L’incontro si è svolto tra le 11.15 e le 12.35 circa.
Partecipanti, tendenti al venti, non pochi, non tanti, ma tutte persone motivate e interessanti. In assoluto, non pochi per una domenica mattina con gli scrosci d’acqua.
Età: tra 17 e (stimo) 77 anni.
Provenienza: solo una persona da fuori Valle Che Non c’è.
La chiacchierata, partita da un’analisi socioeconomica del progetto “palla a 21: dalla Toscana a Chicago e ritorno”, ed è finita con una sveglia di marca “Peter” che ha suonato la fine dell’intervento, come la campanella alla fine della lezione.
Tra l’inizio e la fine dell’evento…
un excursus su vari progetti svolti a partire dal 2007
l’analisi delle relazioni tra persone dei tre borghi di Scalvaia, Piloni e Torniella e il resto dell’orbe terracqueo
accenni alla partecipazione al concorso internazionale indetto dal progetto INVOLEN con i location based games per m(‘)appare la Val di Farma [da cui poi si sono sviluppate le mappe di comunità della rete pibinko.org NdR 15.6.2020]
le cinque interviste fatte da Giulia Ceccarini a Renato Bartalucci e Marisa Boncioli, come base per i giochi INVOLEN
alcuni spunti delle attività su protezione e promozione del cielo nottuno nell’ambito della rete Loss of the Night
…ma soprattutto, con applauso a scena aperta, il reading che Alessio Serragli detto Il Secco ha fatto del testo prodotto da pibinko con la direzione artistica di Giancarlo da Miele e Aldo Randallo. Questo è provvisoriamente intitolato “La Valle che non c’è“, a ricalcare la nota canzone di Edward Wellborne (Edoardo Bennato)…magari da ri-arrangiare con base diversa. Le parole in questo caso hanno contato più della musica.
…in attesa di quello ufficiale di Sara Bartalucci, ecco qualche anteprima della giornata di palla a 21 a Lari:
Visibile anche alla risoluzione più alta dal link a Flickr
Grazie ancora a Andrea, Gianluca, Sara, Bianca, Alessio, Tiziano, Dario, Giacomo e Yuri per la partecipazione e a Maurizio Tani e alla Pro Loco di Lari per l’invito.
[inizialmente pubblicato come primo ECSPObag, il 27-5-2015. Per informazioni sui branobag vedi qui]
Trovandomi qualche giorno a Milano nel mese iniziale di EXPO (che per ora non ho visitato), non ho potuto non essere irraggiato dall’influenza che l’evento sta avendo sul tessuto urbano: le aiuole nitide, il lettering tridimensionale che dice dove sono i posti (cosa che in Turchia facevano 50 anni fa, anche se in 2D), i pacchetti colazione dedicati all’eventi.
Ho pensato quindi di omaggiare l’esposizione (e magari guadagnare qualche iscritto alla rubrica dei branobag, pensa che speculazione!) trasformando gli articoli in ecspobag. Ogni giorno, oltre ai contenuti che già arrivano, vi arriverà una frase in cui le iniziali delle parole diventano “ECSPO”.
Si parte con una frase nata ieri, avendo passato un bar vicino alla fermata M3 Crocetta:
Eravamo Convinti, Siamo Possibilisti
per il resto, buona lettura/asccolto/visione
[il presente branobag va in onda in forma registrata …era il 30-11-2012, ma sembra ora…]
Dieci minuti fa ero in un’ascensore di un palazzo di una città in cui gli ascensori potrebbero non servire più di tanto, e una coppia discuteva di una cena o un pranzo che stanno organizzando per domani…a un certo punto parlavano di qualche ingrediente che poteva essere usato per un certo piatto, ma anche per condire qualcos’altro.
Dal condire, è stato breve il passo al con-dire, e quindi al dire-con.
diverse persone mi hanno chiesto in questi mesi che cosa vuol dire “brano bag”, o “che cosa è”, o “se non penso che sia una cosa effimera”, o “se è necessario mettersi al pc mediamente prima delle 07.00 per comporre “dal vivo” questa rubrica, senza altra preparazione se non il sonno della notte prima e 45 anni di pellegrinaggi, tra la baia di San Francisco, la bassa Norvegia, il medio Marocco e le città Ittite da cui, guardando a Est si vede distinto il picco triangolare del monte Van.
