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Com’è andata? Il simposio Cultura, ambiente, innovazione libera e musica: quali opportunità per il territorio dalla diffusione delle Jug Band “di provincia”

Dalle 11 alle 12.30 di sabato 4 dicembre si è tenuto presso le ex scuole di Tatti (GR) il primo evento nella geotournée della Jug Band Colline Metallifere da Tatti (GR) a Roccatederighi (GR), settte chilometri passando per il Politecnico di Milano.

Oltre agli ospiti che vedete indicati, tra i partecipanti c’erano anche altri due collaboratori storici sui progetti che hanno portato alla seconda geotournée: Simona Lombardelli e Claudio Spinosi di Torniella.

Marco Verniani, a destra, oltre a portare i saluti del Consiglio di Frazione, ha offerto il suo punto di vista come cittadino e titolare di un’azienda agricola su un progetto che ha iniziato a seguire da poco, ma che per lui può avere impatto positivo sul territorio (non solo di Tatti)
Fabrizio Malvicini, da Rho (MI) ha fatto un excursus molto attento del percorso di pibinko.org, sin dal 2007, evidenzianone alcuni tratti caratteristici e parlando della questione (NdR non “del problema”) delle risorse per realizzare alcune attività
Wolfgang Scheibe, da ieri “agristampatore”, è stato invitato a raccontare una storia nuova, e ci ha parlato del suo 1980 in Tunisia, quando fu il primo nel mondo a curare la conversione in biodinamico di un’azienda produttrice di datteri (di cui da poco gli è arrivata qualche scatola) in un’oasi. Comunque se non conoscete le sue attività di stampe artigianali, andate a vedere il video a lui dedicato.
Dario Canal, dopo aver sentito i vari interventi, ha fatto una sintesi con il suo cappello da studente al secondo anno di Scienze dell’Educazione e ha posto alcune domande ai partecipanti (i primi 30-45 secondi di intervento sono saltati, ma ve li può raccontare lui dagli appunti).

Andrea Giacomelli alias Jack O’Malley alias Giancarlo da Miele alias pibinko…c’era anche lui, ma già sta a scrivervi troppo e quindi saltiamo la sua parte, che poi riemergerà prossimamente (o che in pratica trovate già tutta scritta scorrendo i siti http://www.pibinko.org e http://www.jugbandcm.it).

Dopo pranzo siamo inoltre stati intervistati da Radio Popolare Milano per presentare brevemente l’imminente parte milanese della Geoutournée (ascolta qui l’estratto del podcast)….e poi…

Dario Canal (sx) e Claudio Spinosi (dx)…on the road again, dopo il simposio, parlando del regolamento di palla a 21.

Per altre informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228

Dalle colline metallifere a Milano e ritorno: 17° (o 18°?) episodio – Le colline marginali

In certi periodi a volte sembra che i giorni scorrano a coppie….così cantava Cazuza, il Bon Jovi brasiliano nei primi anni ’90 (da ascoltare in questa versione dei Barão Vermelho – vedi branobag del 21-1-2019).

A volte certi giorni separati si corrispondono, per cui oggi, mentre Mauro Tirannosauro legge Bild del 3 dicembre trovato a Scansano (come tutti i Tirannosauri in giro oggi, Mauro conosce varie lingue e idiomi), vi ripropongo pari pari una cosa del 17 maggio 2020, due settimane dopo la fine in Italia del primo lockdown, al termine del primo round del progetto della Litologia Partecipativa….facciamo quindi un salto indietro nel tempo:

Oggi facciamo un esercizio diverso. La notte ha portato “coniglio” e dopo il Litologia Partecipativa Làiv Show, mettiamo un brano che faccia un po’ staccare Jack O’Malley e Mauro Tirannosauro dalle fatiche degli scorsi giorni.

Per una volta dal 15 marzo…no sassi, no pietre, no minerali. Allora esci alle 6.25 per fare tre passi intorno a Tatti (dicono alla radio 209 residenti), con un po’ di musica nelle cuffie e le rondini che cominciano a fare i primi voli al sorgere del sole. Passando dai Raconteurs, ad Alanis Morrisette, tra un muretto a secco in via di cedimento e formicai nell’asfalto delle strade secondarie arrivi agli Weezer. Ti torna in mente Beverly Hills, e scendendo lungo la via Bernardini ti viene in mente un testo che può in qualche modo spiegare un altro tassello del mosaico. Da Beverly Hills, passiamo a “Marginal Hills”, le colline marginali.

Sotto il video, il testo originale, l’adattamento collinare in inglese, e accanto la traduzione in italiano. In 45 minuti. Per oggi basta (quasi). Riposo.

