Si tratta di una prima versione scritta di un ragionamento avviato tempo fa e in parte già condiviso con alcuni amici e colleghi:
http://www.pibinko.org/mappare/
…con vari link da inserire e altri aggiustamenti (si farà in una versione 2).
Si tratta di una prima versione scritta di un ragionamento avviato tempo fa e in parte già condiviso con alcuni amici e colleghi:
http://www.pibinko.org/mappare/
…con vari link da inserire e altri aggiustamenti (si farà in una versione 2).
Per avviare la giornata:
La terza giornata del festival d’inverno in Val di Farma -sintesi:
Un’anteprima del pomeriggio di domenica 18 con Peter Seeds e gli Etruschi from Lakota:
Grazie a Luciano Massetti, che oltre a fare ricerca sulla biometeorologia è anche un discreto fotografo, detto da un ignorante.
Dopo un sonno ristoratore, il Buongiorno con gli Etruschi si è svolto grosso modo tra le 12 e le 14.15.
Aspettando Andrea B. per andare a pranzo (e facendo nel frattempo ripartire Irene, che doveva andare a accende la caldaia) un gruppo estemporaneo composto da Dario e Roccia (voce e batteria degli Etruschi from Lakota), Edward noto Busisi (giovane allievo di Dario dalla sera prima), Peter Seeds e un membro dell’organizzazione del festival hanno avviato una sorta di workshop/jam session…tra le altre, si sono sentiti pezzi di Dio mio no, Aulin, Nella vena di vino, Elenoir, We will rock you, ‘na tazzulella ‘e café, Rosita con intermezzi country. Roccia ha suonato la chitarra come chitarra, la chitarra come batteria e poi una sedia come batteria (per We will rock you, se no la chitarra la troncava).
Dopo un caffé (di circa mezz’ora) i musicisiti sono partiti per le rispettive prossime tappe.
Il Festival è proseguito verso Grosseto. Dopo una stazione di un’oretta al Caffé Ricasoli, tra le 21 e le 23.15 si è avuta la presentazione di m(‘)appare Maurizio Bacci, con excursus fotografici vari e stanchezza montante di chi scrive, per cui il resoconto si fa più vago.
L’appendice scansanese, pensata ieri sulla base di sviluppi dei giorni scorsi, è rimandata causa chiusura di qualsiasi spazio pubblico alle 00.23 di lunedì notte, orario di arrivo in paese.
Il Festival finisce qui, ma la storia continua…
Come scritto da qualche parte, il Festival d’inverno voleva essere un prologo a un periodo che si apre a fine anno e grosso modo porta al 9 giugno 2018, in cui ricorreranno i decennali di vari progetti avviati tra l’Altomilanese e la Val di Farma.
Per avviare la giornata:
Gli articoli sul Tirreno di ieri
Non c’entra niente col Festival d’inverno in Val di Farma, ma mi è sembrata una bella notizia da condividere e abbiamo detto che tutta questa operazione non è strettamente “pro loco” (pur essendo sicuramente “pro un loco”…o qualche spagnolo potrebbe dire “para unos locos“)
La seconda giornata del festival d’inverno sintesi:
Arriva una coppia sui 65 anni da Prato, che ha letto l’articolo sul Tirreno di ieri e vuole fare un itineriario trekking.
Dopo Roccia pervenuto sabato pomeriggio, con una puntualità quasi Svizzera è arrivato Simone Sandrucci (lead guitar degli Etruschi) con folta rappresentanza da Montecerboli.
L’aperitivo al bar, in stile icebreaker party, è subito sfociato in una jam session tra Wolfgang di Tatti e Simone (basso e chitarra).
Superato in snellezza un pranzo alla Casa del Chiodo, gli Etruschi assieme a Peter Seeds sono approdati alla sala della Banda di Torniella alle 16.
Prima delle 18.15 è cominciata la musica, terminata prima delle 20.
La presentazione della mappa di comunità della Val di Farma si è svolta tra le 21 e le 21.30 nella saletta della microbiblioteca/museo geologico del circolo ARCI.
