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30-7-2015 Milano – M(‘)appare l’altra metà del paesaggio – tra le stelle e le stalle

Una serata per ragionare di luce, sorseggiando un bicchiere di vino tra le stelle e le stalle.
A cura di Attivarti.org, l’associazione per m(‘)appare

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Camminando la sera tardi, in città, dopo una bevutella e due chiacchiere con gli amici, avete mai provato ad alzare gli occhi e a guardare le stalle? Di stalle, in città, se ne vedono molto poche. E’ perché ci sono un sacco di lampioni, insegne, torri faro nei parcheggi e tante altre fonti di luce artificiale che non lasciano osservare le stalle. Se invece andate verso la campagna, guardatevi attorno, e vedrete che le stalle si vedono sempre meglio.

La stessa identica frase potreste leggerla mettendo “stelle” al posto di “stalle“.

Nelle aree rurali, dove la densità di popolazione è minore e quindi si trovano meno infrastrutture, in genere ci sono anche meno luci artificiali e -di conseguenza- si vede meglio il cielo notturno. Magari, se vi fermate un paio di minuti e lasciate che l’occhio “si aggiusti”, noterete anche un sacco di particolari che di fretta non avreste notato, tra cui una fascia biancastra che attraversa il cielo: non è una scia chimica gigante…è la Via Lattea.
Ma è possibile che l’illuminazione artificiale, essenziale nelle località abitate per garantire sicurezza e possibilità di svolgere attività in notturna, debba sempre ridurre la possibilità di vedere le stalle (o le stelle, decidete voi)?
Non proprio: applicando semplici linee guida, peraltro già utilizzate in Italia e altrove alla base della progettazioni di reti di illuminazione, non è difficile conciliare le esigenze della popolazione e del resto dell’ecosistema (fauna, flora).
Per riflettere sul senso della luce artificiale notturna, vi aspettiamo giovedì 30 luglio dalle 22 sino alla mezzanotte al LO-FI di Milano (via dei Pestagalli, zona Rogoredo).

Lo spazio del LO-FI è più noto al pubblico milanese per concerti di gruppi garage, punk rock, e metal.
Nella serata del 30 non mancherà il tappeto musicale, con una playlist a tema preparata per voi da DJ Elyoh con l’Omonimo, ma il clou sarà nelle immagini e nella parte esperienziale:

  • Immagini dalla bassa Toscana (una delle tre zone in Italia con il minor livello di inquinamento luminoso) e da altre parti del pianeta
  • dimostrazioni di buiometria partecipativa (monitoraggio partecipato della qualità del cielo notturno)
  • simulazioni di inquinamento luminoso con il presepe buiometrico
    prodotti enogastronomici dalla bassa Toscana, una delle trecentocinquantasette zone in Italia con cose buone da assaggiare (portati freschi da piccoli produttori).
  • personaggi da anni impegnati a m(‘)appare

Per animare la serata e vedere chi sarà stato più attento, sarà proposto un gioco a premi, in cui sarà messo in palio –ça va sans dire– qualche prodotto bòno dalla bassa Toscana e qualche lampada a LED a temperatura di colore “giusta”.

L’iniziativa è a cura di Attivarti.org con il circolo ARCI LO-FI. Attivarti.org, oltre a promuovere dal 2008 il progetto della BuioMetria Partecipativa, dal 2013 è referente per l’Italia nella rete europea Loss of the Night, con 38 organizzazioni in 16 nazioni, impegnate nella ricerca, nel trasferimento tecnologico e nella divulgazione sul tema della luce artificiale notturna.
L’ingresso, riservato ai soci ARCI e associazioni confederate, è a offerta libera. Le donazioni andranno a sostenere la realizzazione di parte del programma 2015 di Attivarti.org
Per informazioni: Andrea Giacomelli – mappare@attivarti.org

Scienza, politica, o tutte e due?

