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Martedì 30-7-19: seminario su “Lo scattering atmosferico e la visibilità del cielo notturno”di Zoltán Kolláth alla Fondazione E. Mach, S. Michele all’Adige (TN)

Il seminario sarà alle 14.30

La misurazione della qualità del cielo notturno è necessaria per valutare l’inquinamento luminoso e stimarne l’evoluzione. Questa deriva dalla combinazione di impianti di illuminazione esistenti e nuovi, e l’applicazione di misure di contenimento per ridurre la quantità di flusso luminoso in uscita dalle aree principali in cui la luce serve (e può generale abbagliamento e luminescenza del cielo), e minimizzare i livelli di luce blu, in crescita a causa della diffusione di luci di nuova generazione. Tali misure sono importanti soprattutto in relazione alle aree protette, in cui l’impiego di fotocamere digitali è diventato una routine. Purtroppo queste osservazioni non hanno informazioni sul rapporto fra radianza del cielo e lunghezza d’onda. Per questo abbiamo iniziato un rilievo spettrale della qualità del cielo in parallel alle misure di radianza “a tutto cielo”. Per interpretare le misure, abbiamo anche svolto simulazioni col metodo Monte Carlo considerando le sorgenti di luce dominanti nei dintorni delle zone di misura. Abbiamo studiato l’effetto di condizioni atmosferiche differenti considerando come riferimento dei profili tipo di nubi e di aerosolo. La struttura degli strati di aerosol ha un impatto significativo sulla distribuzione della radianza del cielo notturno, ma viene trascurato nella maggior parte dei modelli recenti per l’inquinamento luminoso. Presenterò i primi risultati ottenuti nel parco delle stelle di Zselic Starry Sky Park, nel contesto di un programma di oltre quindici anni per la protezione e la promozione del cielo notturno in varie riserve naturali in Ungheria.

La visita alla Fondazione Mach è parte di una missione in Italia con il progetto BuioMetria Partecipativa, attivo dal 2008 nella protezione e promozione interdisciplinare del cielo notturno.

Zoltán Kolláth,

Zoltán Kolláth, professore di astrofisica presso il Savaria University Centre, Eötvös Loránd University, Szombathely, Ungheria. Il Prof. Kolláth è un’autorità mondiale nel settore degli studi sull’inquinamento luminoso, nonché della valorizzazione del cielo notturno come risorsa. E’ stato il creatore di uno dei primi parchi delle stelle internazionali in Europa, la zona di tutela paesaggistica di Zselic, e ha da molti anni un ruolo di guida nella protezione dei cieli notturni in Ungheria, con il riconoscimento di tre parchi certificati dalla International Dark Sky association.

Al momento il professore è responsabile di un grosso progetto nazionale per lo sviluppo di attività di ricerca scientifica su tutti gli aspetti dell’inquinamento luminoso, fra cui la realizzazione di nuovi sistemi di illuminazione sostenibile. Come astrofisico, si occupa delle dinamiche delle stelle pulsanti. E’ inoltre molto attivo nella divulgazione anche in questo settore, ad esempio curando la sonorizzazione di segnali astronomici che sono stati utilizzati in mostre e composizioni musicali, fra cui un brano di John Legend.

Primo confronto tra i principali contenuti delle leggi regionali sull’inquinamento luminoso

Nel convegno del 16/5 scorso a Brescia, organizzato dal progetto BuioMetria Partecipativa in collaborazione col DICATAM dell’Università, su Protezione e promozione interdisciplinare del cielo notturno, abbiamo avuto un interessante intervento sugli aspetti normativi da parte della D.ssa Maria d’Amore della Regione Emilia-Romagna. La D.ssa d’Amore si occupa da oltre dieci anni di questo tema e in occasione del convegno ha proposto una tabella che le abbiamo chiesto di condividere.

La tabella mostra concordanze e differenze, rispetto ad alcuni criteri, nel confronto fra le leggi regionali sull’inquinamento luminoso (per le regioni in cui tali leggi sono vigenti).