Finora ho sempre detto che il significato dell’espressione “brano bag” non si può regalare così, “gratis”…sebbene almeno una decina di persone che ricevono questi messaggi quasi quotidiani lo dovrebbero conoscere già da 4-5 anni. Non per egoismo o per snobismo, ma perché…perché poi ci si arriva.
Però si può pensare a delle analogie…si potrebbe dire che i brano bag sono un modo di condire un’insalata culturale, e “dire con…” allo stesso tempo ?
Si potrebbe…
Per chiudere una settimana improntata alla metafora del piano di studi, una canzoncina facile facile…quattro accordi (gli stessi di She’s got Issues degli Offspring…provate RE-LA///DO-SOOOL) e un testo istruttivo.
…molto bello anche il prologo, che cala la canzone in un contesto storico…ogni espressione artistica seria e sempre figlia dell’epoca in cui nasce, e riesce poi a trasmettere qualcosa dopo che quell’epoca è passata e a prescindere dal percorso dell’artista che l’ha creata.
E’ curioso, infatti, anche se non strano, che Finardi, tra una fase decisamente di riflessione e di “cittadino attivo” e una fase di grande vecchio del folk-blues, sia stato ad esempio interprete della canzoncina che presentava la nuova Cinquecento (la prima vera “nuova” Cinquencento).
Grande Eugenio! Nun ce lascia’ (e poi canta strabene in inglese…non a caso essendo mezzo americano, se non sbaglio ?).
(Eugenio Finardi)
Ci dicevano, insistevano, di studiare
che da grandi ci sarebbe stato utile sapere
le cose che a scuola andavamo a imparare
che un giorno avremmo dovuto anche lavorare.
E c’è chi è stato promosso, c’è chi è stato bocciato,
chi non ha retto la commedia ed è uscito dal gioco
ma quelli che han studiato e si son laureati
dopo tanti anni adesso sono disoccupati.
Infatti mi ricordo mi sembrava un po’ strano
passare quelle ore a studiare latino
perché allena la mente a metter tutto in prospettiva
ma io adesso non so calcolare l’iva.
Io volevo sapere la vera storia della gente
come si fa a vivere e cosa serve veramente
perchè l’unica cosa che la scuola dovrebbe fare:
è insegnare a imparare
Io per mia fortuna me ne son sempre fregato
non facevo i compiti, non ho quasi mai studiato.
Ascoltavo dischi, mi tenevo informato.
Cercavo di capire ed adesso me la so cavare.
Perciò va pure a scuola per non far scoppiar casino,
studia matematica ma comprati un violino, impara a lavorare il legno,
ad aggiustar ciò che si rompe, che non si sa mai nella vita
un talento serve sempre.
Sulla base de “L’Isola che non c’è” di Edoardo Bennato – per cominciare a m(‘)appare la Val di Farma. Nel curare la versione bilingue del sito, si scopre che il grande Edoardo ha prodotto anche una versione in inglese della canzone.
Seconda uscita a destra dopo Piombino e poi dritto, fino al Gabellino poi la strada è sbagliata perché non può esister la valle che non c’è
Forse questo ti sembrerà Sorano ma la Regione ti ha un po’ levato il grano ed ora sei quasi col vino e potrebbe esistere la valle che non c’è
E a pensarci, da Rosia basta scendere ma ‘unn è una dritta via e chi è saggio chi è maturo non sa che da Iesa si potrebbe passa’
Son d’accordo con voi, non esiste una valle dove ‘un c’è Biondi, santi, né buoi poco olio e -pazienza- alle castagne si pensa forse è proprio la valle che non c’è
E non è un’illusione e non basta la pianificazione se ci credi ti basta perché poi la strada la trovi con me
son d’accordo con voi qualche ladro, no gendarmi ma che razza di valle è? molta radio e poca lenza tanti prati pe’ sdraiarmi forse è proprio la valle che non c’è
Seconda uscita a destra dopo Piombino e poi dritto, fino al Gabellino poi la strada è sbagliata perché non può esister la valle che non c’è
E stai attento se giro che potrei anche trovarla ma versando del vino per tre chi ne è già un po’ emigrato e gli giran le spalle forse potrebbe tornarci con te
Un dalmata si avvicina all’Italia centrale, cercando di evidare una cosa di turisti diretti in Sardegna. L’algoritmo si basa sul modello NTCCG model (Non Toccare il Can Che Giace, ti darà quel che ‘un ti piace*, di Cerreti e Spinosi, 1951)
Image gentilmente concessa da Da Miele et al. 2015
li ho visti suonare quest’inverno e ho comprato un disco che ho riascoltato e fatto riascoltare con il “gruppo di auto aiuto musicale (e non solo)” de La Combriccola a TorniellA
ho parlato un’ora col cantante e altri personaggi del telefilm chiamato vita il 18 maggio scorso….
