Category Archives: Compositions

About a week after the Farma Valley Winter Fest

[TO BE TRANSLATED]

Passato il Natale e pur il Natalino – riprende la routine, da Bolzano a Pachino…

A una settimana dal Festival, si comincia a condividere una sintesi che è all’interno del gruppo di lavoro cominciata dalla mattina dopo.

Personaggi

  • La giornalista (G)
  • L’ingegnere (I)
  • La barRista (B)
  • Il titolare del bar (T)

Interno giorno –  bar in orario non affollato. Potremmo essere al Caffé Olimpico di Grosseto, al Moderno di Roccastrada nella saletta laterale, o allo Stregatto di Montecerboli. Alla radio: versione lounge della Garota de Ipanema

I è seduto a un tavolo, vari fogli e foglietti sparpagliati

T sta pulendo il bancone, B la macchina del caffé

G entra

I: Buongiorno

G: Buongiorno a lei

I (facendo il gesto di invitarsi a sedere): Prende qualcosa?

G: Un caffé al vetro, grazie

I (al titolare): Un caffé e un altro panino coll’acciuga sottpesto, per favore

T (alla barRista, mentre lui va verso il reparto panini): unoooo al vetrooo

B (fulmina T con lo sguardo): sì caro!

G (a I, per tutto il seguito): Passato il festival, volevamo sapere un po’ com’era andata

I: bene, bene

G: Quanta gente da fuori VDF (Val di Farma)?

I: Prendendo il primo e il terzo giorno come giorni di avviamento e di coda, e concentrandosi piuttosto sulla domenica, abbiamo visto fra le 35 e le 40 persone “di fòri”, sommate a quelle dei paesi (non più di 400 residenti, di cui purtroppo non tutti abili a partecipare). Alla presentazione fotografica di lunedì sera a Grosseto (con pioggia battente tutto il pomeriggio) sono venute una trentina di persone, il che è buono secondo le statistiche dell’associazione Riflessi che ospitava l’evento.

G: 35-40 persone la domenica erano tante o poche?

I: Come diceva Roberto P. del Giambellino durante il servizio civile a Lainate: “il tanto o il poco dipende dal contenitore rispetto a cui si valuta“. Più o meno è il numero che si presentò alla Festa di Capo Danno in Piazza del Popolo del 2009-2010. Per un evento da fare nella sala musica di Torniella, se fossero venute 8 persone in più, ci si poteva stare bene …seduti all’inizio, a battere le mani dopo mezz’ora, a ballare alla fine….con 12 o 14 persone in più lo spettacolo diventava meno godibile.

Gli Etruschi from Lakota insieme a Peter Seeds in un momento dell’esibizione del 19-12 nella sala musica della banda di Torniella (foto di Luciano Massetti)

B: porta il caffé al tavolo – G ringrazia

G: (con leggero tono di sfida, ma non con ostilità)  Aveva senso fare tutto questo can can per meno di un autobus turistico di persone?

I (si gratta il mento): Come diceva Giancarlo M. di Baggio durante il servizio militare a Cuneo: “il senso è nell’occhio di chi vede”. Tralasciando le motivazioni personali (feste di compleanno ecc.), il Festival è stato un’esercitazione, un modo di vedere gli spazi -e in più di un caso anche le persone- della Valle e quelle “di fòri”. Voleva anche essere un prologo di un periodo che andrà dal prossimo 31-12 al 9 giugno 2018. Già nella somma di questi due elementi, aveva senso. Se poi ci riaggiungi le motivazioni personali…ci stava tutto. In ogni caso, i partecipanti arrivati da fuori equivalgono più o meno 10% della popolazione residente d’inverno in Val di Farma. Come se a Milano andassero centomila persone in un giorno…tipo al concerto di Vasco Rossi! (sorride).

(G guarda in alto a destra, come quando ragioni su una cosa)

I: Certo, se portassimo il 10% di Vasco Rossi in Val di Farma…

(stacco sulla barRista, che sentendo nominare il Blasco alza lo sguardo mèmore dei quattro live seguiti negli anni scorsi)

I,…che so, una scarpa…

(stacco sulla barRista, allarmata – altro stacco sul Titolare, che pure lui inizia a seguire il discorso mentre prepara il panino)

I (rivolto per un momento alla barRista): …senza piede dentro…

I (continua, rivolto a G): forse verrebbe più gente…ma non ragioniamo con queste logiche e non invitiamo a farlo. Coi numeri eravamo a posto, per essere un’iniziativa inedita dove non c’era da mangiare o bere gratis. Poi ci sono gli aspetti di qualità: una coppia è venuta a pernottare sabato sera, per poi andare la mattina a camminare, oltre che seguire il concerto…un’altra coppia è arrivata domenica mattina da Prato, perché aveva letto l’articolo sul Tirreno del 17 dicembre, e un paio di altre chicche del genere.

