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Un festival d’inverno in un posto dove le cose succedono, se va bene, d’estate

Musica, fotografia, open data, monitoraggio del cielo notturno e pici all’aglione: tutto insieme senza fare indigestione.

Se avete fretta, saltate direttamente alla pagina del Festival d’inverno in Val di Farma. Altrimenti, mettete un po’ di sottofondo soft, e procedete:

I canaloni sul torrente Farma in autunno (foto A. Giacomelli, 2016)

Dal 17 al 19 dicembre 2016 la bassa Toscana ospita un evento forse non inedito, ma senz’altro particolare. Proponiamo un festival d’inverno nella periferia di un territorio che d’inverno offre molto meno che d’estate, quando il turismo stimola nei dintorni una programmazione culturale  sempre notevole, ma a volte con sovrapposizioni che alla fine danno un eccesso opposto rispetto alle altre stagioni.
Vi aspettiamo in Val di Farma, a metà strada fra Siena e Grosseto o -come diciamo agli stranieri- some 100 km South of Florence, ripensata in un momento di primavera 2015 anche come “la valle che non c’è“.

Il Festival d’inverno in Val di Farma proporrà

  • cinque momenti di musica dal vivo
  • una serata di fotografia
  • presentazioni di carattere culturale e scientifico.

…senza trascurare la necessaria componente enogastronomica, che va anche un po’ da sé, date le cose bòne che si mangiano e bevono da queste parti.

La manifestazione si svolge in una graduale transizione dalla valle  e Grosseto.

I primi due giorni saranno centrati prevalentemente sulla parte rurale della storia, mentre lunedì le attività si sposteranno sul capoluogo maremmano, con alcune stazioni intermedie lungo il percorso (in via di definizione).

La musica

Sabato 17 dopo cena si esibiranno gli Officina e i Regars da Chiusdino (SI), già nota per ospitare nei paraggi il Mulino Bianco di barilliana memoria. Sono due cover band di varie fasce di età che apriranno le danze con successi dagli anni ’60 in qua.

Domenica 18 la questione si fa più composita. Ad aprire le performance, alle 18 il rientro sulle scene di Pietro Crivelli, alias Peter Seeds. Già nella prima formazione degli Whisky Trail, Peter è poi uscito dal gruppo per un giro del mondo durato 40 anni e che lo ha portato dal 2011 a stabilirsi a Piloni.  Il clou della giornata sono gli Etruschi from Lakota, da Montecastelli Pisano, in Val di Cecina. L’indicazione geografica tipica non deve indurre in localismi: gli Etruschi suonano in tutto il centro-nord Italia -senza timore di andare al Sud non appena ne avranno l’opportunità- e stanno ultimando la produzione del loro terzo album. Con riferimenti musicali che vanno da Rino Gaetano ai Led Zeppelin, cantano testi in italiano che hanno a che fare con questioni di identità rurale, fuga dei cervelli, contadini magri. E lo fanno in modo non cupo e non didascalico…oserei dire nemmeno tanto “indie”…insomma sono così come li sentite…un po’ etruschi e un po’ from Lakota.
Una parte della band si tratterrà poi a Torniella per una sorta di “buongiorno” di lunedì 19 (il programma di questa parte del festival è in via di definizione).

Oltre alla musica suonata, c’è la “musica che gira intorno”: la maggior parte degli eventi si svolgeranno nello stabile della Filarmonica di Torniella, inaugurato nel 1912, e dove tuttora la banda del paese (di oltre 30 elementi, di cui almeno 25 residenti) si esercita tra un’esibizione e l’altra. Nel corso delle giornate sarà quindi possibile visitare gli archivi della Filarmonica, che contengono strumenti, spartiti, locandine di vecchie manifestazioni, fotografie dagli anni ’20 in poi e alte testimonianze.

