì a ventisette…due-sette…anni).
Björk Guðmundsdóttir dice essere nata nel 1965 (la facevo più giovane) e quindi non può tecnicamente essere la reincarnazione di Janis…ma ci possono essere altri fenomeni di trasmigrazione delle anime ecc.
In concreto (come mi dicono una volta al giorno), beccatevi questa…curioso anche sentire la pronuncia della “h” di human (tipo shu-man), che non ho capito se sia tipico degli islandesi…così come tutti i mediterranei parlando inglese dicono spesso “hai ave” al posto di “I have” (ci avete mai fatto caso ???). W l’inglese, che ci fa intendere con sufficienti fraintendimenti in tre quarti del globo e ci fa leggere i testi di tanta musica. Ma anche viva l’islandese, che ce lo fa storpiare così! (chi mi conosce sa che il discorso sulle lingue non può essere chiuso qui ;) ).
Cari branobagsters, oggi più che al bag vorrei dedicarmi al brano, perché contiene in modo totale il bag.
Questo pezzo lo avrò ascoltato, come tutto il disco Siamese Dream -di cui nei branobag abbiamo già proposto Mayonaise tempo addietro- almeno mille volte, e non basta.
Suggerimenti per l’ascolto
se non avete un impianto utile, cercare un amico/a che ne abbia uno, e che questo impianto sia un un posto dove si può fare un po’ di volume per cinque (5 minuti)…non vogliamo arrecare disturbo a vicini non consapevoli.
alzare il volume a un livello importante
far partire il pezzo
inspirare sul leggero attacco di rullante (primo “rullo”)
espirare sul secondo
mantenere il ritmo del respiro nell’attacco del riff di chitarra (4 x)
quando parte la batteria e tutto il resto, fate voi (se dico cosa ho in mente io, che gusto c’è ?)…e magari fatemi sapere come avete interpretato l’ascolto.
Qua propongo la versione dall’album. Se poi volete una vera esperienza “energetica”, provate la versione del release party del disco, nel 1993, e quindi la prima volta che la cantarono per il pubblico (non adatta a tutti).
Sulla traduzione, non sono sicuro di tutti i passaggi…Corgan è un maestro dell’ellissi, dell’ermetismo, e anche dei tagli di capelli un po’ estremi, dei telefilm di fantascienza..insomma: non sarà James Joyce in Ulysses, ma non è semplice da leggere. Più o meno per me dice questo:
Cherub Rock – Il Rock dei cherubini
Freak out | uscite di testa And give in | e cedete Doesn’t matter what you believe in | non importa quello in cui credete Stay cool | state tranquilli And be somebody’s fool this year | siate lo zimbello di qualcuno per quest’anno ‘cause they know | perché loro sanno Who is righteous, what is bold | chi è bravo, che cosa è l’essere coraggiosi So I’m told | così mi dicono
Who wants honey | chi è che vuole il miele [o “le cose dolci”, “i chicchi” in Toscana ?] As long as there’s some money | fintanto che ci sono i soldi Who wants that honey? | chi è che vuole quel miele ?
Hipsters unite | gente strana, unitevi Come align for the big fight to rock for you | mettetevi in fila per la grande ressa per fare rock per voi (o per agitarsi per voi ?)
But beware | ma state attenti All those angels with their wings glued on | a tutti quegli angioletti con le ali appiccicate ‘cause deep down | perché, in fondo in fondo We are frightened and we’re scared | siamo spaventati e impauriti If you don’t stare | se non guardate bene
Who wants honey As long as there’s some money Who wants that honey?
Let me out | fatemi uscire Let me out Let me out Let me out
Tell me all of your secrets | dimmi tutti i tuoi segreti Cannot help but believe this is true | non posso fare a meno di pensare che tutto questo sia vero Tell me all of your secrets | dimmi tutti i tuoi segreti I know, I know, I know | lo so, lo so, lo Should have listened when I was told | avrei dovuto ascoltare, quando mi dicevano (che…)
Who wants honey As long as there is some money Who wants that honey?
