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Tintarella di luna a Certopiano (Val di Farma)

[cliccare sull’immagine per visualizzarla a più alta risoluzione…si apprezza Orione che volge al tramonto su Montalto]

 

  • Ore 4.45 circa del 13-12-2016, temperatura -1 °C
  • Tintarella di luna: con circa 0.2 lux (ombre molto nitide, percezione dei colori)
  • Scatto singolo: Canon EOS 550D, esposizione 10 secondi, 6400 ASA.
  • Con qualche sbavatura nella panoramica (e altre cose perfettibili dai veri fotografi…ma siamo a quattro giorni dal Festival d’inverno in Val di Farma, per cui concedeteci un poco di licenza di accadere)

Un festival d’inverno in un posto dove le cose succedono, se va bene, d’estate

Musica, fotografia, open data, monitoraggio del cielo notturno e pici all’aglione: tutto insieme senza fare indigestione.

Se avete fretta, saltate direttamente alla pagina del Festival d’inverno in Val di Farma. Altrimenti, mettete un po’ di sottofondo soft, e procedete:

I canaloni sul torrente Farma in autunno (foto A. Giacomelli, 2016)

Dal 17 al 19 dicembre 2016 la bassa Toscana ospita un evento forse non inedito, ma senz’altro particolare. Proponiamo un festival d’inverno nella periferia di un territorio che d’inverno offre molto meno che d’estate, quando il turismo stimola nei dintorni una programmazione culturale  sempre notevole, ma a volte con sovrapposizioni che alla fine danno un eccesso opposto rispetto alle altre stagioni.
Vi aspettiamo in Val di Farma, a metà strada fra Siena e Grosseto o -come diciamo agli stranieri- some 100 km South of Florence, ripensata in un momento di primavera 2015 anche come “la valle che non c’è“.

Il Festival d’inverno in Val di Farma proporrà

  • cinque momenti di musica dal vivo
  • una serata di fotografia
  • presentazioni di carattere culturale e scientifico.

…senza trascurare la necessaria componente enogastronomica, che va anche un po’ da sé, date le cose bòne che si mangiano e bevono da queste parti.

La manifestazione si svolge in una graduale transizione dalla valle  e Grosseto.

I primi due giorni saranno centrati prevalentemente sulla parte rurale della storia, mentre lunedì le attività si sposteranno sul capoluogo maremmano, con alcune stazioni intermedie lungo il percorso (in via di definizione).

La musica

Sabato 17 dopo cena si esibiranno gli Officina e i Regars da Chiusdino (SI), già nota per ospitare nei paraggi il Mulino Bianco di barilliana memoria. Sono due cover band di varie fasce di età che apriranno le danze con successi dagli anni ’60 in qua.

Domenica 18 la questione si fa più composita. Ad aprire le performance, alle 18 il rientro sulle scene di Pietro Crivelli, alias Peter Seeds. Già nella prima formazione degli Whisky Trail, Peter è poi uscito dal gruppo per un giro del mondo durato 40 anni e che lo ha portato dal 2011 a stabilirsi a Piloni.  Il clou della giornata sono gli Etruschi from Lakota, da Montecastelli Pisano, in Val di Cecina. L’indicazione geografica tipica non deve indurre in localismi: gli Etruschi suonano in tutto il centro-nord Italia -senza timore di andare al Sud non appena ne avranno l’opportunità- e stanno ultimando la produzione del loro terzo album. Con riferimenti musicali che vanno da Rino Gaetano ai Led Zeppelin, cantano testi in italiano che hanno a che fare con questioni di identità rurale, fuga dei cervelli, contadini magri. E lo fanno in modo non cupo e non didascalico…oserei dire nemmeno tanto “indie”…insomma sono così come li sentite…un po’ etruschi e un po’ from Lakota.
Una parte della band si tratterrà poi a Torniella per una sorta di “buongiorno” di lunedì 19 (il programma di questa parte del festival è in via di definizione).

