Dopo diversi anni di non-gestione di una community “localistica” di grande successo come “…se proprio ‘un sei di Follonica”, con la rete pibinko.org abbiamo pensato di lanciare un altra community legata a un luogo particolare che si vuole differenziare dagli altri. Se siete terrestri, potreste considerare la possibilità di farne parte. Una particolarità di questa community è che le interazioni tra i partecipanti si svolgono in parte nel metà-verso.
Per entrare nella piccola ma calorosa famiglia di “Sei terrestre se…” potete mandare una mail a micalosapevo@pibinko.org oppure scrivere a whatsapp 3317539228. Se poi siete rimasti ai tempi dei social network digitali, abbiamo anche creato un gruppo FB cui potete iscrivervi, partendo da questo link: https://www.facebook.com/groups/891974812291883
Andrea R. Toscoromagnolo nato a nord del Senio ma lavorante a sud della Bruna ha mandato ieri un messaggio vocale al nostro “numero al verde” 3317539228 (vedi nota 1 sotto), che è la versione telefonica del canale micalosapevo@pibinko.org.
Per un progetto su cui sta lavorando, Andrea ci chiede, in sostanza: “E’ competenza dell’ingegnere ambientale la manipolazione del territorio?“.
Dal “pool piedi sporchi di fango dell’uliveta” risponde Andrea Giacomelli, ingegnere civile per la difesa del suolo e la pianificazione territoriale e dottore di ricera IX ciclo in ingegneria idraulica al Politecnico di Milano, con trent’anni di esperienza internazionale [2] (e dal 2007 anche nel metà-verso [3]), che vedete nella foto di testa intento a imbottigliare aria di Follonica per il prossimo spettacolo con la Jug Band Colline Metallifere.
Per rispondere alla domanda senza scrivere un manuale dell’ingegnere, diciamo che la “manipolazione” del territorio non dipende solo dall’ingegnere ambientale, anzi. Ci ho pensato per qualche minuto, e faccio fatica a pensare a un mestiere che non abbia una qualche forma di manipolazione territoriale abbinata.
Se si costruisce una casa, i materiali per crearla devono essere tolti da un altra parte, per cui da una parte si manipola il territorio togliendone dei pezzi, e dall’altra aggiungendone. Non è detto che ci sia un ingegnere ambientale implicato
Se si fa un viaggio, l’energia che serve per la propulsione del mezzo che uso viene prodotta a partire da fonti energetiche prese da qualche parte, e le emissioni collegate al processo per generare energia ricadono da qualche altra parte (e se usiamo un pannello solare, comunque questo è stato costruito con materiale preso da qualche parte e assemblato in una fabbrica ecc).
PUBBLICITA’
PORCINI IN PSEUDOCOLORE INFRAROSSO ALLA TRATTORIA SEGRETA VICINO AI RONDELLI DI FOLLONICA (GR)
FINE PUBBLICITA’
Se si fa un concerto, le emissioni sonore dei musicisti (che suonano strumenti con materiali ecc ecc) non manipolano direttamente il territorio, ma possono avere un effetto su alcune forme di vita, tra cui l’homo sapiens [4]. Tra gli effetti documentati dall’esposizione a onde sonore ai concerti, è stato osservato che alcuni homo sapiens comprano dischi, altri magliette con disegni improbabili, altri si tagliano i capelli con acconciature strane ecc.
…in tutti i casi, non è detto che ci sia anche un ingegnere ambientale al lavoro…
Più e più volte (almeno una al mese, in alcuni periodi un paio alla settimana) mi viene chiesto “cosa fa l’ingegnere ambientale”. Al momento l’analogia migliore che ho trovato è che se si fosse in medicina, l’ingegnere ambientale sarebbe l’esperto di medicina interna.
Poi, non è retorico dire che la manipolazione dell’ambiente, in pratica, dipende da tutti. Farlo in modo competente, avendo consapevolezza di un contesto, della sostenibilità di alcune azioni…veniva già fatto da tutte le popolazioni rurali una volta [5]. L’ingegneria ambientale è una delle forme che la società occidentale si è data per provare a mettere una pezza a situazioni più o meno compromesse dal punto di vista ambientale (es. bonifiche), e a evitare di fare troppi danni con opere e attività nuove (es. impianti di depurazione). Oltre alle opere, in questo senso sono utili anche corsi di educazione ambientale).
Parafrasando un video di pibinko del 2007…”perché non tutti si occupano di ambiente, ma l’ambiente si occupa di tutti noi” (e a volte fa spettacolo e altre volte dà qualche randellata).
Per altre informazioni e storie sull’ingegneria ambientale: micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228.
C’è un ricercatore che è pure andato a misurare l’effetto del rumore di uno dei grandi festival rock nel nord Europa, e ha scoperto che la musica può dare fastidio ai porcospini. E il contribuente europeo paga.
