Dal 26 al 28 settembre si è tenuta a Cluj-Napoca (Romania) la quarta conferenza internazionale “Artificial Light at Night“. Dal 2013 l’evento raccoglie tecnici e scienziati da tutto il mondo, quest’anno con ventidue nazioni rappresentate, per condividere esperienze, buone pratiche e studi sulla luce artificiale notturna in relazione al tema dell’inquinamento luminoso.
L’evento era organizzato dall’Università Tecnica di Cluj-Napoca e dalla COST Action ES1204 LoNNe, Loss of the Night Network.
La conferenza ha visto la partecipazione di un centinaio di esperti provenienti da una serie estremamente vasta di settori, dall’illuminotecnica alla cronobiologia, dalle scienze ambientali alla statistica, dall’astrofisica alle arti visive.
Nel corso della tre giorni si è avuta la possibilità di conoscere lo stato dell’arte su aspetti diversi del tema “luce artificiale notturna”, con sessioni che riguardavano salute umana, tecnologie per la misurazione dell’inquinamento luminoso, aspetti sociali, ecologia e valorizzazione del paesaggio notturno.
Anche la scala di osservazione dei problemi si è dimostrata estremamente variabile: dal molto piccolo -come i microorganismi nei torrenti- al molto grande, con esempi di sistemi di osservazione satellitare per valutare l’inquinamento luminoso a scala continentale.
Nella estrema varietà delle esperienze e dei punti di vista, si possono osservare alcune linee comuni.
Tutti gli esperti concordano nel sottolineare che la luce artificiale notturna è una risorsa fondamentale per garantire la possibilità di svolgere attività produttive e ricreative, nel garantire sicurezza e nel valorizzare gli ambienti.
Allo stesso tempo vi sono moltissimi casi in cui gli effetti negativi della luce artificiale non possono essere ignorati, e -per quanto in alcuni ambiti siano ancora in fase di studio- devono invitare alla cautela nella proliferazione di sistemi di illuminazione che non tengano conto di questi aspetti.
Le linee guida tecniche nate negli scorsi quindici anni a seguito dei primi studi sull’inquinamento luminoso, e che sono state recepite dalle normative in materia, erano orientate soprattuto a controllare la direzione della luce, principalmente evitando di illuminare verso l’alto e controllando la proliferazione dei punti luce.
Con la graduale diffusione delle luci a LED si è presentato un nuovo problema: i LED di prima generazione garantivano una elevata efficienza energetica, con un risparmio sino all’80% rispetto ad altre tecnologie, emanando però una luce con forte componente blu. Molti studi, presentati anche nel corso della conferenza, hanno sottolineato come la componente blu della luce ha vari effetti negativi, di cui il principale è la riduzione della produzione di melatonina in molti organismi, a partire dall’uomo.
Tenendo conto del fatto che la vita di un impianto di illuminazione può facilmente arrivare a 15-20 anni, e del fatto che nei prossimi anni si prevede la sostituzione di milioni di punti luce in tutto il mondo, la sfida sarà nell’installare sistemi di illuminazione che rappresentino il giusto punto di equilibrio tra efficienza energetica e impatto sull’uomo e sull’ambiente.
Da questo punto di vista l’innovazione tecnologica non si è fermata: anzitutto con la creazione di nuovi tipi di LED che consentono sempre un elevata efficienza energetica e comunque con temperatura di colore non superiore a 3000K, limitando fortemente le emissioni di luce blu.
Per quanto molte normative e linee guida non abbiano ancora recepito tali innovazioni, è importante che tutti, dai tecnici, agli amministratori ai cittadini, abbiano una maggiore consapevolezza sia degli effetti negativi della luce artificiale notturna, che delle soluzioni esistenti per ridurli, in modo da poterne tenere conto nelle scelte che faranno sui sistemi di illuminazione.
La conferenza Artificial Light at Night ha visto anche una partecipazione italiana, sia con alcuni ricercatori italiani (operanti per lo più all’estero) nei settori dell’ecologia e dei beni culturali, che con una presentazione congiunta del progetto BuioMetria Partecipativa in collaborazione con l’Istituto di Biometeorologia del CNR, sintetizzando vari interventi di sensibilizzazione e di raccolta di dati di qualità del cielo notturno avviati sin dal 2008, anche in collaborazione con altri soggetti in Italia e all’estero (vedi POSTER).
Dopo le prime quattro edizioni, tenutesi in anni consecutivi la conferenza Artificial Light at Night sarà con cadenza biennale: la prossima edizione è prevista negli USA nel 2018.
Gli atti della conferenza di Cluj-Napoca, con i riassunti degli interventi, sono scaricabili in formato PDF.
Per ulteriori informazioni: buiometria@attivarti.org