Oltre alla musica suonata, c’è la “musica che gira intorno”: la maggior parte degli eventi si svolgeranno nello stabile della Filarmonica di Torniella, inaugurato nel 1912, e dove tuttora la banda del paese (di oltre 30 elementi, di cui almeno 25 residenti) si esercita tra un’esibizione e l’altra. Nel corso delle giornate sarà quindi possibile visitare gli archivi della Filarmonica, che contengono strumenti, spartiti, locandine di vecchie manifestazioni, fotografie dagli anni ’20 in poi e alte testimonianze.

Cultura popolare, scienza, tecnologia e ambiente

Nel corso del festival questi elementi si fondono. Prima con due presentazioni che si terranno dalle ore 21 di domenica 18: verrà anzittutto presentata la prima versione della “mappa di comunità” della Val di Farma, in cui capocaccia e cercatori di funghi hanno integrato sin dagli inizi del 2015 le basi cartografiche ufficiali della Regione Toscana con punti di interesse a loro noti (sorgenti, antichi orti, rifugi di guerra, per citarne alcuni).
Nella stessa occasione si farà il punto del progetto di BuioMetria Partecipativa, nato in Val di Farma nel 2008 e poi diffuso su scala nazionale e con varie collaborazioni internazionali, e si affideranno alcuni sensori (i buiometri) a cittadini che nel corso del 2017 svolgeranno misure di inquinamento luminoso in varie parti d’Italia.
Si darà poi un’anteprima della programmazione 2017 delle associazioni che animano il festival (Attivarti.org e la Filarmonica di Torniella anzitutto, senza trascurare le altre realtà sul territorio) della stima delle risorse necessarie per realizzare il programma previsto, e del come sostenere queste attività.

Nella coda grossetana di lunedì 19, il testimone passa a Maurizio Bacci, ospite dell’associazione fotografica Riflessi di Grosseto. Questo evento è spiegato nel dettaglio in un precedente articolo.

Mangiare, bere, uomo, donna

Vado a memoria, per cui mi scuseranno i non nominati, che avrò piacere di inserire nel censimento se me lo fanno sapere. Nella parte centrale della valle -circa 400 residenti su 120 km quadrati- si trovano due trattorie, un agriturismo dove si può mangiare e dormire, un B&B, un affittacamere, un castello con sette appartamenti-vacanza, un bar-tabacchi- merenderia, due negozi di alimentari, una parrucchiera, una fioraia, un negozio di caccia e pesca, un carrozziere, cinque idraulici, tre falegnami, svariati artigiani-manutentori-muratori, una cava di Caolino con annesso resort, una ditta di legnami, un negozio di elettrodomestici, un fornaio, un negozio di vendita e riparazione di utensili per agricoltura e silvicoltura, una ditta di lavorazioni meccaniche di precisione, un produttore di salumi, un geometra, un avvocato, tre circoli ricreativi, una squadra di calcio, tre squadre di caccia, una pro loco, un ufficio postale e una parrocchia.


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Insomma: non è un distretto industriale emiliano, ma qualcosa c’è, oltre ai canaloni, i funghi e i cinghiali, che sono in genere i tre motivi per cui chi non è parente dei residenti  arriva in Valle.

Pici all’aglione (foto A. Giacomelli, 2008 circa)

Concentrandosi sulla parte di servizi che potrebbero servire di più durante il festival: per mangiare o pernottare consigliamo di preiscriversi (gratuitamente) all’evento.

Un progetto pro loco, ma a che pro e per quale loco?