Se vi ha incuriosito la distribuzione in barattoli dell’aria di Tatti (GR) 2023 della settimana scorsa (vedi articolo) e pensavate che fosse una cosa esclusiva, sappiate che nel metà-verso della rete pibinko.org abbiamo anche altre riserve di aria “bòna speciale”. Ecco qua Sean Connerie che propone due modelli dalle collezioni 2021 e 2022 dell’aria di Follonica, un po’ di salmastro, un po’ di ippodromo, un po’ di luci d’estate e mare d’inverno, con le acciaierie e i diaccioni da una parte, le punte alate dall’altra, e l’ILVA nel mezzo.
Nell’immagine sotto, con il cursore potete vedere la situazione nel cosiddetto mondo reale, oppure nel metà-verso.
Per altre informazioni e prenotazioni dell’aria dal metà-verso della rete pibinko.org: micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228
Chi di voi non lavora nel mondo della ricerca scientifica potrebbe (senza perdere il sonno la notte) non sapere che esistino vari social network dedicati a ricercatori. In ogni ambito dell’umano commercio a un certo punto c’è qualcuno che lancia un social network dedicato. Una volta c’erano le
[=====FINE DELLA SOGLIA DI ATTENZIONE MEDIA SECONDO QUALCUNO======]
bacheche, poi le BBS (ai tempi dei primi modem e di ITAPAC), e ora i social network.
Con attività di ricerca pubblicata su riviste o atti di convegni prima internazionali e occasionalmente nazionali (italiane e…bulgare!) dal 1993, decisi anni fa di iscrivermi a due di queste reti. Senza particolari aspettative, ma un po’ per vedere l’effetto che poteva fare e un po’ per non “essere da meno” (“…ma come…non hai un profilo su Xercerz?… dai…“).
Fatto questo, e dopo aver dedicato una mezz’oretta a inserire i miei dati e le mie pubblicazioni, si entra nella spirale. In pratica, ricevo una media di un email al giorno in cui mi si dice o che il/la tal ricercatore/trice ha letto uno dei miei articoli, oppure che lo ha citato in un suo lavoro…per sempio:
La domanda sorge spontanea. Bob di Torniella direbbe “Pe’ ffacci che?” (e poi si metterebbe a ridere, fumando sulla soglia del bar).
Tradotto…se un sistema automatico mi dice che “Tizio” ha letto un mio articolo sulla modellazione idrologica del cono di intrusione salina nell’aquifero costieri di Korba, in Tunisia, in realtà non mi ha detto nulla. Sì, l’ha letto…ma l’ha letto tutto o solo le prime dieci righe? E di quello che ha letto, quanto ha compreso? E poi, se a un certo punto non ricevo più queste notifiche cosa vuol dire?…che non leggono più i miei articoli? o magari che ho smesso di fare accademia e faccio cose che stanno applicando le proposte suggerite dai miei studi nel 1993-2002, e quindi non ha più senso farci sopra “ricerca” (in senso accademico) perché si stanno facendo cose pratiche con effetti reali con odori e sbucciature alle ginocchia (e non nel metà-verso)? Non chiederci la parola…
Sul discorso dell’essere citati da altri…si potrebbe aggiungere, ma facciamolo magari in un prossimo articolo. Morale: ben vengano i sistemi che in un modo o nell’altro ti fanno capire che c’è un interesse per il tuo profilo (dire a un ricercatore che qualcuno ha letto un suo articolo è tutto sommato un “like” accademico di primo livello), ma capire davvero se qualcuno capisce quello che scrivi è difficile attraverso le macchine.
Al netto delle considerazioni filologico-linguistiche e della presunta quantità e qualità di sostanze psicotrope assunte in fase di composizione del testo di questo brano (ri-cordiamo che il re-cord in questo senso è millantato dagli Allman Brothers per “Midnight Rider”), buona esperienza sinestetica a tutti.
Prisencolinensinainciusol In de col men seivuan Prisencolinensinainciusol ol rait Uis de seim cius men Op de seim ol uat men In de colobos dai Trr… Ciak is e maind beghin de col Bebi stei ye push yo oh Uis de seim cius men In de colobos dai Not is de seim laikiu De promisdin iu nau In trabol lovgiai ciu gen In do camo not cius no bai For lov so op op giast Cam lau ue cam lov ai Oping tu stei laik cius Go mo men Iu bicos tue men cold Dobrei gorls Oh sandei…
Ai ai smai sesler Eni els so co uil piso ai In de col men seivuan
Prisencolinensinainciusol ol rait Uei ai sint no ai Giv de sint laik de cius Nobodi oh gud taim lev feis go Uis de seim et seim cius Go no ben let de cius End kai for not de gai giast stei Ai ai smai senflecs Eni go for doing peso ai In de col mein seivuan Prisencolinensinainciusol ol rait Lu nei si not sicidor Ah es la bebi la dai big iour
Ai ai smai senflecs Eni go for doin peso ai In de col mein saivuan Prisencolinensinainciusol ol rait Lu nei si not sicodor Ah es la bebi la dai big iour
Era da tempo che con la rete pibinko.org e la Jug Band Colline Metallifere ci si studiava, e finalmente ce l’abbiamo fatta. In questa epoca di innovazione, rigenerazione, ciattgippitì, aaì, startàpp, auimmaue’ ecc. ecc, in cui una delle figure chiave è l’innovation manager, eravamo alla ricerca di una figura da inserire nel nostro organico con il ruolo di “arretration” manager.
