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avresirocsob -6 del 22-4-2014: persuasione/anima sacrificio (bis)

Grande, grande, grande Carlito Santana. E’ come le pizzette Catarì: se ho voglia di musica ritmata, me la fa passare. Se non ho voglia di musica ritmata, me la fa venire.

Il monologo delle pizzette Catarì proseguiva, ma non è il caso di riproporlo qui e ora, anche perché se no mi viene fame sul serio e poi prima di toccare la fatidica pastina col cappuccio manca ancora un’oretta buona.

Invece, volevo approfondire il tema del ritmo e del tempo. Ieri si diceva che un tempo giusto per questi tempi e per questi luoghi potrebbe essere un “andante con brio”. Poi ci dormi sopra e ti viene in mente che il tempo giusto potrebbe essere “andante”, o magari “andreante”. Andreante con brioche, per la mattina.

Se di questo non siete persuasi, provate a vedere se ci riesce Carlito, che nel 1969 non usava ancora la Paul Reed Smith, non si era fatto abbindolare dagli effetti col sustain infinito e -sembra strano a dirsi- suonava la maggior parte delle canzoni con due accordi (e una tonnellata di “alma”, più che di soul, in quanto latino).

Interessantemente, il pezzo Jingo non è di lui, ma è una cover di un brano composto dieci anni prima del festival dal notissimo percussionista nigeriano Babatunde Olatunji.

Ri-interessantemente, il finale del video è quello di Soul Sacrifice: insomma, forse Carlo Santana suonava sempre un pezzo solo, che si sostanziava in brani leggermente diversi ma era sempre alimentato da quella che lui stesso chiamo “La fuente del ritmo”.
Dato che per questa edizione del boscoriserva vorrei evitare di riproporre un altro giorno Santana, di “Anima sacrificio” -quando avete 13’25”- vi invito a riascoltare la versione nome in codice “Tanglewood” del 1970, ripresa in modo molto meno psichedelico del video di oggi o della versione del festival e seguire le espressioni dei musicisti nel corso dell’esibizione. Se questo video fosse girato oggi, il regista vorrebbe usare pellicola di quella “ad alta velocità”, tipo Matrix negli effetti di quando si vedono le pallottole muoversi nell’aria: sembra che il batterista vada in alcuni momenti più veloce del frame rate, per cui il sonoro supera il video. E’ come quando un aereo supera il muro del suono, solo al contrario: te vedi l’immagine lì, e il suono è più avanti. Qualcuno potrà dire che è il grande tubo che non rende bene, ma questo effetto l’ho visto di persona vedendo Omar Hakim quando suonava con Sting nella tournée di “The dream of the blue turtles”.

Morale: al lavoro!

You got persuasion | Tu hai il potere di persuadere
I can’t help myself | non ci posso fare “gnente”
You got persuasion
I can’t help myself
Something about you baby | C’è qualcosa in te, bimba
Keeps me from goin’ to somebody else | Che mi trattiene dall’andare da qualcun’altra

Yeah, any way you want | Sì, mettila come ti pare
Now, now baby | ora
You put me in a daze | mi hai fatto andare in palla
All the time | Tutto il tempo
Look whacha got for me baby | Guarda a cosa hai per me, ragazza
Like the devil in disguise | Come il diavolo sotto mentite spoglie

Something about you baby | C’è qualcosa di te, bimba
You’re one | Sei te quella lì
You’re one of a kind | Sei unica nel tuo genere

Oh this spell you put on me | Oh, l’incantesimo che mi hai fatto
Has just outdone me babe | Mi ha appena sconfitto, ragazza
I can’t keep the rain from comin down | E non posso impedire che la pioggia cada

Look out now | Ora, stai all’occhio
I can’t get out from under | Non posso venir fuori da qua sotto
But I wouldn’t want to | Ma non lo vorrei
Even if I can | Anche se potessi

Something about you baby | C’è qualcosa di te, bimba
Make me feel | Che mi fa sentire
Make me feel like a man | Mi fa sentire come un uomo

avresirocsob -9: giornoluce ancora/trovare il costo di libbertà

Diario della settimana a oggi: a cavallo tra Mambo Number 5 (il numero perfetto), fiori che sbocciano, lamiere che bocciano, pescatori che cacciano e calciatori che trescano, scienziati politici con poca scienza e poca politica, pazzi furiosi più pazzi che furiosi, curiosi razzi, imitazioni stantìe e istanti non imitabili perché unici e irripetibili. Treni, treni, treni (o tre “nì”?).

