La quarta conferenza Light Pollution Theory, Modelling, and Measurements , Zselic (Ungheria, 25-28 giugno 2019), e lo workshop collegato

Tra il 27 e il 30 giugno 2019 ho avuto modo di partecipare col progetto BuioMetria Partecipativa a una parte della quarta conferenza su “Light Pollution Theory, Modelling, and Measurements” (Teoria, modellistica e misurazione dell’inquinamento luminoso, dal 25 al 28 giugno). Alla conferenza era poi collegato uno workshop dal 28 giugno all’1 luglio. Sotto un breve “spiego” della conferenza e delle attività sperimentali che sono seguite, e qualche curiosità dal viaggio di andata.

Per confrontarsi in prima persona con il tema protezione e promozione del cielo notturno, ricordo i prossimi appuntamenti con la BuioMetria Partecipativa: 16 luglio a Milano, in un evento assieme a Wim Schmidt, uno dei massimi esperti olandesi, e dal 25 al 29 luglio in Maremma, assieme al prof. Zoltán Kolláth, grande regista di tutta la storia che vede sotto, nonché musicofilo appassionato di progressive rock e altri generi.

Un’immagine satellitare in notturna dell’Italia (dal sensore VIIRS della missione Suomi NPP per la notte dle 29 giugno 2019)

Torniamo alla conferenza LPTMM: si tratta di un appuntamento biennale in cui si ritrovano i massimi esperti mondiali di questo argomento. Alla conferenza era abbinato un workshop per lo svolgimento di misure con varie tecniche, mettendo a confronto il caro vecchio Sky Quality Meter (quello che noi chiamiamo buiometro), ormai integrato da una pletora di sistemi abbinati a protocolli di elaborazione piuttosto sofisticati.

Questi sviluppi riflettono anche la maturazione della sensibilità sul tema. Negli anni ’90 l’attenzione era volta a capire se e come era possibile mitigare gli effetti dell’inquinamento luminoso in relazione alla possibilità di osservare il cielo notturno, come priorità degli astronomi (e quindi ridurre la quantità di luce “sparata” verso l’alto dai lampioni). Negli anni seguenti, avendo preso atto delle ulteriori problematiche legate agli effetti negativi della luce blu, a questioni ecologiche e sul paesaggio, i sistemi di misurazione si sono sviluppati per registrare queste informazioni. Le tecniche di base prevedono l’acquisizione di immagini “a tutto cielo”, da cui si hanno indicazioni sulla direzione delle fonti luminose, oltre a dati spettrali. Dalla combinazione di questi dati, che oggi sono integrati anche da varie informazioni satellitari, sensori montati su droni e altre piattaforme è possibile avere un quadro conoscitivo della qualità del cielo estremamente accurato, a supporto di politiche e strategie di illuminazione.

La conferenza si teneva nel parco delle stelle di Zselic, nel sud-ovest dell’Ungheria, una delle tre “zone buie” certificate dalla International Dark Sky Association e curate come figli dall’astrofisico Zoltán Kolláth: oltre a curare la certificazione, il professore negli anni è anche riuscito ad avviare una serie di progetti di riqualificazione degli impianti di illuminazione nei villaggi circostanti alle zone “di riserva notturna” e a sviluppare un programma piuttosto strutturato di ricerca e valorizzazione del tema.

I partecipanti alla conferenza LPTMM 2019 a Zselic, da (andando verso est a partire dall’Ungheria: Cina, Canada, USA, Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia, Germania, Slovenia, Polonia.

Un fotoreportage della missione buiometrica

Luci accese di giorno a Pisa C.le
Lampade con temperatura di colore diversa a Udine (non è a priori un problema, ma si nota e ci fa ragionare sul colore della luce)
Luci accese di giorno a Budapest Kelenföld. Probabilmente gestito con lo stesso sistema di Pisa (e altri siti che stiamo documentando)
Qualcuno dice che l’Ungheria si chiama così perché è lunga.
Il fascino indiscreto della lingua magiara, che in parte assomiglia al sassarese, e di cui è impossibile imparare più di una parola al giorno se non ci nasci.
Il prologo del workshop. “Il Mister” Kollath, spiega alla squadra la strategia per la partita che si svolgerà nelle tre sere successive.
Il punto di osservazione principale usato per le rilevazioni notturne, verso sud, la foresta dello Zselic.
Il cielo visibile di notte dallo stesso punto, a magnitudine per arcosecondo quadrato 21.7 (a parte la via lattea, notare il numero di stelle).
Una parte dei treppiedi usati per gli strumenti, e sulla parete di sfondo, alcuni dei paesaggi notturni visibili da Zselic
Pali della luce artigianali all’ingresso del centro visite che ospitava lo workshop.
Zoltan alle prese con lo spettrometro
Installazione di uno degli strumenti di rilevazione (SQM con filtri colore vari)
Una delle rilevazioni spettrali nel corso della notte (ancora non era terminato il crepuscolo astronomico, e quindi si vede sempre sulla sinistra una parte della radiazione solare)
Zoltán Kolláth e Andreas Haenel confrontano immagini del cielo fotografate con sensori diversi (visibile vs. infrarosso, utile a distinguere fonti di luce a LED da altre sorgenti luminose).
Il mitico Kai Pong Tong, che nel 2015 partecipò alla campagna di misura del cielo notturno a Torniella, e poi ha messo la foto del campanile del paese nella copertina della sua tesi di dottorato.

Si ringrazia l’organizzazione per l’ospitalità e il progetto EFOP- 3.6.2-16- 2017-00014, “Development of international research environment for light pollution studies” per il supporto alla missione. Per maggiori informazion bmp@pibinko.org