La cerimonia di consegna dei buiometri assieme alle anticipazioni sui programmi 2017 di Attivarti.org e delle altre realtà associative partecipanti all’evento è stata spostata alla giornata di lunedì, dato innesco completamente volontario di una jam session al bar della Combriccola..cominciata attorno alle 22 con Peter Seeds e circa 20 presenti, si è conclusa quasi alle 02.00 di lunedì con Dario Canal e un altro che analizzavano Elderly Woman behind the Counter of a small Town.
Ricordiamo gli appuntamenti rimanenti.
NB: Vale sempre l’invito a leggere la guida al Festival.
Lunedì:
ore 12: buongiorno con gli Etruschi a Torniella (luogo da definire)
ore 15 circa – spostamento da Torniella a Grosseto via Roccatederighi
ore 19: Grosseto: Caffé Ricasoli – – buonasera con il Festival d’inverno in Val di Farma
ore 21: Grosseto: centro commerciale Gorarella per m(‘)appare Maurizio Bacci
la chiusura del Festival è prevista attorno alla mezzanotte e si svolgerà a Scansano (ma non era un festival in Val di Farma e a Grosseto????)
per essere più sicuri di trovarsi: scrivete a mappare@attivarti.org
Comunicazione di servizio (facendo riferimento a quella di ieri)
Babbo Natale esiste ed è passato in anticipo: Roccia ha ricevuto 5 litri di benzina in tanichetta rossa.
[….continua]
p.s. la cosa che più mi ha colpito: la varieta di umori durante il concerto degli Etruschi
p.p.s. a fine festival seguirà foto reportage, con qualche estratti video
Per avviare la giornata:
Gli articoli sul Tirreno di ieri
La prima giornata del festival d’inverno sintesi:
Code di piccoli e grandi preparativi, tra la preparazione del palco per i gruppi della sera, la stampa della bozza di mappa di comunità della Val di Farma, la realizzazione di una gigantografia di dimensioni 60×80 cm dell’articolo uscito nella pagina “Cultura” del Tirreno di sabato 17 e una trasferta a Grosseto per procurare una muta di corde phosphor bronze per Peter Seeds.
I Regars e gli Officina hanno poi allietato la serata, unendo la freschezza di ventenni appassionati di Rino Gaetano all’amarcord intramontabile dei più maturi ma sempre mordaci chiusdinesi, affiancati da Stefano Lanforti di Torniella alle tastiere.
Nel pomeriggio si è manifestata un’avanguardia degli Etruschi from Lakota: Luigi Ciampini, detto Roccia, è stato paracadutato “oltre le linee amiche” verso le 18.10. Ha quindi avuto modo di iniziare a conoscere più da vicino alcuni dei personaggi della Val di Farma, distribuire a giovani e meno giovani qualche adesivo del gruppo, e avviare un profondo dibattito musicale con Peter Seeds.
La serata si è conclusa attorno alle 02.40 di domenica con un nuovo soprannome da assegnare a Luigi: Bob ha proposto di chiamarlo “Sasso” anziché “Roccia”. Durante il proseguimento dei lavori si valuterà il da farsi.
Ricordiamo gli appuntamenti rimanenti.
NB: Vale sempre l’invito a leggere la guida al Festival.
Domenica
La valle, fresca ma soleggiata, vi aspetta per escursioni e passeggiate a tema libero. Per suggerimenti di itinerari, una volta arrivati potete chiedere alla Casa del Chiodo a Piloni, o al Bar la Combriccola di Torniella.
Dalle 16 circa sarà possibile visitare la sala musica della Banda di Torniella dove, in parallelo al sound check dei gruppi del pomeriggio, alcuni componenti della banda saranno felici di raccontare la storia passata e recente di questa interessante realtà, attiva dal 1887.
Alle 18 si comincia con la musica, e dalle 21 si terranno, in parallelo a eventuali sessioni musicali improvvisate che si potrebbero sviluppare:
la presentazione della mappa di comunità della Val di Farma
la consegna dei buiometri
le anticipazioni sul calendario 2017 di Attivarti.org e delle altre realtà associative operanti sul territorio (e qualche nota su come sostenere queste realtà).
Lunedì:
Un programma più rifinito sarà pubblicato lunedì mattina, dato che vogliamo tener conto dell’andamento della domenica.
