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La Maurotournée da Soiana (PI) a Tatti (GR), passando per Firenze (FI). 1 – So’ Chianti per tini

[…Mauro raccomanda il brano-in-box alla fine, mi raccomando!]

La prima tappa consigliata a Mauro Tirannosauro da Zen e Luka, i due viszla ungheresi residenti da un paio d’anni in altra Valdera (se non conoscete Zen e Luka, andate a vedervi il prologo di ieri), prevedeva una vista guidata nel suggestivo borgo di Soiana, frazione di Terricciola, in provincia di Pisa. Soiana è nota agli storici come località in cui durante l’assedio posto dai fiorentini per “sedare” i focolai di rivolta alimentati dai pisani morì Pier Capponi, statista dei tempi dei Medici (1146-1496). Proprio a Pier Capponi è dedicata la via principale del paese.

Invece, il tratto di strada provinciale che porta da Terricciola verso Ponsascco, che prima di arrivare a Soiana si chiama “via del Chianti”, nel momento in cui si entra nell’abitato di Soiana cambia nome e diventa “via Sandro Pertini”. Singolare anche che al numero 1 della via (vedi foto di testa) ci sia l’ingresso della suggestiva cantina una volta detta del castello di Soiana, che una volta sorgeva in quel punto. Mauro mi ha fatto notare che mettendo insieme un po’ di nomi e di cose viene fuori che nel punto in cui è scattata la foto di testa c’è una cantina “per tini” (e in effetti di tini dentro ce ne sono diversi!):

Un suggestivo scorcio della cantina una volta detta “del Castello di Soiana”
Alcuni dei tini al n° 1 di via Pertini a Soiana (PI)

Mettendo poi insieme i nomi delle due vie come si vedono accanto alla tabaccheria, si legge “per tini del chianti”… Mauro Tirannosauro… che mattacchione!

…se fossero al contrario, sarebbe anche “del Chianti per tini”…anche meglio!

Vi salutiamo con un brano a tema, composto da Jack O’Malley proprio ieri, 16 dicembre, prima di uscire con Mauro per questa sinaptica escursione. Per altre informazioni e booking: maurotrex@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228

Somebody told me yesterday that when you buy a farm and no hay
you feel as if you’re going somewhere you act as if the cows weren’t there

still I cannot convince myself that I could move to somewhere else
in this podere that I call my home I always have bacon and scones

So’ chianti – So’ chianti – So’ chianti
ain’t Shanty ain’t Shanty ain’t shanty

Last weeek I started my pruning – my clippers I forgot to bring
so I’m doing it now with my bare hands – I like it more than playing in bands

Mick Jagger went to Bolgheri – while I’m here on a drinking spree
While keeping warm with a big fleece, remembering when I was police

in chianti – we’re ranting – we’re ranting
in chiant – not frantic – not frantic

So chianti so so … so so so so ssos sos
….

Qualcuno mi ha detto ieri che quando compri una fattoria senzia fieno
ti pare di andare da qualche parte, ti comporti come se le mucche non esistessero

eppure non riesco a convicermi che avrei potuto trasferirmi da un’altra parte
in questo podere che chiamo casa sto sempre a mangiare la pancetta con gli scones [un dolce salato inglese NdT]

la settimana scorsa ho inziato a potare, ma mi sono scordato le forbici
per cui ora lo faccio a mani nude – mi piace di più di quando suonavo nei gruppi

Mick Jagger andò a Bolgheri – mentre io sono qua a sfondarmi dal bere
Mentre mi scaldo con un grosso scialle – e penso a quando ero nella polizia

Nel chianti – ci lamentiamo
Nel chianti – non siamo frenetici

La Maurotournée da Soiana (PI) a Tatti (GR), passando per Firenze (FI): Prologo – Tre cani

Mauro Tirannosauro ci ha preso gusto con questi giri fuori porta. Dopo aver accompagnato Dario, Simone e Jack da Tatti a Roccatederighi passando per il Politecnico di Milano dal 4 al 12 dicembre, nei giorni scorsi si è messo di buzzo buono a studiare alcune carte (da gioco) e durante un dopo cena sorseggiando brandy a casa dei suoi amici Zen e Luka, viszla ungheresi inglesi trasferiti in bellatoscana da un paio d’anni, ha avuto l’idea di fare un’altra tournée.