Cultura popolare, scienza, tecnologia e ambiente

Nel corso del festival questi elementi si fondono. Prima con due presentazioni che si terranno dalle ore 21 di domenica 18: verrà anzittutto presentata la prima versione della “mappa di comunità” della Val di Farma, in cui capocaccia e cercatori di funghi hanno integrato sin dagli inizi del 2015 le basi cartografiche ufficiali della Regione Toscana con punti di interesse a loro noti (sorgenti, antichi orti, rifugi di guerra, per citarne alcuni).
Nella stessa occasione si farà il punto del progetto di BuioMetria Partecipativa, nato in Val di Farma nel 2008 e poi diffuso su scala nazionale e con varie collaborazioni internazionali, e si affideranno alcuni sensori (i buiometri) a cittadini che nel corso del 2017 svolgeranno misure di inquinamento luminoso in varie parti d’Italia.
Si darà poi un’anteprima della programmazione 2017 delle associazioni che animano il festival (Attivarti.org e la Filarmonica di Torniella anzitutto, senza trascurare le altre realtà sul territorio) della stima delle risorse necessarie per realizzare il programma previsto, e del come sostenere queste attività.

Nella coda grossetana di lunedì 19, il testimone passa a Maurizio Bacci, ospite dell’associazione fotografica Riflessi di Grosseto. Questo evento è spiegato nel dettaglio in un precedente articolo.

Mangiare, bere, uomo, donna

Vado a memoria, per cui mi scuseranno i non nominati, che avrò piacere di inserire nel censimento se me lo fanno sapere. Nella parte centrale della valle -circa 400 residenti su 120 km quadrati- si trovano due trattorie, un agriturismo dove si può mangiare e dormire, un B&B, un affittacamere, un castello con sette appartamenti-vacanza, un bar-tabacchi- merenderia, due negozi di alimentari, una parrucchiera, una fioraia, un negozio di caccia e pesca, un carrozziere, cinque idraulici, tre falegnami, svariati artigiani-manutentori-muratori, una cava di Caolino con annesso resort, una ditta di legnami, un negozio di elettrodomestici, un fornaio, un negozio di vendita e riparazione di utensili per agricoltura e silvicoltura, una ditta di lavorazioni meccaniche di precisione, un produttore di salumi, un geometra, un avvocato, tre circoli ricreativi, una squadra di calcio, tre squadre di caccia, una pro loco, un ufficio postale e una parrocchia.


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Insomma: non è un distretto industriale emiliano, ma qualcosa c’è, oltre ai canaloni, i funghi e i cinghiali, che sono in genere i tre motivi per cui chi non è parente dei residenti  arriva in Valle.

Pici all’aglione (foto A. Giacomelli, 2008 circa)

Concentrandosi sulla parte di servizi che potrebbero servire di più durante il festival: per mangiare o pernottare consigliamo di preiscriversi (gratuitamente) all’evento.

Un progetto pro loco, ma a che pro e per quale loco?

L’ombra del campanile di Torniella proiettata in cielo (foto: Z. Kollath, marzo 2015)

L’idea del festival nasce dalla congiuntura di alcune situazioni portate avanti da associazioni e imprenditori di base nei tre borghi di Torniella, Piloni e Scalvaia e alcuni elementi “di fòri” ma abbastanza radicati nel territorio. Salta fuori che tutti hanno un’esperienza pluriennale nell’organizzazione di eventi su scale diverse, dal locale (sagre, tornei, cene, concerti, campionati di calcio non professionistico) al nazionale-o-sopra (Il Tirreno, Cronaca Vera, Comcast Sports News, Radio 24, e altri).
Sommando questi elementi, per quanto sembri strano ad alcuni, il Festival non ha una valenza strettamente “pro Val di Farma”. Tanto per cominciare, si svolge in due posti, dato che una parte importante della manifestazione sarà a Grosseto. In secondo luogo, le problematiche con cui ci confrontiamo e le opportunità che si offrono, e che ci hanno portato a organizzare il Festival, sono le stesse di qualsiasi gruppo di borghi delle Colline Metallifere, della Toscana e senz’altro di molte altre zone rurali.

Semplicemente, la Val di Farma è il posto dal quale siamo riusciti a sviluppare alcuni progetti, che sono stati proposti anche altrove a partire dal 2005 ma per ora non si sono sviluppati. Ci farebbe molto piacere replicare le nostre esperienze in altri siti, e viceversa, nel percorso svolto nei dieci anni da cui si sono avviate molte delle storie che hanno portato al festival abbiamo visto quali sono i punti su cui abbiamo bisogno di una mano da altri territori.

