Intervista con Leopoldo Dalla Gassa, Presidente di VenetoStellato, associazione attiva da anni sul tema dell’inquinamento luminoso.
Sul sito della rete Loss of the Night è disponibile la versione in inglese.
a cura di Andrea Giacomelli
AG: Leopoldo, raccontaci della nascita di VenetoStellato
LdG: Dopo l’entrata in vigore della legge regionale 22/97, alcuni astrofili si sono riuniti per capire le opportunità offerte per tutelare gli osservatori astronomici dalla legislazione veneta, prima in Italia a dettare delle regole per il contenimento della dispersione luminosa in cielo. A seguito delle riunioni che si effettuavano annualmente per verificare lo stato dell’arte, nell’aprile del 2000 si costituì ufficialmente il Coordinamento regionale veneto contro l’inquinamento luminoso, denominato appunto VenetoStellato. A oggi sono iscritti all’associazione una quarantina di nominativi che vedono tra gli iscritti associazioni di astrofili, ambientaliste, ricercatori universitari e singoli cittadini, con un’età media fra i 35 e i 40 anni.
AG: Come siete distribuiti sul territorio?
LdG: Attualmente abbiamo una marcata prevalenza di soci nelle province di Verona, Vicenza e Padova, e meno su Rovigo e Treviso. Mancano invece soci su Belluno e Venezia. Forse per la provincia di Belluno la distanza dalla pianura è il motivo della mancata partecipazione.
AG: Quest’anno VenetoStellato ha partecipato a un’iniziativa particolare: lo “spegnimento” controllato delle luci di una città . Raccontaci com’è andata… LdG: Il 28 marzo di quest’anno, in prossimità del novilunio, ad Asiago, dove hanno sede i telescopi dell’Osservatorio Astronomico INAF di Padova a Cima Ekar e quelli dell’Università di Padova, Dipartimento di Astronomia, al Pennar, è stato chiesto lo spegnimento di tutti gli impianti di illuminazione pubblica di Asiago appunto e di altri comuni facenti parte dell’altopiano. La richiesta è stata fatta dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Veneta, di concerto con l’Osservatorio Permanente sul fenomeno dell’Inquinamento Luminoso, organo costituito per legge al fine di verificare l’applicazione della normativa, e di cui VenetoStellato fa parte. L’iniziativa aveva il duplice scopo di divulgare presso il grande pubblico il problema della dispersione della luce nell’ambiente notturno, oltre a verificare l’incidenza dell’illuminazione comunale sulla brillanza del cielo notturno. L’attuale legislazione prevede che si possa spegnere l’illuminazione pubblica per non pi๠di tre giorni all’anno compatibilmente con le condizioni di sicurezza, quindi si è chiesto, lo spegnimento integrale delle luci cittadine. Una relazione sull’evento, in cui si ritrovano anche le misurazioni svolte, è scaricabile dal sito ARPAV.
AG: Quanto è durato l’evento?
LdG: Lo spegnimento è durato tutta la notte del 28 marzo, in pratica l’illuminazione pubblica non è mai stata accesa, con esclusione di alcune rotatorie particolarmente importanti.
AG: Qual è stata la risposta della cittadinanza?
LdG: Da evidenziare che non c’è stata alcuna reazione negativa allo spegnimento. Anzi, alcuni gruppi di persone, semplici cittadini, si sono organizzati per osservare dai prati e dal centro cittadino, il cielo stellato al fine di rendersi conto com’era qualche decina di anni addietro.
AG: VenetoStellato collabora anche con ARPAV per le segnalazioni. Come funziona?
LdG: VenetoStellato, come indicato nella legge regionale, è tra le associazioni che sono state individuate per collaborare con i comuni veneti per fornire aiuto e suggerimenti all’applicazione puntuale della normativa. Gli stessi soggetti hanno anche la possibilità di segnalare eventuali violazioni di legge nella realizzazione di nuovi impianti di illuminazione pubblica, e di richiedere la messa a norma di apparecchi di illuminazione pubblica e privata. Per questo si avvale della collaborazione di ARPAV, alla quale vengono trasmesse in copia le segnalazioni inviate ai comuni per una verifica di veridicità circa le stesse.
AG: Quante le segnalazioni effettuate a oggi?
E’ difficile avere un conteggio. Facendo una stima per difetto, direi che le violazioni documentate sono oltre duemila, considerando sia gli impianti pubblici che quelli privati. Da considerare che ogni segnalazione è la somma di intere aree artigianali o commerciali, quindi il numero di punti luce fatti mettere a norma si potrebbero contare in alcune migliaia.