Riteniamo che questa tabella sia un riferimento molto interessante sia per i tecnici, che per chi tecnico non è, ma può avere un’idea dell’approccio che regioni diverse hanno adottato sul tema inquinamento luminoso nel tempo. Le regioni sono elencate in ordine cronologico inverso rispetto alla data della legge.

La tabella è aggiornata al giugno 2019. Per segnalazioni, delucidazioni o commenti: bmp@pibinko.org

Sono aperte (da un paio di giorni) le iscrizioni all’evento sui cieli notturni di Olanda, Maremma e Milano del 16-7 alla Cascina Cuccagna (MI)

Per partecipare, iscrivetevi, gratuitamente, da Eventbrite.

E’ disponibile il programma dettagliato dell’evento, che trovate sotto, oltre alla presentazione completa in questo articolo. Indiscrezioni parlano inoltre di prodotti tipici maremmani che potrebbero comparire in momenti non casuali della serata, collegati ad attività di mappatura partecipata.

Numerate parteciposi.

La quarta conferenza Light Pollution Theory, Modelling, and Measurements , Zselic (Ungheria, 25-28 giugno 2019), e lo workshop collegato

Tra il 27 e il 30 giugno 2019 ho avuto modo di partecipare col progetto BuioMetria Partecipativa a una parte della quarta conferenza su “Light Pollution Theory, Modelling, and Measurements” (Teoria, modellistica e misurazione dell’inquinamento luminoso, dal 25 al 28 giugno). Alla conferenza era poi collegato uno workshop dal 28 giugno all’1 luglio. Sotto un breve “spiego” della conferenza e delle attività sperimentali che sono seguite, e qualche curiosità dal viaggio di andata.

Per confrontarsi in prima persona con il tema protezione e promozione del cielo notturno, ricordo i prossimi appuntamenti con la BuioMetria Partecipativa: 16 luglio a Milano, in un evento assieme a Wim Schmidt, uno dei massimi esperti olandesi, e dal 25 al 29 luglio in Maremma, assieme al prof. Zoltán Kolláth, grande regista di tutta la storia che vede sotto, nonché musicofilo appassionato di progressive rock e altri generi.

Un’immagine satellitare in notturna dell’Italia (dal sensore VIIRS della missione Suomi NPP per la notte dle 29 giugno 2019)

Torniamo alla conferenza LPTMM: si tratta di un appuntamento biennale in cui si ritrovano i massimi esperti mondiali di questo argomento. Alla conferenza era abbinato un workshop per lo svolgimento di misure con varie tecniche, mettendo a confronto il caro vecchio Sky Quality Meter (quello che noi chiamiamo buiometro), ormai integrato da una pletora di sistemi abbinati a protocolli di elaborazione piuttosto sofisticati.

Questi sviluppi riflettono anche la maturazione della sensibilità sul tema. Negli anni ’90 l’attenzione era volta a capire se e come era possibile mitigare gli effetti dell’inquinamento luminoso in relazione alla possibilità di osservare il cielo notturno, come priorità degli astronomi (e quindi ridurre la quantità di luce “sparata” verso l’alto dai lampioni). Negli anni seguenti, avendo preso atto delle ulteriori problematiche legate agli effetti negativi della luce blu, a questioni ecologiche e sul paesaggio, i sistemi di misurazione si sono sviluppati per registrare queste informazioni. Le tecniche di base prevedono l’acquisizione di immagini “a tutto cielo”, da cui si hanno indicazioni sulla direzione delle fonti luminose, oltre a dati spettrali. Dalla combinazione di questi dati, che oggi sono integrati anche da varie informazioni satellitari, sensori montati su droni e altre piattaforme è possibile avere un quadro conoscitivo della qualità del cielo estremamente accurato, a supporto di politiche e strategie di illuminazione.

