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La vendetta del cane bagnato dalla laguna nel cuore della Toscana (trailer #1)

Dopo “La vendetta del Chihuahua killer e degli zombi” del 2007, filtrano le prime indiscrezioni su un nuovo possibile progetto cinematografico della rete pibinko.org con un cane come protagonista nel metà-verso della rete.

Grazie all’intercessione del Sig. Sean Connerie, abbiamo ricevuto un breve spezzone del casting per la parte del cane bagnato. Il can-didato (ah ah ah!) in questione si chiama Dante e lavora per l’az. Agricola I Cipressi di Capannoli (PI), in particolare come testimonial del vino “Tre Cani Rossi” (IGT Toscano dall’Alta Valdera a produzione centellinata).

La colonna sonora è di Simone Sandrucci della Jug Band Colline Metallifere. Per altre informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228…e ricordate: meglio un cane protagonista che un protagonista cane (cit. R. Brunacci della Rocca)

Il cielo è di tutti? (alias: dai figli delle stelle ai fogli nelle stalle)

Gianni Rodari lo disse, Bobo Rondelli lo cantò, la Jug Band Colline Metallifere lo ricantò, proponendolo come “sigla” del progetto della BuioMetria Partecipativa:

Aprile 2019, Punta Ala (GR)

La poesia di Rodari usa il cielo come “specchio

==========FINE DELLA SOGLIA DI ATTENZIONE MEDIA NEL 2023======

riflesso” della terra…perché il cielo è uno solo se la terra è tutta a pezzetti?…per conflitti, confini, millesimi condominiali, bandiere e banderuole.

Prima di Gianni Rodari, un certo Immanuel Kant, che a dispetto del cognome non pare avesse particolari doti canore, scrisse un altro discorso che tira in ballo il cielo, alla fine di un suo libercolo: “Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me” (…se avete pazienza, leggete anche il resto, in fondo all’articolo)

Un po’ di contesto

Dal 2008 la rete pibinko.org si occupa di tutela e valorizzazione interdisciplinare del cielo notturno (ecco il link al convegno nazionale tenutosi a Ribolla (GR) in cui il progetto fu lanciato).

Si partì con due persone (ed erano abbastanza, come diceva Antonello Venditti) e due sensori -di cui uno in prestito- con l’idea di “far fare” misure di brillanza artificiale del cielo notturno a chiunque tranne gli astronomi e gli astrofili. L’idea era di far aumentare la consapevolezza delle persone sugli effetti dell’abuso di luce artificiale attraverso un’esperienza diretta (NdA: la luce artificiale è essenziale per la qualità della nostra vita, l’abuso di luce artificiale no – vedi articolo).

Varie misure raccolte nell’ambito della BuioMetria Partecipativa, prestando sensori a baristi, bimbi, anziani, accademici di materie diverse da quelle collegate all’inquinamento luminoso ecc. In un treno nel 2009 ci dissero che facevamo un uso poetico di strumenti di misura scientifici.

In oltre 15 anni di attività in questo settore ci siamo impegnati: oltre a dare un contributo reale alla divulgazione della questione, e ad avere proposto nel tempo modi creativi e innovativi (non lo diciamo noi, ma le menzioni e i riconoscimenti che abbiamo ricevuto) per trattare un tema ambientale, coinvolgendo centinaia di persone, arrivando a erogare crediti formativi su una materia improbabile (cfr. questo articolo del 2018 e quest’altro del 2019).

Abbiamo anche creato un indotto socioeconomico reale, una rete di contatti intercontinentali (anche) su questa materia. Altra cosa molto ganza, abbiamo contribuito all’attivazione di progetti di ricerca sul tema luce artificiale notturna da parte di un istituto del CNR e di un dipartimento universitario, i quali prima non lavoravano su questo argomento (vedi articolo del 2017).

Diciamo che nel nostro piccolo di rete pibinko.org, qualcosina abbiamo combinato.

Ha senso tirare un progetto di citizen science avanti per 10 anni?

Con la pandemia l’attività di divulgazione interdisciplinare legata alla BuioMetria Partecipativa necessariamente si arrestò, dato che il fulcro del progetto era una media di un incontro in presenza al mese.

La cosa di per sé non ci impedì di proseguire le nostre iniziative di “citizen engagement” (ovvero di coinvolgimento dei cittadini) anche in modalità di lockdown totale. Andate a rivedere il progetto della Litologia Partecipativa, la cui prima fase si svolse tra il 20 marzo e la metà di maggio 2020…però entravamo forse anche in un momento di “stanca” di prestare sensori e fare clic per avere una misura di inquinamento luminoso che sapevamo già quale fosse da mappe satellitari. E ci si scrisse un testo:

Aprile 2020, citando anche una via di Punta Ala (GR)

Il richiamo della foresta (illuminata male)

Dopo aver dichiarato che dal 2020 in poi sul tema cielo notturno avremmo lavorato solo “a chiamata” e che ci saremmo dedicati più a progetti di infotainment sinestetico, negli scorsi mesi abbiamo però notato due cose.