Qualcuno che, a fronte di “magnifiche sorti e progressive” su tutta la linea, sia in grado di implementare strategie creative per creare un ambiente di lavoro che non usi troppe tecnologie innovative, o tecnologie troppo costose rispetto al fatturato medio del contesto in cui vengono proposte, fra altre cose. L’arretration manager non solo ci ricorda che esistono vecchie soluzioni per fare le cose con meno aridità, ma lavora anche per riportare i nuovi processi, prodotti e servizi indietro. Il ruolo di un “arretration” manager è definito dalle competenze richieste per gestire il cambiamento all’indietro.
Alcuni esempi di arretration che abbiamo via via proposto:
2000: in sede di riunioni strategiche di parchi scientifici avevamo proposto di togliere per un anno il colore dai monitor di un centro di ricerca, per far lavorare la gente in bianco e nero.
2010: nell’ambito di incontri per l’implementazione di un sistema di gestione documentale a supporto di un programma di bonifiche di 42 siti contaminati di interesse nazionale in uno stato europeo, avevamo proposto di gestire il programma con un paio di giornate a dare pulizia in quattro cartelle e un altro paio di giornate di formazione a tre persone per farle tenere più ordinate in avanti, anziché “investire” (cit. dal responsabile commerciale di allora) almeno 150mila Euro (di cui 100mila solo di licenza per il server in cui caricare i dati)
Nel 2011 in una riunione di direttivi di enti di ricerca di due continenti diversi, a fronte della richiesta di proposte su come investire 24 milioni di dollari, si proponeva di tenerne una quota per organizzare delle feste e si indicavano i religiosi come uno dei ruoli nella filiera della ricerca scientifica (trovate qua la presentazione completa: https://www.pibinko.org/considerare-le-persone-nellosservazione-della-terra/)
Dal 2008 abbiamo iniziato a diffondere con il progetto della BuioMetria Partecipativa, un uso più consapevole della luce (cfr. “dai figli delle stelle ai fogli nelle stalle” del 29-9 scorso)
ecc. ecc.
In tutto questo percorso, che non è neoluddismo ma semplice interesse a fare le cose meglio secondo noi, rimaneva vacante un ruolo: quello del manager! E ora lo abbiamo trovato.
O meglio, ce l’avevamo già, ma non lo sapevamo. Chi meglio di Mauro Tirannosauro, che ha esperienza di consulenza sin dai tempi del Cretaceo, potrebbe aiutarci a gestire i nostri (e magari anche i vostri) processi di “arretration”?
Per avere pareri e preventivi per le vostre esigenze di “arretration” potete contattare Mauro Tirannosauro all’indirizzo maurotrex@pibinko.org.
Nota del Traduttore: nel trovare un modo per definire il contrario di “innovation manager” abbiamo ragionato un po’ su come tradurre “arretramento”. Però i termini che abbiamo trovato non ci stavano bene…abbiamo quindi pensato ad “arretration”, che andrà spiegato agli angloleggenti, ma agli italiani ricorderà anche un po’ una canzone che ci piace molto:
Come nella saga di Guerre Stellari, in cui il primo film del 1977 è in realtà il terzo capitolo di nove episodi, iniziamo a dare dettagli sui singoli eventi della prima campagna “Olive Oil for Food” a partire non dall’evento di apertura (che sarà il 26-11) ma dal terzo.
Jack o’Malley e Mauro Tirannosauro, con alcuni simpatizzanti milanesi, porteranno la selezione di olio nòvo bòno speciale dalla Bassa Toscana in zona Isola, e si farà quello che si deve, secondo il programma che trovate in questo simpatico volantino.
Nell’ambito dei prodotti “bòni speciali” che promuoviamo tramite la rete pibinko.org, ci fa piacere segnalarvi che si è appena conclusa l’ariatura, cioè l’imbarattolamento dell’aria, che da millenni si pratica nelle Colline Metallifere del Metà-verso.
Una delle varietà più pregiate è l’aria di Tatti (GR), che viene confezionata sia in barattoli cilindrici che cubici (cambia leggermente l’aroma). Le due confezioni che vedete sono state acquistare da Reinhard di Graz e Gudrun Luftdorf, due frequentatori storici del territorio.