La conferenza si teneva nel parco delle stelle di Zselic, nel sud-ovest dell’Ungheria, una delle tre “zone buie” certificate dalla International Dark Sky Association e curate come figli dall’astrofisico Zoltán Kolláth: oltre a curare la certificazione, il professore negli anni è anche riuscito ad avviare una serie di progetti di riqualificazione degli impianti di illuminazione nei villaggi circostanti alle zone “di riserva notturna” e a sviluppare un programma piuttosto strutturato di ricerca e valorizzazione del tema.

I partecipanti alla conferenza LPTMM 2019 a Zselic, da (andando verso est a partire dall’Ungheria: Cina, Canada, USA, Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia, Germania, Slovenia, Polonia.

Un fotoreportage della missione buiometrica

Luci accese di giorno a Pisa C.le
Lampade con temperatura di colore diversa a Udine (non è a priori un problema, ma si nota e ci fa ragionare sul colore della luce)
Luci accese di giorno a Budapest Kelenföld. Probabilmente gestito con lo stesso sistema di Pisa (e altri siti che stiamo documentando)
Qualcuno dice che l’Ungheria si chiama così perché è lunga.
Il fascino indiscreto della lingua magiara, che in parte assomiglia al sassarese, e di cui è impossibile imparare più di una parola al giorno se non ci nasci.
Il prologo del workshop. “Il Mister” Kollath, spiega alla squadra la strategia per la partita che si svolgerà nelle tre sere successive.
Il punto di osservazione principale usato per le rilevazioni notturne, verso sud, la foresta dello Zselic.
Il cielo visibile di notte dallo stesso punto, a magnitudine per arcosecondo quadrato 21.7 (a parte la via lattea, notare il numero di stelle).
Una parte dei treppiedi usati per gli strumenti, e sulla parete di sfondo, alcuni dei paesaggi notturni visibili da Zselic
Pali della luce artigianali all’ingresso del centro visite che ospitava lo workshop.
Zoltan alle prese con lo spettrometro
Installazione di uno degli strumenti di rilevazione (SQM con filtri colore vari)
Una delle rilevazioni spettrali nel corso della notte (ancora non era terminato il crepuscolo astronomico, e quindi si vede sempre sulla sinistra una parte della radiazione solare)
Zoltán Kolláth e Andreas Haenel confrontano immagini del cielo fotografate con sensori diversi (visibile vs. infrarosso, utile a distinguere fonti di luce a LED da altre sorgenti luminose).
Il mitico Kai Pong Tong, che nel 2015 partecipò alla campagna di misura del cielo notturno a Torniella, e poi ha messo la foto del campanile del paese nella copertina della sua tesi di dottorato.

Si ringrazia l’organizzazione per l’ospitalità e il progetto EFOP- 3.6.2-16- 2017-00014, “Development of international research environment for light pollution studies” per il supporto alla missione. Per maggiori informazion bmp@pibinko.org

Martedì 16-7-2019, Milano: Il cielo notturno…dalle pianure dei Paesi Bassi alle colline della Maremma

NB: se volete venire a sentirci, vi invitiamo a iscrivervi a questo evento tramite Eventbrite (l’iscrizione e la partecipazione sono gratuite)

Una versione PDF della loocandina è disponibile qui

Per secoli siamo stati abituati a vivere considerando il cielo notturno come un elemento naturale del nostro paesaggio, ma sostanzialmente indipendente dalle nostre attività. Con lo sviluppo delle aree urbanizzate e delle infrastrutture industriali è arrivata anche l’illuminazione, come risorsa essenziale per il miglioramento della qualità della vita, portando sicurezza e possibilità di svolgere di notte attività una volta relegate alla parte diurna della giornata. In parallelo, però, la combinazione di sorgenti luminose non strettamente orientate sulle zone in cui la luce serve, o con potenza troppo elevata, hanno iniziato a produrre inquinamento luminoso e -di fatto- a contaminare il cielo.