Per finire la puntata di oggi

Chi vorrà, verrà e si iscriva. Chi non potrà ma vorrebbe, ce lo faccia sapere: questo è anche il primo (almeno a conoscenza del gruppo organizzatore) festival cui si può non partecipare in modo attivo.

In ogni caso, potete seguire la playlist che ci sta accompagnando nella preparazione del festival -così come in momenti precedenti di questo percorso- ché la musica di mattina non ha mai fatto male a nessuno.

Per informazioni: info@pibinko.org

p.s. La grande assente nel festival

E’ la palla a 21 o palla eh!. Ma ora fa freddo, e non si gioca…tempo al tempo e spazio allo spazio…intanto ci si gode la musica.

Festival d’inverno in Val di Farma: dopo la locandina, l’invito a iscriversi

Sul sito di Attivarti.org trovate da oggi varie informazioni sul Festival d’inverno in Val di Farma del 17-18-19 dicembre prossimi.

La locandina pubblicata una settimana fa, che da qualche giorno ha iniziato a circolare tra grossetano e basso senese, già dà il programma e tutti i riferimenti per l’organizzazione…nella nuova pagina trovate qualche indicazione in più.

La più importante al momento è la preiscrizione. Questa è gratuita e serve agli organizzatori a gestire meglio alcuni aspetti logistici (e ai partecipanti a trovare i posti giusti per mangiare un piatto di pici!). Sono state inoltre incluse note sul come comportarsi se piove, sui casi “vorrei ma non posso” e altre questioni interessanti.

Si sta inoltre predisponendo una breve guida al festival, che verrà integrata giorno per giorno, da oggi (sabato 10) sino a venerdì 16.

Ultimo ma non ultimo: per amici, parenti e conoscenti anglofoni, abbiamo la pagina in inglese sulla Farma Valley Winter Fest. Questa è diversa dalla presentazione in Italiano, ma contiene spunti curiosi anche per dopo il festival.

Per informazioni: info@pibinko.org

La stazione CORDILIT della buiometria riprende le sue misure dalle pendici del Sassoforte (GR)

Il progetto BuioMetria Partecipativa, oltre agli strumenti manuali che vengono dati in prestito alle persone interessate a svolgere misure di qualità del cielo notturno, dispone da qualche anno di uno strumento per registrare dati in continuo. Lo strumento è inserito nel Coordinamento Italiano per la raccolta dati sull’inquinamento luminoso (CORDILIT), in cui a partire dal 2011 confluiscono i dati da vari sensori in sei regioni italiane.

Lo strumento nel 2014 è stato diversi mesi in località “Il Colle“, sopra Torniella (GR) e nel 2015 è stato ospite del Politecnico di Milano per alcune prove tecniche. Qualche settimana fa abbiamo riportato lo strumento a “casa base” e da pochi giorni lo abbiamo installato in una nuova sede. Nel corso dell’inverno le misure dalla “stazione buiometrica” saranno dunque registrate presso la tenuta Villa San Martino, di Fabio Bartalucci. Il buiometro quindi misurerà dati giusto sotto il sito del Sassoforte e godrà assieme a Fabio del panorama vista mare e parte dell’arcipelago toscano, mentre noi saremo a promuovere il progetto per colli brinati e pianure nebbiose.

Per informazioni su BuioMetria Partecipativa o CORDILIT: bmp@pibinko.org

Nella foto, Fabio Bartalucci con la sua livella al termine dell’installazione della stazione buiometrica.

Dieci anni di video con pibinko.org: una proposta per la vostra prossima giornata uggiosa in casa

desoda-snapshotNell’autunno del 2006 cominciai a produrre video, inizialmente partendo dal riversamento di riprese fatte in VHS sin dal 1997 e poi girando materiale nuovo.

Da un corso serale di produzione video, la lettura di qualche testo di base -da Age e Scarpelli a Ėjzenštejn- e confronti con la scena di videomaker dell’altomilanese è scaturita la produzione di una cinquantina di opere applicate ai temi di cultura, ambiente e innovazione libera (e un po’ di musica live).

