Dalle 14 alle 15 ci troverete negli spazi dell’edizione 2017 di Fa’ la Cosa Giusta con un evento dal titolo come al solito giudicato troppo lungo dagli esperti di comunicazione e marketing.
Non è la prima volta in questo evento: nel 2008 ebbi modo di presentare l’esperienza della palla a 21 a Chicago e quella di m(‘)appare Milano nello spazio del decennale di Avanzi, e un paio di anni dopo partecipai allo stand dell’associazione Ortinconca, per cui avevo realizzato la mappa della distribuzione dei semi antichi con cui si stava provando a imbastire la mappa delle realtà legate agli orti “alternativi” di Milano di quegli anni.
b) Leggi un pensiero sulla presentazione che pensiamo di fare, a cura di Giancarlo da Miele:
Chi le chiama mappe, chi le chiama carte. Comunque servono a tenere una traccia, a capire un contesto, a ispirare una passeggiata, a studiare un attacco militare o la bonifica di un sito contaminato, a decidere dove irrigare di più e dove di meno. Le mappe stanno allo spazio come i calendari stanno al tempo, sono strumenti per dare dei confini e dei riferimenti in una o più dimensioni. Come tutti gli strumenti, ci sono quelli progettati e realizzati “dall’alto” e quelli “dal basso”. Si può costruire un aereo di linea, o un aereo di carta. Con tutti e due si può fare un viaggio. Quello che cambia è quanto si è speso per raggiungere una mèta.
La presentazione racconterà alcune esperienze di creazione di mappe avviate nel 2006 da parte di un gruppo di lavoro che ha messo insieme esperienze nate da percorsi diversi, un po’ alti e un po’ bassi (secondo il giudizio su “alto” e “basso” dato in Europa negli ultimi 70 anni): dottorati di ricerca, colpi di mazza a spaccare pietre nei cantieri, parchi tecnologici e scientifici di regioni meridionali, taglialegna a fianco dei parchi naturali della bassa Toscana, tutti accomunati dal fatto di adottare un paradigma free/open source da un punto di vista tecnologico (e non solo). Fatta la somma: il rilievo non è completato, ma abbiamo parti di terra di mare e di cielo da mostrare, e bisogno di una mano per proseguire a tracciare la rotta verso la Valle che non c’è.
c) Dovendo salire a Milano per l’11, il gruppo di lavoro sarà in paraggi mediopadani da qualche giorno prima e ripartira almeno il 13. Se non potete presenziare il giorno 11 pomeriggio, ma siete interessati a cimentarvi con geometrie di terra, di mare e di cielo, potete scrivere a info@pibinko.org o chiamare il 351 133 7020.
Nel Festival d’inverno in Val di Farma ci eravamo scordati (a) di consegnare il buiometro agli Etruschi from Lakota e (b) di dedicare tempo a illustrare le anticipazioni dei calendari 2017 delle realtà che hanno animato l’evento.
Per la consegna del buiometro, si è rimediato il 21-12 scorso. Per quanto riguarda le anticipazioni dei calendari, la questione è un po’ più strutturata, e abbiamo pensato di dedicare una giornata intera alla cosa.
Lo spazio principale (qualcuno direbbe il main stage o il campo centrale) della giornata sarà al Bar Moderno di Roccastrada. Qui alcuni dei referenti dei progetti Attivarti.org, BuioMetria Partecipativa, Banda di Torniella e Associazione fotografica Riflessi saranno presenti in varie fasce orarie (con varie facce orarie, legate alle consumazioni che dovranno assumere per giustificare la loro presenza in un bar per 14 ore).
Abbiamo inoltre previsto altri due spazi informativi. Uno presso la Foto Ottica Vainigli di Monticiano…non a caso ma in quanto Elisabetta Vainigli, la titolare, è anche attualmente la presidente della Banda ed è quindi la persona più titolata per illustrare il versante bandistico della questione. L’altro spazio satellite sarà presso la parrucchiera Cristina Muzi di Torniella: soffici divanetti, radio andante, dibattiti sempre vivi e tepore da phon che conciliano un pomeriggio invernale come (e in certi momenti meglio) di un aperitivo.
Circa il volantino dell’evento: non lasciatevi ingannare dalle apparenze: per quanto molte foto parlino di musica e giochi (in particolare palla a 21/palla eh!) nel corso della giornata non sono previsti concerti o dimostrazioni…il che non ci esimerà dal confrontarci su questioni musicali e ludico-sportive, dato che queste sono fortemente intrecciate con i progetti che portiamo avanti in campo culturale e ambientale.