Anzitutto, segnali di nuovo interesse per il nostro progetto, vedi ad esempio l’evento del 12-8 scorso al Lago dell’Accesa (GR), e altre manifestazioni di interesse. La seconda cosa non è in realtà nuova, ma via via si ripropone in contesti diversi. Nell’onda crescente di situazioni in cui sostenibilità e grande bellezza devono diventare parametri di valutazione della bontà di qualsiasi umano commercio, vediamo il nostro (di tutti) cielo viene invocato a valore supremo e intoccabile.

A volte la cosa viene proposta al pubblico con qualche difetto di impostazione di un discorso, come se dire che il cielo è bello “in quanto tale” potesse evitare di ragionare ai sensi delle normative esistenti sulle valutazioni di incidenza, piuttosto che sulle linee guida consolidate a livello comunitario per l’installazione di impianti di illuminazione in aree protette…tutte storie in cui come BuioMetria Partecipativa abbiamo lavorato in veste di esperti per progetti europei di ricerca (Loss of the Night Network, Stars4all ecc.).

Buiometria & Power Rock…aspettando il terzo festival d’inverno in Val di Farma…ça va sans dire…

Per cui -magari e se vi fa piacere- possiamo anche dare qualche dritta. Anche se passiamo più tempo ai tavoli dei bar di paese o di periferie marginali, suonando chitarre scordate insieme a personaggi che avrebbero impressionato Charles Bukowski, non vuol dire che non si abbiano titoli e referenze per contribuire a scrivere un master plan regionale sull’energia, o essere invitati a dire la nostra sulle politiche europee nel campo della Digital Earth.

Insomma…è come da lontano si sentisse un coro dal pubblico, come quando una band ha finito un concerto, esce dal palco, e tutti continuano a chiedere il bis… a seconda della latitudine (e quanta ragione aveva M.me de Staël) “noi non siamo stanchi…noi non siamo stanchi” “sò-na sò-na sò-na” “we want more we want more” “o-tra o-tra o-tra” ecc. ecc. …in queste settimane ci pare di sentire “bi-emme-pi bi-emme-pi bi-emme-pi” (NdR BMP è la sigla della BuioMetria Partecipativa…scrivere a bmp@pibinko.org se non ci credete)

Prossimamente: programmi per sette sere (in fase di luna nuova)

Ieri ho avuto modo di riparlare con gli altri organizzatori del simposio internazionale Capraia Night Sky nel 2018, e del successivo simposio nazionale all’osservatorio Ximeniano di Firenze su Prospettive operative su protezione e promozione del cielo notturno. Anche loro sono d’accordo che qualcosa si può fare in termini di informazione migliore…e qualcosa si farà.

Alan Sorrenti rilesse a suo modo Kant e altri ricordando che siamo figli delle stelle. Lavorando dal 2007 su attività di divulgazione in zone rurali, proveremo a portare i fogli nelle stalle.

Ma tornando al titolo…Rodari scrisse la sua poesia ai tempi delle prime esplorazioni spaziali. Oggi sappiamo che il cielo non è di tutti. Vediamo cosa si potrà fare rispetto a condividere la legge morale e capire meglio di chi non è il cielo, nei prossimi mesi..

Se siete interessati a partecipare (come esperti, cittadini attivi, enti pubblici o sponsor) scrivete a micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228.

….diceva Kant delle cielo stellato e della legge morale: Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima comincia dal posto che io occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in cui mi trovo a una grandezza interminabile, con mondi e mondi, e sistemi di sistemi; e poi ancora ai tempi illimitati del loro movimento periodico, del loro principio e della loro durata. La seconda comincia dal mio io indivisibile, dalla mia personalità, e mi rappresenta in un mondo che ha la vera infinitezza, ma che solo l’intelletto può penetrare, e con cui (ma perciò anche in pari tempo con tutti quei mondi visibili) io mi riconosco in una connessione non, come là, semplicemente accidentale, ma universale e necessaria

Il primo spettacolo di una quantità innumerevole di mondi annulla affatto la mia importanza di creatura animale che deve restituire al pianeta (un semplice punto nell’Universo) la materia della quale si formò, dopo essere stata provvista per breve tempo (e non si sa come) della forza vitale. Il secondo, invece, eleva infinitamente il mio valore, come [valore] di una intelligenza, mediante la mia personalità in cui la legge morale mi manifesta una vita indipendente dall’animalità e anche dall’intero mondo sensibile, almeno per quanto si può riferire dalla determinazione conforme ai fini della mia esistenza mediante questa legge: la quale determinazione non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all’infinito.