Tornando nel dicembre 2021, in effetti il riposo comincerà diciamo dalle 13 in poi.

Nel frattempo a rivedersi a Tatti con chi ci può essere (e mi raccomando per la parte al chiuso dell’evento scrivete a micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228).

…e se vi piace questo show: lasciate qualcosa nel cappello digitale della Jug Band Colline Metallifere (cliccate qui).

Where I come from isn’t all that greatWhere I came from is so greatDa dove vengo è veramente bello
My automobile is a piece of crapBut I realized not too lateMa mi sono reso conto non troppo tardi
My fashion sense is a little whackI felt I did not really fitChe non mi ci sentivo a mio agio
And my friends are just as screwy as meWhile my friends thought I lost my witMentre i miei amici pensavano che avessi perso la testa



I didn’t go to boarding schoolsI followed all the proper schoolsHo fatto tutte le scuole buone
Preppy girls never looked at mePreppy girls never looked at meLe ragazzine non mi guardavano mai
Why should they? I ain’t nobodyWhy should they? Who needs and engineerPerché avrebbero dovuto? Chi ha bisogno di un ingegnere
Got nothing in my pocketWho doesn’t look like Richard GereChe non assomiglia a Richard “Ghere”



Beverly HillsMarginal HillsNelle colline marginali
That’s where I want to be!That’s where I want to be!E’ lì che voglio stare!
Gimme gimme gimme gimmeGimme gimme gimme gimmeDammele, dammele…
Living in Beverly HillsLiving in Marginal HillsVivendo nelle colline marginali
Beverly HillsMarginal Hills
Rolling like a celebrity!Feeling Jesus on Day 3Sentendosi come Gesù al terzo giorno
Gimme gimme gimme gimmeGimme gimme gimme gimme
Living in Beverly HillsLiving in Marginal Hills



Look at all those movie starsLook at all those lined-up carsGuarda tutte quelle macchine in coda
They’re all so beautiful and cleanPeople there don’t feel sereneLa gente là non è serena
When the housemaids scrub the floorsOn the margins you get scarsAi margini ti fai qualche cicatrice
They get the spaces in betweenBut man you ought to live this sceneMa, ragazzi, dovreste viverci per davvero, in questa situazione



I wanna live a life like thatDon’t wanna live a life like thatNon voglio una vita come quella
I wanna be just like a kingDon’t really need to be a kingIn effetti non mi serve essere re
Take my picture by the poolAnd at some point I’ll lay my hatE a un certo punto poserò il mio cappello
‘Cause I’m the next big thing!In some fine valley with a springIn una bella valle con una sorgente



Beverly Hills

That’s where I want to be!

Gimme gimme gimme gimme

Living in Beverly Hills

Beverly Hills

Rolling like a celebrity!

Gimme gimme gimme gimme

Living in Beverly Hills




The truth is I don’t stand a chanceThe truth is you have little chance
It’s something that you’re born intoIt’s something that you’re born into
And I just don’t belongAnd you might not belong



No, I don’tWhile I do
I’m just a no-class, beat-down foolI’m just no-hope beat-down fool
And I will always be that wayAnd I will always be that way



I might as well enjoy my lifeSo I will enjoy my life
And watch the stars playAnd watch your cars go away



Beverly Hills

That’s where I want to be!

Gimme gimme gimme gimme

Living in Beverly Hills

Beverly Hills

Rolling like a celebrity!

Gimme gimme gimme gimme

Living in Beverly Hills

Dalle colline metallifere a Milano e ritorno, 16° episodio: il caffè corrierato

[NdR: se non l’avete vista, date anche un’occhiata alla pagina de Il Tirreno ed Grosseto di oggi (anteprima qui), e meglio ancora compratevi il Tirreno ed. Grosseto se potete]

Siamo in una delle tappe della preparazione della geotournée che andrà da Tatti (GR) a Roccatederighi (GR), 7 chilometri, passando per il Politecnico di Milano.

Bar nel cuore della Toscana. Interno giorno – pioggerellina fuori. Tramestio di artigiani e piccoli imprenditori che si avvicendano al banco. Di sottofondo, alla radio, passa la canzone che trovate in fondo all’articolo [NdR: il che porta il film della geotournée nel genere fantasy, data l’impossibilità di ascoltare questa canzone alla radio la mattina, e poco anche alle altre ore]

Jack O’Malley entra, con un passo tipo saloon

JoM – Buongiorno a tutti, quelli belli quelli brutti

Avventore1 – Buongiorno!