E siamo a venerdì mattina. Se questo è l’effetto di vivere in case poco riscaldate, pranzi “al sacco” (non al Sacco, per fortuna essendo passato da Milano), e spostamenti con mezzi di fortuna, azzerate l’esistenza delle reti di distribuzione del gas e la mobilità privata ora…ma lasciateci la cucina bona!

Ti alzi, cominci a fare cose a radio spenta perché hai musica in testa (Un’ora sola ti vorrei versione Showmen, Human Behaviour di Bjork e un’altra) e dopo un po’ l’accendi pensando: sentiamo cosa mettono per farmi cominciare la mattinata.
Passano, nell’ordine “Here come the Sun” fatta da Nina Simone e poi un Ivan a caso (Graziani) con “Radio Londra” consigliato da Gigi per l’ascolto due giorni fa a qualcuno che non lo conosce….che si deve fare?

Per esempio contemplare per 30 secondi la mia foto dell’anno 2006 – spokojne?

Avendo ripreso fiato, e se ve la sentite.

Cinque brani nel boscoriserva di oggi (di cui metà di uno passata al Festival). Se posso suggerire un abbinamento:

  1. colazione (Human Behaviour)
  2. pausa caffé mattina (Radio Londra)
  3. caffé post pranzo (Daylight again/Find the Cost of Freedom)
  4. pausa a metà pomeriggio (Un’ora sola ti vorrei)
  5. prima di chiudere bottega (Here comes the Sun)

A risentirsi lunedì.

Daylight again | il giorno sorge ancora
Following me to bed | mi segue mentre vado a letto
I think about a hundred years ago | penso a un centinaio di anni fa
How my fathers bled | come i miei padri hanno dato sangue

I think I see a valley | mi pare di vedere una valle
Covered with bones in blue | coperta di ossa vestite di blu
All the brave soldiers that cannot get older | tutti soldati coraggiosi, che non possono

invecchiare
Been asking after you | chiedevano di te

Can your hear the past a-calling | puoi sentire il passato chiamare
From Armageddon’s side | dalla parte del giorno del giudizio
When everyone’s talking and no one is listening | quando tutti parlano e nessuno

ascolta
How can we decide? | come possiamo prendere una decisione?

Do we find the cost of freedom | possiamo trovare il costo della verità
Buried in the ground? | seppellito nella terra
Mother Earth will swallow you | Madre Terra ti inghiottirà
Lay your body down | e metterà il tuo corpo a giacere

avresirocsob -10: nato sotto un cattivo segno

20140417-aIeri mattina era freddo, più freddo della media stagionale.

Ci sono alcuni semplici indicatori per capire che fa più freddo della media stagionale, e che ho avuto modo di sperimentare direttamente.
Uno è, per esempio, è il livello di nervosismo dei primi avventori di un bar che apre presto, tipo alle 05.59 a Campiglia Marittima.

Un’altro è, per un altro esempio, che le farfalle si lasciano fotografare vicino alle biblioteche, come quella alla vostra destra se leggete con lo schermo girato in un certo modo.

Altri segni, ancora ne conoscerete, soprattutto se lavorate nel primario non avanzato (contrapposto al fatidico “terziario avanzato”). E quelli che lavorano nel secondario? In generale, il freddo la mattina è meglio non sperimentarlo, se proprio non ci sono cause di forza maggiore. Comunque oggi mi pare meno freddo di ieri, e anche per questo si fanno le tirate per arrivare a Grosseto a tenere presentazioni -secondo alcuni- postdadaiste e -secondo altri- perché “si fa così”.

Oggi non mi dilungo. Ho dichiarato il giovedì mattina festivo, e tecnicamente nei festivi il boscoriserva non trasmette, epperò non posso non ricordare che il giovedì mattina non è festivo per tutti. Vi saluto con uno slalom parallelo di un classicone blues di Albert King, intepretato nel boscoriserva dalla Paul Butterfield Blues Band.

Dell’esibizione di Paul Butterfield non si trova la registrazione, ma se ne trovano di contemporanee solo con audio, tipo questa.

Come video, ce ne butto una versione mica tanto a caso…l’autore del brano (Albert King) con uno che passava di lì…Stevie Ray Vaughan. Per fare poi una “macchina del tempo”, provate a sentirne una più recente, con le nuove leve blues (assieme a una vecchia voce), e magari fatemi sapere quale preferite.

Parole alla musica…e musica alle parole, per chi ce la vuole.