L’ombra del campanile di Torniella proiettata in cielo (foto: Z. Kollath, marzo 2015)

L’idea del festival nasce dalla congiuntura di alcune situazioni portate avanti da associazioni e imprenditori di base nei tre borghi di Torniella, Piloni e Scalvaia e alcuni elementi “di fòri” ma abbastanza radicati nel territorio. Salta fuori che tutti hanno un’esperienza pluriennale nell’organizzazione di eventi su scale diverse, dal locale (sagre, tornei, cene, concerti, campionati di calcio non professionistico) al nazionale-o-sopra (Il Tirreno, Cronaca Vera, Comcast Sports News, Radio 24, e altri).
Sommando questi elementi, per quanto sembri strano ad alcuni, il Festival non ha una valenza strettamente “pro Val di Farma”. Tanto per cominciare, si svolge in due posti, dato che una parte importante della manifestazione sarà a Grosseto. In secondo luogo, le problematiche con cui ci confrontiamo e le opportunità che si offrono, e che ci hanno portato a organizzare il Festival, sono le stesse di qualsiasi gruppo di borghi delle Colline Metallifere, della Toscana e senz’altro di molte altre zone rurali.

Semplicemente, la Val di Farma è il posto dal quale siamo riusciti a sviluppare alcuni progetti, che sono stati proposti anche altrove a partire dal 2005 ma per ora non si sono sviluppati. Ci farebbe molto piacere replicare le nostre esperienze in altri siti, e viceversa, nel percorso svolto nei dieci anni da cui si sono avviate molte delle storie che hanno portato al festival abbiamo visto quali sono i punti su cui abbiamo bisogno di una mano da altri territori.

Per finire la puntata di oggi

Chi vorrà, verrà e si iscriva. Chi non potrà ma vorrebbe, ce lo faccia sapere: questo è anche il primo (almeno a conoscenza del gruppo organizzatore) festival cui si può non partecipare in modo attivo.

In ogni caso, potete seguire la playlist che ci sta accompagnando nella preparazione del festival -così come in momenti precedenti di questo percorso- ché la musica di mattina non ha mai fatto male a nessuno.

Per informazioni: info@pibinko.org

p.s. La grande assente nel festival

E’ la palla a 21 o palla eh!. Ma ora fa freddo, e non si gioca…tempo al tempo e spazio allo spazio…intanto ci si gode la musica.

17-18-19 dicembre 2016: Festival d’inverno in Val di Farma…tre giorni di pici, amore e musica (locandina)

Segue entro qualche giorno programma dettagliato.

Intanto possiamo dire che:

  • l’evento porta insieme situazioni da quattro ex-province, su tre temi per tre giorni
  • Il nucleo della manifestazione si svolge nella Valle che non c’è, che non è in Maremma.
  • Il festival rappresenta il prologo di un calendario che ci piacerebbe sviluppare nel corso del 2017.

Poi:

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La stazione CORDILIT della buiometria riprende le sue misure dalle pendici del Sassoforte (GR)

Il progetto BuioMetria Partecipativa, oltre agli strumenti manuali che vengono dati in prestito alle persone interessate a svolgere misure di qualità del cielo notturno, dispone da qualche anno di uno strumento per registrare dati in continuo. Lo strumento è inserito nel Coordinamento Italiano per la raccolta dati sull’inquinamento luminoso (CORDILIT), in cui a partire dal 2011 confluiscono i dati da vari sensori in sei regioni italiane.

Lo strumento nel 2014 è stato diversi mesi in località “Il Colle“, sopra Torniella (GR) e nel 2015 è stato ospite del Politecnico di Milano per alcune prove tecniche. Qualche settimana fa abbiamo riportato lo strumento a “casa base” e da pochi giorni lo abbiamo installato in una nuova sede. Nel corso dell’inverno le misure dalla “stazione buiometrica” saranno dunque registrate presso la tenuta Villa San Martino, di Fabio Bartalucci. Il buiometro quindi misurerà dati giusto sotto il sito del Sassoforte e godrà assieme a Fabio del panorama vista mare e parte dell’arcipelago toscano, mentre noi saremo a promuovere il progetto per colli brinati e pianure nebbiose.