Utrecht, The Netherlands

L’inquinamento luminoso ha una serie di effetti negativi, inizialmente considerati un problema solo per gli astronomi, che hanno dovuto delocalizzare molte delle attività di osservazione dagli osservatori storici, nati non lontano dalle città, verso zone non interessate dall’inquinamento luminoso (tendenzialemente piuttosto remote). Tuttavia, nella scorsa ventina di anni, un’attività di ricerca piuttosto significativa ha molto migliorato la nostra comprensione del fenomeno, evidenziando effetti nei campi dell’ecologia, della salute umana, della gestione dell’energia, nella sicurezza stradale e personale. La combinazione di tali effetti, in parallelo a uno sviluppo molto rapido delle tecnologie di illuminazione, e una sostanziale inconsapevolezza generale degli effetti negativi dell'”eccesso di luce” (con la questione della luce blu come tema principale oggi), fa sì che l’inquinamento luminoso sia semplice da comprendere a un livello base, ma complesso da afferrare nelle sue sfaccetature: chiunque può rendersi conto della differenza fra un cielo notturno osservato dal centro di una grande città, piuttosto che da una zona rurale, ma non è poi semplice sviluppare politiche sull’illuminazione che tengano conto della percezione dell’illuminazione da parte di diversi settori della società.

Indipendentemente da approcci e percezioni che possono variare, rispetto all’illuminazione notturna, ci sono due elementi che è difficile negare, se si osserva la cosa da un punto di vista di sostenbilità ambientale: il cielo notturno è un bene comune, per cui la soluzione dei problemi dell’inquinamento luminoso richiede un approccio partecipato e il coinvolgimento di portatori di interessi diversi, e le sorgenti di luce che non sono pensate per illuminare esclusivamente le zone in cui la luce è effettivamente necessaria (in funzione di un determinato uso), devono essere riprogettate in modo da ridurre gli effetti dell’inquinamento luminoso senza ridurre la qualità della vita.

Al fine di condividere vari scenari in relazione a questi aspetti, il Consolato Generale dei Paesi Bassi di Milano ha organizzato un evento alla Cascina Cuccagna, a Milano, il 16 luglio 2019, dalle 18.00 alle 22. In particolare, dopo un momento di accoglienza, dalle 18.30 alle 19.30 si terrà una presentazione, seguita da un momento di confronto e poi dalle 20, uno spazio informativo e di coinvolgimento di cittadini, creativi ed esperti interessati a collaborare sul tema,

L’evento, in collaborazione con il progetto BuioMetria Partecipativa, è collegato alla mostra del padiglione olandese ‘I See That I See What You Don’t See’ presso l’esposizione internazionale ‘Broken Nature’ alla Triennale di Milano .

Facendo seguito a una confereza organizzata il 26 maggio scorso, il Consolato Generale ha deciso di proporre un ulteriore approfondimento sul tema, invitando dall’Olanda uno dei massimi esperti dei Paesi Bassi, Wim Schmidt, che illustrerà varie questioni legate all’inquinamento luminoso, e alle strategie di riduzione dello stesso, come si possono osservare nel suo paese, che in Europa è uno di quelli più interessati dal problema.

Per integrare questo punto di vista, e suggerire percorsi con cui cittadini, creativi ed esperti possono approcciarsi alla protezione e alla promozione del cielo notturno, Wim Schmidt interagirà con Andrea Giacomelli, un esperto proveniente dalla Maremma (che in Italia è una delle zone più buie). Dal confronto fra questi due punti di vista, e da alcune attività pratiche che saranno proposte durante l’evento, i partecipanti saranno stimolati a guardare al cielo, e alle luci che dipendono da loro, con una sensibilità diversa, e a ripensare alla prossima lampadina che dovranno cambiare.

