Stamani verso le 05:30 ora italiana nelle campagne attorno a Torniella (GR) è abboscata (non si può dire ammarata, ché il mare non c’è, ma di boschi quanti vi pare) la capsula lanciata il 9 gennaio scorso dalla base di Sureplain, Farma Valley, per la missione esplorativa m(‘)appare la Sardegna.
Al timone del monovolume, il buionauta Giancarlo da Miele, che ha percorso nei 21 giorni di spedizione circa 2300 km in auto, più tratte di traghetto per circa 700 km. Raccolte misure buiometriche, campioni di formaggi e salumi, e guide a varie risorse del territorio che saranno successivamente analizzati con i cluster top down dei laboratori di pibinko.org e attivarti.org.
Jack O’Malley, direttore scientifico della spedizione, ha commentato a proposito del buionauta , soprannominato precario o “il preca”: “Il Preca ha fatto quello che doveva essere fatto”. Il da Miele, contattato per un commento, per il momento non si esprime dovendo smaltire una fase di recupero, ma ha inviato un link al filmato di Gianni Bugno quando vinse il mondiale di ciclismo.
Da Miele ha anche raccolto varie testimonianze fotografiche e video (per tacere di quelle orali e di testa). I circa 2 Gb di video e svariate centinaia di foto , tutto materiale rigorosamente in bassa definizione, sono state trasmesse al centro di elaborazione dati dei pibinko labs…una relazione completa sulla missione sarà disponibile solo tra qualche settimana, ma nel frattempo potete rivedere i messaggi spediti durante i momenti di contatto radio (cfr. tag M(‘)LS sul blog di pibinko).
Season 1 of the “See and Sardinia” series is on the air (mostly on the ground, and partially at sea) since January 9, 2017.
The Story:
A band of musician-scientists heads from a part of Italy which is among the most beautiful outside and inside (but is perceived just as beautiful outside from the non-residents): Southern Tuscany.
The bands wants to discover another of the beautiful-inside-and-out parts of Italy, i.e. Sardinia.
During the journey, the band will be living through a cocktail of travel, survey, night sky quality monitoring, music, cultural mediation, cooking, open innovation and -occasionally but at regular intervals- sleep.
This is not a trip…it’s a tip, or a tap on your shoulder, when you turn around and nobody’s there: all the participants know Sardinia, one way for another.
But only with “See and Sardinia” the band will acknowledge with their Cartesian half what they already knew with their James Brown half: not all are concerned with Sardinia, but Sardinia is concerned about all of us (quote.).
To see trailers of the episodes, follow the SEE&S tag on pibinko.org, or check out the single episode trailers:
Rather than a standard “yearly summary” report, which we prepared in a couple of cases overt the past years, on this round we prefer proposing a presentation, also providing a little more “context” to the work we do on artificial light at night, as we noted several people are curious about it, especially after our Farma Valley Winter Fest:
Sarà suggestione, sarà stanchezza, ma mi piace vedere in queste manifestazioni e nell’aver voluto depositare una chitarra in un pubblico esercizio cinque-sei anni fa (forse sette-otto?) una sorta di propagazione naturale del Festival d’Inverno in Val di Farma…
Passato il Natale e pur il Natalino – riprende la routine, da Bolzano a Pachino…
A una settimana dal Festival, si comincia a condividere una sintesi che è all’interno del gruppo di lavoro cominciata dalla mattina dopo.
Personaggi
La giornalista (G)
L’ingegnere (I)
La barRista (B)
Il titolare del bar (T)
Interno giorno – bar in orario non affollato. Potremmo essere al Caffé Olimpico di Grosseto, al Moderno di Roccastrada nella saletta laterale, o allo Stregatto di Montecerboli. Alla radio: versione lounge della Garota de Ipanema
I è seduto a un tavolo, vari fogli e foglietti sparpagliati
T sta pulendo il bancone, B la macchina del caffé
G entra
I: Buongiorno
G: Buongiorno a lei
I (facendo il gesto di invitarsi a sedere): Prende qualcosa?
G: Un caffé al vetro, grazie
I (al titolare): Un caffé e un altro panino coll’acciuga sottpesto, per favore
T (alla barRista, mentre lui va verso il reparto panini): unoooo al vetrooo
B (fulmina T con lo sguardo): sì caro!
G (a I, per tutto il seguito): Passato il festival, volevamo sapere un po’ com’era andata
I: bene, bene
G: Quanta gente da fuori VDF (Val di Farma)?