Foto di testa: Abbazia di San Galgano by night, con inquinamento luminoso facilmente eliminabile di Federico Giussani (per scoprire come eliminarlo e risparmiare energia senza pregiudicare gli aspetti estetici del sito: bmp@pibinko.org

A spasso nel metà-verso. 1: da Tatti (GR) a Montemassi (GR)…quasi

[Ricordiamo che (1) per gli abbonati premium è possibile scaricare la traccia del percorso in formato GPX, assieme ad altri contenuti speciali (2) se vi piace la storia, potete sostenerla tramite il cappello digitale della Jug Band Colline Metallifere. Per abbonamenti e informazioni: micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228]

Nel metà-verso della rete pibinko.org si trova uno degli itinerari più suggestivi nell’ambito dei percorsi di sentoggistica della mobilità agrodolce. Si tratta del Cammino di Colangelo, nel cuore della Toscana. Rocco Colangelo era un feudatario della Marca di Agrisvallo, che nel 1541 decise di percorrere al contrario l’itinerario seguito nel 1154 dall’abate islandese Nikolas de Munkathvera da Reykjavík a Gerusalemme (cfr. questo testo). Per aggiungere un’ulteriore componente mistica a questa esperienza, Colangelo decise di camminare all’indietro. Per questo in alcuni casi sbagliò direzione e si ritrovò in posti completamente diversi dopo due giorni che era partito…

Questi raggi di sole nel cuore della Toscana sostenibile sono gli stessi che abbagliarono Colangelo nel suo itinerario à rebours (a ritroso NdT) da Gerusalemme a Reykjavík nel 1541.

…solo che Colangelo non poteva girarsi e camminare normalmente, altrimenti (1) avrebbe infranto il voto che aveva fatto alla partenza e (2) avrebbe fatto fare una figuretta agli sponsor del viaggio, una nota ditta di bevande toniche per pellegrini, la White Cow di Amburgo.

Cosa sia successo a Rocco Colangelo alla fine del viaggio non è ancora chiaro. Alcuni sostengono che si sia fermato dopo mezz’ora, altri sono certi che anziché in Islanda sia approdato in Giamaica, climaticamente più allettante e con molti siti in cui si emettono fumi, ma non di geyser. C’è anche una terza ipotesi. Però, però…come i misteri eleusini, il terzo segreto di Fatima, e il contenuto della valigetta di Pulp Fiction, non possiamo svelarlo nella prima puntata della serie. Se siete interessati vedremo di ripercorrere le tracce di Colangelo anche nelle prossime rubriche, e magari dare qualche spu(n)to in più su dove sia effettivamente arrivato.

Sean Connerie nel punto stappa di Gollonica (FR), durante un sopralluogo. Era un giovedì di un anno bisestile.

Intanto, chiediamo alla regia di trasmettere il foto reportage curato dal nostro Sean Connerie sul tratto del cammino che portò Colangelo da Tatti (GR) a Montemassi (GR), quasi. Abbiamo voluto affrontare una delle tappe più lunghe: i 3500 metri che portano dal circolino di Tatti al Barrino di Tatti, due dei punti stappa della rete sentoggistica. Tempo di percorrenza: 3 ore. Difficoltà nella scala magrodolce: estrema.

Nell’ambito del sopralluogo Sean ha potuto osservare: resti di ipogei, costellazioni di monete, il mare all’orizzonte, griglie rinforzate, pannelli “D2” ai sensi della rete escursionistica toscana, offerte di lavoro, video di gruppi rock che cantano in mezzo ai campi, persiane smontate, recinzioni di sicurezza autoprodotte dagli indigeni, generazioni di segnaletica sovrapposta, alieni (pacifici) in cammino, mulini diroccati, catene che fanno pendant con la segnaletica RET, sbarre semoventi realizzate con materiali di riuso, altri alieni che partecipano a “puliamo l’universo” raccattando fazzoletti lasciati da Colangelo sul percorso, antichi campi di calcetto etrusco, Mauro Tirannosauro, installazioni megalitiche, tracce di cinghiali giganti, residui di segnaletica degli anni ’90, alberi che crescono dentro le fogne, maiali, cavalli, oche, dissesti idrogeologici ecc.

Per altre informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228…vi salutiamo con un brano a tema della Jug Band Colline Metallifere:

Inversione toponomastica eolica, v 1.0

Nel metà-verso della rete pibinko.org è possibile avere dei luoghi che sono i duali di quelli del mondo reale. Uno degli schemi di accesso è l’inversione delle parole. Ad esempio, Enoteca diventa Acetone, Folgore Eroglof ecc.

Questa operazione richiede normalmente energia. In questa epoca di attenzione ai consumi e alla sostenibilità, vi proponiamo di creare i vostri luoghi nel metà-verso con le energie rinnovabili. Se prendete una bandiera col nome di qualcosa (ad esempio un posto) e create un vento nella direzione giusta, leggerete senza spendere energia il nome di quel posto nel metà-verso. Per esempio, stamattina Tatti, frazione di Massa Marittima (GR), per qualche ora è diventato Itatta, necessariamente frazione di Assam Amittiram.

Poi il vento è calato, e siamo tutti qui, seduti in riva al fosso.