Nelle settimane scorse vi abbiamo propinato vari “spiegoni” sul progetto Jug Band Colline Metallifere e annessi e connessi su geomusica, integrazione arte-scienza-merende maremmane, ecc. Mentre ci si prepara alla partenza, riassumiamo semplicemente dove ci potrete trovare durante la tournée.
La Jug Band Colline Metallifere (JBCM) è un collettivo internazionale e intergenerazionale di base a cavallo delle province di Grosseto e Pisa, zona in cui ruralità, geotermia e siti minerari dismessi caratterizzano una delle “Toscane” meno note.
La JBCM propone una combinazione di musica e professione ambientale, in cui melodia, ritmo, narrazione e divulgazione scientifica si fondono in un’unica situazione, di ispirazione country-blues, mettendo insieme due giovani rocker professionisti, e due esperti di ambiente e agricoltura, meno giovani ma sempre piuttosto dinamici.
La componente musicale della JBCM, sapientemente diretta da Dario Canal (voce, chitarra e washboard) e Simone Sandrucci (chitarre e banjo), viaggia in parallelo con altri ingredienti che il collettivo propone a ogni esibizione, con un banco merchandising assimilabile a un “micromuseo” o a un info point di un consorzio di promozione turistica, o a un banchetto di degustazioni di prodotti tipici…a seconda degli occhi di chi guarda. Il gruppo porta infatti con sé il territorio, sotto forma di mappe (curate dall’ingegnere ambientale batterista Jack O’Malley), stampe e insaporitori alle 12 erbe (prodotte dal bassista monocorda Wolfgang Scheibe), palline di giochi antichi, chioccoli e numerosi altri reperti maremmani e non.
Il repertorio musicale della JBCM somma gli influssi e le esperienze di tre generazioni diverse, cui i musicisti appartengono. Partendo da classici rock’n’roll e blues (alcuni anche adattati in italiano), strizza l’occhio al cantautorato anni ’70, e propone anche diversi pezzi originali: sia con vari estratti dalla produzione degli Etruschi from Lakota (gruppo principale di Dario e Simone), che autori attualmente poco noti di oggi.
A corredo, gli inserti “geomusicali“, come ad esempio un blues sulla qualità dell’aria a Milano, scritto da Jack o’Malley nel 1991 e rivisitato con la JBCM in un percorso in cui la musica è un motore di relazione fra le città e le campagne, fra la scienza e la pratica empirica, fra gli innovation hub metropolitani, e i bar di paese….
….scoprendo, alla fine, che le differenze fra questi ambiti sono più di forma che di sostanza, e che un rocker, un ricercatore e un contadino possono collaborare alla pari in un progetto di tutela e sviluppo del territorio.
Un assaggio della formula JBCM è stato dato il 15 e 16 maggio scorsi in una minitournée a Milano e Brescia in duo, con la collaborazione del fotografo Federico Giussani, e si stanno programmando nuove date dalla seconda metà di giugno in poi, sempre alternando location da intrattenimento e sedi scientifiche.
Se vi piace il progetto JBCM, potete sostenerlo…scoprite come da questa pagina.
Per informazioni: jugbandcm@pibinko.org o 3317539228
Tra mercoledì 15 e giovedì 16 maggio il collettivo Jug Band dalle Colline Metallifere ha assunto la forma di un power trio incorporando Federico Giussani, fotografo grossetano specializzato in paesaggi notturni, con Dario e Jack.
Finisce il convegno. Si firmano gli attestati di frequenza per gli ordini professionali. Siamo pronti a sparecchiare, ma una voce si leva dalla platea: “…ma la sigla finale non la fate?“
E così abbiamo fatto anche la sigla finale. Uno dei partecipanti si è dichiarato batterista e ha chiesto delle bacchette, che non avevamo sul posto, per cui si è aggregato alla sezione ritmica suonando la cattedra.
Il commento più curioso a fine giornata, da parte di uno dei partecipanti: “Questo convegno è stato veramente divertente“.
Tuttavia, quando i relatori hanno dichiarata chiusa la giornata, diversi dei partecipanti hanno detto: “..e la sigla finale?”. A quel punto, non ci siamo potuti esimere dal rispondere, con l’ing. dottore di ricerca Giacomelli a prendere i panni della sezione ritmica di Jack o’Malley e Dario a lanciare uno dei classici da chiusura dei suoi concerti. Il video è di Federico Giussani.