JoM – Meno che a uno! [ma lo dice guardando il titolare con occhio che scherza]

[Il titolare passa il solito quotidiano a JoM, che se lo infila sotto il braccio come una baguette]

Barista 1 (a Barista 2) – hai finito di affettare la mortadella?

Barista 2 (a Barista 3) – hai finito di sminuzzare i pomodori secchi sott’olio

Barista 3 (a Barista 4) – hai finito di tagliare il pane fatto con le farine di grani preistorici?

Barist….

Jom (guardando in camera) – oh, sceneggiatore… dico a te! Ma quanti baristi ci hai messo in questa scena? Va bene che serve per fare il product placement e che abbiamo tutti ‘sti sponsor…ma un minimo di discrezione!

Voce fuori campo – Jack, hai ragione…ma dopo la merenda di ieri…era un’offerta che non potevamo rifiutare…

Jom [tornando a rivolgersi a Barista 5] – comunque, quando hai finito di spalmare la crema di olive aromatizzate al garofano di montagna, gradirei un caffè

Barista 6 [smettendo di spandere gocce di miele di Faggio su un piattino, rivolgendosi ai colleghi] – Luisa, Renato, Elvis, Jessikah, Lapo..ci penso io

Barista 6 [a JoM] – Corretto?

JoM – Facciamo “corrierato”! [vedi foto di testa]

Baristi e avventori tutti insieme: Ah Ah Ah Ah!

[continua]

  • Domani: appuntamento a Tatti (GR) per la prima tappa della seconda geotournée (vedi volantino qui a destra, e articolo di presentazione qui).
  • Per informazioni e sceneggiature istantanee: micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228

Canto per te che mi vieni a sentire
Suono per te che non mi vuoi capire
Rido per te che non sai sognare
Suono per te che non mi vuoi capire

Nei tuoi occhi c′è una luce
Che riscalda la mia mente
Con il suono delle dita
Si combatte una battaglia

Che ci porta sulle strade
Della gente che sa amare
Che ci porta sulle strade
Della gente che sa amare

Il mio mitra è un contrabbasso
Che ti spara sulla faccia
Che ti spara sulla faccia
Ciò che penso della vita

Con il suono delle dita
Si combatte una battaglia
Che ci porta sulle strade
Della gente che sa amare

….

Dalle colline metallifere a Milano e ritorno, 14° episodio: #Prendendomercoledì

[nell’immagine di testa, l’andamento di una cosa che vi invitiamo a indovinare, come aiutino diciamo che sono dati mensili a partire dal gennaio 2019. Scrivete a micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228]

Oggi nella getournée è giornata di relativa quiete, per cui la testa va sull’attualità.

Già hanno levato a quelli che ritengono il calcio di serie A sacro la sacralità del calcio di serie A solo la domenica. In parallelo stiamo vivendo l’ennesima diluizione di valore del dedicare un momento a una cosa specifica. Oh, va tutto bene, va così, va “come vogliano”…ma constatare è lecito.

Si era partiti col Black Friday (che una volta era quello del crollo in borsa del 1929, e ora è diventato saldi a nastro), poi è arrivato il Cybermonday…poi ieri…ieri…o non ti arrivano cinque email dedicate al “GivingTuesday”? Tutte da ONG (per lo più internazionali) che invitano a donare alle rispettive cause sociali, ambientali, culturali ecc

Bimbi: come contribuenti italiani già pagate il 5 per mille, e poi il 2 per mille (ah, sì e l’8 per mille…totale 15 per mille… uno virgola cinque per cento). Su due piedi non ricordo bene come funziona in altri stati, e stamani non ho tempo di approfondire. Ma in Italia già si versa l’1,5% di IRPEF a cose sociali, ambientali, culturali, religiose ecc… forse un #GivingTuesday che porta altre risorse è troppo in una stagione non facile per tutti?

Se tanto mi dà tanto, potete anche partecipare al #TakingWednesday della Jug Band Colline Metallifere: prenderemo tutto quello che metterete nel nostro cappello digitale, e lo useremo per sostenere progetti di tutela e valorizzazione di risorse minori o poco note nel campo della cultura, dell’ambiente e dell’innovazione libera, sempre con colonne sonore piacevoli, e in collaborazione con chi vuole collaborare (cfr. http://www.pibinko.org/chi-sono/collaborazioni/), sotto forma di prestazioni occasionali o incarichi professionali (per altre informazioni: micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228).