G: La cerimonia di consegna dei buiometri com’è andata?

Luigi Ciampini, noto Roccia, degli Etruschi from Lakota, prende in custodia il buiometro “Fungoagnello” – Castelnuovo Val di Cecina, 21-12-2016 (foto di un parente di Roccia)

I (portandosi le mani al capo, come a indicare “testa vuota”): Alla grande: ce ne siamo scordati! In piena onda di jam session al bar della Combriccola.

Il tutto si è comunque recuperato due giorni dopo, con il passaggio di testimone avvenuto a Castelnuovo Val di Cecina (campo base degli Etruschi from Lakota). Dal pomeriggio del 21-12 scorso il buiometro soprannominato “Fungoagnello” è nelle valide mani di Luigi Ciampini, meglio noto come Roccia, il batterista degli Etruschi, che quando non suona costruisce aeroplani di balsa, cucina ottime pizzette, focacce e altre specialità di finger food e progetta percorsi di rally: insomma…ha tutti i requisiti di base per essere un ottimo buiometrista!

G: Altre variazioni al programma?

I: Ci sono state delle cose in più -in parte irripetibili, purtroppo per chi non c’era- e delle cose in meno, ma recuperabili.

G [stringendo tutti e due i pugni, come a dire “in sostanza?”]: Ci può fare qualche esempio?

I  (con sguardo nostalgico) “In più” abbiamo registrato…

  • …una “stazione” del lunedì ore 19 al Caffé Ricasoli di Grosseto, già sede di eventi Attivarti.org in passato, come situazione “aspettando la serata per m(‘)appare Maurizio Bacci”.
  • Simone Sandrucci (lead guitar degli Etruschi) che attorno alle 12.30 di domenica 18, aspettando parte della comitiva per andare a pranzo alla Casa del Chiodo, è stato invitato a suonare una Eko X27 dei primi anni ’60 del secolo scorso (in dote alla famiglia Giacomelli) al bar della Combriccola. Ha intonato That’s Alright, ed è stato raggiunto alla seconda strofa da Wolfgang Scheibe (noto microstampatore di Tatti, autore del logo del festival) al basso monocorda.
  • Guglielmo Eboli, percussionista campano residente da quasi dieci anni nelle colline metallifere e attivo con vari progetti musicali (tra cui i Maremma Strega), che nel dopo cena di taglieri alla Combriccola ha prodotto un cajon e un tamburello gigante, con cui ha prima accompagnato Peter Seeds e Jack O’Malley in varie improvvisazioni e poi ha trascinato la quindicina di presenti al tavolo in una taranta-pizzica-lo-sa-solo-lui accelerando da 80 a 160 BPM in un minuto.
  • Una sorta di mini-workshop estemporaneo di educazione musicale tenuto da Dario Canal il lunedì mattina con un bimbo di Torniella.

    Dario Canal degli Etruschi from Lakota con un giovane allievo di Torniella, all’inizio del “Buongiorno con gli Etruschi” (verso le 12.30 del 19-12-2016 –  foto di Andrea Giacomelli)
  • Un intervento di Roberto Gelli detto Mariano detto Sandokan, barzellettiere della Valle (e resident al Festival della Barzelletta che si tiene ai primi di maggio a Scalvaia), che ha fulminato Dario, Roccia e Peter Seeds poco prima della partenza con un paio di gag.

    Roberto Gelli, detto Mariano, detto Sandokan, di Scalvaia, racconta una barzelletta dal suo vasto repertorio (foto di Andrea Giacomelli)

G [alzando le mani, come a dire “vabbe’, abbiamo capito”]: Vabbe’, siete stati bene e le cose in meno?

