Archivi categoria: Musica che ci piace

Anime perse (Marco Chiavistrelli, 2020)

Sito ufficiale: http://www.marcochiavistrelli.it

Le anime perse non sono quelle innocenti dei disperati in fuga da guerre e miserie devastanti, sigillati in container di morte, ma quelle dei governanti e potenti europei che blindano le loro ricchezze e i loro cuori, anime perse all’umanità.

La tenebra è calata insieme a quei corpi svenuti,
non ci saranno state grida e neanche stanchi aiuti.
La civetta ha cantato tre volte nel Nord solitario,
nessuno ha contemplato mai dei vinti il calvario.

Piangevano le donne in nero nell’alto funerale,
giacevano quei corpi offesi tra le mosche e le zanzare,
una nube grida forte in cielo “questa non è vita”
rispose una risata bieca quasi con gioia infinita.

O Signori dell’Europa che comodi ascoltate
avete bevuto a sufficienza il sangue dei perdenti affilate i vostri coltelli e mostrate i vostri denti,
vi rimarranno mondi vuoti e le vostre anime perse.

Sono 50 dentro i corpi tra loro anche donne e bambini
ma no non stiamo a sottigliare son solo manichini
che escono grigi e goffi dentro nere lenzuola
no non farci caso se ti viene un groppo in gola.

Il cuore l’hai già spento sempre e la memoria è corta,
l’anima tua non è mai nata o forse è nata morta,
morta di beceri denari e di spettrali confini,
no lascialo pure nelle fiabe il sangue dei bambini.

O Signori dell’Europa che alzate la fortezza
ma non sentite tra le morti un vento di tristezza,
alito di umanità o un senso di vergogna,
mettete pure i vostri proclami nella vostra fogna.

Il cielo adesso è sgombro di nubi e la gente si ristora
e crescono bene quei bambini che l’ Europa adora,
ma se qualcosa conto ancora adesso ve lo grido forte
se le vostre anime erano perse adesso sono morte.

O Signori dell’Europa che comodi ascoltate
lasciate la superbia vecchia e i vostri incubi parlate
ascoltate quella parola che sembra di follia
perchè ogni vento nuovo nasce da un vento di pazzia.

Poi quando qualcuno li trova allora piangi piano,
si sciupano i mazzi di fiori e il ghigno di un ruffiano,
ma quando li vedi così uguali a te
non puoi far altro che avere
una crepa forte dentro il cuore che non ti lascia respirare,

è la crepa dei sogni spezzati che niente può curare.

Mediterranea (Marco Chiavistrelli feat. Jug Band Colline Metallifere, 2020)

Dedicato a chi dona la propria esistenza per salvare la vita e le speranza altrui, sottraendo i disperati a una morte atroce in mare o al ritorno nelle sofferenze spietate dei lager libici. Un inno alla ong italiana Mediterranea e a tutte le ong.

Con la Sea Watch offesa e martoriata
per farla andare nella Libia bombardata,
e la Sea Eye respinta senza pietà
viva la libertà.

Mediterranea alza la bandiera sulla nave,
bandiera di giustizia e di pace sotto il sole,
e sfida il mondo duro e perverso del terrore
viva le Ong.

La bestia umana scalpita
vuole il suo pasto cieco,
cuore di pietra e sguardo di vetro
recita in pubblico ma

Mediterranea quasi non sente le parole
fa rotta a nord verso l’Italia sotto il sole
e alla folle pazzia risponde con amore
viva le Ong.

Chissà se finirà questo pasticcio immondo
che leggi e convenzioni dell’umano affonda
per cavalcare questa nera onda.

Mediterranea porta il suo carico prezioso
di vita vera e non di politica lebbrosa
e salperà finchè al mondo esiste un uomo buono
viva le Ong, viva le Ong.

Il popolo vive (Marco Chiavistrelli, 2020)

Sito ufficiale: http://www.marcochiavistrelli.it

Il popolo esiste da millenni, ha scavalcato le ere e i domini, ma ha sempre creduto troppo agli altri piuttosto che a se stesso, immolandosi in mille tragedie.

Il popolo vive e non vuole dottori
che coprano il sole che spieghino il vento
che insegnino quando parlare o il silenzio
il popolo vuole lo spazio per sé.

Ehi tu perfetto altruista ti fingi buonista ma pensi per te
ehi tu perfetto davanti dietro sei un brigante perfetto per te-

Il popolo vive da secoli infami
e sa ogni buia strada sa ogni dolore,
a volte ha provato a mostrarsi al sole,
ma c’era ogni volta un nuovo censore.

Ehi tu perfetto arrogante vestito da inerme ti vedo perchè
il tuo codino sembra innocente ma gocciola solo attenzione per te.

Vivi di qua vivi di là cerchi senz’altro la libertà,
la democrazia se n’è andata via e chi l’hà rubata non so più chi sia.

Il popolo geme saranno millenni
che subisce inganni e lo sai perchè
lascia sempre agli altri il timone,
ti sembrerà strano non vive per sé.

Ehi tu bel rappresentante di marca arrogante vuoi solo celare
i tuoi desideri nascosti, le mire riposte in un nuovo potere.

Esci di qua esci di là, le porte aperte son chiuse in realtà,
cerca qualcuno più nel profondo, ma era soltanto suo il suo mondo.

Ma verrà quel giorno non sarò più qui intorno,
che il popolo armerà il cervello per sé,
e ci saranno sorprese e immagini nuove
non non cercare modelli perchè

Il popolo vive di notte e di giorno
e aspetta quel giorno che non so pensare,
per ora è soltanto un respiro diverso
so solo quel giorno lui penserà a sé
per ora è soltanto un respiro diverso,
so solo quel giorno lui penserà a sé.

Litobag 32 del 13.5.20: Cold Stone

A quattro giorni dal Litologia Partecipativa Làiv Show, proseguiamo con la parte di playlist di Elio da Cascina.

Se non lo avete ancora fatto, scrivete a micalosapevo@pibinko.org entro le ore 6.50 di venerdì 15 maggio (ho messo l’orario in cui scrivo questa riga secondo il mio PC) per ricevere poi entro le 18.50 della stessa giornata le istruzioni per collegarsi il giorno dopo all’evento in cui Mauro Tirannosauro & friends un po’ ci spiegheranno il progetto dei sassi, e un po’ ci intratterranno con brani non solo litologici, reading da grandi classici, degustazione di prodotti maremmani bòni spesciali (purtroppo per chi non sarà in regia solo virtuale) ecc. ecc. [NdR qui potete prendere fiato]

Per questioni di tempi molto veloci oggi, omettiamo la traduzione con testo a fronte…ma il pezzo parla di uno che va in giro, che c’è delle cose bianche, di non lamentarsi e dire le bugie, e poi che il mondo è una pietra fredda. Grosso modo. Il sound mi ricorda il primo disco dei Rush.

Corona (1984)

The people will survive

In their environment

The dirt, scarcity, and the emptiness

Of our South

The injustice of our greed

The practice we inherit

The dirt, scarcity and the emptiness

Of our South

There on the beach

I could see it in her eyes

I only had a Corona

Five cent deposit