Alba su Soiana, nel cuore della Valdera, a metà strada tra Volterra e Pisa, vista dal resort di Zen e Luka

Praticamente, gli tocca accompagnare Andrea Giacomelli, noto pibinko, che va al TourismA 2021 (vedi articolo), ma quello che non gli ha detto è che mentre quel secchione stakanovista sarà impegnato a fare il promoter di non si sa bene cosa, Mauro se ne andrà a visitare la culla del rinascimento e a gozzovigliare in puro stile T-rex…ma sarà un giro fuori porta, o un giro che “porta fuori”?

Intanto, vi ricordiamo l’appuntamento in streaming di domani sera su Deejayradiofox.com di Milano per ascoltare il concerto intervista della Jug Band Colline Metallifere (vedi articolo).

Nella foto di testa, da sinistra a destra: Zen (con collare di Natale), Luka, Mauro e la loro amica Nina, visibilmente provati dalla dura giornata di lavoro nei campi. Per chiudere, una canzone di viatico per il viaggio verso la capitale culturale del mondo, sempre e comunque (dihono).

Per altre informazioni e booking: maurotrex@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228

Firenze lo sai, non è servita a cambiarla | Florence, you know, could not change her

La cosa che ha amato di più è stata l′aria | The thing I loved most was the air

Lei ha disegnato, ha riempito cartelle di sogni | She used to draw, filled her folders with dreams

Ma gli occhi di marmo del Colosso Toscano | But the marble eyes of the Tuscan Colossus

Guardano troppo lontano | Are look much too far away

Caro il mio Barbarossa, studente in filosofia | My dear Red Beard, philosophy student

Con il tuo italiano insicuro certe cose le sapevi dire | With your insecure Italian you did know how to say some things

Oh lo so, lo so, lo so, lo so bene, lo so | I know, I know..

Una donna da amare in due in comune fra te e me | A woman to be loved by the two of us

Ma di tempo ce n’è in questa città | But this city give you a lot of time

Fottuti di malinconia e di lei | Fucked up by the blues, and by her

Per questo canto una canzone triste, triste, triste | That’s why I’m singing a sad, sad, sad song

Triste, triste, triste

Triste, triste

Triste come me | Sad like me

E non c′è più nessuno | And nobody is here anymore

Che mi parli ancora un po’ di lei, ancora un po’ di lei | To tell me a little bit about her

E non c′è più nessuno

Che mi parli ancora un po′ di lei, ancora un po’ di lei

Ricordo i suoi occhi, strano tipo di donna che era | I remember her eye, what a strange kind of woman she was

Quando gettò i suoi disegni con rabbia giù da Ponte Vecchio | When with rage she threw her drawings down from Ponte Vecchio

“Io sono nata da una conchiglia” diceva | “I was born from a shell” she used to say

“La mia casa è il mare e con un fiume no | “My home is the sea, and no, with a river

Non la posso cambiare” | I cannot exchange it”

Caro il mio Barbarossa, compagno di un′avventura | My dear Red Beard, partner in an affair

Certo che se lei se n’è andata no, non è colpa mia | If she left surely it’s not my fault

Oh lo so, lo so, lo so, la tua vita non cambierà | I know, your life will not change

Ritornerai in Irlanda con la tua laurea in filosofia | You will be back to Ireland with your degree in Philosophy

Ma io che farò in questa città? | But what shall I do in this town

Fottuto di malinconia e di lei

Per questo canto una canzone triste, triste, triste

Triste, triste, triste

Triste, triste

Triste come me

E non c′è più nessuno

Che mi parli ancora un po’ di lei, ancora un po′ di lei

E non c’è più nessuno

Che mi parli ancora un po’ di lei, ancora un po′ di lei

Promemoria: 17-12-21, ore 21 – JBCM a Live Motel su Deejay Fox Radio

Venerdì 17 dicembre, dalle 21 alle 22 circa su www.deejayfoxradio.com (oppure scaricado l’app “Deejayfox Radio” dal vostro app store di riferimento), potrete ascoltare un’oretta in cui la Jug Band Colline Metallifere in versione trio si racconta a Live Motel. Per prepararvi all’ascolto vi raccomandiamo di scorrere la sezione “notizie” del nostro sito (http://www.jugbandcm.it)…intanto eccovi un piccolissimo assaggio:

Per altre informazioni sulla Jug Band Colline Metallifere o booking di eventi “concettistici“, vedete la nostra pagina “Contatti“.