I: Volevamo dare un’anteprima del programma 2017 di Attivarti.org, e raccontare un po’ cosa faranno le altre realtà che hanno partecipato alla creazione del festival, e spiegare come sostenere queste attività. Però, per come si è sviluppata la situazione, un po’ ci è passato di mente, e un po’ si è valutato che sarebbe stato un momento “istituzionale” -per quanto interessante- che si legava poco bene all’atmosfera: all’inizio sarebbe stato una cosa “a freddo”, a metà non aveva senso, e alla fine non ce n’era bisogno.

G: e ora come farete a condividere queste informazioni con chi è venuto al festival?

I: Be’: con quelli “di qui”, li ritroviamo tutti i giorni o quasi…e quelli “di fòri” sono tutti utenti consapevoli di internet. Più, ci sono quelli che ci leggono (oltre 9000 e-mail, radio, tv e web, e un po’ di social e qualche contatto stampa).

G: Nelle opzioni del Festival c’era un modulo chiamato “Vorrei ma non posso”

I: Come suggerisce il nome, era per chi avrebbe voluto esserci ma era impedito per motivi logistici o altro. Abbiamo avuto sia indicazioni di persone che potrebbero venire a visitare la Valle che non c’è (da Alghero, Parma, Pontedera e Mascate – capitale dell’Oman, e dal Nord Europa), sia proposte per andare a proporre situazioni simili altrove (nell’hinterland di Milano).

G: Ma sui programmi 2017 non ci dite proprio niente?

I: A parte che siamo già a più di 5000 battute spazi inclusi e rischiamo di passare più  tempo a scrivere delle cose che a farle, c’è ancora tempo (prima di metà gennaio non succede nulla). Per il momento pensiamo a vedere chi viene alla panfortata ai Piloni (29-12), al prossimo concerto della Banda di Torniella (il 30-12 a Scalvaia), e al veglione a Torniella con Ricky DJ. Tranquilli che tutto si snoda e si comunica per tempo, dato che sono iniziative in via di definizione da fine settembre e che non si fanno se non hanno almeno 4-6 settimane di anticipo.

G: Ma nemmeno un cicinìn?

Preparativi per uno dei prossimi eventi di cui il Festival d’Inverno è stato il prologo

I (sorride): …che dire: come il Festival d’inverno (e come tutte le storie fatte dal 2006 a ora): saranno iniziative fatte un po’ con gente “di qui” e un po’ con gente “di fòri”…ma per una decina di giorni -personalmente- cercherò di rilassarmi e stare fuori dai giochi. La stagione è stata impegnativa, e da metà gennaio rimetterà in pista vari personaggi che avete conosciuto attraverso il festival, e altri che ancora non sono entrati in scena (ma ganzi uguale)

G: Grazie per la disponibilità!

I: Grazie a lei, auguri di buon anno se non ci si vede prima!

T (a I): il panino è pronto!

I (a T): mi ci metti anche un cinquino rosso?

DISSOLVENZA

TITOLI DI CODA .es…”Ramble on” dei Led Zeppelin, “Happy Trails” versione Van Halen, o “Sulla Strada” **di Eugenio Finardi

 

** …che, riascoltata oggi e scremati un paio di cliché Seventies è forse una delle più belle canzoni che parlano della vita del musicista che abbia sentito finora.

[tra le 5.30 e le 7.30 del 27-12-2016]

 

Farma Valley Winter Fest – Summary of Day 3

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Per avviare la giornata:

La terza giornata del festival d’inverno in Val di Farma -sintesi:

Un’anteprima del pomeriggio di domenica 18 con Peter Seeds e gli Etruschi from Lakota:

Grazie a Luciano Massetti, che oltre a fare ricerca sulla biometeorologia è anche un discreto fotografo, detto da un ignorante.

Dopo un sonno ristoratore, il Buongiorno con gli Etruschi si è svolto grosso modo tra le 12 e le 14.15.

Aspettando Andrea B. per andare a pranzo (e facendo nel frattempo ripartire Irene, che doveva andare a accende la caldaia) un gruppo estemporaneo composto da Dario e Roccia (voce e batteria degli Etruschi from Lakota), Edward noto Busisi (giovane allievo di Dario dalla sera prima), Peter Seeds e un membro dell’organizzazione del festival hanno avviato una sorta di workshop/jam session…tra le altre, si sono sentiti pezzi di Dio mio no, Aulin, Nella vena di vino, Elenoir, We will rock you, ‘na tazzulella ‘e café, Rosita  con intermezzi country. Roccia ha suonato la chitarra come chitarra, la chitarra come batteria e poi una sedia come batteria (per We will rock you, se no la chitarra la troncava).