Nove video sono coproduzioni: con Lucio Monocrom, Orsola Sinisi, Giulia Ceccarini, Manuel Schianchi e Francesco Giubbilini.

In occasione del decennale di questa attività, ho risistemato l’indice dei lavori, che potrete consultare e utilizzare in occasione delle inevitabili giornate uggiose della prossima stagione invernale. Quasi tutta la produzione è in rete, mentre le opere più lunghe vivono per ora in DVD.

Buona visione su: http://www.pibinko.org/servizi/video/

p.s. diverso materiale girato è in attesa di montaggio.

Il progetto di revisione e implementazione della rete escursionistica di Castelnuovo di Val Di Cecina

In collaborazione con    IRIS Ambiente:

riqualificazionesentieristicacastelnuovo_locandinaserata21-10-16

LA RIQUALIFICAZIONE DELLA SENTIERISTICA COMUNALE

Per un turismo sostenibile generatore di nuove economie locali

21 ottobre 2016, ore 21 – ex cinema Tirreno p.zza Matteotti, Castelnuovo Val di Cecina (PI)

Castelnuovo Val di Cecina, situato nel cuneo di territorio pisano a sud di Volterra che fa da cerniera tra il senese, le Colline Metallifere grossetane e la costa etrusca verso Piombino, costituisce un angolo di Toscana amato dagli aficionados, ma non conosciuto da molti. La zona può essere apprezzata per la singolare commistione di bellezze naturalistiche e paesaggistiche tra le valli del Pavone e del Cecina, cui si affiancano testimonianze antiche e moderne legate agli insediamenti minerari e geotermici, senza trascurare le vestigia
archeologiche etrusche, romane e medievali.

Il percorso probabilmente più noto al grande pubblico è quello che dalla frazione di Sasso Pisano consente di visitare la zona delle Biancane e Fumarole, con i suoi spettacolari fenomeni geotermici naturali. Ma su Castelnuovo sono stati identificati altri 11 sentieri principali che, in una lunghezza complessiva di circa 80 km, consentono di esplorare numerose altre peculiarità del territorio e apprezzare paesaggi suggestivi, seguendo percorsi con livelli di difficoltà diversi, con opzioni sia per escursionisti principianti che per esperti di trekking.

Il Comune già una decina di anni fa aveva curato l’edizione di una carta degli itinerari escursionistici e turistici, distribuita gratuitamente presso l’ufficio turistico comunale e tuttora disponibile. Col passare degli anni si è però resa necessaria una revisione della rete sentieristica con tre finalità:

  1. confermare la praticabilità dei percorsi e identificare le principali necessità di manutenzione;
  2. orientare l’integrazione dei sentieri di Castelnuovo con i più recenti sviluppi regionali del settore, in particolare la RET (Rete Escursionistica Toscana) e i raccordi con itinerari legati a comprensori più vasti, tra cui la Via Francigena;
  3. costituire una base informativa digitale utile sia per la gestione manutentiva che per il marketing turistico.

Nella prima metà del 2016 il Comune ha quindi avviato un lavoro capillare di rilievo e di documentazione.

Con il supporto della IRIS Ambiente, società con esperienza trentennale nei settori dell’ambiente e del turismo sostenibile , è stata verificata la rete sentieristica, ora informatizzata e disponibile per gli uffici tecnici comunali in formati aperti, che consentono di visualizzare le informazioni tramite tecnologie cartografiche innovative. In parallelo all’identificazione delle necessità di manutenzione, sono state raccolte numerose foto di paesaggi, particolarità geologiche e naturalistiche e dettagli dei borghi che, oltre a documentare il lavoro svolto, potranno essere riutilizzate per la redazione di contenuti per la promozione del territorio castelnuovino.

Da segnalare che, per mettere a punto un efficace modello di gestione dei sentieri, sono stati raccolti dati e consigli presso il comune francese di Les Vans, recentemente gemellato con Castelnuovo, il cui territorio, sito nella regione dell’Ardèche, è interessato da importanti flussi e attività di turismo ambientale.

