Dopo Simone Sandrucci e Dario Canal, oggi tocca presentare il bassista e cantante di un paio di pezzi sussurati. C’è chi lo chiama The Wolf (non di Wall Street), chi lo chiama Tattistampa, chi lo chiama Wolfi (ma noi non siamo autorizzati). Comunque è lui, al basso moncorda costruito a mano nel 1972 e usato in innumerevoli concerti di strada, e non, in Germania, prima del trasferimento nei colli tra il fiume Bruna e il botro delle Lumache.
Nella foto di testa lo vedete vestito come Steve Jobs nel suo periodo messianico. Wolf aveva deciso di assumere queste vesti qualche anno fa per lanciare anche lui una linea di prodotti con la mela, ovviamente biodinamica.
Se tutta questa storia fosse ambientata in una delle metropoli dove ci sono gli innovation hub e i disruptive pitching e quei posti dove tutti hanno le barbe curate “perché è disruptive” e sale riunioni con scritte motivazionali sulle pareti, Wolfgang verrebbe definito un “maker”. Invece noi non lo definiamo, e ci piace ricordare che è stato campione di Twist a livelli importanti, ed è sempre pronto a rientrare in pista con questo ballo.
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