Si prega quindi di fare riferimento per il momento alla locandina ufficiale del festival, con l’aggiunta alle ore 19 di lunedì di una sosta di un’oretta bòna (o “di un’oretta, bòna”) al Caffé Ricasoli di Grosseto, eccezionalmente aperto di lunedì e con addobbi natalizi che fanno concorrenza a Macy’s di New York,
Comunicazione di servizio
Roccia è quasi senza benzina. A meno che non decida di stabilirsi in Val di Farma dopo questa esperienza, lunedì dovrà prima o poi tornare verso Castelnuovo Val di Cecina con il suo mezzo. Se qualcuno avesse voglia e tempo di procurare una tanichetta da 5 litri e portarcela, gli si paga e intanto noi ci si concentra sui preparativi della giornata.
[….continua]
p.s. la cosa che più mi ha colpito: l’espressione, tra l’incuriosito e l’attento, di chiunque abbia visto leggere gli articoli a pag. 23 del Tirreno….che ora sono anche disponibili oline: vedi
p.p.s. a fine festival seguirà foto reportage
[musica consigliata: (Doing the) Boom Boom, di Eli Paperboy Reed, che il 9.5.2014 suonava a Milano e potemmo andare a vedere dopo il viaggio da Torniella alla metropoli]
PREMESSA
Nel 2014, per tenersi in allenamento dopo la missione della palla a 21 a Chicago del 2007 (cfr. Cronaca Vera, Il Tirreno e Youtube con inserti da un servizio su Comcast Sports News) si decise di organizzare un’operazione analoga su Milano. Il tutto si svolse su due fine settimana in zona Isola e prevedeva l’allestimento di una mostra sul gioco della palla, alcune dimostrazioni e momenti di cimento con i residenti della metropoli e annessa degustazione di prodotti bòni dalla Bassa Toscana.
Nel primo fine settimana eravamo Bob (a sinistra nella foto di repertorio, originariamente pubblicata nel primo episodio della rubrica Bosco Riserva) e il sottoscritto.
Durante il viaggio e durante tutto il soggiorno si ripeté più volte una situazione che si trasformò in bonario tormentone: le persone che si avvicinavano giustamente chiedevano “Ma voi da dove venite?“. E in genere Bob, più chiacchierone, rispondeva “dalla Maremma“, dato che pochissimi conoscono la Val di Farma (che in effetti non è in quella che viene considerata la Maremma).
La reazione tipica all’evocare la Maremma era “che bello!“. E Bob a quel punto aggiungeva: “Sì, bello: venite a febbraio!” (e rideva, aggiungendoci quando possibile una pacca sulla spalla con mano da muratore).
Non abbiamo tenuto il conto ufficiale, ma come battuta ci dicevamo ogni volta “e quarantanove…e cinquanta…“. Insomma: tanta gente, direi la stragrande maggioranza associa una “grande bellezza” non solo a Roma, Caput Mundi, ma anche alla zona della ex-provincia di Grosseto.
TEMA
Questo tema della Maremma, una volta amara, che ora è la terra più bella del mondo, non è solo pour parler o gioca jouer. Le implicazioni che derivano da questo cambio di paradigma in termini di relazione col territorio hanno ripercussioni reali su politiche di sviluppo, formazione, cultura e chi più ne ha più ne metta.
E questa storia è da anni che si elabora, con il gruppo con cui collaboro. A valle delle elaborazioni, si provano anche a fare -nel nostro piccolo- delle (spieg)azioni per condividere un punto di vista non alternativo o contrapposto, ma complementare.
Complementare a quello, generatosi negli ultimi 40-50, anni nei confronti di varie zone rurali che una volta erano considerate terre “difficili” (ma quali sono le zone rurali che sono mai state “facili”?) e oggi sono percepite dai residenti delle smart city come oasi paradisiache: la Maremma è un esempio, ma ne potrei citare diversi altri con cui mi sono confrontato, in particolare dal 1997.
Una delle ultime sintesi sull’argomento è nata un paio di settimane fa, durante la raccolta delle ultime olive alla Collacchia…poche quest’anno, ma ovviamente bòne spesciali.