Good bye #GivingTuesday / Who put such a name on you / When we change with every new day / We’re not going to miss you

A risentirci domani, di nuovo dalla zona metallifera. Per informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228

She would never say where she came from
Yesterday don’t matter if it’s gone
While the sun is bright
Or in the darkest night
No one knows
She comes and goes

Goodbye, Ruby Tuesday
Who could hang a name on you?
When you change with every new day
Still I’m gonna miss you

Don’t question why she needs to be so free
She’ll tell you it’s the only way to be
She just can’t be chained
To a life where nothing’s gained
And nothing’s lost
At such a cost

Goodbye, Ruby Tuesday
Who could hang a name on you?
When you change with every new day
Still I’m gonna miss you

“There’s no time to lose,” I heard her say
“Catch your dreams before they slip away
Dying all the time
Lose your dreams
And you will lose your mind
Ain’t life unkind?”

Goodbye, Ruby Tuesday
Who could hang a name on you?
When you change with every new day
Still I’m gonna miss you

Goodbye, Ruby Tuesday
Who could hang a name on you?
When you change with every new day
Still I’m gonna miss you

Dalle colline metallifere a Milano e ritorno, 13° episodio: Into the Why

Mentre le prime brinate compaiono nel cuore dei colli metalliferi e della Valdera, Simone è in studio, Wolfgang sta a usare macchinari strani nella sua stamperia segreta, Dario recupera una settimana particolarmente impegnativa, Jack O’Malley è alle prese con gli F24 per i bolli delle fatture e Mauro Tirannosauro “se la scozza” con un feroce cane da caccia, come documentato inequivocabilmente dalla foto di testa.

Nel mentre, abbiamo chiesto a Giancarlo da Miele di segnalarci un altro adattamento al futuro anteriore di film.

R: Giancarlo, buongiorno

GdM: Buongiorno a te e a tutti gli webscoltatori

R: oggi di che filmanteriore ci vuoi parlare?

GdM: Per ora rimaniamo sul fronte dei film americani…stiamo comunque lavorando a delle schede interessanti su alcuni classici italiani

R: ci puoi dare qualche anteprima?

GdM: Anteprime sì, spoiler no. Se mi dicevi “spoiler”, ti spoileravo in faccia…comunque… prossimamente potremmo avere L’amata brancamenta (da L’armata brancaleone), Benvenuti al centro (dopo benvenuti al nord e al sud), e soprattutto “il sovrappasso”, remake de “il sorpasso” ambientato nel mondo degli ingegneri trasportisti. Questi sono tutti film che verranno prodotti tra il 2025 e il 2030.

R: Bella roba, e invece oggi di cosa ci parli?

GdM: Oggi ho per voi “Into the Why?”, che è l’adattamento di “Into the Wild”

R: certo, La storia del giovane idealista Christopher McCandless che, abbandonata la vita di tutti i giorni, va a vivere nella selvaggia Alaska. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura ai Nastri d’Argento, 1 candidatura a David di Donatello, 2 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, 7 candidature a Critics Choice Award, 4 candidature a SAG Awards, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office Into the Wild – Nelle terre selvagge ha incassato 5,1 milioni di euro (da mymovies.it)….e oltre 55 milioni di dollari a livello globale…

GdM: così dicono le fonti…ma Into the Why? Vuole esplorare gli aspetti motivazionali della storia di McCandless. Perché fare questa cosa in un modo che qualsiasi indigeno delle zone in cui si è recato avrebbe non fatto? E perché ci sono altri uomini bianchi occidentali che si sono messi in imprese analoghe e pur a fronte di imprevisti infiniti ne è uscita indenne?

R: Già…perché?

GdM: …e te lo dico gratis?

R: Scusa…hai ragione…ma dicci comunque un po’ della storia

GdM: Nella trasposizione la cosa diventa un viaggio nelle vite parallele di Edward Shackleton e Cristoforo de Candelis. Il primo, come noto, partì per una spedizione antartica e rimase per due anni con tutto il suo equipaggio nel mare di Weddell, tra lastre di ghiaccio, trichechi e feste la sera nelle tende…e riusci a riportare tutti a casa sani e salvi (vedi il libro Endurance nella cosoteca della rete pibinko.org). Il secondo partì dalla Tricocca, quartiere a Nord di Nilamo, capitale morale di una repubblica portaerei, e fu ritrovato surgelato in una delle vie cave verso Sorano, nel tentativo di andare scalzo a tracciare una parallela alla via Franchigena (con la h…quella dedicata al Beato Franco di Rimpignano), perché si ricordava che in Maremma ci sono i girasoli (vedi articolo Maremma? Amara?).

R: Certo, Gianfranco, non le mandi a dire

GdM: guarda, mi piacerebbe mandarle a fare…tipo spaccare un po’ di legna.