Dopo un caffé (di circa mezz’ora) i musicisiti sono partiti per le rispettive prossime tappe.

Il Festival è proseguito verso Grosseto. Dopo una stazione di un’oretta al Caffé Ricasoli, tra le 21 e le 23.15 si è avuta la presentazione di m(‘)appare Maurizio Bacci, con excursus fotografici vari e stanchezza montante di chi scrive, per cui il resoconto si fa più vago.

L’appendice scansanese, pensata ieri sulla base di sviluppi dei giorni scorsi, è rimandata causa chiusura di qualsiasi spazio pubblico alle 00.23 di lunedì notte, orario di arrivo in paese.

Il Festival finisce qui, ma la storia continua…

  • Il programma era piuttosto denso, e abbiamo saltato alcune presentazioni (maglie ufficiali e attività produttive/associative, per esempio)…nessuno del pubblico ne ha sentito la mancanza, ma nelle prossime settimane senz’altro riprenderemo gli argomenti.
  • Per un reportage completo, aspettiamo a dopo le feste: a parte i telefonini, erano in azione almeno tre soggetti con foto (e in particolare attendiamo al tempo l’opera di Federico Giussani, video e altri supporti di registrazione.
  • Se il Festival vi è piaciuto: scriveteci.
  • Se il Festival non vi è piaciuto: scriveteci, e spiegateci perché.

Come scritto da qualche parte, il Festival d’inverno voleva essere un prologo a un periodo che si apre a fine anno e grosso modo porta al 9 giugno 2018, in cui ricorreranno i decennali di vari progetti avviati tra l’Altomilanese e la Val di Farma.

 

Farma Valley Winter Fest – Summary of Day 2

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Per avviare la giornata:

Gli articoli sul Tirreno di ieri

 

 

Non c’entra niente col Festival d’inverno in Val di Farma, ma mi è sembrata una bella notizia da condividere e abbiamo detto che tutta questa operazione non è strettamente “pro loco” (pur essendo sicuramente “pro un loco”…o qualche spagnolo potrebbe dire “para unos locos“)

La seconda giornata del festival d’inverno sintesi:

Arriva una coppia sui 65 anni da Prato, che ha letto l’articolo sul Tirreno di ieri e vuole fare un itineriario trekking.

Dopo Roccia pervenuto sabato pomeriggio, con una puntualità quasi Svizzera è arrivato Simone Sandrucci (lead guitar degli Etruschi) con folta rappresentanza da Montecerboli.

L’aperitivo al bar, in stile icebreaker party, è subito sfociato in una jam session tra Wolfgang di Tatti e Simone (basso e chitarra).

Superato in snellezza un pranzo alla Casa del Chiodo, gli Etruschi assieme a Peter Seeds sono approdati alla sala della Banda di Torniella alle 16.

Prima delle 18.15 è cominciata la musica, terminata prima delle 20.

La presentazione della mappa di comunità della Val di Farma si è svolta tra le 21 e le 21.30 nella saletta della microbiblioteca/museo geologico del circolo ARCI.

La cerimonia di consegna dei buiometri assieme alle anticipazioni sui programmi 2017 di Attivarti.org e delle altre realtà associative partecipanti all’evento è stata spostata alla giornata di lunedì, dato innesco completamente volontario di una jam session al bar della Combriccola..cominciata attorno alle 22 con Peter Seeds e circa 20 presenti, si è conclusa quasi alle 02.00 di lunedì con Dario Canal e un altro che analizzavano Elderly Woman behind the Counter of a small Town.

Ricordiamo gli appuntamenti rimanenti.

NB: Vale sempre l’invito a leggere la guida al Festival.

Lunedì:

ore 12: buongiorno con gli Etruschi a Torniella (luogo da definire)

ore 15 circa – spostamento da Torniella a Grosseto via Roccatederighi

ore 19: Grosseto: Caffé Ricasoli –  – buonasera con il Festival d’inverno in Val di Farma

ore 21: Grosseto: centro commerciale Gorarella per m(‘)appare Maurizio Bacci

la chiusura del Festival è prevista attorno alla mezzanotte e si svolgerà a Scansano (ma non era un festival in Val di Farma e a Grosseto????)

per essere più sicuri di trovarsi: scrivete a mappare@attivarti.org

Comunicazione di servizio (facendo riferimento a quella di ieri)

Babbo Natale esiste ed è passato in anticipo: Roccia ha ricevuto 5 litri di benzina in tanichetta rossa.

