Riprendiamo il filone di adattamenti seguiti all’uscita di “Ogni cosa è illuminata” nel 2005. Jeremy Sanderson nel 2038 girò “Ogni casa è illuminata”, legato alla quantità di acrobazie che deve fare chiunque debba ristrutturare un immobile. Nel pibcast di ieri (vedi articolo) si è accennato brevemente alle notizie che nel 2035 poi avrebbero ispirato Roland Dupassant, soggettista e sceneggiatore di Sanderson.
Oggi vi vogliamo invece raccontare di un altro spin-off, intitolato “Ogni cosa è illuminata (male)”. E’ una coproduzione sinoamericana in cui due fratelli siamesi, separati alla nascita, prendono strade diverse: uno diventa progettista illuminotecnico, l’altro gommista con la passione dell’astronomia. Dopo anni spesi a rincorrersi a darsi addosso sul tema dell’inquinamento luminoso, arriveranno a conciliarsi quando Felon Mask, multimilionario in valuta pregiata, lancerà una costellazione di 1300000000 satelliti in orbita non geostazionaria, che avranno l’ineluttabile vantaggio di collegare in rete 8G le tribù degli indigeni del Saskatchewan con quelle delle valli toscane interne, e nel frattempo illumineranno le città a giorno e non faranno più vedere le stelle (ma aggiorneranno i segni zodiacali per sincronizzarli con la posizione dei microsatelliti).
Come sigla sui titoli di coda, ci sarà una di queste:
Per i servizi su luce e buio dalla rete pibinko.org, vedi questa pagina.
Se vi sono piaciute le canzoncine, lasciate qualcosa nel cappello digitale della JBCM.
Da Wikipedia: Ogni cosa è illuminata (titolo originale: Everything Is Illuminated) è un film statunitense uscito nel 2005. Si tratta della trasposizione cinematografica dell’omonimo libro autobiografico di Jonathan Safran Foer, in cui racconta il suo viaggio (sia fisico che spirituale) sulle orme del nonno, costretto ad emigrare, dalla natia Ucraina, negli Stati Uniti.
Ve lo raccomandiamo! Perché ogni cosa è illuminata, e a volte ogni casa. Ad esempio, vedete questo raggio di sole, ripreso ieri nel suggestivo borgo di Santo Pietro Belvedere (PI), nel cuore della Valdera, teso a invitarci alla lettura della civetta de Il Tirreno.
I preparativi della geotournée vedo oggi parte della Jug Band Colline Metallifere convergere sul Golfo del Sole, mentre l’altra parte, tiene saldamente le posizioni collinari a est del fiume Era e della Bruna. Ma era bruna o era bionda. Scrivetecelo a micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228.
Come momento musicale, una curiosa versione di You can’t always get what you want dei Rolling Stones, interpretata da Simone Sandrucci e Jack O’Malley con Mbira e shaker, dopo il concerto all’enoteca Le Volte di Roccatederighi. Era l’8-2-2020, serata finale del Festival di Sanremo (o serata di apertura del Festival di Saremo?). Nel sottofondo, Dario e Wolfgang stanno organizzando il prossimo colpo grosso, e alla fine qualcuno si mette ad aggiungere una percussione, o forse è Wolfgang che sta stampando una maglietta:
Se vi è piaciuta, lasciate qualcosa nel cappello digitale della JBCM.
Nella foto di testa: raggi di sole riflessi dal muro nelle scale (e non visibili a occhio nudo) di un ufficio ad Ajaccio, Corsica, nel gennaio 2017. Vedi questo link per altre informazioni sulla tournée in cui fu scattata la foto
Prima di passare alle storie della seconda settimana di preparativi per la missione a Milano, un breve ripasso delle puntate della settimana scorsa. La foto di testa è stata scattata ieri pomeriggio, domenica, nella basse della Palaiola Crew, in Valdera, dove potremmo suonare il 22 novembre 2022 nella serata finale del festival di Saremo (NdR è un festival che ancora non esiste, ma essendo centrato su cose futuribili, ne possiamo parlare tranquillamente). Nell’immagine vediamo Mauro Tirannosauro impegnato nella catalogazione di alcune new entry nella cosoteca della rete pibinko.org
Tornando lì per l’ottantesima volta dopo mesi, ci ha fatto piacere vedere un Ape di Tattistampa, anche se non è della Jug Band Colline Metallifere e non ha i nostri autografi. Prego la regia di mandare la foto di repertorio da La Palaiola Crew:
Per quanto riguarda i preparativi per la missione: sul lato maremmano, abbiamo trovato un punto stappa interessante in cui ci fermeremo nel pomeriggio del 4 dicembre, andando verso nord. Per ora non vogliamo dare troppi dettagli, ma possiamo dire che secondo Dante saremo sempre in Maremma, mentre secondo la geografia degli ultimi 100 anni no (…altro che “aiutino”).