Born under a bad sign | nato sotto una cattiva stella
I been down since I begin to crawl | sono stato sotto sin da quando ho cominciato a gattonare
If it wasn’t for bad luck, | se non fosse per la cattiva sorte che ho
I wouldn’t have no luck at all | non avrei nemmeno una sorte

Hard luck and trouble is my only friend | la sfortuna e i problemi sono i miei unici amici
I been on my own ever since I was ten | sono stato da solo sin da quando avevo dieci anni
Born under a bad sign
I been down since I begin to crawl
If it wasn’t for bad luck,
I wouldn’t have no luck at all

I can’t read, haven’t learned how to write | non so leggere, non ho imparato a scrivere
My whole life has been one big fight | la mia intera vita è stata tutta una lotta
Born under a bad sign
I been down since I begin to crawl
If it wasn’t for bad luck,
I wouldn’t have no luck at all

I ain’t lyin’ | non sto mentendo
If it wasn’t for bad luck | se non fosse per la cattiva sorte
I wouldn’t have no kind-a luck | non avrei alcun tipo di sorte
If it wasn’t for real bad luck, | e
I wouldn’t have no luck at all

Wine and women is all I crave
A big legged woman is
gonna carry me to my grave
Born under a bad sign
I been down since I begin to crawl
If it wasn’t for bad luck,
I wouldn’t have no luck at all

Yeah, my bad luck boy
Been havin’ bad luck all of my days, yes

avresirocsob -11 del 16-4-2014: Io volere a portare te più in alto

DSC_3609_xxr_cropSarà stata la trasferta milanese in modalità garibaldina, o la prolungata contemplazione della luna piena (personificata nella mitologia greca nella figura di Selène) durante il viaggio di ritorno -o prima di quello di andata, o le famose Alici sotto pesto delle colline.

Comunque: quale che sia l’input, l’output musicale di stamane non era un brano del repertorio boscoriserva, ma il noto hit di Emiliana Torrini di un paio di anni fa, che vi metto come prologo, tanto dura poco in quanto pezzo punk-pop-percussivo, e dice molto da tutti i punti di vista:

Allora si è posto il non-problema di trovare un brano di quelli rimasti da suonare nel boscoriserva per “fare rima” con quello del tamburo della giungla, e quindi mi è parso opportuno risalire ai fantomitici Sly & The Family Stone.

Oltre all’esibizione nel festival, vi invito anche a vederne una reperibile in studio nel 1974, che ha dei dialoghi interessanti all’inizio, da cui è evidente il legame di parentela tra Sly Stone e Mino Reitano.

[Freddie:] Feeling’s gettin stronger | il sentimento si fa più forte
[Larry:] Music’s gettin longer too | la musica si allunga
[Rose:] Music is flashin’ me | la musica me sta’ a spara’ un flash
[Sly:] I want to take you higher | ti voglio portare più in alto
Baby baby baby light my fire | bimba, accendi il mio fuoco

[All:] Boom shaka-laka-laka Boom shaka-laka-laka

[Freddie:] Feeling’s nitty-gritty | il sentimento arriva alla sostanza
[Larry:] Sound is in the city too | il suono si diffonde per la città
[Rose:] Music’s still flashin’ me
[Sly:] Don’t ya want to get higher | non vuoi arrivare più in alto?
Baby baby baby light my fire.

[All:] Boom shaka-laka-laka Boom shaka-laka-laka

[Sly:] Harmonica solo
[All Repeated:] Higher!

[Sly:] C’mon light my fire
Want to take you higher

[All:] Boom shaka-laka-laka Boom shaka-laka-laka

[Freddie:] Feeling that should make you move | un sentimento che ti dovrebbe far muovere
[Larry:] Sounds that should help you groove | suoni che ti dovrebbero far stare bene
[Rose:] Music still flashin’ me
[Sly:] Take your places | tutti ai vostri posti
I want to take you higher
Baby baby baby light my fire.

[Freddie:] Guitar solo

[All:] Boom shaka-laka-laka Boom shaka-laka-laka

[All Repeated:] Higher!
[Sly:] Let’s take you, do you wanna go, etc.

[Cynthia:] Trumpet solo

[All Repeated:] Boom shaka-laka-laka Boom shaka-laka-laka, Higher!

[Larry:] Bass solo

[All Repeated:] Boom shaka-laka-laka Boom shaka-laka-laka, Higher!

[Jerry:] Sax solo

[All Repeated:] Boom shaka-laka-laka Boom shaka-laka-laka

avresirocsob -12: vieppiù

DSC_3625_xxr-loresOggi concentriamoci sul lato musicale delle cose, ché se no mi dicono che ne voglio condividere troppe tutte insieme, che risulto criptico, che i volantini non sono chiari, e che in aereo non bisogna confondere la cortesia con l’accondiscendenza.