Questa quasi sicuramente era passata in qualche branobag antico, ma oggi mi serviva ricercarla senza partire dalla ripubblicazione dell’articolo precedente.
E’ la traccia 1 del primo albumo dei Police, Outlandos d’Amour (1978), che pochi ricordano, a favore dei superclassiconi tipo So Lonely e -ancora di piu’- Roxanne. Ma “Next to you” è tantissima roba…un pezzo punk, scritto prima che i tre pischelli entrassero nell’onda reggae.
I can’t stand it for another day | Non posso reggere un’altra giornata When you live so many miles away | mentre tu vivi cosi lontano Nothing here is gonna make me stay, | qua non c’è niente che mi faccia restare You took me over, let me find a way | mi hai sopraffatto, fammi trovare un sistema
I sold my house | ho venduto la casa I sold my motor, too | ho venduto la macchina All I want is to be next to you | tutto ciò che voglio è stare vicino a te I’d rob a bank | potrei rapinare una banca Maybe steal a plane | magari rubare un aereo You took me over, | mi hai sopraffatto Think I’m goin’ insane | mi sa che sto impazzendo
What can I do, | che ci posso fare All I want is to be next to you | è vicino a te che voglio restare
I’ve had a thousand girls or maybe more, | ho avuto mille ragazze, forse piu’ But I’ve never felt like this before | ma così non mi ero mai sentito But I just don’t know what’s come over me, | non so che cosa mi abbia preso You took me over, take a look at me | mi hai sopraffatto, dammi un’occhiata
What can I do, All I want is to be next to you
So many times I used to give a sign | così tante volte davo un segno Got this feeling, gonna lose my mind | ho questa sensazione, come di perdere la testa When all it is is just a love affair | quando questa è solo una storia d’amore You took me over baby, take me there |mi ha sopraffatto, bella, fammici arrivare
Mentre un certo Luciano Ligabue stava scaldando i motori per prendere il volo che lo portò al Campo Volo, la scena rock italica proponeva perle per le orecchie delle giovani e delle vecchie.
Una di queste ebbi modo di ascoltare in un locale della bassa padana, da una cover band di cui non ricordo il nome, ma non era Carlos Santana.
Della canzone mi rimase in mente questa cosa di “Chiara na na na na” e poi ogni tanto i “na na na” prendono forma…ecco a voi, dei mitici Rats, una performance dal mitico Rolling Stone della mitica Milano del 1993.
Certo che se Chiara avrà ascoltato la canzone, con tutte queste istigazioni a vincere poi magari le sarà venuta l’ansia da prestazione e avrà sbagliato tutti e tre i salti di prova…ma come stava bene mentre era lì che pensava a come appoggiare il primo passo della rincorsa!
Sulle pagine di un ignoto critico web trovai 3-4 anni fa una critica al testo di questo brano, che veniva definito uno dei più insulsi della storia della musica italiana…purtroppo non-ostante la tecnologia dei motori di ricerca e una certa pratichenzia (direbbero a Sassari) non ritrovo ora questa perla di analisi…giudicate quindi indipendentemente…per me il “Chiara na na na na” che rimane dopo l’ascolto è un sacco bbello.
Chiara ho letto il tuo
messaggio sui gradini
della scuola
devi vincere
devi vincere
Chiara ho fatto del mio
meglio per restare in
copertina
devi vincere
devi vincere
Chiara ho fatto un
gioco sporco perche`
sono rotto e stanco
devi vincere
e devi vincere
Chiara dice di no
poi si attacca alla
bocca,
alla bocca che c’ho
Chiara dice stai zitto
e si toglie il vestito e
mi dice si fa…
e ci riuscira’
Chiara ho visto un
bel vestito
tutto rosso fuori moda
devi vincere
devi vincere
Chiara ho speso
quell’assegno guadagnato
in qualche modo
devi vincere
e devi vincere
Chiara dice di no
poi si attacca alla
bocca,
alla bocca che c’ho
Chiara dice stai zitto
e si toglie il vestito e
mi dice si fa…
e ci riuscira’
Chiara ho preso anch’io
quel treno
son tornato l’ho ripreso
devi vincere
devi vincere
Chiara ho fuso
fuori e dentro ma
non sono piu’ confuso
devi vincere
e devi vincere
Chiara adesso lo sa
e si attacca alla bocca,
alla bocca che ha
Chiara dice stai zitto
e si toglie il vestito e
mi dice si fa…
e ci riuscira’
Chiara ho letto il tuo
messaggio sui gradini
della scuola
devi vincere
devi vincere
dal nostro studio mobile stamattina si vede la nebbia. le abbondanti piogge della domenica, oltre a innescare princìpi di raffreddore a tutti quelli che ancora se lo erano risparmiato…
…ma che stiamo a ffare ? si parla del tempo ? il tempo non è una notizia! come mi insegnò il mio non-amico Jens, in Danimarca dicono una cosa tipo “non esiste il cattivo tempo, esistono solo gli abiti sbagliati“.