…Fatta la somma: questo gruppo mi piace.
Ha dei punti in cui può crescere, rispetto agli obiettivi che dichiara, ma è anche un gruppo di giovani, e quindi ha una prospettiva ampia e ci crescerà.
Gli EFL (Etruschi From Lakota) fanno pezzi che ricadono in tre categorie: quelli salterelli rock con le pentatoniche minori, quelli salterelli folk con la chitarra slide, e quelli non salterelli, tipo ballate.
In una zona collocabile fra Mother dei Pink Floyd, Quelli che di Enzo Jannacci (…”quelli che con una dormita passa tutto, anche il cancro”) e Wild Horses degli Stones, ecco a voi…Aulin
La domanda non retorica è….e domani vedrai…vedrai cosa…?
Come al solito, diamo la priorità alle versioni live (anche se l’audio è un po’ saturo). Il video ufficiale non è male, se volete starli a riascoltare.
p.s. se qualcuno è stato a Pisa lo scorso aprile a sentire i Susanu, mi contatti, per favore
madre ti ho vista aprire | mother, I saw you opening l’armadietto dei medicinali per curare le botte | the medicine locker, to heal your beatings mi dici sei caduta dalle scale, | you’re telling me you fell from the stairs ma non serve l’aulin, e stammi ad ascoltare | but you don’t need Aulin [i.e. nimesulide], and will you hear me chiudi gli occhi, tira su le coperte, | close your eyes, pull up your blankets ché domani…poi vedrai | and tomorrow…you shall see
sorella, non aver paura, | sister, fear not
spiegami quei segni sopra i bracci, che nascondi col pullover | please explain those marks on your arms, which you are hiding with your jumper
mi dici che è stato il gatto, | you’re saying it was the cat,
ma non serve l’aulin, stammi ad ascoltaretorna in camera, pensa ai fiori, | go back to your room, think about flowers
che domani…poi vedrai
padre, smonta il tuo orgoglio, | father, strip off your pride
non bestemmiare per due graffi delle donne che hai intorno | do not curse about a few scratches from the women around you
tu dici “non mancarmi di rispetto”, | you are saying “give me respect”
ma non serve l’aulin, e stammi a sentire
Stai con le mani ferme immobili, che domani… | keep your hands right there, don’t move, and tomorrow…
dottore non sto tanto bene… | doctor, I’m not feeling so well
non c’è un aulin che mi può curare |don’t you have an aulin to cure me
per questo dolore che nasce dal cuore, | for this pain, rising from my heart
e non lo so fermare | and which I don’t know how to stopmah guardi, non serve l’aulin. | well, look, you don’t need aulin
torni a casa, chiuda gli occhi… | go back home, close your eyes usi i rimedi naturali | use natural cures che domani poi vedrà | and tomorrow you shall see
La precisione e l’accuratezza devono essere commisurate alle necessità. se ti devi misurare la febbre, è importate sapere se la temperatura è 38.1 o 38.2? Se devi lanciare una sonda spaziale, è importante sapere se il tal parametro dell’orbita è giusto alla decima o all’undicesima cifra decimale?
Anni fa, si era nel secolo scorso, sul Corriere della Sera intervistavano il direttore di uno dei programmi spaziali della NASA. Veniva descritto come un tipo che voleva essere veramente sicuro del fatto suo e non avere rischi. Per caratterizzarlo in questo senso, l’articolo diceva che, oltre ad aver sottoscritto una polizza vita per la sua famiglia, aveva poi sottoscritto una seconda polizza a coprire il rischio di fallimento della compagnia di assicurazioni della prima polizza. Per l’uomo che non deve sbagliare mai. Chissà come gli è andata con la crisi dei mutui subprime…
Diceva ancora l’intervista che questo livello di assicurazione era indispensabile, perché se Nando sbagliava l’orbita di una microvirgola alla ventesima cifra decimale, la sonda avrebbe avuto una deviazione di milioni di chilometri, una volta arrivata in fondo al viaggio.
…e magari avrebbe scoperto qualcosa di più interessante!