Sul lato milanese, Jack O’Malley e Mauro Tirannosauro nella due giorni in città hanno avuto modo di passare diverso tempo al Politecnico, in particolare al DICA (Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale), dove hanno conosciuto altri ricercatori e proposto un paio di brani del repertorio geomusicale della JBCM come anti-anti-pasto a un pubblico ristretto. Nel confronto con i presenti, è nata una piccola jam in cui si è spaziato dalla ballata del cellulare a Edith Piaf.
Per chiudere, un po’ di musica da un bootleg girato da Davide Schianchi durante le prove della JBCM nell’estate 2020, con un brano che -dovendo affrontare il Politecnico di Milano a breve- è molto centrato: The Seeker degli Who (già condiviso varie volte da Jack O’Malley in ambiti di ricerca, vedi questo articolo del 2014).
I’ve looked under chairs | Ho cercato sotto le sedie I’ve looked under tables | ho cercato sotto i tavoli I’ve tried to find the key | ho provato a trovare la chiave To fifty million fables | di cinquanta milioni di favole
They call me The Seeker | mi chiamano il cercatore I’ve been searchin’ low and high | ho cercato su e giù I won’t get to get what I’m after | non riuscirò a trovare ciò che cerco Till the day I die | fino al giorno della mia morte
I asked Bobby Dylan | Ho chiesto a Robertino Dylan I asked the Beatles | Ho chiesto ai Beatles I asked Timothy Leary | Ho chiesto a Timothy Leary But he couldn’t help me either | Ma nemmeno lui mi poteva dare una mano
They call me The Seeker I’ve been searchin’ low and high I won’t get to get what I’m after Till the day I die
People tend to hate me | alla gente in genere non piaccio Coz I never smile | perché non rido mai As I ransack their homes | mentre saccheggio le loro case They wanna’ shake my hand | mi vogliono stringere la manon
Focusing on nowhere | mi concentro sul nulla Investigating miles | ricerando per miglia I’m a seeker | sono un cercatore I’m a really desperate man | un uomo davvero disperato
I wont get to get what I’m after Till the day I die
I learned how to raise my voice in anger | ho imparato ad alzare la voce con rabbia Yeah but look at my face ain’t this a smile | Già, ma guarda la mia espressione, se non è un sorriso
I’m happy when life’s good and when its bad I cry | sono contento quando la vita va bene e quando va male piango I got values but I don’t know how or why | ho dei valori, ma non so come o perché
I’m lookin’ for me | io sto cercando me You’re lookin’ for you | tu stai cercando te Were lookin’ at each other and we don’t know what to do | ci guardiamo l’un l’altro e non sappiamo che fare
They call me The Seeker I been searchin’ low and high I wont get to get what I’m after Till the day I die
Jack O’Malley e Mauro Tirannosauro sono rientrati in Toscana dopo la seconda missione di “scouting” a Milano. Simone è insieme al bianconiglio, Dario è preso nella didattica, a distanza e non solo, e Wolfgang ulula e manda video di strade troppo dritte per essere a Tatti.
Il programma complessivo della “geoutournée” da Tatti (GR) a Roccatederighi (GR), sette chilometri di distanza, passando per il Politecnico di Milano si è arrichito con due tappe all’andata. Una sarà in provincia di Livorno e una in provincia di Pisa.
Per il momento non vi diciamo di più. Intanto gli esperti di pendolarismo Maremma-Milano possono fare qualche elucubrazione su dove ci fermeremo….saranno Castiglioncello e San Giuliano Terme? Saranno Venturina Terme e Tirrenia? Saranno Cafaggio e Riglione? Provate a seguire gli ultimi preparativi scorrendo la sezione notizie del nostro sito.
Per informazioni, booking, o tentativi di indovinare le tappe in provincia di Livorno e Pisa: micalosapevo@pibinko.org oppure Whatsapp 3317539228
[nella foto di testa, autoritratto di Jack O’Malley in versione lunare, scattato a Tatti qualche notte fa]
Ascensore per l’inferno è il titolo italiano di “Angel Heart”, film con Robert de Niro e Mickey Rourke come protagonisti, per la regia di Alan Parker.
Ora, direte voi, cosa c’entrano tutte queste cose cinematografiche (l’altro giorno Inception, magari più avanti film di Totò o di Robert Rodriguez, ecc ecc ecc.) con un collettivo geomusicale internazionale e intergenerazionale che andrà tra un paio di settimane dalle Colline Metallifere a Milano, ovvero da Tatti (GR) a Roccatederighi (GR), passando per la città con la Madonnina?