Traslando la perla di saggezza del roscio e occhialuto danese, mi verrebbe da pensare che “non esistono i cattivi tempi, esistono solo gli ambiti sbagliati“. Sono veramente, ma veramente rare, le condizioni in cui tre persone che si intendano bene sul come combinare qualcosa non riescano poi a combinarlo. Ne bastano tre che siano d’accordo.
Con quattro si diventa fantastici (o apocalittici). In cinque si gioca a briscola chiamata. In sei, lo stesso ma si sta fuori un turno per volta. Con sette si fanno i magnifici. Otto bastano…lo diceva anche il telefilm. A nove ci sono in Nazgul, a dieci il fondamentale disco dei Pearl Jam.
Per oggi, basta contare e via al cantare, su un pezzo che non ha testi, con un video girato nel deserto (giusto per fare un po’ da contrasto alla nebbia di cui sopra)
…da capire se il video è stato girato prima o dopo Zabriskie Point e il Live at Pompei dei Pink Floyd. Il brano, comunque, era la sigla dell’omonimo telefilm (una serie rifatta viene proposta via via sulle reti RAI):
Interessante anche la versione “trent’anni dopo“, con due batterie e sicuramente più matura, anche se molto, molto, molto meno “psssighedeliga”:
In un venerdì come fosse domenica
tra famiglie adatte e atti familiari
trovi il senso di una condotta isterica
rallentando il passo alla Ferrari
(ma accelerando quel ritmo senza pari)
Giancarlo da Miele, Versi con la crostata, Ed. Rambaldi, pp 2345, 2 Euro col resto in gettoni del telefono
Il brano di oggi è, eccezionalmente, una riedizione di un brano già pubblicato come brano bag più di un anno fa, quando nessuno sapeva che esistevano i branobag, durante una trasferta del nostro inviato Flavio a Edimburgo. Riprende il tema di chi vede, chi non vede, chi è ceco e chi è slovacco, ecc. A parte i facili giuochi di parole, fa impressione di sentire persone che vedono “bella luce” in altre persone, “bei contesti”, “belle storie”, “bei ricordi” rievocati da situazioni che stanno nascendo.
Tutta questa bella situèscion suggerisce di riascoltarlo (o di ascoltarlo con attenzione per chi non lo conosce).
E poi fate sapere la vostra
Songwriters: INNES, ANDREW COLIN / GILLESPIE, BOBBY / YOUNG, ROBERT CLEARIE
I was blind, now I can see | Ero cieco, ora ci vedo You made a believer, out of me | Mi hai fatto diventare un credente I was blind, now I can see You made a believer, out of me
I’m movin’ on up now | Ora mi sto muovendo verso l’alto Gettin’ out of the darkness | Sto uscendo dall’oscurità My light shines on | La mia luce continua a splendere My light shines on My light shines on
I was lost, now I’m found | Ero perduto, ora mi sono ritrovato I believe in you, I’ve got no bounds | Io credo in te, non ho vincoli I was lost, now I’m found I believe in you, I got no bounds
I’m movin’ on up now Gettin’ out of the darkness My light shines on My light shines on My light shines on
Repeat Chorus
I’m getting outta darkness My light shines on I’m getting outta darkness My light shines on [ Lyrics from: http://www.lyricsfreak.com/p/primal+scream/movin+on+up_20110829.html ]
originale del 24/9/12. traduzione a fronte del ’19
Il branobag del lunedì è il più impegnativo.
