pirla chi legge (branobag del 14/6/19)

[NdA: chi vive a Milano o dintorni vedrà spesso queste scritte sui muri, sui corrimano delle metropolitane, o in qualche banco di scuola…per gli altri: dovrete andare a Milano o dintorni per fare questa esperienza]

oggi -dopo aver scritto il pensiero del giorno, ho deciso di invertire l’ordine tra musica e commenti, perché mi rendo conto che il
commento è uscito troppo lungo per come vi conosco. E però non mi sento di cancellarlo, né tradurlo in fiction, né altro.

nel brano troverete una cover di Goodbye Blue Sky dei Pink Floyd, con un breve prologo che sentii per la prima volta in auto con Giulio, Lucio e Graziana (era il 30 dicembre 2007 mi pare), e in questo periodo emerge attuale come non mai.
A chi non sarà dispiaciuta la versione live, consiglio anche quella del video ufficiale, che come impatto visivo è notevole.

Toxicity lyrics
Songwriters: Tankian, Serj; Malakian, Daron; Odadjian, Shavarsh; Dolmayan, John;

Conversion software version seven.0
Looking at life through the eyes of a tired hub
Eating seeds as a pastime activity
The toxicity of our city, of our city

Now, what do you own the world?
How do you own disorder, disorder?
Now somewhere between the sacred silence
Sacred silence and sleep
Somewhere, between the sacred silence and sleep
Disorder, disorder, disorder

More wood for the fires, loud neighbors
Flashlight reveries caught in the headlights of a truck
Eating seeds as a pastime activity
The toxicity of our city, of our city

Now, what do you own the world?
How do you own disorder, disorder?
Now somewhere between the sacred silence
Sacred silence and sleep
Somewhere between the sacred silence and sleep
Disorder, disorder, disorder

Now, what do you own the world?
How do you own disorder, disorder?
Now somewhere between the sacred silence
Sacred silence and sleep
Somewhere between the sacred silence and sleep
Disorder, disorder, disorder

When I became the sun
I shone life into the man’s hearts
When I became the sun
I shone life into the man’s hearts

© DDEVIL MUSIC; SONY/ATV TUNES LLC;

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ieri, confrontandomi con un amico su valutazioni relative ai metodi possibili per raggiungere un obiettivo, siamo arrivati a un
certo punto a una divergenza.

non è la prima volta che ci capita di arrivare a delle divergenze, in anni di frequentazione…ci si vede da quando siamo poco più
che trentenni. Vedo poi che le frequentazioni continuano volentieri, per cui direi che le divergenze si appianano anche con le cose, oppure qualcuna la teniamo da parte per ragionarne meglio alla prima occasione adeguata.

in pratica: secondo questo mio amico, ci sono persone che per raggiungere un obiettivo di cui sono convinti (o persuasi ?) sono
disposti a usare metodi egoistici, prevaricanti e non rispettosi del prossimo.

secondo me, se c’è un obiettivo di cui si è convinti (ma non persuasi), e si arriva a doverlo perseguire usando quel tipo di
metodi, forse l’obiettivo è sbagliato, e spesse volte si possono raggiungere obiettivi importanti senza dover “giustificare ogni mezzo” e senza dover far perdere rispetto alle persone (e quindi senza perderlo).

provo a dare un poco più di contesto: se l’obiettivo fosse “voglio guadagnare cinquecentomila euro nei prossimi cinque anni”
(obiettivo rispettabile per qualsiasi professionista con esperienza pluriennale in settori come ingegneria, geologia, architettura,
medicina ecc che debba sostenere una famiglia e che cerchi di valorizzare l’investimento della famiglia che lo ha aiutato a laurearsi).

se arrivate dopo 6 mesi e non avere ancora “alzato” 20000 euro, che fate ? se arrivate dopo un anno e siete a 75000 ?
…potreste cominciare a fare un doppio lavoro, o potreste lavorare il doppio nella stessa sede (se avete diritto a straordinari o
premi di produzione). potreste partecipare a un concorso con premi in denaro, potreste provare coi gratta e vinci, potreste
contattare ambienti contigui con lo spaccio di sostanze stupefacenti, o di sigarette…insomma: ci sarà un punto in cui arriverete
a dire “il fine giustifica il mezzo”? Se c’è un obiettivo “materiale”, “economico”, non sarà strano.
(oppure potreste anche capire che 100000 euro all’anno non vi servono per stare bene, ma questo è un altro brano bag).

Se invece l’obiettivo fosse una cosa “alta”, una grande causa…tipo…risolvere la fame nel mondo, o garantire lo sviluppo
sostenibile delle generazioni successive, o contribuire a mantenere la memoria storica della civiltà rurale… come vi sentireste
se dopo 10 anni che provate a perseguire una tale causa dovrete ricorrere a mezzi tipo: sfruttare il lavoro e l’intelligenza di
altri per avere voi maggiore visibilità, o chiedere tempo volontario per far svolgere attività che a voi saranno retribuite (in
denaro o altre forme di contropartita), e ai vostri collaboratori volontari no ?

Vi sentireste di aver seguito una linea nel perseguire quella causa, o non sarà che realizzerete che la linea è cambiata ?

E se è cambiata, perché non prenderne atto e spiegarlo anche a quelli che nei 10 anni scorsi vi hanno sostenuto e ora
inconsapevolmente vi stanno dietro ?

a domani (e grazie a quell’amico con cui si parla delle divergenze)