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Maremma calling (presentazione a Torino del 15-11-2012)

Tra il 14 e il 15 novembre sono stato a Torino al GFOSS Day, raduno annuale della comunità attiva nel settore dell’informazione geografica libera.

E’ stato una sorta di “ritorno”, dopo che -con la mia uscita dall’associazione GFOSS.it- non avevo più avuto modo di frequentare “situazioni” legate a questa realtà (e dopo averci dedicato molto tempo ed enrgia tra la fine del 2006 e il febbraio del 2010).

Direi una due giorni (o una 24 ore) piacevole, con qualche novità e qualche rassicurazione.

Una copia della presentazione mostrata a Torino è disponibile qui (PDF, 3 Mb)

Be’: pensavo di avere qualcosa a che fare con INSPIRE…

Verso la fine del 2006, giusto un paio di settimane dopo aver visto la foto di una famiglia portoghese durante la rivoluzione dei garofani, scrissi agli organizzatori di quella che era un evento di medie dimensioni in ambito tecnologico, che si sarebbe svolto nel giugno 2007: la conferenza INSPIRE.

A partire dal 1997, ho avuto modo di partecipare a questo evento più o meno ad anni alterni. Prima come semplice “uditore”,  e poi proponendo via via contributi sia come presentazioni orali che come poster.

Con dieci anni di questa esperienza, proposi agli organizzatori l’idea di gestire una sessione, anziché una semplice presentazione, che si sarebbe intitolata “E quindi pensavate di non avere nulla a che fare con INSPIRE”.

L’idea derivava dal fatto che il numero di soggetti che utilizzano dati spaziali e infrastrutture dati spaziali,  ma ignorano la direttiva INSPIRE, è molto più ampio di quello che i coordinatori della direttiva riescono a vedere.

Pertanto, la possibilità di gettare un ponte verso comunità come quelle del grid computing (nel 2006: oggi chiamatelo come vi pare), della modellistica meteorologica,  della previsione in tempo reale delle piene in Brasile, o delle bonifiche di siti contaminati da parte di società private mi pareva un’esperienza interessante, avendo anche passato una parte non trascurabile del mio tempo lavorativo per spiegare ai miei dirigenti ed ai clienti l’importanza di INSPIRE nell’ambito dei loro affari.

Il fatto di sapere che la direttiva INSPIRE esiste non è solo aneddotica da lettura del sabato mattina, o chiacchiera da nerd coi parenti a Natale per rassicurarli del fatto che il loro investimento nella vostra laurea non è stato del tutto sprecato.

Implica che tu (sì, tu) puoi avere un ruolo nel risparmiare circa 90 milioni di Euro all’anno per ogni stato membro, nel momento in cui la direttiva sarà completamente operativa. Come dice il mio amico Loriano “Chi li ha persi 90 milioni di Euro?”

Comunque: l’idea piacque agli organizzatori dell’evento del 2007, e mi invitarono quindi a proporre la sessione a possibili autori.

Durante il resto dell’inverno e della primavera passai un po’ di tempo a contattare, per mail, telefono o in riunioni, professionisti che pensavo sarebbero stati interessati a proporre un contributo per la sessione “So you had nothing to do with INSPIRE”.

Come andò la storia? La sessione non si fece. Alla fine riuscii a raccogliere solo due presentazioni: la mia e una dal Brasile. Alcuni ricercatori senior non capivano la natura del mio invito (“questo argomento non è in relazione con il nostro lavoro”), altri, manager del settore privato, non fecero nemmeno finta di dire “ci pensiamo – vediamo quale può essere il fatturato per il prossimo trimestre se ti paghiamo la trasferta per andare alla conferenza”.

Come dissero i primi discografici cui si rivolse Frank Zappa, sentendo il suo materiale: “Nessun potenziale commerciale”.

Comunque proposi una presentazione con lo stesso titolo della sessione. Poi mi presi ferie e mi autofinanziai la trasferta per partecipare alla conferenza. Una copia della presentazione è disponibile in  PDF .

Camminando verso la cena sociale, dissi a uno degli organizzatori che sarebbe stata l’ultima volta che partecipavo. Non perché fossi frustrato dal non aver potuto avere la mia sessione, ma piuttosto perché volevo trovare un contesto diverso in cui proporre alcune idee che mi frullavano per la testa.

Durante lo stesso evento, fui anche invitato dagli organizzatori a tenere una proiezione di un film a budget zero prodotto pochi mesi prima assieme ad alcuni collaboratori (La vendetta del Chihuahua killer e degli Zombi). Ultimo, ma non ultimo, quasi persi il volo di ritorno per l’Italia, avendo dimenticato di sincronizzare tutti gli orologi sull’orario portoghese (ma poi feci in tempo).

Fatta la somma di questi eventi, più la vista di un vecchietto che vendeva sardine lungo una via di Porto, in effetti smisi di seguire la conferenza.

Tutto ciò sino al 2010. Nel mese di febbraio, durante un viaggio in treno da Milano a Follonica per presentare la BuioMetria Partecipativa in uno degli eventi per  M’illumino di meno, ebbi una telefonata dalla banda di INSPIRE. Mi dicevano che ero stato selezionato come facilitatore (a rimborso spese) per uno dei gruppi di lavoro per la creazione delle specifiche dati per la direttiva.

Questa attività mi ha quindi riportato a seguire la conferenza INSPIRE nelle tre edizioni scorse. In questo contesto mi sono trovato sia a tenere presentazioni sullo stato di avanzamento del mio gruppo, ma anche a collaborare in attività diverse, come per esempio un mash-up sulla biodiversità, una  partita di calcetto, e altre attività con livelli di affinità verso INSPIRE non sempre ovvi a tutti (ma molto apprezzati da diversa gente).

Allora…perché passare un sabato mattina a mettere insieme tutti questi ricordi? Un bisogno incontrollato di rabboccare la mia autostima? Un grosso raffreddore che non mi fa uscire di casa? A seguito di una conversazione avuta ieri sera, guidando tra  Parma e Reggio Emilia, ho realizzato che la prospettiva che avevo condiviso nel 2006 non era completamente sbagliata, ma richiedeva qualche aggiustamento (e quindi: era sbagliata).

Gente di INSPIRE (non solo funzionari europei): forza col lavorone che state facendo!

La foto in alto è di Fausto Giaccone, e la bimba alla destra si chiama Maria Emilia e ha più o meno la mia età. Le altre foto sono del sottoscritto (Cagliari, 2005, e Istanbul, 2012)

p.s. Caso mai foste interessati ma non informati:  Frank Zappa a un certo punto decise di creare la propria casa discografica. Secondo me ha prodotto cose immense fino al 1981, e anche dopo non se l’è passata male, e tutto quello che ci ha lasciato fa pensare che stia riposando in buona pace.