[NdR 13.7.20…il 3 giugno scorso, scrivendo l’articolo “Vi sentite più scienzici o politiciati” non ricordavo di avere scritto questo cinque anni prima, ma in effetti ne rappresenta un precursore]

Luca de Biase ha scritto un paio di giorni fa un articolo su Clima. Oltre gli scienziati esistenzialisti. La politica come problema scientifico, commentando a sua volta un articolo di Esquire che potrebbe essere usato come base per la sceneggiatura di una docufiction.

Sia l’articolo originale di Esquire che il commento di de Biase sono interessanti, e mi fanno sorgere due commenti ulteriori.

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Sul rapporto tra scienza e politica: seguo questo tema dal 1994, quando facevo l’apprendista scienziato come dottorando di ricerca al Politecnico di Milano. Tecnicamente dovevo occuparmi di umidità del terreno, essendo ospite di un istituto di idrologia, ma -in mezzo alle rassegne bibliografiche- mi cascò l’occhio su un articolo che spiega abbastanza bene la relazione tra scienziati e politici (King e Kraemer, 1993). Citazioni a parte, la separazione tra scienza e politica è questione non meno complessa dell’opportunità di separare le carriere di giudici e magistrati.

Uno scienziato senza raccordo con una politica potrà fare scoperte altissime che non saranno mai recepite da qualcuno in grado di trasferirle nella società e nelle scelte di un governo. Oppure potrà studiare cose inutili nel contesto storico e politico in cui vive.

Un politico senza raccordo con la scienza, sarà del pari diminuito, perché avrà meno strumenti di “lettura” del territorio, della salute, della musica o dell’acqua, o del salame, e di qualsiasi materia debba trattare nell’ambito del programma che dice di voler attuare (quando è in campagna elettorale), o che cerca di attuare (quando è stato eletto, e a volte anche quando non è stato eletto).

Sulla dichiarazione di Firenze di qualche mese fa: a maggio non c’ero, ma sono stato tra i delegati presenti a Firenze ai primi di giugno per un altro evento in cui si parlava di clima e di Parigi. Quando de Biase scrive:

ps. In vista del prossimo appuntamento per la politica globale sul clima a Parigi in autunno rileggiamo la dichiarazione di Firenze di qualche mese fa che chiede di rinnovare la politica europea in una chiave identitaria e sostenibile. Un passaggio interessante è quello che ricentra la politica sulle città che a loro volta stanno diventando il luogo delle decisioni che contano nella vita quotidiana: «A shift of resources to a ‘Common Urban Policy’ – in which mayors could play an important role – with urban renewal projects contributing to growth and employment, as well as climate control, should be considered a priority in a reviving Europe.»

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Mi viene una volta di più da ricordare che, se le risorse andranno inevitabilmente dove sono le persone (e quindi i voti), sarà bene che i futuri residenti delle future smart city non dimentichino l’esistenza dello “smart countryside” e delle aree rurali. A volte certe questioni si vedono meglio se l’oggetto della questione viene analizzato da una certa distanza…se ne apprezza l’insieme. Lo sapevate che dal versante sud del Monte Amiata, di notte,  si può vedere Roma?

p.s. A volte non farebbe male, a scienziati e politici, venire un po’ più spesso in campagna (così come a qualche contadino non farebbe male frequentare ogni tanto qualche laboratorio o qualche campagna elettorale in città)

Fotoreportage della gita a Imola del 9-7-2015 (èisiii-diii-siii)

[colonna sonora consigliata: Whole Lotta Rosie, 1977]

…avendoci dormito sopra…metrica sempre da rifinire, ma come primo round può andare…in missione per conto di Picasso Viaggi