I: Prendendo il primo e il terzo giorno come giorni di avviamento e di coda, e concentrandosi piuttosto sulla domenica, abbiamo visto fra le 35 e le 40 persone “di fòri”, sommate a quelle dei paesi (non più di 400 residenti, di cui purtroppo non tutti abili a partecipare). Alla presentazione fotografica di lunedì sera a Grosseto (con pioggia battente tutto il pomeriggio) sono venute una trentina di persone, il che è buono secondo le statistiche dell’associazione Riflessi che ospitava l’evento.
G: 35-40 persone la domenica erano tante o poche?
I: Come diceva Roberto P. del Giambellino durante il servizio civile a Lainate: “il tanto o il poco dipende dal contenitore rispetto a cui si valuta“. Più o meno è il numero che si presentò alla Festa di Capo Danno in Piazza del Popolo del 2009-2010. Per un evento da fare nella sala musica di Torniella, se fossero venute 8 persone in più, ci si poteva stare bene …seduti all’inizio, a battere le mani dopo mezz’ora, a ballare alla fine….con 12 o 14 persone in più lo spettacolo diventava meno godibile.
B: porta il caffé al tavolo – G ringrazia
G: (con leggero tono di sfida, ma non con ostilità) Aveva senso fare tutto questo can can per meno di un autobus turistico di persone?
I (si gratta il mento): Come diceva Giancarlo M. di Baggio durante il servizio militare a Cuneo: “il senso è nell’occhio di chi vede”. Tralasciando le motivazioni personali (feste di compleanno ecc.), il Festival è stato un’esercitazione, un modo di vedere gli spazi -e in più di un caso anche le persone- della Valle e quelle “di fòri”. Voleva anche essere un prologo di un periodo che andrà dal prossimo 31-12 al 9 giugno 2018. Già nella somma di questi due elementi, aveva senso. Se poi ci riaggiungi le motivazioni personali…ci stava tutto. In ogni caso, i partecipanti arrivati da fuori equivalgono più o meno 10% della popolazione residente d’inverno in Val di Farma. Come se a Milano andassero centomila persone in un giorno…tipo al concerto di Vasco Rossi! (sorride).
(G guarda in alto a destra, come quando ragioni su una cosa)
I: Certo, se portassimo il 10% di Vasco Rossi in Val di Farma…
(stacco sulla barRista, che sentendo nominare il Blasco alza lo sguardo mèmore dei quattro live seguiti negli anni scorsi)
I,…che so, una scarpa…
(stacco sulla barRista, allarmata – altro stacco sul Titolare, che pure lui inizia a seguire il discorso mentre prepara il panino)
I (rivolto per un momento alla barRista): …senza piede dentro…
I (continua, rivolto a G): forse verrebbe più gente…ma non ragioniamo con queste logiche e non invitiamo a farlo. Coi numeri eravamo a posto, per essere un’iniziativa inedita dove non c’era da mangiare o bere gratis. Poi ci sono gli aspetti di qualità: una coppia è venuta a pernottare sabato sera, per poi andare la mattina a camminare, oltre che seguire il concerto…un’altra coppia è arrivata domenica mattina da Prato, perché aveva letto l’articolo sul Tirreno del 17 dicembre, e un paio di altre chicche del genere.
G: La cerimonia di consegna dei buiometri com’è andata?
I(portandosi le mani al capo, come a indicare “testa vuota”): Alla grande: ce ne siamo scordati! In piena onda di jam session al bar della Combriccola.
Il tutto si è comunque recuperato due giorni dopo, con il passaggio di testimone avvenuto a Castelnuovo Val di Cecina (campo base degli Etruschi from Lakota). Dal pomeriggio del 21-12 scorso il buiometro soprannominato “Fungoagnello” è nelle valide mani di Luigi Ciampini, meglio noto come Roccia, il batterista degli Etruschi, che quando non suona costruisce aeroplani di balsa, cucina ottime pizzette, focacce e altre specialità di finger food e progetta percorsi di rally: insomma…ha tutti i requisiti di base per essere un ottimo buiometrista!
G: Altre variazioni al programma?
I: Ci sono state delle cose in più -in parte irripetibili, purtroppo per chi non c’era- e delle cose in meno, ma recuperabili.
G [stringendo tutti e due i pugni, come a dire “in sostanza?”]: Ci può fare qualche esempio?
I (con sguardo nostalgico) “In più” abbiamo registrato…
…una “stazione” del lunedì ore 19 al Caffé Ricasoli di Grosseto, già sede di eventi Attivarti.org in passato, come situazione “aspettando la serata per m(‘)appare Maurizio Bacci”.