AG: Quali sono le problematiche pi๠frequenti?
La tipologia di apparecchi che solitamente sono messi all’indice sono i proiettori e le torri faro, che spessissimo sono in totale violazione di legge. Per ultime, ma non meno importanti, si stanno controllando in numero crescente le insegne pubblicitarie, in particolar modo quelle dei centri commerciali, i quali sono una delle maggiori fonti di inquinamento luminoso.
AG: Da tre anni VenetoStellato partecipa, con la rete di monitoraggio costituita dalle stazioni di misura ubicate presso alcuni degli osservatori dei vostri soci, al CORDILIT (Coordinamento per la Raccolta dati sull’inquinamento luminoso). Avete notato qualche tendenza nei dati?
LdG: Usiamo i dati CORDILIT appunto per monitorare l’andamento della brillanza del cielo notturno, traendo conferme o meno alle segnalazioni compiute e alla divulgazione del problema. Circa le tendenze nei dati, per poter dare riscontri esaustivi, stiamo attendendo l’esito di verifiche che stiamo svolgendo sia con ARPAV che con l’università . Il dato che stiamo notando è comunque che c’è una leggera variazione nei picchi di buio. Per quanto riguarda la stazione di Nove, appena installata la centralina, nel 2011, si osservavano dei massimi di magnitudine attorno a 19,8. Ultimamente stiamo vedendo valori sopra 20. Ad esempio siamo arrivati a 20,21 come miglior lettura strumentale. In media abbiamo guadagnato quasi 0,4 sulla scala di magnitudine: chissà a quanti miliardi di lumen non inviati in cielo corrispondono!
AG: Quali vedete come rischi principali per la tutela del cielo notturno nella vostra zona?
LdG: Il maggior rischio per la tutela del cielo notturno consiste nella proliferazione di impianti di illuminazione a LED. Infatti la legge veneta non ne vieta l’uso e nemmeno limita la temperatura colore dei diodi luminosi. Quindi, se saranno usati apparecchi a LED con forte componente blu (con temperature di colore superiori a 4000K), solo la componente dovuta alla riflessione, come inquinamento sarà molto maggiore delle tradizionali lampade al sodio. Per questo invitiamo le amministrazioni ad usare, in caso di apparecchi a LED, temperature colore non superiori a 3000K.
AG: Quali sono le vostre aspettative e i vostri obiettivi
LdG: L’aspettativa nel nord-est, e in Veneto in particolare, è che finalmente si possa prendere coscenza dello spreco energetico dovuto alla eccessiva e inutile illuminazione artificiale dove non è necessaria e con le dovute potenze, oltre che al rispetto puntuale delle prescrizioni legislative. Non per nulla ci ritroviamo, dopo solo la Spagna, come i maggiori consumatori di energia elettrica per l’illuminazione artificiale in Europa…un primato che ci farebbe veramente piacere non avere.
AG: Come vedete la situazione nel resto d’Italia?
LdG: Purtroppo nel resto della penisola ci sono troppo poche associazioni che puntualmente incalzano i propri governanti perchà© usino tutti gli strumenti legislativi, nelle regioni si sono dotate di leggi contro l’inquinamento luminoso e il risparmio energetico, lasciando alla buona volontà dei singoli l’applicazione delle stesse: troppo poco perchè siano efficaci ad un uso corretto nel breve periodo.
AG: C’è qualche episodio particolare che ti fa piacere ricordare, nella vostra attività sul territorio?
LdG: A volte si devono usare anche le “maniere forti” per far applicare la legge. In effetti VenetoStellato, a fronte di un continuo e ripetuto rifiuto di applicare la legge nei confronti dei privati, da parte di un’amministrazione, si è visto costretto a chiedere alla Procura della Repubblica di intervenire perchè fossero verificate eventuali omissioni. A fronte di cià², visto l’interessamento della stessa e la presenza delle forze dell’ordine negli uffici comunali per chiedere spiegazioni in merito, l’amministrazione interessate nel giro di pochi giorni ha provveduto a emanare ordinanze di immediata messa a norma di tutti gli impianti segnalati. Da allora, attraverso gli articoli di stampa apparsi su alcune testate giornalistiche, usiamo gli stessi come chiave di apertura al dialogo nei confronti dei pi๠“riottosi” al fine di far capire che non serve, e non paga, mettersi contro la legge.