D: Come è iniziato il tuo impegno nel campo dell’inquinamento luminoso?
R: E’ cominciato tutto nel 2011, quando arrivai all’istituto Leibniz-IGB di Berlino. In quell’occasione conobbi il Dr. Franz Hölker, mente e braccio principale del progetto “Verlust Der Nacht” (perdita della notte), il Dr. Stefano Larsen e il Dr. Michael Monaghan che mi introdussero all’argomento. Prima di allora devo ammettere che, come molta gente, non ero consapevole della minaccia che l’inquinamento luminoso può rappresentare per gli ecosistemi. Nel 2013 ho fatto domanda per una borsa di ricerca nel programma di dottorato Erasmus Mundus SMART, finanziato dalla Education, Audiovisual and Culture Executive Agency della Commissione Europea, assieme a cofinanziamenti forniti dal ministero federale tedesco della ricerca e della tecnologia (BMBF-033L038A) e dell’agenzia federale tedesca per la conservazione della natura (FKZ 3514821700). Tutto era pronto per avviare la mia ricerca sulla luce artificiale notturna.
D: Hai da poco pubblicato un articolo con un titolo piuttosto complesso sugli effetti della luce artificiale notturna in campo ecologico (“Artificial Light at Night Affects Organism Flux across Ecosystem Boundaries and Drives Community Structure in the Recipient Ecosystem“). Ci puoi spiegare in termini semplici i risultati che hai ottenuto?
R: Questo studio ha dimostrato che la luce artificiale notturna non solo influisce sul comportamento di insetti e ragni, ma anche sulle dinamiche degli ecosistemi. La luce attrae gli insetti (in particolare quelli acquatici) da un vicino corso d´acqua, e altera le comunità di ragni e coleotteri che vivono nei prati adiacenti, al di sotto di comuni lampioni stradali che sono stati installati ad hoc per l´esperimento.. Con la luce si è vista aumentare l’attività di ragni notturni che probabilmente hanno approfittato dell´aumento di “prede facili” intorno in vicinanza dei lampioni. D´altra parte, il numero di coleotteri sembra diminuire in risporta alla luce artificiale. Considerato il numero di lampioni installati lungo torrenti, fiumi e rive di laghi e aree umide in tutto il mondo, si intuisce che la luce artificiale notturna può influire modificare gli scambi di energia e materia tra ecosistemi diversi a scala regionale e globale. Dati i rischi cui gli ecosistemi naturali potrebbero essere sottoposti, la presenza di luce dovrebbe essere valutata con attenzione nella pianificazione paesaggistica e urbanistica, così come in progetti di recupero.
D: I tuoi progetti per il 2018?
R: Prevedo di pubblicare altre parti della ricerca svolta durante il dottorato, in particolare sugli effetti della luce artificiale nelle interazioni predatore-preda tra ecosistemi acquatici e terrestri. Dallo scorso agosto ho poi iniziato un post-dottorato presso lo Umwelt Campus Birkenfeld-Università di Trier, in collaborazione con l’università di Duisburg-Essen dove lavoro al momento. In questo nuovo progetto sto orientando la mia ricerca sulle comunità ittiche e sul ripristino di aree fluviali, con l’intenzione di introdurre il tema luce artificiale notturna anche in questo campo, in cui al momento è raramente considerato. Vedrò di fare del mio meglio.