International Journal of Sustainable Lighting (Vol 35, n. 1) – Febbraio 2017

E’ stato pubblicato l’articolo sullo International Journal of Sustainable Lighting (Rivista internazionale sull’illuminazione sostenibile) collegato alla presentazione tenuta a settembre 2016 a Cluj-Napoca (Quarta Conferenza Artificial Light at Night) in collaborazione con CNR e Università di Pisa.

Sotto trovate il riassunto in italiano e potete scaricare il PDF dell’articolo da questo link.

Come aggiornamento sulle organizzazioni citate nell’articolo:

  • L’associazione Attivarti.org non è più attiva dal 2019 – le attività sono ora portate avanti dalla rete pibinko.org
  • L’Istituto di Biometeorologia del CNR è confluito nell’Istituto di Bioeconomia.

RIASSUNTO – La ricerca sull’inquinamento luminoso e sui suoi effetti si è sviluppata in Italia attraverso un percorso particolare. Dopo aver dato origine a lavori di riferimento, tra cui spicca il primo atlante mondiale della brillanza del cielo notturno, verso la fine degli anni ’90, pare che il sistema accademico non abbia sfruttato questa base per sviluppare studi più allargati.
In parallelo, alcune delle attività che costituiscono un prerequisito alla ricerca e all’analisi, quali campagne di monitoraggio o prove di calibrazione, sono state avviate “dal basso” e da altri settori della società, quali alcune associazioni.
Uno degli esempi di rilievo di tale situazione è il progetto BuioMetria Partecipativa, che fu lanciato in Italia nel 2008 con l’intento di incoraggiare la raccolta di dati sull’inquinamento luminoso da parte di non-professionisti del settore come strategia per aumentare la sensibilità sull’ambiente. Il progetto BMP coniuga questa componente con un approccio scientifico, consentendo la raccolta di importanti dati quantitativi sull’ambiente utilizzato un dispositivo a basso costo chiamato Sky Quality Meter (SQM), fornito ai cittadini. Le misure vengono caricate su un database nel sito web del progetto, e vengono pubblicate in formati differenti.
Nel 2011 questo sistema è stato esteso alla raccolta di dati da stazioni SQM fisse per il monitoraggio in continuo, tramite lo sviluppo di procedure automatiche per la raccolta dei dati e portando a integrare i dati raccolti dai cittadini con serie storiche di dati sull’inquinamento luminoso di maggiore qualità.
A livello nazionale, il progetto ha ottenuto riconoscimenti notevoli, in termini di partecipazione della cittadinanza e attenzione dai media. Soprattutto, dal punto di vista della ricerca, il progetto ha costituito un catalizzatore per l’avvio di studi sull’inquinamento luminoso da parte da esperti italiani, in particolare nei settori della biometeorologia e dell’ecologia marina.
L’articolo ripercorrerà il percorso svolto dagli autori per passare da un livello di sensibilizzazione a uno di ricera, e offrirà una rassegna dei modelli e delle prime prove sperimentali svolte nel contesto delle nostre ricerche.

Parole chiave: Italia, ecologia marina, biometeorologia, citizen science, sensibilizzazione