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Martedì mi trovavo a Roselle (GR) per un incontro di progettazione partecipata / quando da Lorènzo di Picassoviaggi arriva ‘na telefonata
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“Caro pibinko, per te ho una missione che si definisce per esclusione… /…a Imola dovresti andare, per un lontano parente, tale Angus, da visitare!”
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Si sale, si parte, senza pepe, ma con arte ché con Picasso è un arte viaggiare/ e se ci aggiungi un Pibinko c’è un po’ da pensare
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partiti da poco, la Valdera alla destra / si traguarda il nord dalla grande finestra
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quando poi si esce dalla vera Maremma, comincia il traffico, non è poi un dilemma
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meno male, si sa -lo dice anche l’autista / se c’è Fonzi davanti che ti fa da apripista
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La prima sosta è all’Aglio, che non è come al Rospaglio (fra Torniella e Siena) / Tengon pur le luci accese, poi aumenta il panino ogni mese
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Eccolo il trasporto di animali vivi / non sono i soli, in mezzo a ‘sti declivi
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Tornati a bordo, riprende il torneo pimpante / di briscola o scopone, ma senza il quinto chiamante.
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Verso Bologna, la seconda sosta. E’ inevitabile, non si fa apposta / e salendo all’ingresso, lì mal disposta, una luce spenta ci guarda, senza risposta
2015-07-09-11-uscita-casello
usciti dal casello, trattamento speciale / per viaggi Picasso il traffico si arresta. // E mentre l’ufficiale il traffico dirige / si traguarda gloggner e si pensa ad Edvige.
2015-07-09-12-viaemiliawest
siam quasi arrivati, è l’ultima tratta / sulla via Emilia, da Guccini ritratta // negli anni in cui Angus componeva / “Highway to Hell” con gran mano leva
2015-07-09-13-festabirra
arrivati al parcheggio, una via riadattata / si sente l’Emilia, la Romagna e la giornata // che dai manifesti ha un sapore diverso / con sagre e ritrovi di un altro universo
2015-07-09-14-parcoimola
c’è un parco un po’ strano, un giardino, del verde / con strani rilievi dove un po’ ci si perde//camminando pian piano a cercare un sito / mentre i nostri compari si avvicinano al mito
2015-07-09-15-barufficio
il bar è tranquillo, il cliente Giordano / ti siedi da parte e lavori piano// facendo piani per un traquillo lavoro / aspettando concerti, e gli amici al pianoro
2015-07-10-16-fx
finisce l’evento, e via si riparte/ con psichedelia che diventa quasi arte//non è per caso, non è per azzardo / ci si mòve con ‘n’ora bòna di ritardo
2015-07-10-17-thedayafter
passata la notte, al farsi del giorno/ la combriccola dorme sulla via del ritorno
2015-07-10-18-fotodigruppo
una foto di gruppo si voleva fare (e l’intenzione era sincera) / ma col ritardo dovudo alla coda è rimasto solo un gruppetto degli AC/DC alla moda
2015-07-10-19-epilogo
arriva la sera e all’aperitivo, si riguarda il reportage con ‘ntonio, Ale e Beppe/il racconto è piaciuto, la giornata fu amena, ma con du’ ore si sonno andai a letto senza cena!

Ginone il Drone

Testo adattato alla musica de “La guerra di Piero”, dell’intramontabile…la prima strofa nacque dopo la vistia a Roma all’ultimo Technology4all di maggio (rassegna in cui si parlava parecchio di questi aggeggi).

Voli sconvolto su un campo di grano
ti chiami drone, non sei un aeroplano
porti un sensore, ci osservi la terra
volevi la pace, ti mandano in guerra

nella memoria del mio processore
voglio filmati e foto per ore
ma più papaveri che soldati
meglio le rose che i bimbi arruolati

così diceva ed era inverno
e come per altri un po’ dall’esterno
c’era su te uno sviluppatore
scrivera il tuo codice in mezzo al sudore

fermati Gino, fermati: fallo
ma non quel tanto da andare in stallo
se vai verso oriente, mi raccomando
rileva un torrente e non un commando

ma tu no lo udisti e il tempo passava
con i rilievi sopra l’Elba e Ostrava
ed arrivasti a sopra una ringhiera
in un bel giorno di primavera

e mentre volavi,  gonfiate le palle
vedesti un drone in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico softwore
ma gli adesivi di un altro colore

….

cadesti in terra senza un lamento
anche perché non hai voce né mento
però il tempo non ti sarebbe bastato
a scaricare ogni tuo dato

cadesti in terra senza fermento
sei  pure un drone, non provi sgomento
e  la tua vita finiva quel giorno
senza nemmeno aver visto un flicorno

Sviluppatore, cascare a Cafaggio [1]
che ci è buona la salsiccia, e pure il formaggio
Sviluppatore bello dritto in esterni
avrei preferito cascarci verso Terni

e mentre il girasole ti stava a sentire
nell banco RAM vedevi un ovile
dentro alla camera avevi la foto
di un podere prima pieno, che ora era vòto

ecc.