Passiamo dunque a n gioiellino che in meno di tre minuti ci propone:

  • energia allo stato puro,
  • assoli contenuti ma con una propria identità,
  • una voce potente,
  • una presenza sul palco leggera, disinvolta e -soprattutto- lucida (o magari sbaglio e semplicemente il cantante reggeva bene)

La versione in studio è un po’ meno “lo-fi” del video reperibile sul grande tubo, e quindi si apprezzano meglio alcuni passaggi, ma il video merita. Nel testo, oltre alle canoniche frasi dichiarative categoriche, interessante che la canzone si chiuda con il concetto di essere accusati di amare troppo (I stand accused ecc.) , che poi è il titolo di un’altra canzoncina intepretata dai Blood, Sweat & Tears appunto nel festival.

 

 

Uh huh,
Hey yeah, yeah yeah…
Like medicine baby | come una medicina, bimba
you’re good for me | tu sei bene per me
Like honey, darlin’ girl | come il miele, cara ragazza
I know you’re sweet to me | so che sei dolce per me
Each passing day, | ogni giorno che passa
brings us much closer together | ci porta più vicino
and the love you bring me darlin’ | e l’amore che mi porti, cara
just gets better and better | continua a migliorare
that’s why my love for you | è per questo che il mio amore per te
keeps on growin’ | continua a crescere
more and more | sempre di più
all the time | tutto il tempo
more and more
all the time, yeah!

Uh huh,
Gonna say it again, now now now | e bisogna che lo ridica, ora ora ora
Hah!
Like a ship that’s driftin’ baby | come una nave alla deriva, bimba
you’re apart from me | tu sei lontana da me
like old man time | come il vecchio tempo
you control my destiny | controlli il mio destino
if from my life, you ever tried to go | semmai tu provassi ad andartene dalla mia vita
it would destroy in a second | si distruggerebbe in un secondo
what took a lifetime to mold | ciò che ci è voluto il tempo di una vita per plasmare
that’s why my love for you |
just keeps on growin’
more and more
all the time
more and more
all the time

Uh huhhhh
Let me hear ya! | fatevi sentire!

[Instrumental Break] | assoli strumentali vari

As sure as a sunrise | è sicuro come il levarsi del sole
I’ll stand by your side | ti starò a fianco
as sure as the daybreak | è sicuro come il farsi giorno
I’ll love you for Heaven’s sake | ti amerò in nome del Paradiso
I’m ready to pay, yeah | sono pronto a pagare, sì
my dues for lovin’ you | i miei debiti perché ti amo
For lovin’ you too much woman, | ed è per amarti troppo, donna
you know I stand accused | che -sai- sono stato accusato

More,
and more
all the time
More and More!
Yeahhhhhh

avresirocsob -14: solleva tua mano

20140411-montemassi-piana-blu-xxh-lores[La foto di oggi, anziché andare a pescarla negli archivi del “Quinto Quadrante” (alias le foto che pubblicai nel primo sito pibinko, riprese da scatti tra il 1995 e il 2006), è fresca di giornata (diciamo fatta con 9°Celsius alle 7.20 di mattina), scendendo da Tatti verso Grosseto lungo l’itinerario alternativo determinato dalla frana sulla sp53 un paio di mesi fa]

Ieri sera, saranno state le 21.45, dopo aver lasciato il gruppo di uomini invisibili e assenti giustificati con cui stiamo orgabizzando un importante evento di tutela e promozione de noantri, sono andato a cena con un altra delegazione di uomini e donne invisibili.

Poi, mentre prednevo un caffe d’orzo con un amico invisibile che portava a spasso il suo cane invisibile, a fianco di un consumatore invisibile che navigava su tablet visibile per consultare mappe di luoghi inesistenti, e’ arrivato Mauro, di berlino.
Con Mauro, dopo aver parlato del muro e della mora in quanto frutto, siamo andati convergere sul solito tema delle chiacchiere fra uomini soli:

il cambiamento climatico.

Da li’ si e’ consolidato il soggetto per un nuovo film, il cui titolo provvisorio e’ “La bellezza grande”.

Se volete partecipare alla produzione del film, alzate la mano, come invita a fare Janis,  in compagnia nel brano di oggi di uno dei più grandi marpioni (in senso artistico) della storia della civiltà occidentale.

La trascrizione del testo non corrisponde al 100% al cantato del video, ma l’idea è quella.