Dalle colline metallifere a Milano e ritorno. 26° episodio: siamo tornati…

…e siamo riusciti anche questa volta a NON farci una foto di gruppo. Ma intanto abbiamo fatto una foto di gruppo a tutta l’attrezzatura che abbiamo portato ieri al Centro Civico di Roccatederighi (GR) per l’evento finale della seconda geotournée “concettistica” dalle Colline Metallifere a Milano.

Oggi sarà necessariamente un momento quieto e di recupero. Non di riposo: Dario deve seguire le sue lezioni universitarie, Simone sarà in studio a produrre musica, Wolfgang tra stampe, dadi e datteri, e Jack a mettere ordine in macchina. Mauro Tirannosauro andrà a fare il bagno, visto che la giornata è buona e parte di questa si svolgerà a Follonica.

Da qui a Natale vedremo anche di preparare un resoconto della tournée. Il materiale raccolto è moltissimo, tra video, foto e carte varie.

Nel frattempo vi invitiamo a rivedere la storia a partire dall’8 novembre scorrendo la sezione “notizie” di http://www.jugbandcm.it, e -per altre informazioni e booking- a contattare micalosapevo@pibinko.org o whatsapp 3317539228

Giustamente, un brano per avviare la settimana:

Well you impress me so completely | be’, sai che mi hai fatto davvero effetto
I start obsessing to hear from you | comincio a essere ossessionato solo a sentirti
Whatever you do, you do sweetly | qualsiasi cosa tu faccia, lo fai con dolcezza
It takes a lot to not take from you | ci vuole parecchio a non prendere da te

You’re not secure enough to tell me | non sei abbastanza sicura da dirmi
Your first impression of all these clowns | la tua prima impressione su ‘sti pagliacci
So you’ll be tricky enough to compel me | per cui sei così furba da obbligarmi
To take the lead and to speak out loud | a prendere l’iniziativa e urlare
(Yeah, ooh, yeah… oh…)

Speak to me and don’t speak softly | parlami e non parlare piano
Talk to me and let me know | parla con me e fammi sapere
Grab hold of my shoulder and tell me | prendimi la spalla e dimmi
Grab hold and do not let go | prendimi la spalla
Grab hold and do not let go

And if you find yourself repeating | e se ti trovi a ripetere
Some of those incoherent sounds | alcuni di quei suoni incoerenti
Just talkin’ to yourself is cheating | se parli da sola non vale
You might as well stick your head in the ground | tanto vale che tu nasconda la testa sotto terra
(Yeah… oh oh oh oh oh)

Speak to me and don’t speak softly
Talk to me and let me know
Grab hold of my shoulder and tell me
Grab hold and do not let go
Grab hold and do not let go

I feel compelled to just yell out for you | mi obblighi a urlare in tua vece
To say the words that you can’t bring out | a dire le parole che non riesci a tirare fuori
But I cannot do everything for you | ma non posso fare tutto io al posto tuo
And if I don’t then these stones will shout | e se non lo faccio, saranno queste pietre a urlare
Yeah if I don’t, then these stones will shout
Well if I don’t, then these stones will shout
(If I don’t then these stones will shout)

So if I were to just lay in silence | per cui se rimanessi qua in silenzio e basta
And see if you would take control | per vedere se prenderesti tu il controllo
These stones below me then may become violent | questi sassi sotto di me potrebbero diventare violenti
And they will wrestle me, pester me, mess with me |e mi faranno la lotta, mi daranno noia, mi importuneranno
Just tryin’ to free your soul | mentre stanno solo provando a liberare la tua anima

Speak to me and don’t speak softly
Talk to me and let me know
Grab hold of my shoulder and tell me
Grab hold and do not let go

Speak to me and don’t speak softly
Talk to me and let me know
Grab hold of my shoulder and tell me
Grab hold and do not let go
Grab hold and do not let go
Grab hold and do not let go
Grab hold and do not let go

Dalle colline metallifere a Milano e ritorno: 23° episodio. Cotto Sosto

“Cotto Sosto” è uno degli anagrammi base di “Sotto Costo”…comunque: per usare l’espressione di Willy Amato, ieri con Dario (Canal) e Simone (Sandrucci) siamo sopravvissuti a noi stessi nella prima delle due giornate milanesi della seconda geotournée. Qua nella foto di testa, in un momento di sosta e discretamente cotti. Comunque con spirito buono. Per oggi teniamo la parte di editoriale/commento/curiosità al minimo, dato che la geotournée prosegue a ritmi serrati.