Do I stress you out | Ti sto stressando? My sweater is on backwards and inside out | porto la maglietta col davanti di dietro e al rovescio And you say how appropriate | e tu mi dici “come ti sta bene” I don’t want to dissect everything today | non voglio sezionare ogni cosa, oggi I don’t mean to pick you apart you see | non foglio farti a pezzetti, vedi But I can’t help it | ma non posso farci niente
And there I go jumping before the gunshot has gone off | e poi parto, prima che la pistola abbia dato il via Slap me with a splintered ruler | mi picchia con un righello scheggiato And it would knock me to the floor if I wasn’t there already | e questa cosa mi butterebbe in terra, se già non ci fossi If only I could hunt the hunter | se solo potessi cacciare il cacciatore
And all I really want is some patience | e tutto quello che voglio è un po’ di pazienza A way to calm the angry voice | un modo di calmare la voce arrabbiata And all I really want is deliverance | e tutto quello che voglio è liberazione
Do I wear you out | ti sto stancando? You must wonder why I’m relentless and all strung out | starai pensando al perché sono così inesorabile ed esaurito I’m consumed by the chill of solitary | sono consumata dal brivido dei solinghi I’m like Estella | sono come Estella [* personaggio di un romanzo che aveva storie con un sacco di uomini] I like to reel it in and then spit it out | mi piace avvolgerlo nella lingua e poi sputarlo I’m frustrated by your apathy | sono frustrata dalla tua apatia
And I am frightened by the corrupted ways of this land | e mi spaventano i modi corrotti di questo paese If only I could meet the Maker | se solo potessi incontrare il demiurgo And I am fascinated by the spiritual man | e sono affascinata dalla persona spirituale I am humbled by his humble nature | e sono resa umile dalla natura umile di lui
What I wouldn’t give to find a soulmate | che cosa non darei per trovare un’anima gemella Someone else to catch this drift | qualcun altro per seguire questa corrente And what I wouldn’t give to meet a kindred | e che cosa non darei per trovare un simile
Enough about me, let’s talk about you for a minute | abbastanza su di me, ora parliamo un po’ di te Enough about you, let’s talk about life for a while | abbastanza di te, parliamo un po’ della vita The conflicts, the craziness and the sound of pretenses | i conflitti, la pazzia, e il suono delle pretese Falling all around…all around | che cadono tutto attorno, tutto attorno
Why are you so petrified of silence | perché siete così pietrificati dal silenzio Here can you handle this? | Oh, siete in grado di reggere questo
[conta fino a 5 in silenzio]
Did you think about your bills, your ex, your deadlines | avete pensato alle vostre bollette, ai vostri ex, alle vostre scadenze Or when you think you’re gonna die | o a quando pensate che morirete Or did you long for the next distraction | o vi stava mancando la prossima distrazione
And all I need now is intellectual intercourse | e tutto ciò di cui ho bisogno ora è un rapporto intellettuale A soul to dig the hole much deeper | un’anima per scavare il buco molto più a fondo And I have no concept of time other than it is flying | e del tempo non ho altro concetto se non che sta volando If only I could kill the killer | se solo potessi uccidere l’assassino
All I really want is some peace man | tutto ciò che voglio, ragazzi, è un po’ di pace a place to find a common ground | un posto per trovare un terreno comune And all I really want is a wavelength | tutto quello che voglio è una lunghezza d’onda
All I really want is some comfort | tutto ciò che voglio è un po’ di confort A way to get my hands untied | un modo di slegarmi le mani And all I really want is some justice… | …e un po’ di giustizia
L’anno scorso c’ero andato, e non era male. C’erano un sacco di droni.Quest’anno ci sono tornato, è stato sempre non male.
L’erba del vicino è sempre più verde?
Conosco alcuni geoscientist formati negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. Allora ti davano pane e corsi di telerilevamento (e tecnica delle costruzioni, nello stesso piani di studi).
Si percepiva una tensione verso l’alto. Ti raccontavano di campagne sperimentali fatte con sensori in laboratorio, o su dei binari sospesi, ma tutto era per poi caricare gli strumenti su un missilotto e spedirlo lassù a 800 km circa, e rilevare tutto il rilevabile. A questo punto i satelliti su li hanno messi (e continuano), e intanto hanno riscoperto il telerilevamento “più da vicino”.
Facendo volare un drone, si aggiunge un nuovo livello di intelligence anche a concetti che davamo per scontati…che so…dice Nando “L’erba del vicino è sempre più verde!”.