Per informazioni su BuioMetria Partecipativa o CORDILIT: bmp@pibinko.org

Nella foto, Fabio Bartalucci con la sua livella al termine dell’installazione della stazione buiometrica.

Terminato il progetto “Loss of the Night”, prosegue la BuioMetria Partecipativa

Con il mese di ottobre si è chiuso il progetto comunitario “Loss of the Night”, finanziato nell’ambito del programma COST dell’Unione Europea, avviato nell’autunno 2012.

In questo articolo diamo una breve sintesi del progetto e delle relazioni di questo con l’Italia.

Premessa

La luce artificiale notturna, se utilizzata in modo eccessivo o improprio, determina inquinamento luminoso ed è un problema per gli effetti su salute umana, fauna, flora, paesaggio e consumi energetici.
Tale problema può essere controllato senza compromettere le necessità di illuminazione per la sicurezza e la fruibilità degli ambienti notturni.
In questo senso, negli anni sono state messe a punto linee guida e leggi per la riduzione dell’inquinamento luminoso, derivate storicamente dall’esperienza degli illuminotecnici e degli astronomi e astrofili (che furono i primi, già agli inizi del secolo scorso, ad avvertire la questione inquinamento luminoso). Molti progressi sono stati fatti in questo campo, soprattutto negli ultimi 10-15 anni; tuttavia, una comprensione complessiva dei rapporti causa-effetto tra luce artificiale notturna e ambiente, e quindi la definizione di strategie efficaci per il controllo dell’inquinamento luminoso, non è ancora stata acquisita.

La rete europea

La rete Loss of the Night (“perdita della notte”) nacque quattro anni fa con l’idea di mettere a confronto tecnici e ricercatori interessati a valutare gli effetti della luce artificiale notturna in un ambito interdisciplinare, secondo una tendenza avviata già negli anni precedenti nello studio dell’inquinamento luminoso, ma sino a quel momento non strutturata nell’ambito di un progetto internazionale.

La rete pibinko.org fu invitata a partecipare al progetto sin dai primi passi, date le esperienze maturate sia nella divulgazione che nel monitoraggio e la citizen science grazie al progetto della BuioMetria Partecipativa e al CORDILIT (Coordinamento.

Dal febbraio 2013 Andrea Giacomelli (pibinko) ha operato come rappresentante dell’Italia nel comitato di gestione della rete, affiancato nel 2014 dall’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze.

Alla rete Loss of the Night hanno aderito circa 40 organizzazioni da 18 nazioni, favorendo lo scambio di conoscenze tra esperti appartenenti a numerose discipline: oltre a un nucleo di ecologi e fisici, abbiamo incontrato cronobiologi, statistici, sociologi, gestori di riserve naturali e di parchi astronomici e illuminotecnici, solo per citare le principali specializzazioni.

La rete Loss of the Night ha contribuito a:

  • Creare un elenco delle pubblicazioni scientifiche aventi a tema gli effetti della luce artificiale notturna (via via aggiornato)
  • Definire Linee guida tecniche sull’illuminazione
  • Svolgere conferenze -anzitutto creando la serie “Artificial Light at Night”- workshop, corsi ed eventi divulgativi
  • Missioni scientifiche, tra cui una campagna quadriennale di confronto fra vari sensori per la misurazione della qualità del cielo notturno (la cui edizione 2015 è stata in Toscana, con rilevamenti in Val di Farma e a Sesto Fiorentino e seguita anche da Radio 24).

Altre ricadute in Italia

La partecipazione alla rete Loss of the Night ha aiutato Attivarti.org a stabilire nuovi contatti anche in Italia.