Per maggiori informazioni: bmp@pibinko.org o 3317539228

I relatori

Wim schmidt ha una formazione come astronomo e psicologo e vive a Utrecht. In occasione dei 50 anni decise di dare una svolta alla sua vita, e avviò una ditta di consulenza a enti locali e imprese per la riduzione dell’impatto dell’inquinamento luminoso sull’ambiente. Svolge inoltre ricerche sull’andamento della qualità del cielo notturno in Olanda ed è il referente dell’associazione olandese contro l’inquinamento luminoso (http://www.sotto.nl/index-english.html)

Andrea Giacomelli è un ingegnere ambientale e un dottore di ricerca in idrologia con 25 anni di esperienza sui sistemi informativi territoriali. Nel 2007 ha avviato una serie di attività indipendenti legate alla promozione nel campo della cultura, dell’ambiente e dell’innovazione libera. Il suo progetto principale è la “BuioMetria Partecipativa”, con cui svolge attività di monitoraggio e citizen science legate all’inquinamento luminoso, e promozione del cielo notturno come risorsa. di base vive nelle colline metallifere grossetane. (http://www.pibinko.org)

Photo credit: NASA (immagini satellitari), Wim Schmidt (inquinamento luminoso)

La campagna buiometrica estiva 2019 in collaborazione con un esperto internazionale in missione in Toscana.

Il progetto BuioMetria Partecipativa si occupa dal 2008 di sensibilizzare sul tema dell’inquinamento luminoso, raccogliere dati su questo fenomeno tramite reti di citizen science, e promuovere zone “buie” caratterizzate da buona qualità del cielo notturno. La raccolta di osservazioni di questo tipo può essere fatta durante tutto l’anno, ma la stagione estiva facilità chiaramente la partecipazione dei non addetti ai lavori. Con la BMP abbiamo quindi lanciato campagne estive di misure, di solito focalizzate su zone specifiche. Ad esempio, nel 2012 con alcuni strumenti dislocati in varie località del Golfo di Follonica, o nel 2017 con varie misure su tutta la costa toscana dalla Versilia alla Maremma (più alcune delle isole).

Come campagna estiva 2019, avremo l’onore di ospitare fra il 24 e il 29 luglio prossimi una missione in Italia di Zoltán Kolláth, professore di astrofisica presso il Savaria University Centre, Eötvös Loránd University, Szombathely, Ungheria. Il Prof. Kolláth è un’autorità mondiale nel settore degli studi sull’inquinamento luminoso, nonché della valorizzazione del cielo notturno come risorsa. E’ stato il creatore di uno dei primi parchi delle stelle internazionali in Europa, la zona di tutela paesaggistica di Zselic, e ha da molti anni un ruolo di guida nella protezione dei cieli notturni in Ungheria, con il riconoscimento di tre parchi certificati dalla International Dark Sky association.

Al momento il professore è responsabile di un grosso progetto nazionale per lo sviluppo di attività di ricerca scientifica su tutti gli aspetti dell’inquinamento luminoso, fra cui la realizzazione di nuovi sistemi di illuminazione sostenibile. Come astrofisico, si occupa delle dinamiche delle stelle pulsanti. E’ inoltre molto attivo nella divulgazione anche in questo settore, ad esempio curando la sonorizzazione di segnali astronomici che sono stati utilizzati in mostre e composizioni musicali, fra cui un brano di John Legend.

Un estratto del nuovo atlante mondiale dell’inquinamento luminoso (Falchi et al., 2016)

La missione in Toscana nasce da un rapporto avviato dalla BMP con il Prof. Kolláth nel 2013, e porterà lo scienziato a visitare alcuni siti in bassa Toscana. Questa in Italia è una delle aree con la miglior qualità del cielo notturno, dato che spicca ancor più essendo l’Italia una nazione con condizioni mediamente non buone per l’inquinamento luminoso rispetto ad altri stati con condizioni di sviluppo analoghe, come dimostrato da studi recenti. Tra l’altro, il Prof. Kolláth aveva già avuto modo di svolgere alcune rilevazioni in Alta Maremma nel 2015, partecipando a una campagna di rilevazioni nell’ambito di un progetto europeo e organizzata dalla BuioMetria Partecipativa assieme al CNR di Firenze, con attività in Val di Farma e nel capoluogo toscano (cfr. Radio 24, 28-3-2015)