Diversi amici mi hanno incoraggiato a pubblicare il testo, che trovate sotto, e che potrà apprezzare meglio anche il lettore web, avendo seguito la premessa di cui sopra.
LOTTAVA RIMA
Eravamo la’ a Milano, in un giorno non lontano
Senza fretta, senza pesi, soli in mezzo ai milanesi
Si giocava con la palla: rimbalzava, e vai a chiappalla
Si avvicinan due ragazze, sembran giusto incuriosite
Chiede una, la piu’ sveglia, “Ma voi da dove venite?”
Gli risponde Bob con flemma “Noi si vien dalla Maremma”
Ora, ‘unn e’ proprio vero, ma e’ si’ giusto pe’ capissi
Che’ se dici “Val di Farma“, non lo sanno e poi ci glissi…
…ma tornando al dialoghello …”La Maremma…ma che bello”
“Ci sono stata quest’agosto…quanti bagni, che bel posto”
Allor Bob rivolge un ghigno all’amico men sanguigno
Lui ricambia, gia’ lo intende: dir ” Maremma ” sempre prende
Ma ti sfizia per l’estate, vieni qua con le brinate
No concorsi, niente premi…a volte ti ci fan sentire, scemi
E se vuoi davver guardare mica trovi solo il mare
La montagna, i colli e ‘l fiume…pochi suoni, manco un lume
Ma non voglio divagare, cara amica di citta’, non vorrei perdessi tempo nella tua complessita’
Se pensassi di tornare, se ‘sto spazio t’appassiona
Guarda il sito di pibinko, e poi chiama, scrivi o suona
E POI?
Altri episodi di ragionamenti condivisi su questo tema sono ad esempio “La Valle che non c’è” e il podcast di Maramao su m(‘)appare l’altra metà del paesaggio e comunque scorrendo www.pibinko.org troverete altri spunti e cose fatte.
Aggiornamento 15-1-2024: molte altre cose (tutto su https://www.pibinko.org e http://www.jugbandcm.it).
Mi farebbe piacere anche a sentire la vostra.
[CONTINUA…]
Con il mese di ottobre si è chiuso il progetto comunitario “Loss of the Night”, finanziato nell’ambito del programma COST dell’Unione Europea, avviato nell’autunno 2012.
In questo articolo diamo una breve sintesi del progetto e delle relazioni di questo con l’Italia.
Premessa
La luce artificiale notturna, se utilizzata in modo eccessivo o improprio, determina inquinamento luminoso ed è un problema per gli effetti su salute umana, fauna, flora, paesaggio e consumi energetici.
Tale problema può essere controllato senza compromettere le necessità di illuminazione per la sicurezza e la fruibilità degli ambienti notturni.
In questo senso, negli anni sono state messe a punto linee guida e leggi per la riduzione dell’inquinamento luminoso, derivate storicamente dall’esperienza degli illuminotecnici e degli astronomi e astrofili (che furono i primi, già agli inizi del secolo scorso, ad avvertire la questione inquinamento luminoso). Molti progressi sono stati fatti in questo campo, soprattutto negli ultimi 10-15 anni; tuttavia, una comprensione complessiva dei rapporti causa-effetto tra luce artificiale notturna e ambiente, e quindi la definizione di strategie efficaci per il controllo dell’inquinamento luminoso, non è ancora stata acquisita.
La rete europea
La rete Loss of the Night (“perdita della notte”) nacque quattro anni fa con l’idea di mettere a confronto tecnici e ricercatori interessati a valutare gli effetti della luce artificiale notturna in un ambito interdisciplinare, secondo una tendenza avviata già negli anni precedenti nello studio dell’inquinamento luminoso, ma sino a quel momento non strutturata nell’ambito di un progetto internazionale.
La rete pibinko.org fu invitata a partecipare al progetto sin dai primi passi, date le esperienze maturate sia nella divulgazione che nel monitoraggio e la citizen science grazie al progetto della BuioMetria Partecipativa e al CORDILIT (Coordinamento.
Dal febbraio 2013 Andrea Giacomelli (pibinko) ha operato come rappresentante dell’Italia nel comitato di gestione della rete, affiancato nel 2014 dall’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze.