In ambito scientifico, oltre alla già citata collaborazione con l’Istituto di Biometeorologia (che ha installato alcuni sensori per il monitoraggio della qualità del cielo notturno e sta svolgendo studi sull’effetto della luce artificiale notturna sugli alberi di Firenze), alla fine del 2015 è stata avviata una collaborazione col Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, che sta studiando l’effetto dell’inquinamento luminoso su microorganismi della battigia. Si sono avuti contatti preliminari con altri ricercatori a Trento, Bologna, Venezia e Milano, e abbiamo anche avuto modo di conoscere alcuni giovani ricercatori italiani che attualmente operano all’estero.

Dal punto di vista della divulgazione, Attivarti.org ha poi svolto alcuni stage con la Scuola Superiore di Mediazione Linguistica di Pisa, per la traduzione di interviste e materiale illustrativo in inglese e spagnolo.

Attivarti.org ha inoltre tenuto lezioni in Portogallo e in Catalogna per illustrare il tema luce artificiale notturna e presentare le esperienze svolte dalla BuioMetria Partecipativa presso facoltà di archittura e design, e abbiamo avuto occasione di presentare la nostra attività anche in conferenze internazionali in Inghilterra (2014), Grecia (2015) e Romania (2016).

Abbiamo infine lanciato una serie di brevi interviste, pubblicate in italiano e in inglese, per dare voce a soggetti meno noti (giovani ricercatori, funzionari, passionisti) impegnati nel tema dello studio e la mitigazione dell’inquinamento luminoso.

In tutto questo periodo, non abbiamo comunque interrotto le attività storiche legate alla BuioMetria Partecipativa, con raccolta di dati ed eventi in varie parti del territorio nazionale, e la collaborazione nella rete di monitoraggio CORDILIT.

Concludendo…

Terminata la parte formale del progetto Loss of the Night (e ringraziando ancora i coordinatori, che ci invitarono nel 2012), rimane la rete di contatti avviati e si prosegue nella tutela e valorizzazione del cielo notturno, a partire dai territori di origine della BuioMetria Partecipativa -in Val di Farma, a metà strada fra Siena e Grosseto- e con l’interesse a sviluppare collaborazioni con soggetti su tutto il territorio nazionale e all’estero.

Per ulteriori informazioni: bmp@pibinko.org

[edizione originale, dicembre 2016 – revisione novembre 2021]

Comitato di gestione rete “Loss of the Night”

Gennaio 2013 – Ottobre 2016

Come rappresentante per l’Italia nel comitato di gestione della rete Loss of the Night ho

  • Partecipato alle riunioni del comitato di gestione
  • Tenuto lezioni in una Summer School per progettisti di impianti di illuminazione
  • Promosso e coordinato, assieme al CNR IBIMET di Sesto Fiorentino, una campagna sperimentale di misure di qualità del cielo notturno
  • Stipulato convenzioni con istituti universitari (Scuola Superiore di Mediazione Linguistica e Dipartimento di Biologia a Pisa) per collaborazioni sul tema inquinamento luminoso.
  • Svolto attività di promozione e comunicazione a livello internazionale

Non tutte le lampadine sono uguali

Un breve ma esplicativo video realizzato dal progetto comunitario Premiumlight per spiegare i diversi tipi di luce che potete trovare in giro.

Ricordiamo che, dal punto di vista degli effetti della luce artificiale notturna:

– luci troppo intense e mal direzionate possono determinare abbagliamento, oltre a un uso non necessario di energia elettrica;

– luci a temperatura di colore alta (una soglia non è stata determinata, ma la comunità scientifica dice sopra ai 3500-4000K) hanno emissioni più elevate nella parte blu dello spettro, con effetti conseguenti di riduzione nella produzione di melatonina, slittamento della sonnolenza serale e altri in corso di studio.

Grazie a Laurent Canale per la segnalazione.

La prima “campagna buiometrica” del Museo della Vite e del Vino di Roccastrada (GR)

Dopo la serata del 30 giugno scorso, in cui si tenne una presentazione sulla tutela e la protezione della qualità del cielo notturno al Museo della vite e del Vino di Roccastrada, il progetto BuioMetria Partecipativa aveva lasciato uno dei sensori per la misurazione.