Ultimo, ma non ultimo, il 4 gennaio è anche il decennale dell’aperitivo che sancì la nascita del progetto “Palla 21: dalla Toscana a Chicago e ritorno” (come illustrato da Giovanna Mezzana ne Il Tirreno del 17-12-2016). Anche se la data di domani non è stata scelta apposta, ci sarà sicuramente un momento per ricordare quel momento, molto importante per le comunità che hanno successivamente partecipato al progetto.
Qualora foste interessati alla situazione, ma impossibilitati a partecipare negli spazi e negli orari indicati, potete scrivere a mappare@attivarti.org o contattare il 351 133 7020 per concordare il miglior modo per proseguire il discorso.
Ci si avvicina al Festival d’inverno in Val di Farma: Sei momenti musicali, cinque soggetti organizzatori, quattro locali per mangiare, tre giorni di eventi, due versanti di una valle e un ombrello che pare non dovrebbe servire.
A dodici giorni dal lancio ufficiale, avvenuto il quattro dicembre, in Val di Farma (a metà strada tra Siena e Grosseto) i circa quattrocento residenti invernali di Piloni, Torniella e Scalvaia si preparano per l’avvio di un evento inedito, almeno per quanto ne sanno quelli che abbiamo invitato: un festival d’inverno in un posto dove le cose succedono, quando va bene, d’estate.
Non che in Val di Farma d’inverno non succeda nulla, oltre alla routine casa-lavoro anzi: funghi, caccia, campionati di calcio amatoriale, partite di carte infinite e passeggiate o pedalate nei boschi…ce n’è un po’ per diversi i gusti.
Ma è vero che per sentire musica e conoscere gente nuova bisogna come minimo andare a Roccastrada o Monticiano (rispettivamente 14 km a sud e a nord), e una volta conosciuti tutti quelli che trovi lì, andare a Grosseto, Follonica o Siena, od oltre.
Vari servizi meteo prevedono sole per tutti e tre i giorni, e quindi vale l’invito che trovate sulla locandina a venire in Val di Farma prima delle performance musicali per fare due passi e magari mangiare un boccone. Per indicazioni sul come/dove/quando vi invitiamo nell’ordine a:
consultare la breve guida che è stata predisposta per l’occasione
fare riferimento ai punti informazioni che troverete segnalati a Torniella e Piloni una volta arrivati
I momenti di ricreazione cominceranno sabato dopo cena, con due cover band dalla Val di Merse: i Regars e gli Officina.
Domenica si riprende attorno alle ore 16, con una visita agli archivi della Filarmonica di Torniella, contenenti strumenti antichi, fotografie a partire dagli anni ’20 del secolo scorso e altre testimonianze di questa piccola ma dinamica realtà musicale.
Per le 18 si vuole cominciare con la parte musicale del secondo giorno: aprirà Peter Seeds alias Pietro Crivelli, chitarrista folk-country residente dal 2011 a Piloni, ma con alle spalle 40 anni di peregrinare tra Seattle, Bali, India e Firenze. Seguiranno gli Etruschi from Lakota, gruppo emergente sul panorama nazionale, da Montecastelli Pisano e in procinto di lanciare il loro terzo album.
Attorno alle 20 chi avrà fame potrà andare a cena, e chi per mezza giornata vivrà non di solo pane potrà entrare in uno spazio non programmabile di bis e jam session. Considerando che i concerti si svolgono nella sala musica di una banda filarmonica non siamo in grado di determinare questa parte del programma, ma la sensazione è che possa essere interessante.
Indipendentemente dagli sviluppi musicali dopo le 20, alle 21 l’appuntamento sarà sempre nello stabile della Filarmonica, per presentare la prima versione della mappa di comunità della Val di Farma, realizzata a partire dalle indicazioni di fungaioli e cacciatori.
La chiusura di domenica sarà attorno alle 22, con il prestito di due “buiometri” a persone che nel corso dell’inverno eseguiranno misure di inquinamento luminoso nell’ambito della BuioMetria Partecipativa progetto di citizen science attivo in ambito europeo dal 2008 e nato proprio in Val di Farma.
Per chiudere, verrà data un’anteprima del programma 2017 dell’associazione Attivarti.org.
Durante tutto il festival sarà attivo un punto informazioni sulla Valle e sulle varie realtà partecipanti alla realizzazione del Festival
Siamo a lunedì: attorno a mezzogiorno è previsto un “buongiorno con gli Etruschi”, tutto da inventare. Al momento sappiamo solo che a quell’ora dovremo essere svegli e presenti. Chi ci sarà, vedrà, e gli altri vedranno le foto, dopo.