R: regia…prego mandare il brano di oggi, e appuntamento a domani!

[per sostenere la missione della Jug Band Colline Metallifere da Tatti (GR) a Roccatederighi (GR), 7 chilometri passando per il Politecnico di Milano, lascia qualcosa nel nostro cappello digitale: http://www.pibinko.org/jugbandcollinemetallifere/cappellodigitale/). Per altre informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228]

Pezzo già proposto nel branobag del 7-3-2019 (vedi anche l’approfondimento sui branobag)

When I walk beside her | quando le cammino accanto
i am the better man | sono er mejo
when I look to leave her | quando penso di lasciarla
I always stagger back again | arretro barcollando
once I built an ivory tower | una volta mi feci una torre d’avorio
so I could worship from above | per poter adorare dall’alto
and when I climbed down to be set free | e quanco scesi giù per essere liberato
she took me in again | lei mi riportò dentro

there’s a big | c’è un grande
a big hard sun | un grande sole duro
beating on the big people | che batte sulla gente grande
in the big hard world | nel grande e duro mondo

when she comes to greet me | quando viene a salutarmi
she is mercy at my feet | lei è la pietà ai miei piedi
when I see her pin her charm | quando la vedo appuntare il suo fascino
she just throws it back again | lei lo riporta indietro
once I sought an early grave | una volta cercai una tomba prematura
to find a better land | per cercare una terra migliore
she just smiled and laughed at me | lei semplicemente sorrise e mi rise dietro
and took her blues back again | e si riprese la sua tristezza

there’s a big
a big hard sun
beating on the big people
in the big hard world

there’s a big
a big hard sun
beating on the big people
in the big hard world

when I go to cross that river | quando vado a guadare quel fiume
she is comfort by my side | lei è il conforto al mio fianco
when I try to understand | quando cerco di capire
she just opens up her eyes | lei apre gli occhi e basta

there’s a big
a big hard sun
beating on the big people
in the big hard world

once I stood to lose her | una volta stavo per perderla
when I saw what I had done | quando mi resi conto di ciò che avevo fatto
bound down and flew away the hours | stessi giù e feci passare le ore
of her garden and her sun | del suo giardino e del suo sole
so I tried to warn her | per cui provai ad avvisarla
i’ll turn to see her weep | e mi girerò per vederal piangere
40 days and 40 nights | 40 giorni e 40 notti
and it’s still coming down on me | e ancora mi arriva tutto addosso

there’s a big
a big hard sun
beating on the big people
in the big hard world

there’s a big
a big hard sun
beaten on the big people
in the big hard world

there’s a big
a big hard sun
beaten on the big people
in the big hard world

there’s a big
a big hard sun
beaten on the big people
in the big hard world

Dalle colline metallifere a Milano e ritorno – riassunto dopo la terza settimana di preparativi (e a sei giorni dalla partenza)

Prima di passare alle storie della terza e ultima settimana di preparativi per la missione a Milano, un breve ripasso delle puntate precedenti. La foto di testa è stata scattata il 26 mattina, a Gollonica (FR). Siamo nel cuore della Valle del Pecora, proprio al centro della sterminata pineta che fu del Conte Matini. La dinastia Matini sin dall’800 aveva fatto di questo immenso territorio la sua tenuta di turismo preferita, passandoci ben cinque fine settimana all’anno. Tutto ciò per riposarsi dal duro lavoro legato al settore estrattivo dei denti (tutta la famiglia Matini operava come dentista, odontotecnico, e uno come odonatologo…ogni famiglia ha la sua libellula nera).

Nella foto sopra vediamo Mauro Tirannosauro in una pausa dell’allestimento della sala prove mobile in cui la Jug Band Colline Metallifere si ritroverà prima della partenza da Tatti (GR) per andare al Politecnico di Milano e poi rientrare a Roccatederighi (GR).

Nella foto, “pioggia a carriole” in Val di Farma (GR-SI), 26-11-2021…p.s. ma cosa c’è in fondo alla carriola? (scrivetelo a micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228

Nel frattempo, abbiamo pubblicato proprio stamani una prima versione del programma della geotournée. Alcuni dettagli sono da rifinire, ma così avete un’idea di come si svolgerà il tutto, a meno di piccoli aggiustamenti: http://www.pibinko.org/jugbandcollinemetallifere/dalle-colline-metallifere-a-milano-e-ritorno-dicembre-2021/

Ultimo, ma non ultimo, nel riepilogo delle puntate precedenti accanto al titolo della puntata abbiamo messo il brano o il video che fa da colonna sonora alla stessa. Se vi piace la storia, lasciate un contributo nel cappello digitale della Jug Band Colline Metallifere.