Al termine della serata, il Comune di Roccastrada aveva concesso lo spegnimento dell’illuminazione pubblica nella parte centrale del paese, per consentire di eseguire alcune misure iniziali di qualità del cielo notturno.

Lo strumento è poi rimasto a disposizione di ospiti e staff del Museo, che nei mesi di settembre e ottobre -passata la sarabanda della programmazione estiva- ha potuto eseguire misure in vari punti dell’abitato di Roccastrada, andando così ad arricchire la base dati della BuioMetria Partecipativa. Oltre ad aggiungere alcuni punti di misura nuovi, è stato possibile raccogliere misure ripetute in giorni diversi, in modo da avere misure più robuste.

Cogliamo l’occasione per ringraziare ancora Andrea, Laura, Cinzia e Paola per questa collaborazione, auspicando che l’esercizio possa essere replicato e possa contribuire a suggerire spunti per un utilizzo più consapevole dell’illuminazione notturna.

Per ulteriori informazioni: buiometria@attivarti.org

La luce artificiale notturna riduce la presenza di lucciole a Sorocaba (Brasile)

Hagen, O., Santos, R.M., Schlindwein, M.N. and Viviani, V.R. (2015) Artificial Night Lighting Reduces Firefly (Coleoptera: Lampyridae) Occurrence in Sorocaba, Brazil.
Advances in Entomology

Articolo completo: http://dx.doi.org/10.4236/ae.2015.31004

This work is licensed under the Creative Commons Attribution International License (CC BY). http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Riassunto
La luce artificiale notturna sta ottenendo sempre più attenzione come un nuovo tipo di inquinamento; tuttavia gli studi sull’impatto della luce notturna sono scarsi. Le lucciole offrono un buon modello per studiarne gli effetti sulla fauna notturna, dato che dipendono dalla loro bioluminescenza per la riproduzione. Questo studio ha ricercato l’impatto dell’illuminazione artificiale sull’attività delle lucciole presso il campus dell’università federale di São Carlos (Sorocaba, Brazil).
E’ stata seguita l’attività di luminescenza di diverse specie di lucciole, soprattutto
Photinus sp1 (82% di tutte le osservazioni), per tre anni, prima e dopo l’installazione di luci a vapori metallici. Le analisi quantitative e qualitative, eseguite lungo transetti, a distanza variabile dalle fonti di luce, ha mostrato un sostanziale effetto negativo sulla presenza di Photinus sp1.
Questo studio propone le lucciole come potenziale specie di riferimento e come bioindicatore per l’illuminazione artificiale notturna e per la prima volta ne quantifica gli effetti, offrendo quindi un supporto a future normative di tutela riguardanti l’inquinamento luminoso.

Keywords
Photopollution, Fireflies, Bioindicators, Flagship Species, Photinus

[Grazie ad Andrej Mohar per la segnalazione]

La quarta conferenza internazionale sulla luce artificiale notturna

Dal 26 al 28 settembre si è tenuta a Cluj-Napoca (Romania) la quarta conferenza internazionale “Artificial Light at Night“. Dal 2013 l’evento raccoglie tecnici e scienziati da tutto il mondo, quest’anno con ventidue nazioni rappresentate, per condividere esperienze, buone pratiche e studi sulla luce artificiale notturna in relazione al tema dell’inquinamento luminoso.
L’evento era organizzato dall’Università Tecnica di Cluj-Napoca e dalla COST Action ES1204 LoNNe, Loss of the Night Network.

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La conferenza ha visto la partecipazione di un centinaio di esperti provenienti da una serie estremamente vasta di settori, dall’illuminotecnica alla cronobiologia, dalle scienze ambientali alla statistica, dall’astrofisica alle arti visive.