Nel corso della missione 2019 il professore terrà alcune presentazioni pubbliche di sensibilizzazione sui temi che studia da oltre vent’ anni e condurrà una serie di attività di rilevazione e misurazione della qualità del cielo notturno con strumentazione scientifica di alto livello (ad esempio, l’immagine di testa dell’articolo è stata acquisita dal professore sull’isola di Capraia, in occasione del primo simposio internazionale su protezione e promozione del cielo notturno)

Il programma effettivo delle presentazioni e dei siti di osservazione che verranno analizzati nella prossima campagna buiometria sarà reso entro metà luglio.

Terminata la missione in Toscana, il prof. Kolláth terrà un ulteriore evento in Trentino, presso la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, sempre nell’ambito delle iniziative promosse dalla BuioMetria Partecipativa, nel quadro interdisciplinare e di relazione fra territori diversi che anima questo progetto.

Un zoom della mappa della BuioMetria Partecipativa sulla bassa Toscana, con le misure eseguite dai cittadini sin dal 2008.

Chi fosse interessato a partecipare alla campagna buiometrica 2019 può scrivere a bmp@pibinko.org o chiamare il 3317539228.

“Dagli irredentisti ai dentisti”, e la prima conferenza croata sull’inquinamento luminoso (notizie pibinko.org del 17/6/19)

Immagine di testa: due globi luminosi si stagliano sulle mura del centro storico di Rab.

Dal 14 al 16 giugno sono stato invitato a partecipare alla prima conferenza croata sull’inquinamento luminoso, nella suggestiva cornice dell’isola di Rab, e in particolare nel borgo di Lopar. L’evento nasceva dal recente varo della legge croata sullo stesso tema, e all’interesse da parte di vari soggetti in Croazia ad ampliare la conoscenza . L’invito derivava dall’avere vari contatti in zona balcanica con il progetto BuioMetria Partecipativa, avendo partecipato nel 2013 a una campagna di misure sull’isola di Lastovo e da altri intrecci.

Trovate un parziale resoconto dell’evento in questo articolo della testata Novi List.

La sede della conferenza a Lopar. Presenti partecipanti prevalentemente dalla Croazia, vari delegati sloveni e bosniaci, due inglesi e un italiano (che vi scrive).

Per quanto riguarda l’intervento dalla buiometria, ho riassunto il punto di vista sul tema da parte del nostro gruppo di lavoro. Questo deriva dalla mediazione fra numerose esperienze e contatti con moltissimi soggetti attivi nella filiera della luce artificiale e dello studio dell’inquinamento luminoso, con il coinvolgimento anche del pubblico tramite attività di citizen science per la raccolta di dati sulla qualità del cielo notturno, e dall’organizzazione di parecchi eventi di divulgazione e formazione.

Inoltre, nella presentazione si sono suggerite possibili linee di collaborazione fra Italia, Croazia e gli altri paesi rappresentati, tenendo conto della convivenza delle due sponde adriatiche e del fatto che gli effetti dell’illuminazione in Italia in alcuni casi sono visibili anche da est, come documentato da campagne di misurazione svolte nell’ambito di progetti europei cui ho avuto modo di partecipare.

Con la presenza al convegno di Lopar (e ringraziando gli organizzatori per l’ospitalità), la BuioMetria Partecipativa, un piccolo progetto nato in Val di Farma, uno degli angoli meno noti della bassa Toscana, continua a rappresentare l’Italia in un contesto europeo nell’affrontare un tema considerato da molti soggetti “di nicchia”, ma in effetti sempre meno trascurabile in un quadro di attenzione all’ambiente in cui ogni piccolo gesto conta e si raccorda a strategie e indirizzi su scala molto più ampia e con un approccio interdisciplinare con cui la rete pibinko.org si trova a proprio agio.