Buona rilettura e a domani.

La storia, dall’8 novembre:

Il cast:

Prologo

Varie ed eventuali:

Per informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org oppure Whatsapp 3317539228

Dalle colline metallifere a Milano, 12° episodio: Vengo verso l’una

…ma sarà l’una di giorno o l’una di notte? L’episodio di domenica scorsa, il settimo, parlava di gente che viene dalla luna, con tanto di foto di repertorio che rimettiamo qui per i più distratti (prego la regia di mandare l’immagine di repertorio):

L’uomo venuto dalla Luna, apparso nel 7° episodio del webromanzo “Dalle colline metallifere a Milano e ritorno” (vedi link)

Oggi, sarà forse legato al mood domenicale e da giornata di riposo, si tratterà di gente che viene VERSO l’una di giorno. Ma chi potrà arrivare a quell’ora in cui hai appena alzato la forchetta col tortello fumante? …Saranno testimoni di Genova, magari a parlarvi dell’alluvione che nel 1970 colpì la città con quella feccia un po così?..saranno finti tecnici del gas (o finti pensionati…vedi questo servizio di Giancarlo da Miele del 2005: http://www.pibinko.org/falso-pensionato-truffa-tecnico-del-gas/)? Saranno finti gas tecnici?

In ogni caos, “statev’ accuort’“, e buona domenica. A risentirci domani con le storie di Jack, Wolf, Simone e Mauro, nei preparativi della missione per andare da Tatti (GR) a Roccatederighi (GR), sette chilometri di distanza, passando per il Politecnico di Milano.

[NdR se non vi fosse chiaro perché in un webromanzo con cadenza quotidiana dopo sette giorni si passi dal settimo al dodicesimo episodio, provate a pensarci…chi ha detto che il tempo in cui scriviamo questa storia sia lineare?]

Come sempre, per informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228, e se vi piace questa storia, lasciate qualcosa nel cappello digitale della Jug Band Colline Metallifere (vedi link).

Vi salutiamo con un’allegra canzoncina degli Small Faces, dedicata appunto alla domenica:

Wouldn’t it be nice, to get on with me neighbours | ma non sarebbe bello se andassi d’accordo coi vicini
But they make it very clear, they’ve got no room for ravers | ma loro non te la mandano a dire, non hanno posto per chi fa casino
They stop me from groovin’, they bang on me wall | mi fanno smettere di star bene, danno colpi al muro
They’re doing me crust in, it’s no good at all, ah! | mi fanno cuocere, non va per niente bene [NdR traduzione di “doing me crust in” incerta: se avete alternative scrivete a micalosapevo@pibinko.org]

Lazy Sunday afternoon | una pigra domenica pomeriggio
I’ve got no mind to worry | non ho una mente per preoccuparmi
Close my eyes and drift away | chiudo gli occhi e vado alla deriva

‘Ere we all are, sitting in a rainbow | eccoci tutti qua, seduti su un arcobaleno
Gor blimey hello Mrs Jones, how’s your Bert’s lumbago? (mustn’t grumble) | Cacchi Sig.na Jones, come sta la lombaggine del suo Bert?
I’ll sing you a song with no words and no tune | vi canterò una canzone senza parole né melodia
To sing in your khazi while you suss out the moon, oh yeah! | per cantare in bagno mentre ragionate sulla luna

Lazy Sunday afternoon
I’ve got no mind to worry
Close my eyes and drift away

Roo dee doo dee doo, roo dee doo dee die day
Roo dee doo dee dum, roo dee doo dee doo dee

There’s no one to hear me, there’s nothing to say | non c’è nessuno che mi ascolti, non c’è niente da dire
And no one can stop me, from feeling this way, yeah | e nessuno mi può impedire di sentirmi così, sì

Lazy Sunday afternoon
I’ve got no mind to worry
Close my eyes and drift away

Lazy Sunday afternoon
I’ve got no mind to worry
Close my eyes and drift a-
Close my mind and drift away
Close my eyes and drift away

Dalle colline metallifere a Milano e ritorno – 11° episodio: Ombre rozze

Ombre rosse (titolo originale Stagecoach, ovvero “la diligenza”) è un film western del 1939 girato da John Ford. Sceneggiato da Dudley Nichols adattando il racconto di Ernest Haycox La diligenza per Lordsburg (1937), narra il viaggio di un gruppo eterogeneo di passeggeri di una diligenza attraverso il pericoloso territorio Apache. Il film ha come protagonisti Claire Trevor e John Wayne, nel ruolo che lo rese celebre, e fu il primo di molti western di Ford girati nella Monument Valley (fonte: Wikipedia)