Risponde Luisa, maker e pilota neopatentata di droni.. “siamo sicuri? programmiamo un flyover con il sensore NIR, ci calcoliamo lo NDVI, e pronti…vediamo, se l’erba del vicino è veramente sempre più verde!
Ancora non ho avuto modo di usare un drone, anche se è da tempo che ci penso. Prima o poi, capiterà.
Ciccìbbai
L’altro canale che ho seguito, meno da vicino di quanto volessi dati vari “contrattempi”, era quello sull’apertura.
Open data, Open source. Licenze ciccìbbài (non è campidanese), ciccìbbàiènneccì (non è la stessa licenza quando hai il raffreddore), oddibìèlle (non è un invocazione all’Altissimo), e così via.
Rispetto a incontri che frequentavo -e organizzavo- negli anni 2007-8-9-10-11-12-13-14, mi sento di dire che c’è stata una maturazione rispetto al paradigma open.
Quella più importante, anche se dico questo basandomi su prove indiziarie e quindi mi riservo di indagare meglio, è che si è finalmente riconosciuto che esiste un mercato associato ai dati -e in particolare alle mappe- libere.
Sentire questo pensiero anche da parte di esperti che quattro-cinque anni fa sostenevano che le mappe libere si facevano “perché è bello” e che il fatto di vedere un business model con un reddito derivare dalla maturazione di attività di volontariato (fatto non escluso e, anzi, incoraggiato, della legge sulla promozione sociale) è quasi confortante! Forza!
Per finire in combriccola
Sulla via (ferrata) del ritorno, sorgono spontanei alcuni versi, su base de “La guerra di Piero” di de André:
Voli sconvolto su un campo di grano
ti chiami drone, non sei un aeroplano
porti un sensore, ci guardi la terra
volevi la pace, ti mandano in guerra
ma tu non volevi, volevi volare
su fiori e foreste, su fiumi e sul mare
finché non arrivasti in periferia
sbattesti la capa in una trattoria
lì c’erano Paolo, Luisa e Fernando
col pecorino e vin rosso bevendo
si dimostrarono molto stupiti
che il software di volo li aveva traditi.
(…il testo finale del brano è stato poi pubbicato il 9.7.2015 come “Ginone il drone”)
E’ stata pubblicata la relazione ufficiale della rete Loss of the Night Network (LONNE) con il dettaglio delle attività scientifiche svolte nel corso della campagna sperimentale condotta dal 21 al 25 marzo 2015 tra la Val di Farma (con misurazioni a Torniella e nei pressi del castello del Belagaio) e al polo CNR di Sesto Fiorentino.
La relazione è disponibile, in inglese, dal sito LONNE: scaricate il file PDF (29.3 Mb).
La relazione ha un taglio decisamente da scienziato per lo scienziato, e quindi potrebbe risultare un po’ indigesta ai più, ma scorrendo le pagine trovate varie immagini curiose, personaggi e posti di Torniella e della sede CNR di Sesto Fiorentino ecc. Potete vedere altri articoli e interviste (fra cui quella per Radio 24) legate a questa campagna di misure tramite il tag bmptosf15 .
Si è conclusa venerdì 27-3 la missione toscana della rete di ricerca europea “Loss of the Night”, avviata il 21-22 marzo scorso con alcune misurazioni a Torniella, frazione di Roccastrada (GR) e proseguita nel corso della settimana con altre misurazioni in zona urbana, presso l’Istituto di Biometeorologia (IBIMET) del CNR di Sesto Fiorentino.
Gli strumenti e gli “strumentisti
La campagna di misure prevedeva la raccolta di dati di luminosità del fondo del cielo tramite vari tipi di strumentazione al fine di confrontare tecniche differenti di valutazione dell’inquinamento luminoso. I dieci partecipanti alla spedizione, provenienti da Germania, Austria, Grecia, Spagna, Ungheria, Olanda e Italia hanno portato in val di Farma una batteria di strumenti piuttosto variegata.
Oltre a vari Sky Quality Meter (meglio noti come buiometri a chi negli scorsi anni ha conosciuto il progetto della BuioMetria Partecipativa), sono stati installati due “Light Meter” progettati dall’astronomo austriaco Guenther Wuchterl in occasione dell’anno internazionale dell’astronomia (2009) e oggi diffusi in numerosi osservatori astronomici, e due sensori attualmente esistenti come pezzi unici: il “Digilum” del tecnico olandese Henk Spoelstra, responsabile della principale rete di monitoraggio dell’inquinamento luminoso in Olanda, e l’ASTMON, creato da alcuni astronomi catalani e utilizzato in tutta la Catalogna come riferimento per la valutazione del cielo notturno.