Giusto per ricordare che l’appuntamento nel pomeriggio sarà a Cologno Monzese per la registrazione di un’intervista+live set a Radio Deejay Fox. Dopo questa cosa, che finirà all’imbrunire, avendo Jack O’Malley appreso con costernazione che Simone Sandrucci non ha mai visto il Duomo (e quindi probabilmente nemmeno altre “emergenze” in città), la geotournée prenderà un taglio storico-culturale, anche per riposarsi un attimo in vista dell’impegnativa giornata di domani (partenza entro le 10 da Milano per Roccatederighi, in modo da essere lì per le 15).

Per tutto il resto della storia, avendo usato in questo articolo tutta la riserva di parentesi consentite per dicembre, vi rimandiamo al reportage della geoutournée che contiamo di pubblicare prima del 16 dicembre come strenna natalizia.

Da sinistra a destra: Renzo Rosso (non quello dei jeans Diesel), Dario Canal (non quello dei navigli) e Simone Sandrucci (non quello dei cantucci) al termine del termine della mattinata al Politecnico di Milano (foto di Jack O’Malley)

Per altre informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228

Ah, dimenticavo…una canzoncina…essendo in città, restiamo su cose che parlano di Milano, anche senza Vincenzo.

Parco Sempione
Verde e marrone
Dentro la mia città
Metto su il vibro
Leggo un bel libro
Cerco un po’ di relax

All’improvviso
Senza preavviso
Si sente un pim pam pum
Un fricchettone
Forse drogato
Suona e non smette più
Questo fatto mi turba
Perchè suona di merda
Non ha il senso del ritmo
E non leggo più il libro
Quasi quasi mi alzo
Vado a chiedergli perchè
Ha deciso che, cazzo
Proprio oggi
Niente lo fermeràPiantala con sti bonghi
Non siamo mica in Africa
Porti i capelli lunghi
Ma devi fare pratica
Sei sempre fuori tempo
Così mi uccidi l’Africa
Che avrà pure tanti problemi
Ma di sicuro non quello del ritmo

Dai barbun cerca de sunà mèj
Che sun drèè a fa balà i pèe
Anca se g’ho vuttant’an vo giò in balera cunt la mia miè
Ohè che dü bal
Me te s’cepet l’uregia
Ti, i tò sciavat e i bonghiCaro signore
Sa che le dico
Questa è la libertà
Sono drogato
Suono sbagliato
Anche se a lei non vaNon vado a tempo
Lo so da tempo
Non è una novità
Io me ne fotto
Cucco di brutto
Grazie al mio pim pum pam (bonghi)

Questa cosa mi turba
E mi sento di merda
Quasi quasi mi siedo
Ed ascolto un po’ meglio
Forse forse mi sbaglio
Forse ho preso un abbaglio
Forse forse un bel cazzo
Fai cagare
Questa è la verità

Ora ti sfondo i bonghi
Per vendicare l’Africa
Quella che cucinava
L’esploratore in pentola
Ti vesti come un rasta,
Ma questo no, non basta
Sarai pure senza problemi
Ma di sicuro c’hai quello del ritmoOhè
Te tiri una pesciada in del cü
Va a ciapà i ràtt
Te podet vend dumà el tò ciculàt

Ecco spiegato
Cosa succede
In tutte le città
Io suono i bonghi
Tu me li sfondi
Di questo passo
Dove si finirà?

Ecco perchè qualcuno
Pensa che sia più pratico
Radere al suolo un bosco
Considerato inutlie
Roba di questo tipo
Non si è mai vista in Africa
Che avrà pure tanti problemi
Ma di sicuro non quello dei boschi

Vorrei suonare i bonghi
Come se fossi in Africa
Sotto la quercia nana
In zona Porta Genova
Sedicimila firme
Niente cibo per Rocco Tanica
Ma quel bosco l’hanno rasato
Mentre la gente era via per il ponte

Se ne sono sbattuti il cazzo
Ora tirano su un palazzo
Han distrutto il bosco di Gioia
Questi grandissimi figli di troia

Photo credits: testata articolo: Piergiuseppe Radice.