Nella nostra linea di adattamenti cinematografici riportati alla storia che stiamo vivendo e raccontando, potrebbe diventare:

Ombre rozze è un film “Central” [1] del 2029 girato da Giovanni Guado [2]. Narra il viaggio di un collettivo internazionale e intergenerazionale [3] che su una Fiat Qubo [4] attraversa il non pericoloso territorio Pilones [5]. Il film ha come protagonisti Raman Crivelli, Bob Thorne, Alex Gaidos, Mauro Tirannosauro e Darius Canal, nel ruolo che lo rese celebre, e fu il primo di molti central di Guado girati nella Farma Valley [6].

  • [1] I film Western si chiamano così perché erano ambientati nell’ovest del territorio USA. Allora se facciamo un film in Toscana, possiamo chiamarlo “Central”
  • [2] traduzione italiana di John Ford (del resto molti registi europei si sono dati pseudonimi inglesi negli anni, tipo Luigi Cozzi che diventò Lewis Coates, Aristide Massaccessi come Joe d’Amato e altri nomi ecc. ecc. ecc.)
  • [3] La Jug Band Colline Metallifere and friends
  • [4] Mezzo attualmente in dotazione a Jack O’Malley, in attesa che il PNRR gli dia un veicolo elettrico a gratis
  • [5] I Pilones sono una delle nazioni che da secoli abitano la parte centrale della Val di Farma, assieme ai Tornielleros e agli Skalvaios (vedi questo articolo)
  • [6] Detta anche “La Valle che non c’è”

Nella foto di testa: i protagonisti di “Ombre rozze” durante una pausa nelle riprese, al Boscaiolo di Torniella (sperando che dopo si siano ripresi). Per altre informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228

When you can’t find the light | quando non trovi la luce
That guides you through a cloudy day | che ti guida attraverso una giornata nuvolosa
When the stars ain’t shining bright | quando le stelle non risplendono
You feel like you’ve lost you’re way | e pensi di aver perso la strada
When the candle light of home | quando il lume di candela di casa
Burns so very far away | brucia così lontano
Well, you got to let your soul shine | allora bisogna che tu lasci splendere la tua anima
Just like my daddy used to say | come diceva il mio babbo

He used to say soulshine | diceva la luce dell’anima
It’s better than sunshine | è meglio del sole
It’s better than moonshine | è meglio della luna
Damn sure better than rain | certo è meglio della pioggia
Hey now people, don’t mind | ora, ragazzi, non fateci caso
We all get this way sometime | ogni tanto capita a tutti
Got to let your soul shine, shine till the break of day | bisogna lasciar risplendere la propria anima, fino a che non viene giorno

I grew up thinking that I had it made | sono cresciuto pensando di avercela fatta
Gonna make it on my own | che me la sarei cavata da solo
Life can take the strongest man | la vita può prendere l’uomo più forte
Make him feel so alone | e farlo sentire così solo
Now sometimes I feel a cold wind | ora a volte sento un vento freddo
Blowing through my aching bones| che soffia tra le mie ossa doloranti
I think back to what my daddy said | e penso a quello che diceva il mio babbo
He said, “Boy, there is darkness before the dawn” | diceva “ragazzo, prima dell’alba c’è il buio”

Let your soul shine
It’s better than sunshine
It’s better than moonshine
Damn sure better than rain
Yeah, now people don’t mind
We all get this way sometimes
Gotta let your soul shine, shine till the break of day

Sometimes a man can feel this emptiness | ora un uomo può sentire questo vuoto
Like a woman has robbed him of his very soul | come se una donna gli avesse portato via l’anima
A woman too, God knows, she can feel like this | E per Dio, anche una donna si può sentire così
And when your world seems cold | e quando il mondo ti sembra freddo
You got to let your spirit take control | devi lasciare che il tuo spirito prenda il controllo

Talking ‘bout soulshine
It’s better than sunshine
It’s better than moonshine
Damn sure better than rain
Lord now people don’t mind
We all get this way sometimes
Gotta let your soul shine, shine till the break of day

Oh, it’s better than sunshine
It’s better than moonshine
Damn sure better than rain
Yeah, now people don’t mind
We all feel this way sometimes
Gotta let your soul shine, shine till the break of day

Dalle colline metallifere a Milano, e ritorno. 11° Episodio: lupi che ululano

Ieri, dopo quasi 10 gg di missione tra Milano, Valdera e Golfo del Sole, Jack O’Malley e Mauro Tirannosauro hanno fatto ritorno a Tatti, frazione di Massa Marittima, da non confondere con la Foresta di Tatti vicino a Volterra. Tatti è il punto di partenza dell’imminente geotournée verso il Politecnico di Milano.