[….continua]

p.s. la cosa che più mi ha colpito: la varieta di umori durante il concerto degli Etruschi

p.p.s. a fine festival seguirà foto reportage, con qualche estratti video

Farma Valley Winter Fest – notes from Day 1

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Per avviare la giornata:

Gli articoli sul Tirreno di ieri

 

La prima giornata del festival d’inverno sintesi:

Code di piccoli e grandi preparativi, tra la preparazione del palco per i gruppi della sera, la stampa della bozza di mappa di comunità della Val di Farma, la realizzazione di una gigantografia di dimensioni 60×80 cm dell’articolo uscito nella pagina “Cultura” del Tirreno di sabato 17 e una trasferta a Grosseto per procurare una muta di corde phosphor bronze per Peter Seeds.

I Regars e gli Officina hanno poi allietato la serata, unendo la freschezza di ventenni appassionati di Rino Gaetano all’amarcord intramontabile dei più maturi ma sempre mordaci chiusdinesi, affiancati da Stefano Lanforti di Torniella alle tastiere.

Nel pomeriggio si è manifestata un’avanguardia degli Etruschi from Lakota: Luigi Ciampini, detto Roccia, è stato paracadutato “oltre le linee amiche” verso le 18.10. Ha quindi avuto modo di iniziare a conoscere più da vicino alcuni dei personaggi della Val di Farma, distribuire a giovani e meno giovani qualche adesivo del gruppo, e avviare un profondo dibattito musicale con Peter Seeds.

La serata si è conclusa attorno alle 02.40 di domenica con un nuovo soprannome da assegnare a Luigi: Bob ha proposto di chiamarlo “Sasso” anziché “Roccia”. Durante il proseguimento dei lavori si valuterà il da farsi.

Ricordiamo gli appuntamenti rimanenti.

NB: Vale sempre l’invito a leggere la guida al Festival.

Domenica

La valle, fresca ma soleggiata, vi aspetta per escursioni e passeggiate a tema libero. Per suggerimenti di itinerari, una volta arrivati potete chiedere alla Casa del Chiodo a Piloni, o al Bar la Combriccola di Torniella.

Dalle 16 circa sarà possibile visitare la sala musica della Banda di Torniella dove, in parallelo al sound check dei gruppi del pomeriggio, alcuni componenti della banda saranno felici di raccontare la storia passata e recente di questa interessante realtà, attiva dal 1887.

Alle 18 si comincia con la musica, e dalle 21 si terranno, in parallelo a eventuali sessioni musicali improvvisate che si potrebbero sviluppare:

la presentazione della mappa di comunità della Val di Farma
la consegna dei buiometri
le anticipazioni sul calendario 2017 di Attivarti.org e delle altre realtà associative operanti sul territorio (e qualche nota su come sostenere queste realtà).

Lunedì:

Un programma più rifinito sarà pubblicato lunedì mattina, dato che vogliamo tener conto dell’andamento della domenica.
Si prega quindi di fare riferimento per il momento alla locandina ufficiale del festival, con l’aggiunta alle ore 19 di lunedì di una sosta di un’oretta bòna (o “di un’oretta, bòna”) al Caffé Ricasoli di Grosseto, eccezionalmente aperto di lunedì e con addobbi natalizi che fanno concorrenza a Macy’s di New York,

Comunicazione di servizio

Roccia è quasi senza benzina. A meno che non decida di stabilirsi in Val di Farma dopo questa esperienza, lunedì dovrà prima o poi tornare verso Castelnuovo Val di Cecina con il suo mezzo. Se qualcuno avesse voglia e tempo di procurare una tanichetta da 5 litri e portarcela, gli si paga e intanto noi ci si concentra sui preparativi della giornata.

[….continua]

p.s. la cosa che più mi ha colpito: l’espressione, tra l’incuriosito e l’attento, di chiunque abbia visto leggere gli articoli a pag. 23 del Tirreno….che ora sono anche disponibili online: vedi

p.p.s. a fine festival seguirà foto reportage

Bitter Maremma?