Come al solito, altrettanto importante del contenuto è il modo in cui lo si manifesta, e nel video si manifestano un sacco di cose che una sezione fiati giusta sottolinea in modo mai banale (per esempio con la saliva che va scaricata ogni tanto), cari arrangiatori di pezzi elettronici facili e allineati.

Ma bando alle ciance, seppure costruttive, e banda -musicale- a chi la vuole per accompagnare il resto della giornata.

Per i più affezionati al boscoriserva, esiste anche un filmato dell’inizio dell’esibizione di Janis J. al festival. Buon fine settimana

“Raise Your Hand”

If there’s anythin’ that you need, | se ti serve qualsias cosa
Hon, that you’ve never, ever, ever had. | bella/o che non hai mai, mai, mai avuto
I know you’ve never had it. | e so che non l’hai mai avuto
Oh, honey, don’t you just sit there cryin’, | oh, bella, non stare lì a piangere ebasta
Don’t just sit there feelin’ bad. | no rimanere lì seduta a starci male
No, no, no. | no, …

You’d better get up, | ti conviente alzarti
Now do you understand, | ora, lo capisci,
And raise your hand! | e alzare la mano
I said raise your hand, hey. | ho detto “alzare la mano”, oh!

You know I’m standin’ about, yes I am. | sai che sono lì nei paraggi, ci osno
Want to give you all my love. | e ti voglio dare tutto il mio ammore
Oh, honey, won’t you come on and open up, | oh bimba, perché non vieni ad aprire
I said, open up your heart. |ho detto aprire il tuo cuore
Please, let me try. | per favore, fammici provare

You’d better to be good. | è meglio che tu faccia a modino
Don’t ya understand ? | non lo capisci
Raise your hand. | alza la mano
I said, raise your hand, | ho detto, alza la mano
Right here, right now, c’mon!! | qui, ora, aio’
Whoaaaaah, oh yeah!!

If there’s anything you need, | se ti serve qualsiasi cosa
Honey, that you ever, ever, ever try, | dolcezza, the non ha
I want you to give it up | voglio che tu ti arrenda
I said to give it all, don’t you know that you have. | ho detto di dare tutto, lo sai bene che lo faresti [la trascrizione forse non è corretta]

You’d better be good.
Don’t ya understand,
Raise your hand.
I said, raise your hand,
Raise it,
Raise it,
Raise it,
Raise,
Alright!!

Ha wah do wah
Ha wah do wah
Ha wah do wah
Ha wah do wah
Whoa
Whoa
Whoa, hon
Whoa, yeah
Whoa, hon
Whoa, yeah
I said every day when I go out
I said I wanna move.
Every day when I go out
I tell ya I wanna groove.

I said move, yeah | ho detto muoviti
Said move now | muoviti ora
Move, yeah
Whoa
Honey, I want you to come along
And raise your hand.
Babe, I want you to come along,
Raise your hand.
If you know where you belong
I’ll tell you
Here
And now
Said here and now
Said here now, now, now, now, now, now, now!

Raise your hand, yeah. [X4]
Raise your hand. [X8]

Hey, hey, hey, get it up now!
Hey, hey, get it up now!
Hey, hey, get it up now!
Hey, hey, get it up!

Raise your hand! [X6]
Raise your hand, yeah!

Yeah!!!
Whoa!!

avresirocsob -15: fragole campi per sempre

Ho visto Loriano e Rita una decina di giorni fa, e mi dicevano che di lì a una settimanetta ci sarebbero state le prime fragole. Ecco quindi un pezzo sulle fragole.

Ho parlato ieri a lungo con una persona che sta fraintendendo tutto quello che vede. Ecco quindi un pezzo sul fraintendimento di tutto quello che vedi.

Nel 2012 ho lavorato in un progetto dove avevo a che fare con gli alberi di cui dovevo far valutare l’altezza -pur non essendo agronomo forestale o boscaiolo. Ecco quindi una canzone che parla di differenze di altezze di alberi.

Ma se poi vai a leggere chi te lo spiega, “Strawbery Fields” è il nome di un orfanotrofio dell’esercito della salvezza che stava dietro casa di John Lennon da piccino, e la canzone parla un po’ di qualsiasi cosa lui avesse per la testa, nella combinazione di idee, aria buona e come minimo un po’ di vino bono de li colli andalusi. Il tutto mentre era in vacanza ad Almerìa.

La città anche nota per esssere stata fonte di ispirazione intimista per un altro brano sicuramente noto ai più di voi: Fiesta dei pogues che vi abbino -o avvino- a Richie Havens perché se no dicono che metto atmosfere tristi: da non perdere se avete bisogno di partire col ritmo salterello (pur con qualche imprecisione nei sottotitoli che non sono a cura della redazione di avresirocsob -).