Alla rete Loss of the Night hanno aderito circa 40 organizzazioni da 18 nazioni, favorendo lo scambio di conoscenze tra esperti appartenenti a numerose discipline: oltre a un nucleo di ecologi e fisici, abbiamo incontrato cronobiologi, statistici, sociologi, gestori di riserve naturali e di parchi astronomici e illuminotecnici, solo per citare le principali specializzazioni.
La rete Loss of the Night ha contribuito a:
Altre ricadute in Italia
La partecipazione alla rete Loss of the Night ha aiutato Attivarti.org a stabilire nuovi contatti anche in Italia.
In ambito scientifico, oltre alla già citata collaborazione con l’Istituto di Biometeorologia (che ha installato alcuni sensori per il monitoraggio della qualità del cielo notturno e sta svolgendo studi sull’effetto della luce artificiale notturna sugli alberi di Firenze), alla fine del 2015 è stata avviata una collaborazione col Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, che sta studiando l’effetto dell’inquinamento luminoso su microorganismi della battigia. Si sono avuti contatti preliminari con altri ricercatori a Trento, Bologna, Venezia e Milano, e abbiamo anche avuto modo di conoscere alcuni giovani ricercatori italiani che attualmente operano all’estero.
Dal punto di vista della divulgazione, Attivarti.org ha poi svolto alcuni stage con la Scuola Superiore di Mediazione Linguistica di Pisa, per la traduzione di interviste e materiale illustrativo in inglese e spagnolo.
Attivarti.org ha inoltre tenuto lezioni in Portogallo e in Catalogna per illustrare il tema luce artificiale notturna e presentare le esperienze svolte dalla BuioMetria Partecipativa presso facoltà di archittura e design, e abbiamo avuto occasione di presentare la nostra attività anche in conferenze internazionali in Inghilterra (2014), Grecia (2015) e Romania (2016).
Abbiamo infine lanciato una serie di brevi interviste, pubblicate in italiano e in inglese, per dare voce a soggetti meno noti (giovani ricercatori, funzionari, passionisti) impegnati nel tema dello studio e la mitigazione dell’inquinamento luminoso.
In tutto questo periodo, non abbiamo comunque interrotto le attività storiche legate alla BuioMetria Partecipativa, con raccolta di dati ed eventi in varie parti del territorio nazionale, e la collaborazione nella rete di monitoraggio CORDILIT.
Concludendo…
Terminata la parte formale del progetto Loss of the Night (e ringraziando ancora i coordinatori, che ci invitarono nel 2012), rimane la rete di contatti avviati e si prosegue nella tutela e valorizzazione del cielo notturno, a partire dai territori di origine della BuioMetria Partecipativa -in Val di Farma, a metà strada fra Siena e Grosseto- e con l’interesse a sviluppare collaborazioni con soggetti su tutto il territorio nazionale e all’estero.
Per ulteriori informazioni: bmp@pibinko.org
[edizione originale, dicembre 2016 – revisione novembre 2021]
Dopo la serata del 30 giugno scorso, in cui si tenne una presentazione sulla tutela e la protezione della qualità del cielo notturno al Museo della vite e del Vino di Roccastrada, il progetto BuioMetria Partecipativa aveva lasciato uno dei sensori per la misurazione.
Al termine della serata, il Comune di Roccastrada aveva concesso lo spegnimento dell’illuminazione pubblica nella parte centrale del paese, per consentire di eseguire alcune misure iniziali di qualità del cielo notturno.
Lo strumento è poi rimasto a disposizione di ospiti e staff del Museo, che nei mesi di settembre e ottobre -passata la sarabanda della programmazione estiva- ha potuto eseguire misure in vari punti dell’abitato di Roccastrada, andando così ad arricchire la base dati della BuioMetria Partecipativa. Oltre ad aggiungere alcuni punti di misura nuovi, è stato possibile raccogliere misure ripetute in giorni diversi, in modo da avere misure più robuste.
Cogliamo l’occasione per ringraziare ancora Andrea, Laura, Cinzia e Paola per questa collaborazione, auspicando che l’esercizio possa essere replicato e possa contribuire a suggerire spunti per un utilizzo più consapevole dell’illuminazione notturna.