Tatti (GR) , nel cuore delle colline metallifere, verso fine autunno. Vi piacciono i cachi? (ditelo a micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228)

Hanno avuto modo di fare il punto con alcuni dei personaggi implicati nell’organizzazione del primo evento (che, cominciamo a dare qualche aiutino, sarà sabato mattina 4 dicembre dalle 11 alle 12), e di fare il punto con Wolfgang “‘o stampatore” Scheibe e di ripassare alcuni dei brani della concettistica che la Jug Band Colline Metallifere proporrà (NdR per approfondimenti sulla concettistica, vedi questo link: http://www.pibinko.org/jugbandcollinemetallifere/concerttistica/)

Per salutarvi, un brano di Chester Arthur Burnett (al secolo Howlin’ Wolf, il lupo ululante), che vi canta una canzoncina e ad ascoltarlo ci sono nientepopodimenoche “loro” (il nome in codice con cui Gabs chiama i Rolling Stones, prima versione, cioè con Brian Jones).

Per altre informazioni sulla geoutournée dalle colline metallifere a Milano e ritorno (ovvero da Tatti a Roccatederighi, passando per il Politecnico di Milano): micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228, o rivedete tutta la storia scorrendo la sezione notizie di http://www.jugbandcm.it

[nell’immagine di testa, alcune delle tappe della geotournée della Jug Band Colline Metallifere nel 2025 -elaborazione a cura della pibinko mapping division]

Dalle colline metallifere a Milano, e ritorno. 10° episodio: Una dieta ricca di fibra

[riassunto delle puttanate precedenti: ai primi di novembre Jack O’Malley e Mauro Tirannosauro ricevono una chiamata dall’alto (dell’Italia) per andare a geosuonare al Politecnico di Milano. Sulla base di questo spunto, risentono Dario Canal e Simone Sandrucci per rimettere insieme la banda e rispondere alla chiamata. Dopo due missioni di scouting nella città dove una volta al posto della circonvallazione interna c’era un canale, come a Bruges, e vario tam tam nelle colline dove una volta si scavava e oggi si guarda il tramonto sull’isola d’Elba, siamo al punto che è giovedì e pioverà per almeno un paio di giorni. Ritrovate tutti gli articoli nella sezione “notizie” del sito della JBCM: ]

Architettura decostruttivista nel cuore dell’Alt(r)a Valdera (foto di Giancarlo da Miele)

Passeggiando martedì scorso nella ridente località di Santo Pietro Belvedere, nel cuore dell’Alt(r)a Valdera, ci siamo imbattutti in un nastro rosa, un po’ come quello di Battisti, ma nell’asfalto…inseguendo una libellula verso Prato, un giorno che mi ero sradicato, ho trovato il forno chiuso e ci ho pensato..ero affamato.

Parole in libertà, cui mettiamo fine proponendovi un estratto della jam session online che è capitata ieri sera tra (in ordine alfabetico) Capannoli, Firenze, Follonica e Rho.

Qua abbiamo Jack O’Malley e Dario Canal, featuring Fabrice Badnears alla sigaretta, con un grande classico lanciato nel 1963 da Lee Dorsey, a tema minerario. La canzone fu già uno del “litobag” del progetto litologia partecipativa (cfr. articolo dell’11-4-2020), e dall’estate 2020 è entrata nel repertorio della Jug Band Colline Metallifere. Se vi piace, lasciate qualcosa nel cappello digitale della JBCM. Per informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228. A domani.

Well, I been working in a coal mine | be’, ero a lavorare in una miniera di carbone
Going down, down | andando giù, giù
Working in a coal mine
Whew, about to slip down | oh, stavo per scivolare di sotto

Working in a coal mine
Going down, down
Working in a coal mine
Whew, about to slip down

Five o’clock in the morning | sono le cinque del mattino
I’m up before the sun | mi alzo prima del sole
When my work day is over | e quando la mia giornata di lavoro è finita
I’m too tired for having fun | sono troppo stanco per divertirmi

Well, I been tired but I been
Working in a coal mine
Going down, down
Working in a coal mine
Whew, about to slip down

Working in a coal mine
Going down, down
Working in a coal mine
Whew, about to slip down

Lord, I am so tired | Signore, sono così stanco
How long can this go on? | Quanto può andare avanti questa storia?