E’ come il primo giorno di scuola in un nuovo corso di studi, che entri in un’aula con persone che non conosci e devi scegliere un compagno di banco. E’ come quando affronti un’arrampicata (di un albero o di una montagna) e devi scegliere dove mettere il primo appoggio. Col branobag del lunedì, sai che venerdì sarai arrivato in cima, ma non sai come ci arriverai.
In più questo fine settimana ho sentito di tutto: che il branobag è una cosa effimera, che entra nelle famiglie, che “non si sa che cosa voglia dire brano bag” (n’ata volta), che non si capisce che lavoro fai…e questo ti fa pensare ancora di più a come aprire una nuova settimana.
Nel dubbio (di chi lo vuole conservare), andiamo oggi a rinfrescare un brano che è salterello al punto giusto, in versione molto lo-fi, ma ripreso in alta qualità. Ho scoperto -dopo venti anni bòni che lo ascolto- che il pezzo è dedicato a un cane, che trovate pure ritratto in questa interessante “pagina internet“
Per i nostalgici o per un sano ascolto comparato ci è anche una versione originale live del 1975.
Da suonare rigorosamente con accordatura aperta.
Bron-Y-Aur Stomp
Ah caught you smiling at me, | Ue’, t’ho beccato che mi sorridevi That’s the way it should be, | è così che dovrebbe essere Like a leaf is to a tree, so fine. | come una foglia per un albero, va proprio bene
Ah all the good times we had | Ehi, tutte le situazioni belle che abbiamo vissuto I sang love songs so glad | io cantavo canzoni d’amore, così allegre Always smiling, never sad, so fine. | sorridevo sempre, e non ero mai triste. andava proprio bene
*As we walk down the country lanes, | e mentre camminiam per gli stradelli di campagna I’ll be singing a song, | canterò una canzone Hear me calling your name. | senti che ti sto chiamando Hear the wind within the trees, | senti il vento tra le frasche Telling Mother Nature ‘bout you and me. | che dice a Madre Natura di te e di me
Well if the sun shines so bright, | be’, se il sole batte forte Or on our way it’s darkest night| o sulla nostra via c’è la notte piu’ buia The road we choose ain’t always right, so fine.| o la strada che scegliamo non va sempre bene, va bene lo stesso Ah can your love be so strong | ah, può il tuo amore essere così forte When so many loves go wrong | quando così tanti amori vanno a finire male Will our love go on and on and on and on and on and on? | il nostro amore potrà continuare?
* Chorus
My, my la de la come on now your in too far, | oh be’, dai, ora ti ci sei messo troppo dentro Tell your friends all around the world, | di’ a tutti i tuoi amici in giro per il mondo Ain’t no companion like a blue eyed merle.| che non c’è compagno migliore di un Merle dagli occhi celesti Come on now well let me tell you, | dai, su, lasciate che vi dica What you’re missing, missing, ‘round them brick walls. | che cosa vi state perdendo, a stare appresso a quei muri di mattoni
So of one thing I am sure, | dunqune, di una cosa sono sicuro It’s a friendship so pure, | che è un’amicizia così pura Angels singing all around | con gli angeli che cantano tutto intorno And you see it all around, my dog is so fine. | e lo si vede dappertutto, che il mio cane è bravissimo
Yeah, ain’t but one thing to do | già, non c’è che una cosa da fare Spend my nat’ral life with you, | passare la mia vita naturale con te You’re the finest dog I knew, so fine. | sei io miglior cane che abbia mai conosciuto, davvero bravo When you’re old and your eyes are dim, | quando sarai vecchio e i tuoi occhi un po’ spenti There ain’t no old Shep gonna happen again, | non ci saranno piu’ storie tipo Old Shep [una canzone del ’33 che parla di un pastore tedesco NdT] We’ll still go walking down country lanes, | continueremo a camminare per gli stradelli di campagna I’ll sing the same old songs, | e canterò le solite vecchie canzoni Hear me call your name. | senti che ti sto chiamando
…non è uguale, ma se il pezzo che vi propongo oggi non è ispirato a “Papa was a Rolling Stone” dei Temptations, mi mangio il cappello, come direbbe Tex Willer a Kit Carson.