Nel corso della tre giorni si è avuta la possibilità di conoscere lo stato dell’arte su aspetti diversi del tema “luce artificiale notturna”, con sessioni che riguardavano salute umana, tecnologie per la misurazione dell’inquinamento luminoso, aspetti sociali, ecologia e valorizzazione del paesaggio notturno.

Anche la scala di osservazione dei problemi si è dimostrata estremamente variabile: dal molto piccolo -come i microorganismi nei torrenti- al molto grande, con esempi di sistemi di osservazione satellitare per valutare l’inquinamento luminoso a scala continentale.

Nella estrema varietà delle esperienze e dei punti di vista, si possono osservare alcune linee comuni.

Tutti gli esperti concordano nel sottolineare che la luce artificiale notturna è una risorsa fondamentale per garantire la possibilità di svolgere attività produttive e ricreative, nel garantire sicurezza e nel valorizzare gli ambienti.

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Allo stesso tempo vi sono moltissimi casi in cui gli effetti negativi della luce artificiale non possono essere ignorati, e -per quanto in alcuni ambiti siano ancora in fase di studio- devono invitare alla cautela nella proliferazione di sistemi di illuminazione che non tengano conto di questi aspetti.

Le linee guida tecniche nate negli scorsi quindici anni a seguito dei primi studi sull’inquinamento luminoso, e che sono state recepite dalle normative in materia, erano orientate soprattuto a controllare la direzione della luce, principalmente evitando di illuminare verso l’alto e controllando la proliferazione dei punti luce.

Con la graduale diffusione delle luci a LED si è presentato un nuovo problema: i LED di prima generazione garantivano una elevata efficienza energetica, con un risparmio sino all’80% rispetto ad altre tecnologie, emanando però una luce con forte componente blu. Molti studi, presentati anche nel corso della conferenza, hanno sottolineato come la componente blu della luce ha vari effetti negativi, di cui il principale è la riduzione della produzione di melatonina in molti organismi, a partire dall’uomo.

Tenendo conto del fatto che la vita di un impianto di illuminazione può facilmente arrivare a 15-20 anni, e del fatto che nei prossimi anni si prevede la sostituzione di milioni di punti luce in tutto il mondo, la sfida sarà nell’installare sistemi di illuminazione che rappresentino il giusto punto di equilibrio tra efficienza energetica e impatto sull’uomo e sull’ambiente.

Da questo punto di vista l’innovazione tecnologica non si è fermata: anzitutto con la creazione di nuovi tipi di LED che consentono sempre un elevata efficienza energetica e comunque con temperatura di colore non superiore a 3000K, limitando fortemente le emissioni di luce blu.

Per quanto molte normative e linee guida non abbiano ancora recepito tali innovazioni, è importante che tutti, dai tecnici, agli amministratori ai cittadini, abbiano una maggiore consapevolezza sia degli effetti negativi della luce artificiale notturna, che delle soluzioni esistenti per ridurli, in modo da poterne tenere conto nelle scelte che faranno sui sistemi di illuminazione.

La conferenza Artificial Light at Night ha visto anche una partecipazione italiana, sia con alcuni ricercatori italiani (operanti per lo più all’estero) nei settori dell’ecologia e dei beni culturali, che con una presentazione congiunta del progetto BuioMetria Partecipativa in collaborazione con l’Istituto di Biometeorologia del CNR, sintetizzando vari interventi di sensibilizzazione e di raccolta di dati di qualità del cielo notturno avviati sin dal 2008, anche in collaborazione con altri soggetti in Italia e all’estero (vedi POSTER).

Dopo le prime quattro edizioni, tenutesi in anni consecutivi la conferenza Artificial Light at Night sarà con cadenza biennale: la prossima edizione è prevista negli USA nel 2018.

Gli atti della conferenza di Cluj-Napoca, con i riassunti degli interventi, sono scaricabili in formato PDF.

Per ulteriori informazioni: buiometria@attivarti.org