[1] frazione di Campiglia Marittima (LI).

Nella foto di testa: Argiope sui Monti Pisani, 2008

La Casa del Chiodo a Piloni (GR), il primo agriturismo per m(‘)appare

Pici all’aglione fatti da Paola

Abbiamo rinnovato il sito web della Casa del Chiodo, agriturismo sito a Piloni, in Val di Farma.

Oltre alle informazioni canoniche relative alla struttura, abbiamo aggiunto alcune notizie su cose interessanti che si fanno alla Casa del Chiodo, assieme ad altri soggetti sul territorio e interagendo con scienziati ed esperti da varie parti d’Europa.

La pagina al momento è disponibile solo in italiano, ma sarà a breve presente anche in altre lingue.

Potete visitare il sito all’indirizzo http://www.casadelchiodo.it.

Foto di Andreas Haenel, direttore del Planetario di Osnabrueck, Germania, scattata in val di Farma nel marzo 2015.

vers. 1.1 – Text mining dell’Enciclica Laudato si’ del Santo Padre Francesco sulla Cura della Casa Comune

Negli scorsi cinque giorni ho ricevuto parecchi commenti positivi alla versione 1.0 dell’analisi, e quindi ero lì che pensavo…quale potrebbe essere la prossima versione?

La via più diretta sarebbe stata procedere nella lista dei termini più usati, tipo proporre la classifica “dal numero 11 al numero 20″… ma scendendo nella lista le cose si fanno più fumose, dato che le ambiguità semantiche si fanno più presenti. Ci vorrebbe un algoritmo più robusto.

Andando a pensare a parti del testo che sono meno ambigue, ho pensato di considerare la componente temporale dell’Enciclica, in particolare, gli anni. Questi sono indicati sia nel testo vero e proprio, che nei riferimenti bibliografici alla fine del testo.

Come nell’analisi precedente, dobbiamo considerare alcune cautele. Nel caso dell’analisi temporale, bisogna considerare che l’algoritmo se la cava bene a identificare singoli anni (così come altri termini legati al tempo…giorni della settimana ecc.). Tuttavia l’algoritmo non “capirà” i riferimenti temporali, tipo “cinque anni dopo la pubblicazione del documento X”, e così via.

Il grafico mostra il numero di occorrenze di un dato anno nel testo.

enciclica_anni

E’ chiara una tendenza crescente, il che ci dice che i riferimenti a documenti, protocolli ed eventi aumentano nel tempo. In parallelo, si nota che vi sono fasi, tipicamente verso la metà dei decenni, in cui il numero di occorrenze scende.

Sarà perché in quei periodo c’era effettivamente una minore attenzione per l’ambiente (seppure nel contesto di una tendenza crescente, anche nei minimi), oppure perché il Vaticano considera quei periodi come meno rilevanti nella cura della Casa Comune?

Vediamo dove ci porterà la prossima versione dell’algoritmo…

Come per l’articolo precedente: scrivete a info@pibinko.org per commenti , o se siete interessati a collaborare su questo tipo di analisi

Text mining dell’Enciclica Laudato si’ del Santo Padre Francesco sulla Cura della Casa Comune v1.0

Un’analisi speditiva dell’Enciclica Laudato si’ del Santo Padre Francesco sulla Cura della Casa Comune (in versione inglese) offre una visione interessante delle priorità indicate in tale documento:
top10enciclica2015

Troviamo

  • acqua
  • lavoro
  • pace
  • energia
  • specie
  • inquinamento
  • cultura
  • giustizia
  • rifiuti
  • famiglia

 

La classifica è derivata da un conteggio automatico delle parole, tramite un programma scritto in Perl. I numeri nell’asse verticale del grafico indicano la frequenza di ciascuna parola.