Direttamente da Savona, definita dal mio amico Andrea la città d’Italia con le donne vestite peggio (ma non ha mai detto con le peggiori donne!) Bobby Soul accompagnato da Alessio Caorsi…..take it away!
Quale che sia la versione che preferite….quella di uno dei quintetti base più longevi della storia del soul rosavestiti, o quella “roots” con video sgranato in postproduzione, pensate al concetto di rolling stone…Bobby Soul e Alessio Caorsi, o chi ha scritto la canzone Vagabundo, ha pensato a un vagabondo…io “rolling stone” sarei tentato di tradurlo come “mina vagante”…un vagabondo che scende da un monte, vaga. una pietra che rotola giù da un monte può anche fare qualche danno. Che ne dite ?
Mente le nuvole rotolano inesorabili sopra cumuli di colline che stanno altrettanto inesorabilmente ferme, penso che anche oggi mi sono alzato prima della sveglia (nel senso di “prima che suonasse”, no che la sveglia si alza).
Ieri si è molto parlato del valore dell’Australia, del ritorno sull’investimento in titoli di studio rispetto a titoli di stadio (tipo azioni di grandi società sportive), nonché di pranzi da parenti in cui ieri c’erano Yuri e Yari e mancavano parenti con le “o” e le “i” come seconda lettera nel nome di battesimo.
Ma vedo che oggi si rischia facilmente la deriva post-dadaista e quindi do subito una raddrizzata al timone con un brano bag che farà sorridere con complicità tutti gli over 40 e potrebbe intrigare gli altri.
Nell’atmosfera del pezzo manca solo Franco Califano, oppure il commissario Betti…tra l’altro, c’è un gradevole intermezzo da cui si intuisce che la performance potrebbe essere stata registrata in quel paese definito politicamente “Italia” nel 1861…e fumavano negli studi (probabilmente anche il pubblico, o come minimo tutti quelli della produzione)!
Olha que coisa mais linda Mais cheia de graça É ela menina Que vem e que passa No doce balanço, a caminho do mar
Moça do corpo dourado Do sol de Ipanema O seu balançado é mais que um poema É a coisa mais linda que eu já vi passar
Ah, porque estou tão sozinho Ah, porque tudo é tão triste Ah, a beleza que existe A beleza que não é só minha Que também passa sozinha
Ah, se ela soubesse Que quando ela passa O mundo inteirinho se enche de graça E fica mais lindo Por causa do amor
…è il titolo di un film del 1976 di Anthony Dawson (all’anagrafe Antonio Margheriti), con Yul Brinner e Massimo Ranieri, e altri due indimenticabili (Barbara Bouchet ma soprattutto Martin Balsam).
Possiedo una copia del manifesto di questo film, acquistata a un mercato di cose così, forse in Sardegna, forse a Milano, forse in un posto dove ci sono i mercati di cose così. La battuta che mi veniva in mente pensando a questo film è che forse è stato il punto più basso della carriera di Yul Brinner che ha incrociato quello più alto (cinematograficamente) di Massimo Ranieri, ma se ci ripenso ora mi dico che ci può essere anche un’altra lettura, forse un po’ retorica, e quindi la salto, invitandovi magari a vedere il film (qui una recensione).
A proposito di alti e bassi, il brano di oggi ve lo propongo in due versioni: la versione “pasticca rossa” e la versione “pasticca blu”….come in Matrix per il futuro Neo.
versione pasticca blu: ascoltate una canzoncina simpatica e un motivetto che vi terrà sempre allegri quando ve lo ricantate in testa: Ho picchiato la testa degli Ottavo Padiglione.
versione pasticca rossa: Ho picchiato la testa degli Ottavo Padiglione, con alcuni “amici dell’ottavo padiglione”.