Una parte fondamentale del lavoro svolto ha riguardato il contatto diretto con numerosi soggetti sul territorio. Dal confronto con associazioni, esperti e residenti è stato possibile arricchire le analisi svolte dai tecnici con indicazioni emerse dal punto di vista di chi vive sul territorio e ne fa un uso ricreativo, a piedi, in bicicletta e a cavallo, aiutando così a caratterizzare le proposte per la revisione della sentieristica attuale in modo da stimolare la presenza di visitatori sia dai comprensori limitrofi che da altre regioni italiane e  straniere.

Nel progetto curato dalla IRIS vengono infine individuate le azioni prioritarie da intraprendere ai fini della promozione turistica e quindi della crescita dell’indotto socio-economico. Queste comprendono attività tecniche, come la selezione di sentieri da proporre come aggiunte alla rete escursionistica toscana o l’attuazione di interventi di miglioramento paesaggistico-ambientale, azioni di comunicazione, quali la creazione di un sito web dedicato e la diffusione degli itinerari tramite social media ed eventi, attività di animazione e orientamento, tramite il coinvolgimento di operatori locali, giovani e istituzioni dei territori limitrofi o comunque affini.

Per ulteriori informazioni: bacci@irisambiente.it

logo_iris

Non tutte le lampadine sono uguali

Un breve ma esplicativo video realizzato dal progetto comunitario Premiumlight per spiegare i diversi tipi di luce che potete trovare in giro.

Ricordiamo che, dal punto di vista degli effetti della luce artificiale notturna:

– luci troppo intense e mal direzionate possono determinare abbagliamento, oltre a un uso non necessario di energia elettrica;

– luci a temperatura di colore alta (una soglia non è stata determinata, ma la comunità scientifica dice sopra ai 3500-4000K) hanno emissioni più elevate nella parte blu dello spettro, con effetti conseguenti di riduzione nella produzione di melatonina, slittamento della sonnolenza serale e altri in corso di studio.

Grazie a Laurent Canale per la segnalazione.

La luce artificiale notturna riduce la presenza di lucciole a Sorocaba (Brasile)

Hagen, O., Santos, R.M., Schlindwein, M.N. and Viviani, V.R. (2015) Artificial Night Lighting Reduces Firefly (Coleoptera: Lampyridae) Occurrence in Sorocaba, Brazil.
Advances in Entomology

Articolo completo: http://dx.doi.org/10.4236/ae.2015.31004

This work is licensed under the Creative Commons Attribution International License (CC BY). http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Riassunto
La luce artificiale notturna sta ottenendo sempre più attenzione come un nuovo tipo di inquinamento; tuttavia gli studi sull’impatto della luce notturna sono scarsi. Le lucciole offrono un buon modello per studiarne gli effetti sulla fauna notturna, dato che dipendono dalla loro bioluminescenza per la riproduzione. Questo studio ha ricercato l’impatto dell’illuminazione artificiale sull’attività delle lucciole presso il campus dell’università federale di São Carlos (Sorocaba, Brazil).
E’ stata seguita l’attività di luminescenza di diverse specie di lucciole, soprattutto
Photinus sp1 (82% di tutte le osservazioni), per tre anni, prima e dopo l’installazione di luci a vapori metallici. Le analisi quantitative e qualitative, eseguite lungo transetti, a distanza variabile dalle fonti di luce, ha mostrato un sostanziale effetto negativo sulla presenza di Photinus sp1.
Questo studio propone le lucciole come potenziale specie di riferimento e come bioindicatore per l’illuminazione artificiale notturna e per la prima volta ne quantifica gli effetti, offrendo quindi un supporto a future normative di tutela riguardanti l’inquinamento luminoso.

Keywords
Photopollution, Fireflies, Bioindicators, Flagship Species, Photinus

[Grazie ad Andrej Mohar per la segnalazione]

Poster- Participatory Dark Sky Monitoring in Italy: Interactions between Awareness Raising and Research

Il poster presentato da BuioMetria Partecipativa e CNR IBIMET alla quarta conferenza internazionale “Artificial Light at Night” a Cluj-Napoca (Romania) dal 26 al 28 settembre 2016.
Cliccando sull’immagine si ottiene una versione ingrandita e leggibile.

Può essere interessante abbinarci anche il poster presentato a Pechino nel 2012 all’assemblea della International Astronomy Union.

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