Per ulteriori informazioni: buiometria@attivarti.org
Dal 26 al 28 settembre si è tenuta a Cluj-Napoca (Romania) la quarta conferenza internazionale “Artificial Light at Night“. Dal 2013 l’evento raccoglie tecnici e scienziati da tutto il mondo, quest’anno con ventidue nazioni rappresentate, per condividere esperienze, buone pratiche e studi sulla luce artificiale notturna in relazione al tema dell’inquinamento luminoso.
L’evento era organizzato dall’Università Tecnica di Cluj-Napoca e dalla COST Action ES1204 LoNNe, Loss of the Night Network.
La conferenza ha visto la partecipazione di un centinaio di esperti provenienti da una serie estremamente vasta di settori, dall’illuminotecnica alla cronobiologia, dalle scienze ambientali alla statistica, dall’astrofisica alle arti visive.
Nel corso della tre giorni si è avuta la possibilità di conoscere lo stato dell’arte su aspetti diversi del tema “luce artificiale notturna”, con sessioni che riguardavano salute umana, tecnologie per la misurazione dell’inquinamento luminoso, aspetti sociali, ecologia e valorizzazione del paesaggio notturno.
Anche la scala di osservazione dei problemi si è dimostrata estremamente variabile: dal molto piccolo -come i microorganismi nei torrenti- al molto grande, con esempi di sistemi di osservazione satellitare per valutare l’inquinamento luminoso a scala continentale.
Nella estrema varietà delle esperienze e dei punti di vista, si possono osservare alcune linee comuni.
Tutti gli esperti concordano nel sottolineare che la luce artificiale notturna è una risorsa fondamentale per garantire la possibilità di svolgere attività produttive e ricreative, nel garantire sicurezza e nel valorizzare gli ambienti.
Allo stesso tempo vi sono moltissimi casi in cui gli effetti negativi della luce artificiale non possono essere ignorati, e -per quanto in alcuni ambiti siano ancora in fase di studio- devono invitare alla cautela nella proliferazione di sistemi di illuminazione che non tengano conto di questi aspetti.
Le linee guida tecniche nate negli scorsi quindici anni a seguito dei primi studi sull’inquinamento luminoso, e che sono state recepite dalle normative in materia, erano orientate soprattuto a controllare la direzione della luce, principalmente evitando di illuminare verso l’alto e controllando la proliferazione dei punti luce.
Con la graduale diffusione delle luci a LED si è presentato un nuovo problema: i LED di prima generazione garantivano una elevata efficienza energetica, con un risparmio sino all’80% rispetto ad altre tecnologie, emanando però una luce con forte componente blu. Molti studi, presentati anche nel corso della conferenza, hanno sottolineato come la componente blu della luce ha vari effetti negativi, di cui il principale è la riduzione della produzione di melatonina in molti organismi, a partire dall’uomo.
Tenendo conto del fatto che la vita di un impianto di illuminazione può facilmente arrivare a 15-20 anni, e del fatto che nei prossimi anni si prevede la sostituzione di milioni di punti luce in tutto il mondo, la sfida sarà nell’installare sistemi di illuminazione che rappresentino il giusto punto di equilibrio tra efficienza energetica e impatto sull’uomo e sull’ambiente.
Da questo punto di vista l’innovazione tecnologica non si è fermata: anzitutto con la creazione di nuovi tipi di LED che consentono sempre un elevata efficienza energetica e comunque con temperatura di colore non superiore a 3000K, limitando fortemente le emissioni di luce blu.
Per quanto molte normative e linee guida non abbiano ancora recepito tali innovazioni, è importante che tutti, dai tecnici, agli amministratori ai cittadini, abbiano una maggiore consapevolezza sia degli effetti negativi della luce artificiale notturna, che delle soluzioni esistenti per ridurli, in modo da poterne tenere conto nelle scelte che faranno sui sistemi di illuminazione.