Oltre ai sensori, gli esperti avevano con sé varie macchine fotografiche dotate di appositi obiettivi per catturare immagini complete del cielo.
Un esito curioso e inatteso
Al fine di svolgere le misurazioni in condizioni controllate, il Comune di Roccastrada ha autorizzato lo spegnimento dell’illuminazione pubblica durante parte della notte. In questo modo i ricercatori, oltre ad avere la garanzia di un buio quasi completo nel sito di studio, hanno potuto misurare anche l’effetto legato allo spegnimento delle luci.
Mentre l’analisi dei dati richiederà un lavoro di diversi mesi e sarà successivamente parte di pubblicazioni scientifiche del gruppo Loss of the Night, la missione ha consentito di ottenere anche riscontri immediati e inattesi.
Un’immagine che ha destato notevole interesse nei partecipanti alla campagna, ed è stata condivisa nei giorni scorsi in tutti i social network per gli addetti ai lavori, è uno scatto fatto da uno dei partecipanti durante la prima notte di misure. Zoltan Kollath, astronomo professionista dell’Università di Savaria, Ungheria, è riuscito a catturare l’ombra proiettata in cielo del campanile della chiesa di Torniella.
L’effetto è risultato visibile in quanto, con i lampioni spenti dalle 22, l’unica luce rimasta accesa sino alle 23 è stata la fotoelettrica che illumina il campanile.
L’immagine, di sicura suggestione, ci ricorda che anche in località in cui il cielo notturno ha una qualità molto buona, esistono casi in cui l’illuminazione può essere ottimizzata: nel caso specifico con un semplice intervento si potrebbe risparmiare energia, restringendo il flusso luminoso in modo da rischiarare solo la torre.
Oltre alle misure nei dintorni del paese, una parte del gruppo LoNNe ha eseguito anche rilievi lungo la strada del Belagaio, confermando l’eccellente qualità del cielo notturno in questo territorio, che rappresenta la porzione settentrionale di un’area che si estende dal basso senese, attraversando tutto l’entroterra maremmano e l’Amiata e che costituisce a oggi in Italia una delle tre zone più estese e con qualità del cielo notturno molto buone. In particolare, le misurazioni eseguite in località Belagaio-Casa Nova nella notte di domenica con tre strumenti indipendenti hanno dato letture sopra 22 mag/arcsec2, che è un valore tra i più alti registrabili in assoluto.
L’incontro col pubblico
Nel pomeriggio di domenica 22, prima di avviare le misure, il gruppo LoNNe è stato invitato a un evento pubblico in cui ogni esperto si è presentato e ha condiviso con i partecipanti episodi significativi o curiosi del proprio percorso professionale. Le testimonianze raccolte hanno consentito al pubblico di conoscere le “vite parallele” di astronomi, ingegneri, divulgatori e gestori di parchi impegnati da anni nello studio del problema, e in attitivà di valorizzazione del territorio legate a un uso sostenibile della luce.
Prossimi passi della rete LoNNe
La rete Loss of the Night prosegue le attività sino all’ottobre 2016. Nelle riunioni tenute a Sesto Fiorentino al termine della campagna di misure, tra altre iniziative, che potrete seguire in inglese dal sito principale e in italiano tramite Attivarti.org, è stata abbozzata anche la prossima campagna di misure comparate si svolgerà nel maggio 2016 nel parco astronomico di Mont Sec (Catalogna) .
La campagna di misure della rete Loss of the Night è finanziata nell’ambito del programma COST dell’Unione Europea (azione ES 1204).
Per approfondire il tema
Siete interessati a partecipare in prima persona alla misurazione della qualità del cielo notturno nella vostra zona, o più in generale a approfondire il tema della tutela del cielo notturno tramite un’illuminazione sostenibile?
Potete contattare il progetto BuioMetria Partecipativa all’indirizzo bmp@pibinko.org.
Ringraziamenti
Un grazie particolare va, come in occasione di altri eventi promossi da Attivarti.org in valle del Farma, alle comunità di Torniella e Piloni per il notevole supporto organizzativo, oltre che a Luciano Massetti dell’IBIMET.
Foto di Andreas Haenel, Zoltan Kollath, Andrea Giacomelli e Luciano Massetti. La mappa di brillanza del cielo notturno è di Cinzano, Falchi ed Elvidge (2001)