Simone Sandrucci (lead guitar degli Etruschi) che attorno alle 12.30 di domenica 18, aspettando parte della comitiva per andare a pranzo alla Casa del Chiodo, è stato invitato a suonare una Eko X27 dei primi anni ’60 del secolo scorso (in dote alla famiglia Giacomelli) al bar della Combriccola. Ha intonato That’s Alright, ed è stato raggiunto alla seconda strofa da Wolfgang Scheibe (noto microstampatore di Tatti, autore del logo del festival) al basso monocorda.
Guglielmo Eboli, percussionista campano residente da quasi dieci anni nelle colline metallifere e attivo con vari progetti musicali (tra cui i Maremma Strega), che nel dopo cena di taglieri alla Combriccola ha prodotto un cajon e un tamburello gigante, con cui ha prima accompagnato Peter Seeds e Jack O’Malley in varie improvvisazioni e poi ha trascinato la quindicina di presenti al tavolo in una taranta-pizzica-lo-sa-solo-lui accelerando da 80 a 160 BPM in un minuto.
Una sorta di mini-workshop estemporaneo di educazione musicale tenuto da Dario Canal il lunedì mattina con un bimbo di Torniella.
Un intervento di Roberto Gelli detto Mariano detto Sandokan, barzellettiere della Valle (e resident al Festival della Barzelletta che si tiene ai primi di maggio a Scalvaia), che ha fulminato Dario, Roccia e Peter Seeds poco prima della partenza con un paio di gag.
G [alzando le mani, come a dire “vabbe’, abbiamo capito”]: Vabbe’, siete stati bene e le cose in meno?
I: Volevamo dare un’anteprima del programma 2017 di Attivarti.org, e raccontare un po’ cosa faranno le altre realtà che hanno partecipato alla creazione del festival, e spiegare come sostenere queste attività. Però, per come si è sviluppata la situazione, un po’ ci è passato di mente, e un po’ si è valutato che sarebbe stato un momento “istituzionale” -per quanto interessante- che si legava poco bene all’atmosfera: all’inizio sarebbe stato una cosa “a freddo”, a metà non aveva senso, e alla fine non ce n’era bisogno.
G: e ora come farete a condividere queste informazioni con chi è venuto al festival?
I: Be’: con quelli “di qui”, li ritroviamo tutti i giorni o quasi…e quelli “di fòri” sono tutti utenti consapevoli di internet. Più, ci sono quelli che ci leggono (oltre 9000 e-mail, radio, tv e web, e un po’ di social e qualche contatto stampa).
G: Nelle opzioni del Festival c’era un modulo chiamato “Vorrei ma non posso”
I: Come suggerisce il nome, era per chi avrebbe voluto esserci ma era impedito per motivi logistici o altro. Abbiamo avuto sia indicazioni di persone che potrebbero venire a visitare la Valle che non c’è (da Alghero, Parma, Pontedera e Mascate – capitale dell’Oman, e dal Nord Europa), sia proposte per andare a proporre situazioni simili altrove (nell’hinterland di Milano).
G: Ma sui programmi 2017 non ci dite proprio niente?
I: A parte che siamo già a più di 5000 battute spazi inclusi e rischiamo di passare più tempo a scrivere delle cose che a farle, c’è ancora tempo (prima di metà gennaio non succede nulla). Per il momento pensiamo a vedere chi viene alla panfortata ai Piloni (29-12), al prossimo concerto della Banda di Torniella (il 30-12 a Scalvaia), e al veglione a Torniella con Ricky DJ. Tranquilli che tutto si snoda e si comunica per tempo, dato che sono iniziative in via di definizione da fine settembre e che non si fanno se non hanno almeno 4-6 settimane di anticipo.
G: Ma nemmeno un cicinìn?
I (sorride): …che dire: come il Festival d’inverno (e come tutte le storie fatte dal 2006 a ora): saranno iniziative fatte un po’ con gente “di qui” e un po’ con gente “di fòri”…ma per una decina di giorni -personalmente- cercherò di rilassarmi e stare fuori dai giochi. La stagione è stata impegnativa, e da metà gennaio rimetterà in pista vari personaggi che avete conosciuto attraverso il festival, e altri che ancora non sono entrati in scena (ma ganzi uguale)
G: Grazie per la disponibilità!
I: Grazie a lei, auguri di buon anno se non ci si vede prima!
** …che, riascoltata oggi e scremati un paio di cliché Seventies è forse una delle più belle canzoni che parlano della vita del musicista che abbia sentito finora.