La conferenza Artificial Light at Night ha visto anche una partecipazione italiana, sia con alcuni ricercatori italiani (operanti per lo più all’estero) nei settori dell’ecologia e dei beni culturali, che con una presentazione congiunta del progetto BuioMetria Partecipativa in collaborazione con l’Istituto di Biometeorologia del CNR, sintetizzando vari interventi di sensibilizzazione e di raccolta di dati di qualità del cielo notturno avviati sin dal 2008, anche in collaborazione con altri soggetti in Italia e all’estero (vedi POSTER).
Dopo le prime quattro edizioni, tenutesi in anni consecutivi la conferenza Artificial Light at Night sarà con cadenza biennale: la prossima edizione è prevista negli USA nel 2018.
Gli atti della conferenza di Cluj-Napoca, con i riassunti degli interventi, sono scaricabili in formato PDF.
Per ulteriori informazioni: buiometria@attivarti.org
Forse perché quest’anno sono stati i primi a cominciare: sabato 10 gli amici del bar il Gallo di Tirli hanno invitato chi voleva a partecipare a un altro ritrovo di palla eh!/palla a 21, puntando soprattutto alle “vecchie glorie” (ma non solo).
Risultato: una ventina di giocatori in campo (da teen ager a over 70), una merenda, e un pomeriggio di gioco:
Grazie Tirli e grazie a Il Gallo!
p.s. clicca sull’immagine per vederla più grande.
Pietro Crivelli si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1974. Nel 1997 ha tenuto le sue prime mostre internazionali, ad Amsterdam e New York.
Nel 1977 ha lasciato l’Italia per lavorare in Asia e India per quattro anni, soggiornando poi in Sicilia nel 1981-1982. Tra il 1982 e il 1995 è stato negli USA (California, Colorado, e Seattle), dove è stato attivo sia come pittore che come decoratore. Da lì si è spostato a Bali, proseguendo la sua attività di pittore sia in in Indonesia che in India.
Nel 2010 è rientrato in Italia, sistemandosi in una zona non lontano da Firenze, sua città natale, ma completamente nuova per lui: la Val di Farma, a metà strada tra Siena e Grosseto. Da qui prosegue le sue attività, combinando le esperienze racconte in tre continenti con il contesto locale, fortemente intrecciato con la natura e la tradizione toscana.
In quanto artista a tutto tondo, Pietro ha anche un notevole curriculum da musicista: nel 1971 è stato uno dei fondatori degli Whisky Trail, il primo gruppo a proporre in Italia musica folk irlandese. Con l’inizio della sua fase estera lasciò il gruppo, ma è sempre stato attivo come chitarrista e bassista, con un forte retrotrerra folk, country, blues e spiritual.
Pietro dipinge, creando quadri originali, riproduzioni, trompe l’oeil, insegne e decorazioni con varie tecniche, anche in grandi dimensioni.
Per contattare Pietro: pietro.crivelli64@gmx.com; 366 4092413
Mostre
1972, Firenze, Le Pavoniere, Le Cascine
1973, Tokyo, Associazione amici Italia-Giappone
1974, Roma, Galleria Della Pigna,
1975, Prato (collettiva)
1977, Amsterdam, International Etching Exhibition contest
1979, Pune, India, Music House, Koregoan Park (collettiva)
1988, Seattle, Washington USA, Torrefazione Italia Cafè.
1991, Seattle, Washington USA, Lawson Gallery (collettiva)
1992-1995, Varie mostre private negli USA
1996, Firenze, In club Editor
1997, Siena, Miasto Institute for Meditation (collective)
2001, Bali, Gaya Gallery (collective)
2002, Bali, Gaya Gallery, Recycled Art (collective)
2002, Bali, Biasa Gallery, Seminyak
2003, Singapore, Dauphin Gallery (collective)
2004, Milano, East West Gallery
2005, Victoria, Australia, Q dos- Gallery, Lorne , Victoria (Collettiva)
2007, Warung Made, Seminyak, Bali, Indonesia. Personale su “Le risaie”
2010, Tiruvannamalai , Rani’s Garden, Tamil Nadu, India
2014, Siena, A cavallo dell’Anno, (Collettiva)
2015 Tatti, Italy (collettiva)
Premi
1977, Amsterdam, The Netherlands, Etching International Exhibition
Acquaforte: Train 833 at New York Grand Central
1979, Reggello, Italy, Premio per tecnica a olio