In allegato anche il supplemento “versione di fragole campi persempre” suonata al festival: senza video ma con arrangiamenti e medley gradevoli.

Let me take you down | lascia che ti porti giù
‘Cause I’m going to Strawberry Fields | ché sto andando nei campi di fragole
Nothing is real | nulla è reale
And nothing to get hung about | e non c’è niente per cui prendersela
Strawberry Fields forever | campi di fragole per sempre

Living is easy with eyes closed | è facile vivere con gli occhi chiusi
Misunderstanding all you see | fraintendendo tutto quello che vedi
It’s getting hard to be someone, but it all works out | sta diventando difficile essere qualcuno, ma poi funziona
It doesn’t matter much to me | e a me non importa poi molto

Let me take you down
‘Cause I’m going to Strawberry Fields
Nothing is real
And nothing to get hung about
Strawberry Fields forever

No one, I think, is in my tree | nessuno, credo, sta sul mio albero
I mean, it must be high or low | nel senso che deve essere alto o basso
That is, you can’t, you know, tune in, but it’s alright | cioè, non puoi, sai, “sintonizzarti”, ma va bene
That is, I think it’s not too bad | cioì, credo che non sia troppo male

Let me take you down
‘Cause I’m going to Strawberry Fields
Nothing is real
And nothing to get hung about
Strawberry Fields forever

Always, no, sometimes think it’s me | sempre, no, a volte, penso che sia io
But you know I know when it’s a dream | ma tu sai che io so quando si tratta di un sogno
I think I know I mean — er — yes, but it’s all wrong | credo, so, voglio dire -mmm- sì, ma è tutto sbagliato
That is, I think I disagree | cioè, penso di non essere d’accordo

Let me take you down,
‘Cause I’m going to Strawberry Fields
Nothing is real
And nothing to get hung about
Strawberry Fields forever
Strawberry Fields forever
Strawberry Fields forever.

avresirocsob -16: sentend’ tuttobene

Come il DNA ricombinante, il boscoriserva cambia un po’, ma non del tutto.

Dopo aver fatto un excursus di oltre trenta giorni lavorativi passando in rassegna il noto festival tenuto alla fattoria di Max Yasgur nell’estate del ’69 la creatura si autoplasma e si trasforma in un otnoc alla aicsevor che porterà chi vuole seguire il boscoriservaio magico verso…il bosco e -dentro questo- la riserva. O la riserva con dentro il bosco?

Aiuto – help – I need somebody – Eu preciso sambar – ma non ho bisogno di chiunque e non devo ballare la samba con chiunque.

Meglio soli (nel senso astronomico?) che male accompagnati (nel senso astrologico).

Ci vuole gente de borgata, scarpe grosse e cervello da tiratore scelto. Mano ferma e piede mobile. Gente che sa rispondere senza pensarci a domande tipo: “Che cosa *non* aveva studiato Mark Monmonier?” o “Quanto deve essere sottile una linea rossa per essere sottile, il martedì al tramonto con le nuvole e la Corsica sullo sfondo?”.

Luogo e data del boscoriserva li sapete già, sono dentro di voi. Per ri-conoscerli, si tratta solo di far collegare le due parti sfilacciate e lise del cavo che collega la parte destra con quella sinistra dell’organo avente parti destra e sinistra che preferite, e -come se aveste unito i puntini numerati con una matita dai colori dell’arcobaleno, qualcosa apparirà.

Non so che cosa vedrete, e potrebbe non essere piacevole lì per lì. Ma se contate fino a un numero uguale al numero di petali di fiore di ciliegio che ho visto stamani in terra, lo metterete a fuoco e considererete, a quel punto, che è valso il costo del biglietto.
Del resto, lo diceva anche Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti: “il più grande spettacolo dopo il big bang, siamo noi”. Solo che il big bang era cinque miliardi di anni fa, giorno più giorno meno, e noi siamo ora.

[col tono di Roberto Falcao quando stava alla Maggica] I’ pens’ cheee Dave Mason, autore del brano che segue, quando lo ha composto non aveva ancora messo a fuoco il discorso – però era lì lì. E il nostro Joe internazionale riesce, una volta di più, a metterci del suo e a far crescere il brano tramite l’interpretazione.

nota di colore: mi sa che non aveva leticato con le coriste quando cantò “With a little help from my friends“…avevano proprio deciso di lavorare sul falsetto.