Today I published the first version of a short report about the idea of m(‘)appare …this summarizes a very long thread of interactions with friends and colleagues:
Several addtions, plus an Italian translation, needed (links etc..to be done in version 2), but you can still write (info@pibinko.org) if you are curious and do not read Italian.
La terza giornata del festival d’inverno in Val di Farma -sintesi:
Un’anteprima del pomeriggio di domenica 18 con Peter Seeds e gli Etruschi from Lakota:
Grazie a Luciano Massetti, che oltre a fare ricerca sulla biometeorologia è anche un discreto fotografo, detto da un ignorante.
Dopo un sonno ristoratore, il Buongiorno con gli Etruschi si è svolto grosso modo tra le 12 e le 14.15.
Aspettando Andrea B. per andare a pranzo (e facendo nel frattempo ripartire Irene, che doveva andare a accende la caldaia) un gruppo estemporaneo composto da Dario e Roccia (voce e batteria degli Etruschi from Lakota), Edward noto Busisi (giovane allievo di Dario dalla sera prima), Peter Seeds e un membro dell’organizzazione del festival hanno avviato una sorta di workshop/jam session…tra le altre, si sono sentiti pezzi di Dio mio no, Aulin, Nella vena di vino, Elenoir, We will rock you, ‘na tazzulella ‘e café, Rosita con intermezzi country. Roccia ha suonato la chitarra come chitarra, la chitarra come batteria e poi una sedia come batteria (per We will rock you, se no la chitarra la troncava).
Dopo un caffé (di circa mezz’ora) i musicisiti sono partiti per le rispettive prossime tappe.
Il Festival è proseguito verso Grosseto. Dopo una stazione di un’oretta al Caffé Ricasoli, tra le 21 e le 23.15 si è avuta la presentazione di m(‘)appare Maurizio Bacci, con excursus fotografici vari e stanchezza montante di chi scrive, per cui il resoconto si fa più vago.
L’appendice scansanese, pensata ieri sulla base di sviluppi dei giorni scorsi, è rimandata causa chiusura di qualsiasi spazio pubblico alle 00.23 di lunedì notte, orario di arrivo in paese.
Il Festival finisce qui, ma la storia continua…
Il programma era piuttosto denso, e abbiamo saltato alcune presentazioni (maglie ufficiali e attività produttive/associative, per esempio)…nessuno del pubblico ne ha sentito la mancanza, ma nelle prossime settimane senz’altro riprenderemo gli argomenti.
Per un reportage completo, aspettiamo a dopo le feste: a parte i telefonini, erano in azione almeno tre soggetti con foto (e in particolare attendiamo al tempo l’opera di Federico Giussani, video e altri supporti di registrazione.
Come scritto da qualche parte, il Festival d’inverno voleva essere un prologo a un periodo che si apre a fine anno e grosso modo porta al 9 giugno 2018, in cui ricorreranno i decennali di vari progetti avviati tra l’Altomilanese e la Val di Farma.
Non c’entra niente col Festival d’inverno in Val di Farma, ma mi è sembrata una bella notizia da condividere e abbiamo detto che tutta questa operazione non è strettamente “pro loco” (pur essendo sicuramente “pro un loco”…o qualche spagnolo potrebbe dire “para unos locos“)
La seconda giornata del festival d’inverno sintesi:
Arriva una coppia sui 65 anni da Prato, che ha letto l’articolo sul Tirreno di ieri e vuole fare un itineriario trekking.
Dopo Roccia pervenuto sabato pomeriggio, con una puntualità quasi Svizzera è arrivato Simone Sandrucci (lead guitar degli Etruschi) con folta rappresentanza da Montecerboli.
L’aperitivo al bar, in stile icebreaker party, è subito sfociato in una jam session tra Wolfgang di Tatti e Simone (basso e chitarra).
Superato in snellezza un pranzo alla Casa del Chiodo, gli Etruschi assieme a Peter Seeds sono approdati alla sala della Banda di Torniella alle 16.
Prima delle 18.15 è cominciata la musica, terminata prima delle 20.
La presentazione della mappa di comunità della Val di Farma si è svolta tra le 21 e le 21.30 nella saletta della microbiblioteca/museo geologico del circolo ARCI.
La cerimonia di consegna dei buiometri assieme alle anticipazioni sui programmi 2017 di Attivarti.org e delle altre realtà associative partecipanti all’evento è stata spostata alla giornata di lunedì, dato innesco completamente volontario di una jam session al bar della Combriccola..cominciata attorno alle 22 con Peter Seeds e circa 20 presenti, si è conclusa quasi alle 02.00 di lunedì con Dario Canal e un altro che analizzavano Elderly Woman behind the Counter of a small Town.