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PREMESSA

Nel 2014, per tenersi in allenamento dopo la missione della palla a 21 a Chicago del 2007 (cfr. Cronaca Vera, Il Tirreno e Youtube con inserti da un servizio su Comcast Sports News) si decise di organizzare un’operazione analoga su Milano. Il tutto si svolse su due fine settimana in zona Isola e prevedeva l’allestimento di una mostra sul gioco della palla, alcune dimostrazioni e momenti di cimento con i residenti della metropoli e annessa degustazione di prodotti bòni dalla Bassa Toscana.

Nel primo fine settimana eravamo Bob (a sinistra nella foto di repertorio, originariamente pubblicata nel primo episodio della rubrica Bosco Riserva) e il sottoscritto.

Durante il viaggio e durante tutto il soggiorno si ripeté più volte una situazione che si trasformò in bonario tormentone: le persone che si avvicinavano giustamente chiedevano “Ma voi da dove venite?“. E in genere Bob, più chiacchierone, rispondeva “dalla Maremma“, dato che pochissimi conoscono la Val di Farma (che in effetti non è in Maremma).

La reazione tipica all’evocare la Maremma era “che bello!“. E Bob a quel punto aggiungeva: “Sì, bello: venite a febbraio!” (e rideva).

Non abbiamo tenuto il conto ufficiale, ma come battuta ci dicevamo ogni volta “e quarantanove…e cinquanta…“. Insomma: tanta gente, direi la stragrande maggioranza associa una “grande bellezza” non solo a Roma, Caput Mundi, ma anche alla zona della ex-provincia di Grosseto.

TEMA

Questo tema della Maremma, una volta amara, che ora è la terra più bella del mondo, non è solo pour parler o gioca jouer. Le implicazioni che derivano da questo cambio di paradigma in termini di relazione col territorio hanno ripercussioni reali su politiche di sviluppo, formazione, cultura e chi più ne ha più ne metta.

E questa storia è da anni che si elabora, con il gruppo con cui collaboro. A valle delle elaborazioni, si provano anche a fare -nel nostro piccolo- delle (spieg)azioni per condividere un punto di vista non alternativo o contrapposto, ma complementare.

Complementare a quello, generatosi negli ultimi 40-50, anni nei confronti di varie zone rurali che una volta erano considerate terre “difficili” (ma quali sono le zone rurali che sono mai state “facili”?) e oggi sono percepite dai residenti delle smart city come oasi paradisiache: la Maremma è un esempio, ma ne potrei citare diversi altri con cui mi sono confrontato, in particolare dal 1997.

Una delle ultime sintesi sull’argomento è nata un paio di settimane fa, durante la raccolta delle ultime olive alla Collacchia…poche quest’anno, ma ovviamente bòne spesciali.

Diversi amici mi hanno incoraggiato a pubblicare il testo, che trovate sotto, e che potrà apprezzare meglio anche il lettore web, avendo seguito la premessa di cui sopra.

LOTTAVA RIMA

Eravamo la’ a Milano, in un giorno non lontano

Senza fretta, senza pesi, soli in mezzo ai milanesi

Si giocava con la palla, rimbalzava e vai a chiappalla

Si avvicinan due ragazze, sembran giusto incuriosite

Chiede una, la piu’ sveglia, “Ma voi da dove venite?”

Gli risponde Bob con flemma “Noi si vien dalla Maremma

Ora, ‘unn e’ proprio vero, ma e’ si’ giusto pe’ capissi

Che’ se dici “Val di Farma“, non lo sanno e poi ci glissi…

…ma tornando al dialoghello …”La Maremma…ma che bello”

“Ci sono stata quest’agosto…quanti bagni, che bel posto”

Allor Bob rivolge un ghigno all’amico men sanguigno

Lui ricambia, gia’ lo intende: dir ” Maremma ” sempre prende

Ma ti sfizia per l’estate, vieni qua con le brinate

No concorsi, niente premi…a volte ti ci fan sentire, scemi

E se vuoi davver guardare mica trovi solo il mare

La montagna, i colli e ‘l fiume…pochi suoni, manco un lume

Ma non voglio divagare, cara amica di citta’, non vorrei perdessi tempo nella tua complessita’

Se pensassi di tornare, se ‘sto spazio t’appassiona

Guarda il sito di pibinko, e poi chiama, scrivi o suona

 

E POI?