Seems I’ve got to have a change of scene | mi sa che mi conviene avere un cambio di scena
Every night I have the strangest dreams | ogni notte faccio i sogni più strani
Imprisoned by the way it could have been | imprigionato dal modo in cui le cose avrebbero potuto essere
Left here on my own or so it seems | lasciato qui da solo, o così pare

I’ve got to leave before I start to scream | bisogna che me ne vada prima che cominci a urlare
But someone locked the door and took the key | ma qualcuno ha chiuso la porta e ha preso la chiave

You feelin’ alright | ti senti bene?
I’m not feelin’ too good myself | …ché non sto proprio così bene
Yes sir, you feelin’ alright | sissignore, ti senti bene?
I’m not feelin’ that good myself

Well boy, you sure took me for one big ride | be’ ragazzi, mi avete proprio preso in giro
And even now I sit and I wonder why | e tuttora sto seduto e mi domando il perché
That when I think of you I start myself to cry | e quando penso a te/voi? comincio a piangere
I just can’t waste my time, I must keep dry | e non posso perdere tempo – devo tenermi asciutto

Gotta stop believing in all your lies | bisogna che smetta di credere a tutte le vostre palle
‘Cause there’s too much to do before I die | perché c’è troppo da fare prima di morire

You feelin’ alright
I’m not feelin’ too good myself
Oh no, you feelin’ alright
I’m not feelin’ too good little girl

You feelin’ alright | ma stai bene?
Don’t you get too lost in all I say | non perdetevi anche voi in tutto quello che dico
Yeah by the time, you know, I really felt that way, yeah | già, ora che, sapete, ero arrivato a sentirmi in quel modo
But that was then and now, you know it’s today | ma così era allora, e ora, sai, è oggi
I can’t get off so I guess I’m here to stay | non posso scendere, per cui mi sa che sono qua per rimanere

‘Til someone comes along and take my place | sino a che non verrà qualcun altro a prendere il mio posto
With a different name, oh and a different face | con un nome diverso, oh, e una faccia differente.

You feelin’ alright
I’m not feelin’ that good myself
You feelin’ alright
I’m not feelin’ that good myself

You feelin’ alright
I’m not feelin’ too good myself
You feelin’ alright
Well I’m not feelin’ good myself

You feelin’ alright
I’m not feelin’ too good myself
You feelin’ alright
I’m not feelin’ too good myself

branobag del 28-12-2012: (-1) Il grande pesce…e…sipario!

Insomma, eccoci al finalone, per ora…col centosedicesimo branobag si va a chiudere la serie 2012 di una storia nata non per caso e cresciuta non per caso…”relazioni non accidentali tra esibizioni musicali, parole e fatti della vita”. L’elenco completo di titoli e playlist è qui.

Per chi vi scrive è stata un’esperienza particolare, per alcune delle persone che leggono, anche…per alcuni è stata un’esperienza da chiudere prima (ci saranno state in tutto una decina di persone che hanno chiesto di essere levate dalla mailing list, di circa 400 person), per altre un’esperienza da avviare dopo (un’altra decina ha chiesto di essere aggiunta, tipo colleghi di ascoltatori che ne parlavano alla macchinetta del caffé). Per tante persone non ho capito cosa possa essere stata, perché non me lo hanno fatto sapere…ma capiterà di ritrovarle, e allora mi farà piacere chiederglielo.

Hai voglia poi, a dire che una puntata finale fatta in un finale di anno non ha una valenza particolare.

Più di una canzone in questo caso volevo proporvi una canzone da un film.

Sono i titoli di coda di Big Fish, di Tim Burton (2003). Quando ho chiesto a un mio amico se lo avesse visto mi ha risposto “no, però ce l’ho presente…è quello del padre che racconta al figlio un sacco di palle, no?”. Io allora ho scosso la testa bonariamente…”non è PROPRIO così”. Il film parla di…se lo avete visto scrivetemelo voi, e se non lo avete visto guardatelo (ma non assieme al Favoloso mondo di Amélie, se no poi andate in overdose).

Per me il film parla del valore della fantasia nella realtà. Valore che, per le vicende che mi trovo a seguire di persona, a varie latitudini, vedo non in aumento…e penso che questo sia un male.

Ancora non ho spiegato, pur avendo ricevuto varie richieste, che cosa vuol dire “brano bag”, ma vedetelo nel frattempo come un piccolo contributo a fondere un poco di fantasia (una canzoncina e un testo) con tanta realtà (quella quotidiana di tutti).

Arrivederci a lunedì per chi si vorrà dilettare di disco music dal vivo a Torniella, e arrivederci a quando si potrà per tutti gli altri – e buon ascolto.