Il “cosa c’entra” è negli occhi di chi vede, ma possiamo dire che nel percorso che ci ha portato al 20 novembre 2021 alle 7 di mattina ci sono tanti video, tanti film…guardati, riguardati (leggendo anche le sceneggiature), e parecchi video anche prodotti. Al marzo 2020, erano 123 video originali (per una dozzina di ore complessive di visione …in alcuni casi di visioni … fra micrometraggi e documentari), oltre a una ventina di video della Jug Band Colline Metallifere (perlopiù musicali, ma non solo).
A proposito, Alan Parker è stato anche il regista di “The Commitments”
Vi salutiamo con un pezzone di Marcus King di un paio d’anni fa, con traduzione del testo a cura di Giancarlo da Miele:
Hangin’ out of my window | mi sporgo dalla finestra Leaning over my railing | mi affaccio dalla ringhiera Trying to see what she’s found as she goes | per vedere cos’ha trovato lei mentre se ne va What she found as she goes | mentre se ne va
Hear the sound of my highway | sento il rumore della mia autostrada I get stoned as I pray | mi rincoglionisco mentre prego Think I’ll just fade away | penso che mi lascerò andare e basta Who’s gonna care now | ora a chi importerà Lord who’s gonna care | Signore, a chi importerà
‘Cause I don’t know where I’m headed, babe | perché non so dove sto andando, piccola But I know I’ll see you there | ma so che ti troverò lì ‘Cause I don’t where I’m headed, babe But I know I’ll see you there
She came down from the mountain | era venuta giù dai monti Singing songs to me | cantandomi delle canzoni Always left me wondering where she may be | e mi faceva sempre pensare a dove avrebbe potuto essere All the places that she’s seen | a tutti i posti che ha visto
Hear the thunder in the sky | senti il tuono nel cielo See the pain in her eyes | vedi il dolore nei suoi occhi You’re always safe here with me | con me qui sei sempre al sicuro But your heart is somewhere else | ma il tuo cuore è altrove
And I don’t know where I’m headed, babe But I know I’ll see you there And I don’t where I’m headed, babe But I know I’ll see you there
Hanging out of my window Leaning over my railing Trying to see what she’s found as she goes What she’s found as she’s going
She came down from the mountain Singing songs to me Always left me wondering where she may be All the places that she’s seen
‘Cause I don’t know where I’m headed, babe But I know I’ll see you there ‘Cause I don’t know where I’m headed, babe But I know I’ll see you there ‘Cause I don’t know where I’m headed, babe But I know I’ll see you there
Cari ascoltatori di questo pibcast: sta prendendo campo il “geoquiz” lanciato nella puntata sulla fenologia a Tatti (da non confondere con la fienologia, disciplina anch’essa molto studiata a Tatti nella zona del Pianale NdR) e proseguito con quella su Inception, abbiamo avuto una risposta interessante da Pietro Crivelli, quello che dipinge con la chitarra e suona con i pennelli (vedi video). Dice Pietro da Piloni frazione di Roccastrada GR:
IL breve filmato mette in evidenza una fortissima luce nel buio nero di una notte ventosa che agita i rami degli alberi, che in parte brillano di riflessi di quella luce tonda-ovale che potrebbe essere la luna ma emana un fascio di luce così forte che fa pensare ad un riflettore. Poi l’ombra un po’ misteriosa a forma di una V capovolta creata sul muro anche esso illuminato per giunta. Non si riesce a capire quale si realmente la sorgente della luce. Ricorda a me un po’ un film “Frankenstein”. Ma era in bianco e nero. Questa è una ripresa a colori e ci sono numerose auto apparentemente parcheggiate nel piazzale. Forse la luce riflessa da un’auto fuori campo.
Grazie Pietro! Un cinquino bianco per te al prossimo ritrovo! Nel frattempo, Mauro Tirannosauro ieri è tornato con Jack O’Malley a Città Studi, per studiare i preparativi della fase milanese dell’imminente geotournée. In un momento di pausa, si è messo a pensare agli Allman Brothers:
Nel 2010 usciva “Inception” di Christopher Nolan (vedi trailer). Andando a rileggere una delle recensioni online, viene definito “Tra sogno e realtà, un sapiente distillato delle alchimie più segrete del cinema”. Pare sia costato 160 milioni di dollari farlo, e che abbia incassato oltre 800 milioni della stessa valuta, oltre a una valanga di premi e riconoscimenti. Per Mauro Tirannosauro è un gran bel film.