Ulteriori iniziative stanno prendendo forma nell’ambito della somma di BuioMetria Partecipativa, Jug Band dalle Colline Metallifere e verranno annunciate a breve. Il prossimo appuntamento sarà intanto con la presenza di Andrea Giacomelli al terzo Meet Music, workshop nazionale sulla produzione musicale a Follonica (GR), il 25 giugno p.v.

Per ulteriori informazioni: bmp@pibinko.org oppure 3317539228

Poi…

Dovendo considerare un lungo viaggio e una logistica non proprio scorrevole rispetto a un convegno breve, ho voluto incorporare nella missione una parte di documentazione e ricerca. Mi sono quindi procurato alcune basi informative, fra cui una mappa e un libro con le schede biografiche di un centinaio fra gruppi e musicisti dalla Slovenia all’Azerbaigian, e via a m(‘)appare.

In pratica, le tappe sono state Trieste (Trst), Rijeka (Fiume) e Rab (Arbe). Confermo che Riejka ci sono molte cliniche dentistiche. Pensavo che le mail che mi arrivano da anni invitando ad andare in Croazia per trattamenti di questo tipo hanno un fondamento reale e non sono fake news: insomma…dagli irredentisti ai dentisti. Per il resto, via al foto reportage:

Trieste, museo della Bora.
Trieste, Piazza Unità d’Italia al tramonto, e illuminazione varia.
Storia
Trieste, globo illuminante da sotto
Trieste, città della conoscenza
Rijeka, zona porto
Rijeka: molta attenzione ai riferimenti musicali
Grammatica italiana per croati del 1957. Tra “febbre” e “felice” troviamo “federativo”.
Il “Korzo” (corso) di Rijeka
Il “corso parallelo” 1
Il “corso parallelo” 2
Il “corso parallelo” 3
Life
Illuminazione croata sbagliata ai sensi della legge slovena.
Il concerto in spiaggia della cover band degli ABBA, che ha allietato la parte finale dell’inizio del convegno (la sera del venerdì 14).
Tre punti luce…un spento e due con temperature di colore diverse.
Luce in rampa di scale esterna, accesa tutto il giorno.
Schermi a LED
Testimonianze austroungariche al porto di Rijeka.
Per i 40-50enni italiani che non lo sapevano: Sandy Marton è di origine croata (conoscendo dei Marton in veneto, pensavo fosse veneto).

La BuioMetria Partecipativa alla conferenza LPTMM (Zselic, Ungheria, 27-30 giugno 2019)

Con la BuioMetria Partecipativa siamo stati invitati alla conferenza “Light Pollution Theory, Modelling, and Measurements“, che costituisce da anni una delle due conferenze internazionali principali sul tema dell’inquinamento luminoso e della protezione del cielo notturno.

La BMP non terrà una vera e propria presentazione nella conferenza, ma curerà vari aspetti di comunicazione e divulgazione, che si svolgeranno anche dopo l’evento vero e proprio.

L’evento si tiene nella zona di Zselic, nel sud-ovest dell’Ungheria, all’interno di una delle “zone buie” valorizzate ai fini di educazione ambientale, ricerca scientifica e turismo delle stelle.

Per maggiori informazioni: bmp@pibinko.org

Foto di testa di Zoltán Kolláth

La BMP invitata a presentare le proprie attività in Croazia

Il progetto BuioMetria Partecipativa è stato invitato dagli organizzatori della prima conferenza nazionale sull’inquinamento luminoso in Croazia a tenere una presentazione.

L’evento, che nasce sull’onda dell’approvazione in Croazia della legge nazionale sull’inquinamento luminoso, si terrà fra il 14 e il 16 giugno a Lopar, sull’isola di Rab.

Avremo modo di dare un resconto dell’evento dopo metà giugno.