“Man Of The Hour”

Tidal waves don’t beg forgiveness | I maremoti non chiedono perdono
Crashed and on their way | si infrangono e vanno per la loro strada
Father he enjoyed collisions; others walked away | a mio padre piacevano le collisioni; altri cambiavano strada
A snowflake falls in may. | un fiocco di neve cade a maggio
And the doors are open now as the bells are ringing out | e ora le porte sono aperte, mentre suonano le campane
Cause the man of the hour is taking his final bow | perché l’uomo del momento sta facendo il suo ultimo inchino
Goodbye for now. | arrivederci, per ora

Nature has its own religion; gospel from the land | la natura ha la sua religione; il vangelo dalla terra
Father ruled by long division, young men they pretend | mio padre comandato da lunghe divisioni (?) , i giovani fingono
Old men comprehend. | gli anziani capiscono

And the sky breaks at dawn; shedding light upon this town | e il cielo si apre all’alba, spandendo luce su questa città
They’ll all come around | verranno tutti qua
Cause the man of the hour is taking his final bow | perché l’uomo del momento sta facendo il suo ultimo inchino
G’bye for now.

And the road | e la strada
The old man paved | che il vecchio lastricò
The broken seams along the way | con i giunti rotti, lungo il percorso
The rusted signs, left just for me | i cartelli arrugginiti, lasciati solo per me
He was guiding me, love, his own way | mi stava guidando, l’amore, a modo suo
Now the man of the hour is taking his final bow | ora l’uomo del momento sta facendo il suo ultimo inchino
As the curtain comes down | e mentre il sipario cala
I feel that this is just g’bye for now | sento che questo è solo un arrivederci

branobag del 12-12-2012: la fainé con la punta secca (Big Yellow Taxi)

Ieri Mauro ci spiegava che -dopo un suo viaggio in Australia di un mese- ha certificato che i giovani (diciamo fra teen-ager e media ventina) non conoscono nulla né di musica né di cinema.
Non è che derivasse questa sua valutazione solo dal viaggio in Australia, ma anche dalla sua partecipazione a numerose attività in cui sono coinvolti giovani-i e giovani-e di varie nazioni. Insomma: un discreto campione.

Purtroppo non posso fare riferimento a un campione analogo, e quindi non saprei bene cosa rispondere…conosco in effetti ggente ggiovane che un po’ di musica la conosce, e anche diversi un po’ ignoranti.

Ma poi, ieri, mentre Gabriele girava la manopola della radio, sentendo una frazione di secondo di ritmica di questa, ci si fermò lì nel ragionamento. Intanto ascoltiamo Joni Mitchell in una canzone a tema ambientale (ascoltare anche quali erano i problemi ambientali nel 1970) e molto divertente da suonare…e poi se ne riparla…anche della fainé con la punta secca (transitare da Sassari per più di due ore e non sentir parlare di fainé è strano, e quindi è opportuno darne evidenza, ma non è approfondimento per oggi):

They paved paradise and put up a parking lot | hanno asfaltato il paradiso e ci hanno messo un parcheggio
With a pink hotel, a boutique and a swinging hot spot | con un hotel rosa, una boutique e un locale veramente alla moda

Don’t it always seem to go | o come com’è che sembra sempre che vada
That you don’t know what you’ve got til it’s gone | che non sai quello che hai, finché non l’hai perso ?
They paved paradise and put up a parking lot

They took all the trees and put ‘em in a tree museum | hanno preso tutti gli alberi e gli hanno messi in un museo di alberi
And they charged all the people a dollar and a half just to see ‘em | e poi hanno chiesto alla gente un dollaro e mezzo giusto per vederli

Don’t it always seem to go
That you don’t know what you’ve got til it’s gone
They paved paradise and put up a parking lot

Hey farmer, farmer, put away that DDT now | oh contadino, metti via quel DDT
Give me spots on my apples but leave me the birds and the bees (please!) | dammi le macchie sulle mele, ma lasciami gli uccelli e le api (per favore!)

Don’t it always seem to go
That you don’t know what you’ve got til it’s gone
They paved paradise and put up a parking lot

Late last night the screen door slam | l’altra sera, sul tardi, la porta di casa sbatté
And a big yellow taxi took away my old man away | e un gran taxi giallo si portò via il mio uomo

Don’t it always seem to go
That you don’t know what you’ve got til it’s gone
They paved paradise and put up a parking lot

Don’t it always seem to go
That you don’t know what you’ve got til it’s gone
They paved paradise and put up a parking lot
They paved paradise and put up a parking lot (3x)