E questo cosa c’entrerebbe con la geotournée della Jug Band Colline Metallifere fra Tatti (GR) e Roccatederighi (GR) e altri punti che si stanno determinando da qui a una settimana e che a breve mostreremo su una mappa, di cui al momento per motivi contrattuali possiamo solo dire Milano (MI) e Cologno Monzese (MI)? Diciamolo subito per evitare di essere definiti una volta di più “ellittici”, “oscuri” o “non si capisce una mazza di quello che fate”. E’ semplice, la geotournée che si svolgerà tra il 4 e il 12 dicembre prossimi, e anche buona parte dei preparativi, hanno diversi aspetti che si svolgono tra sogno e realtà (se non altro perché quando dormiamo sognamo, e quando siamo svegli meno). Per esempio, andando ieri a camminare in uno dei percorsi di mobilità agrodolce della rete pibinko.org, abbiamo trovato una scarpa di un escursionista, messa come segnavia ai sensi della normativa ufficiosa.
Intanto vi segnaliamo la versione video del fotoquiz di ieri (è arrivata una risposta per ora, ma sbagliato). Nel video, si può apprezzare il vento che soffia spesso, spesso, spesso, spesso, spesso a Tatti e sul crinale delle colline metallifere in autunno e inverno. Ma per rispondere al geoquiz vi consiglio di riguardare la foto (vedi episodio di ieri). Un aiutino…c’entra con la luce (per approfondimenti). Risposte a micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228.
Alla risposta più originale che arriverà entro sabato 20 novembre, la JBCM offrirà un simpatico omaggio, di natura da definirsi in funzione della distanza da Tatti.
Sigla, con il Reverendo Peyton, e a risentirsi domani dalle piane padane:
Passeggiando per Tatti (GR) prima della partenza per una missione, Mauro Tirannosauro ha notato questo fenomeno…voi cosa ci vedete a parte tre macchine parcheggiate in un senso e una nell’altro?
Tatti – Interno notte, o meglio, mattina molto presto. Fuori ancora buio. Sala in cui convivono oggetti e ricordi di quattro generazioni, apparentemente nel disordine più totale, ma in effetti organizzati secondo i rigidi criteri di classificazione della cosotecadella rete pibinko.org.
Fuori, un vento che soffia forte. Ma niente bufera, e nemmeno pale eoliche (perché?).
Jack O’Malley (JOM) e Mauro Tirannosauro (MT) stanno estrapolando dalla cosoteca vari pezzi e li stanno radunando come pecore di un gregge, solo che essendo oggetti molto diversi sarebbe come avere un assembramento di pecore, muche, oche e cavalli, piuttosto che solo ovini.
MT sta fischiettando una canzone: “Bestie della piana e di montagna…”
JOM si ferma ad ascoltarlo, tenendo in mano una copia de “La scienza illustrata” del ’51 e pensando se inserirla nel mucchio.
JOM: “…che pezzo è quello?”
MT [si gira un po’ di lato, come a celare un segreto]: niente, niente…dicevo tra me e me
JOM [punta il dito di una mano e con l’altra sventola la rivista]: “no, quello è un pezzo nuovo…ora mi dici tutto: questo è un collettivo internazionale e intergenerazionale e quindi ora devi rendere collettivo quel testo”
MT [facendo spallucce]: Sì, non penso ci siano problemi..è una cosa che avevamo scritto con Dario l’anno scorso, ma prima finiamo di fare i bagagli che se no ci scappa il treno delle sette.
Prima di passare alle storie della seconda settimana di preparativi per la missione a Milano, un breve ripasso delle puntate della settimana scorsa. La foto di testa è stata scattata ieri sera all’enoteca Le Volte di Roccatederighi, dove suonammo l’8 febbraio 2020 (serata della finale di Sanremo): tornando lì per la prima volta dopo mesi, ci ha fatto piacere rivedere l’Ape della JBCM di Tattistampa, con i nostri autografi. Prego la regia di mandare un breve estratto del live a Le Volte:
Per quanto riguarda i preparativi per la missione: sul lato maremmano stiamo presentando la cosa ad amici, conoscenti, e attività sul territorio. Sul lato milanese, fervono i contatti con il Politecnico, che nei giorni scorsi sono stati concentrati soprattutto sul compilare una lista di pezzi di impianto che ci saranno messi a disposizione per il geoevento del 10 dicembre mattina, e di altri musicisti con cui si potrebbe arricchire la formazione per l’occasione.
Nell’anteprima avevamo solo detto che siamo stati invitati dal Politecnico. Per aggiungere qualche dettaglio, aggiungiamo oggi che il motivo per cui andiamo è legato a un professore che ha avuto molto a che fare con l’elemento di cui si parla in questo brano.