Dalle colline metallifere a Milano e ritorno: 23° episodio. Cotto Sosto

“Cotto Sosto” è uno degli anagrammi base di “Sotto Costo”…comunque: per usare l’espressione di Willy Amato, ieri con Dario (Canal) e Simone (Sandrucci) siamo sopravvissuti a noi stessi nella prima delle due giornate milanesi della seconda geotournée. Qua nella foto di testa, in un momento di sosta e discretamente cotti. Comunque con spirito buono. Per oggi teniamo la parte di editoriale/commento/curiosità al minimo, dato che la geotournée prosegue a ritmi serrati.

Giusto per ricordare che l’appuntamento nel pomeriggio sarà a Cologno Monzese per la registrazione di un’intervista+live set a Radio Deejay Fox. Dopo questa cosa, che finirà all’imbrunire, avendo Jack O’Malley appreso con costernazione che Simone Sandrucci non ha mai visto il Duomo (e quindi probabilmente nemmeno altre “emergenze” in città), la geotournée prenderà un taglio storico-culturale, anche per riposarsi un attimo in vista dell’impegnativa giornata di domani (partenza entro le 10 da Milano per Roccatederighi, in modo da essere lì per le 15).

Per tutto il resto della storia, avendo usato in questo articolo tutta la riserva di parentesi consentite per dicembre, vi rimandiamo al reportage della geoutournée che contiamo di pubblicare prima del 16 dicembre come strenna natalizia.

Da sinistra a destra: Renzo Rosso (non quello dei jeans Diesel), Dario Canal (non quello dei navigli) e Simone Sandrucci (non quello dei cantucci) al termine del termine della mattinata al Politecnico di Milano (foto di Jack O’Malley)

Per altre informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228

Ah, dimenticavo…una canzoncina…essendo in città, restiamo su cose che parlano di Milano, anche senza Vincenzo.

Parco Sempione
Verde e marrone
Dentro la mia città
Metto su il vibro
Leggo un bel libro
Cerco un po’ di relax

All’improvviso
Senza preavviso
Si sente un pim pam pum
Un fricchettone
Forse drogato
Suona e non smette più
Questo fatto mi turba
Perchè suona di merda
Non ha il senso del ritmo
E non leggo più il libro
Quasi quasi mi alzo
Vado a chiedergli perchè
Ha deciso che, cazzo
Proprio oggi
Niente lo fermeràPiantala con sti bonghi
Non siamo mica in Africa
Porti i capelli lunghi
Ma devi fare pratica
Sei sempre fuori tempo
Così mi uccidi l’Africa
Che avrà pure tanti problemi
Ma di sicuro non quello del ritmo

Dai barbun cerca de sunà mèj
Che sun drèè a fa balà i pèe
Anca se g’ho vuttant’an vo giò in balera cunt la mia miè
Ohè che dü bal
Me te s’cepet l’uregia
Ti, i tò sciavat e i bonghiCaro signore
Sa che le dico
Questa è la libertà
Sono drogato
Suono sbagliato
Anche se a lei non vaNon vado a tempo
Lo so da tempo
Non è una novità
Io me ne fotto
Cucco di brutto
Grazie al mio pim pum pam (bonghi)

Questa cosa mi turba
E mi sento di merda
Quasi quasi mi siedo
Ed ascolto un po’ meglio
Forse forse mi sbaglio
Forse ho preso un abbaglio
Forse forse un bel cazzo
Fai cagare
Questa è la verità

Ora ti sfondo i bonghi
Per vendicare l’Africa
Quella che cucinava
L’esploratore in pentola
Ti vesti come un rasta,
Ma questo no, non basta
Sarai pure senza problemi
Ma di sicuro c’hai quello del ritmoOhè
Te tiri una pesciada in del cü
Va a ciapà i ràtt
Te podet vend dumà el tò ciculàt

Ecco spiegato
Cosa succede
In tutte le città
Io suono i bonghi
Tu me li sfondi
Di questo passo
Dove si finirà?

Ecco perchè qualcuno
Pensa che sia più pratico
Radere al suolo un bosco
Considerato inutlie
Roba di questo tipo
Non si è mai vista in Africa
Che avrà pure tanti problemi
Ma di sicuro non quello dei boschi

Vorrei suonare i bonghi
Come se fossi in Africa
Sotto la quercia nana
In zona Porta Genova
Sedicimila firme
Niente cibo per Rocco Tanica
Ma quel bosco l’hanno rasato
Mentre la gente era via per il ponte

Se ne sono sbattuti il cazzo
Ora tirano su un palazzo
Han distrutto il bosco di Gioia
Questi grandissimi figli di troia

Photo credits: testata articolo: Piergiuseppe Radice.