La classifica non è da intendersi come una “Top 10″…seguono moltissimi altri termini, che potete trovare nel foglio di calcolo usato come base per l’analisi (si veda sotto). Per esigenze di sintesi è comunque utile fermarsi ai primi dieci, senza implicare che i termini in fondo siano “ultimi”.

Questa analisi è necessariamente semplificata (e quindi definita in versione “1.0” nell’articolo del blog).

Per esempio:

  • il singolare e il plurale di un termine non vengono assimilati
  • sono stati osservati alcuni incovenienti nella codifica del file di partenza (questi non creano problemi alla lettura da parte delle persone, ma influiscono sul conteggio automatico)
  • l’algoritmo utilizzato ignora il contesto (ad esempio dire “l’acqua è buona da bere” o “l’acqua genera le alluvioni” conterà sempre 1)

Inoltre, ho scelto manualmente i sostantivi e altri termini che ho ritenuto utili da analizzare (comunque leggendo il documento con occhio da ingegnere ambientale).

Il file utilizzato per l’analisi è scaricabile dal sito pibinko.org.

E’ verosimile che -applicando strumenti più sofisticati per l’analisi dei testi- si possa arrivare a risultati più robusti. Ad ogni modo, l’analisi speditiva qui presentata è già interessante (e abbastanza affidabile, avendo svolto alcuni controlli di qualità sull’analisi stessa per quanto riguarda alcuni termini)

Essendo impegnato nel campo della luce artificiale notturna, non ho poi potuto fare a meno di notare il comma 211:

 

II. EDUCARE ALL’ALLEANZA TRA L’UMANITÀ E L’AMBIENTE

211. Tuttavia, questa educazione, chiamata a creare una “cittadinanza ecologica”, a volte si limita a informare e non riesce a far maturare delle abitudini. L’esistenza di leggi e norme non è sufficiente a lungo termine per limitare i cattivi comportamenti, anche quando esista un valido controllo. Affinché la norma giuridica produca effetti rilevanti e duraturi è necessario che la maggior parte dei membri della società l’abbia accettata a partire da motivazioni adeguate, e reagisca secondo una trasformazione personale. Solamente partendo dal coltivare solide virtù è possibile la donazione di sé in un impegno ecologico. Se una persona, benché le proprie condizioni economiche le permettano di consumare e spendere di più, abitualmente si copre un po’ invece di accendere il riscaldamento, ciò suppone che abbia acquisito convinzioni e modi di sentire favorevoli alla cura dell’ambiente. È molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano. Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità.

Mi farà piacere sentire la voce di esperti di analisi automatica di testi che fossero interessati a collaborare per eseguire un’analisi più raffinata del testo dell’enciclica (potete scrivere a  info@pibinko.org).

Determinare l’orientamento relativo di due segmenti complanari – versione 1

Per altre mappe ed elaborazioni spaziali da pibinko.org: http://www.pibinko.org/mappe/

Esercizio: determinare l’orientamento relativo di due segmenti complanari. Ad esempio, la facciata di un edificio e un tratto di strada.
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Ipotesi

  • Le pareti di vari edifici lungo la strada hanno lunghezza più o meno uniforme (es. 10 metri)
  • La sinuosità della strada è ridotta (no strade di montagna, o strade di campagna in pianure alluvionali, con curve a 90°)
  • E’ venerdì dopo non essere stati a un concerto a Firenze

Svolgimento

  • Segmentare la strada in tratti da 10 metri
  • Dalle sagome degli edifici derivare i vettori corrispondenti alle pareti
  • Creare layer di punti corrispondenti agli estremi di ciacun tratto, cui sia associato l’ID del segmento da cui i punti sono estratti
  • Creare nel layer di punti le colonne con x,y
  • Calcolare per ogni parete il segmento di strada più vicino.
  • Si dovrebbe arrivare in qualche passaggio a un layer di pareti in cui alla geometria lineare sono associate le coordinate degli estremi sia della parete che del tratto di strada più vicino, e quindi da lì calcolare l’angolo tra i due segmenti.

 

Funziona? Non funziona? Fatemi sapere (info@pibinko.org)