Altri episodi di ragionamenti condivisi su questo tema sono ad esempio “La Valle che non c’è” e il podcast di Maramao su m(‘)appare l’altra metà del paesaggio e comunque scorrendo www.pibinko.org e www.attivarti.org troverete altri spunti e cose fatte.

Mi farebbe piacere anche a sentire la vostra.

[CONTINUA…]

A summary of experiences from Italy in the Loss of the Night Network

The “Loss of the Night” project, funded by the EU COST programme, terminated its four years of activity at the end of October.

This article provides a brief summary of the project and of its relations to Italy.

Some context

nspow_0002_giussani_sgalganoArtificial light at night, if used in excess or inappropriately, will generate light pollution, which represents an issue for its negative effects on human health, fauna, flora, landscape, and energy consumption.
This issue can be controlled without compromising the need for illumination for security and life at night.
From this standpoint, guidelines and regulations have been established, for the reduction of light pollution. These have historically spawned from the experience of lighting engineers and astronomers (who were the first community, back in the early 20th century, to perceive the effect of light pollution on their observations). Much progress has been made in this field, especially in the past 10-15 years. However, the overall understanding of cause-effect relations between artificial light at night and the surrounding environment (and, thus, the definition of effective strategies to reduce light pollution) has yet to be attained.

The European Network

Loss of the Night started four years ago with the idea of connecting technicians and researcher interested in evaluating the effects of artificial light at night in an interdisciplinary context. This trend was already visible in several research initiatives, but was not until then structured in an international project.

Attivarti.org was invited to participate to the Loss of the Night Network since its first steps, given the experience we had developed in outreach, monitoring and citizen science with the della BuioMetria Partecipativa and CORDILIT projects.

Since February 2013 Attivarti.org operated as the primary representative of Italy in the LoNNe management committee, and was joined by the Italian National Research Council Institute of Biometeorology, base in Florence, in 2014.

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The Loss of the Night network saw the participation of about 40 organisations from 18 countries, facilitating the exchange of knowledge across experts from numerous disciplines: a core of ecologists and physicists, together with chronobiologists, statisticians, sociologists, natural reserve managers, and lighting engineers, just to mention some of the expertise.

 

Among other outcomes, the Loss of the Night network helped to

  • Create a literature database on the effects of artificial light at night
  • Define guidelines on light at night
  • Hold conference, primarily creating the “Artificial Light at Night” series, as well as workshops, courses and outreach events
  • Organize scientific missions. The main one was a four-year intercomparison campaign, allowing the joint testing of various sensors and technologis for night sky quality monitoring. The 2015 edition of the campaign was held in Tuscany, with measurements taken in the Farma Valley and Sesto Fiorentino.

Italy and LoNNe

The participation in the Loss of the Night helped Attivarti.org to establish new contacts also at the national level.

In the research arena, in addition to the above mentioned collaboration with the Institute of Biometeorology (which installed some night sky brightness sensors and started observations on the effects of nocturnal lighting on trees in Florence), at the end of 2015 we started a collaboration with the Department of Biology and the University of Pisa, with studied on the effect of light pollution on marine ecology. We also had initial contacts with researchers in Trento, Bologna, Venice, and Milano, and had a chance to meet young Italian researchers currently working abroad.

Concerning outreach, Attivarti.org hosted some interns from the Scuola Superiore di Mediazione Linguistica in Pisa, for the translation of interviews and other material in English and Spanish.

We gave lectures in Portugal and Catalunya to present the issue of artificial light at night and our experiences in the BuioMetria Partecipativa project in architecture and design schools, and also presented our work from Italy at the ALAN conferences in Leicester, UK, and Cluj-Napoca, Romania, and at the Balkan Lighting conference in Athens, Greece.

Finally, we launched a series of short interviews, pubblished in Italian and English, to give voice to lesser known subjects (young researchers, civil servants, activists) who are committed in the study and the mitigation of light pollution.

nwa_italy
An excerpt of the new world atlas of night sky brightness (Falchi et al., 2016). The colour scale from black to white is related to light pollution. In areas with colour from black to green the night sky is of good quality.

During these four years, we have not interrupted our activities on BuioMetria Partecipativa, with data collection and events in various locations in Italy, and with our contribution to the CORDILIT monitoring network.

