Primavera di bellezza

regia riprese e montaggio Orsola Sinisi
con Claudio Sommaruga, Alberto Salma, Giancarlo Perego, Celestino Accorsi, Giorgio Villani, Viviana Perin, Renato Sarti
durata 52m
anno di produzione 2010

realizzato con il contributo del comune di Corsico

Il ventennio fascista fu per i ragazzi dell’epoca, poco + che una carnevalata sociale, a cui certamente tutti desideravano partecipare per l’ aspetto ludico che la propaganda ne sottolineava.
Nelle memorie di quei ragazzi ancora in vita, con famiglie di estrazione diverse, e differenti orientamenti politici, e i diari d’ infanzia del tempo ho tentato di ricostruire il clima di quegli anni, mentre gerarchi governanti e industriali, che ubriacavano di menzogne il popolo, erano intenti a tutelare i loro interessi: non fu dopo la fine del ventennio che si cominciò a parlare di “Italiani brava gente”?

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Del Rwanda non sappiamo nulla

Regia riprese e montaggio Orsola Sinisi
con Yolande Mukagasana, Jacques Delcuvellerie, gen. Roméo Dallaire, Antonio Calbi
Musica Win Mertens, Cajkovskij, Garret List-Jean Marie Muyango
Durata 40m
Formato originale minidv
Prima proiezione novembre 2006 Borderlands-Bolzano premio del pubblico

Nel settembre del 2004 mi fu proposto di riprendere la tappa milanese del progetto “Italy for Rwanda”, che portava in Italia lo spettacolo teatrale del collettivo Grupov e prevedeva una serie di conferenze sulla vicenda rwandese nel decennale del genocidio.
Oltre ai membri di Grupov, alcuni dei quali rwandesi sopravvissuti, il progetto ha portato in Italia il generale Dallaire, responsabile dei caschi blu durante il genocidio e alcuni altri esperti della situazione rwandese e testimoni dei fatti.
Seguendo con la videocamera gli incontri e guardando lo spettacolo mi son trovata di fronte a una serie di informazioni e precise denunce e ho dovuto prendere atto che del genocidio in Rwanda non sapevo nulla.
Questo è il punto di partenza di questo documentario che vuol essere informativo su ciò che fu quell’ olocausto, ma allo steso tempo tenta di sottolineare come in maniera non sempre manifesta “il potere” gestisce le azioni degli individui e può persuadere essere giusta l’ ingiustizia.
La struttura di questo documentario prescinde dalla grammatica consona del video: si tratta di un lavoro “espanso”, un pò perchè lo spettacolo da cui prende origine aveva la stesso ritmo, e soprattutto perchè l’argomento è qualcosa di così terribile da necessitare uno stato di alienazione.

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