Conclusions

With the formal part of the Loss of the Night project now over (thanking once more the coordinators for inviting us back in 2012), we maintain the relationships developed during the project and the interest in continuing our activities of protection and promotion of the night sky. Our primary area of interest is Southern Tuscany, where the BuioMetria Partecipativa project started in 2008, but we are always interested to establish connections with other regions in Italy and the rest of the globe.

 

 

For more information: buiometria@attivarti.org

Nightscape: San Galgano Abbey (Siena), Federico Giussani

The first night sky quality monitoring campaign by the Museum of vine and wine in Roccastrada, Tuscany

Following the June 30, event about protection and promotion of the night sky at the Museum of Vine and Wine in Roccastrada, Southern Tuscany, the BuioMetria Partecipativa project left on site one of their sky quality meters.

At the end of the presentation, the Municipality agreed to turn of the public lighting in the central part of the village, in order to take some initial measurements of night sky quality.

The sensor was subsequently made available to guests and staff of the Museum. We had to wait for the Summer hustle-bustle to wind down, but it was then possible for the Museum’s team to take measurements during September and October in various parts of the village, thus expanding the BuioMetria Partecipativa database. In addition to identifying some new sampling points, repeated measurements were taken on different days, so as to consolidate the readings.

Kudos to Andrea, Laura, Cinzia, and Paola for this collaboration, hoping that the exercise may be replicated, and that the campaign may suggest a more aware approach to artificial light at night.

For more information: buiometria@attivarti.org

The Fourth International Conference on Artificial Light at Night

The fourth international conference on Artificial Light at Night (ALAN) was held in Cluj-Napoca (Romania) from Sep. 26 to Sep. 28. The event was organized by the Technical University of Cluj-Napoca and the COST Action ES1204 LoNNe, Loss of the Night Network.

Since 2013 this event has drawn experts and scientists from all over the world -with 22 countries represented this year- to share experiences, best practices, and studies on artificial light at night and light pollution.

2016-09-26-10-37-21About 100 participants with a very diverse background, from lighting engineering to chronobiology, from environmental sciences to statistics, astrophysics and visual arts created an interdisciplinary melting pot.

During the three days it was possible to learn about the state of the art related to different aspects of artificial light at night. The conference sessions covered human health, technologies for light pollution monitoring, social aspects, ecology and promotion of nightscapes.

The talks spanned across different scales of observation: from very high detail experiments concerning micro-organism in streams, up to continental-scale assessment of light pollution.

Across this extremely diverse range of experiences and viewpoints, it was in fact possible to identify some common points.

All of the experts agree on the fact that artificial light at night is an essential resource to support our lives, from business to recreation, to safety and security.

2016-09-28-19-44-50At the same time, there are many cases where the negative effects of too much artificial light at night cannot be ignored. While many of these are in the process of being investigated, cautions should be taken against the proliferation of lighting systems which do not consider such aspects.

The technical guidelines created over the past fifteen years, following the first studies on light pollution, were primarily aimed at the reduction of upward lighting and of the number of luminaires.

With the growing presence of LED lighting, a new issue emerged: first-generation LEDs insured an extremely high efficiency (with energy savings up to 80%), while providing a light with a very high component of blue.

Many studies, proposed also at the ALAN conference, have re-iterated that the blue component in light has various negative effects, the main one being the suppression of melatonin production in many species.

Considering that a lighting system can have a life span of 15-20 years, and that in the coming years the replacement of millions of luminaires is foreseen all over the world, the challenge will be to install lighting systems which can provide the best trade-off between energy efficiency and impact on humans and on the living environment.

In this respect, innovation never stops, starting from the availability of new generations of LEDs, with a reduced emission of light in the blue part of the spectrum (with a colour temperature around 3000K).

While many norms and guidelines have not yet completely accounted for such innovations, it is important that all the stakeholders involved in lighting (technicians, administrator, and citizens) be aware of the negative effects of too much artificial light at night, and of the solutions to counter such effects.

The ALAN conference also had the participation from Italian specialists. These included some young researchers (mostly active outside of Italy), and a joint presentation by the BuioMetria Partecipativa project with the National Research Council’s Biometeorology Institute. The presentation summarized various awareness raising and data collection efforts taking place since 2008, in Italy and abroad (see POSTER).

After the first four editions, the ALAN conference will be switching to a bi-annual schedule. The next edition is expected to take place in the USA in 2018.

The abstracts of the Cluj-Napoca conference are available in PDF format.

For more information: bmp@pibinko.org