La manifestazione poi nel corso del pomeriggio si sposterà su Grosseto, con stazioni in vari punti della città che verranno annunciati lunedì stesso, per chiudere presso il centro commerciale di Gorarella con una presentazione a tema fotografico.
La pagina: http://attivarti.org/v2/festival-dinverno-in-val-di-farma/ offre diverse informazioni sulla programmazione musicale, le opzioni per mangiare, dormire e usufruire di altri servizi nella valle, e altre informazioni di carattere generale. Queste saranno utili soprattutto ai non residenti per godere appieno della tre giorni.
Il Festival è organizzato da un’associazione temporanea interessante di varie realtà associative e imprenditoriali: pibinko.org, attivarti.org, il progetto BuioMetria Partecipativa, la Filarmonica di Torniella, la Pro Loco Piloni-Torniella, l’associazione fotografica Riflessi di Grosseto, l’agriturismo Casa del Chiodo e gli Etruschi from Lakota.
Gli organizzatori invitano i partecipanti a bere responsabilmente (saranno disponibili alcuni etilometri monouso), guidare con prudenza, e rispettare l’ambiente dei paesi, così come quando vanno a fare le escursioni nelle aree del Belagaio o dei Canaloni vedono l’invito a rispettare la Natura. Nella breve guida alla Val di Farma scritta per il Festival troverete indicazioni pratiche in questo senso.
Dal 17 al 19 dicembre 2016 la bassa Toscana ospita un evento forse non inedito, ma senz’altro particolare. Proponiamo un festival d’inverno nella periferia di un territorio che d’inverno offre molto meno che d’estate, quando il turismo stimola nei dintorni una programmazione culturale sempre notevole, ma a volte con sovrapposizioni che alla fine danno un eccesso opposto rispetto alle altre stagioni.
Vi aspettiamo in Val di Farma, a metà strada fra Siena e Grosseto o -come diciamo agli stranieri- some 100 km South of Florence, ripensata in un momento di primavera 2015 anche come “la valle che non c’è“.
Il Festival d’inverno in Val di Farma proporrà
cinque momenti di musica dal vivo
una serata di fotografia
presentazioni di carattere culturale e scientifico.
…senza trascurare la necessaria componente enogastronomica, che va anche un po’ da sé, date le cose bòne che si mangiano e bevono da queste parti.
La manifestazione si svolge in una graduale transizione dalla valle e Grosseto.
I primi due giorni saranno centrati prevalentemente sulla parte rurale della storia, mentre lunedì le attività si sposteranno sul capoluogo maremmano, con alcune stazioni intermedie lungo il percorso (in via di definizione).
La musica
Sabato 17 dopo cena si esibiranno gli Officina e i Regars da Chiusdino (SI), già nota per ospitare nei paraggi il Mulino Bianco di barilliana memoria. Sono due cover band di varie fasce di età che apriranno le danze con successi dagli anni ’60 in qua.
Domenica 18 la questione si fa più composita. Ad aprire le performance, alle 18 il rientro sulle scene di Pietro Crivelli, alias Peter Seeds. Già nella prima formazione degli Whisky Trail, Peter è poi uscito dal gruppo per un giro del mondo durato 40 anni e che lo ha portato dal 2011 a stabilirsi a Piloni. Il clou della giornata sono gli Etruschi from Lakota, da Montecastelli Pisano, in Val di Cecina. L’indicazione geografica tipica non deve indurre in localismi: gli Etruschi suonano in tutto il centro-nord Italia -senza timore di andare al Sud non appena ne avranno l’opportunità- e stanno ultimando la produzione del loro terzo album. Con riferimenti musicali che vanno da Rino Gaetano ai Led Zeppelin, cantano testi in italiano che hanno a che fare con questioni di identità rurale, fuga dei cervelli, contadini magri. E lo fanno in modo non cupo e non didascalico…oserei dire nemmeno tanto “indie”…insomma sono così come li sentite…un po’ etruschi e un po’ from Lakota.
Una parte della band si tratterrà poi a Torniella per una sorta di “buongiorno” di lunedì 19 (il programma di questa parte del festival è in via di definizione).
Oltre alla musica suonata, c’è la “musica che gira intorno”: la maggior parte degli eventi si svolgeranno nello stabile della Filarmonica di Torniella, inaugurato nel 1912, e dove tuttora la banda del paese (di oltre 30 elementi, di cui almeno 25 residenti) si esercita tra un’esibizione e l’altra. Nel corso delle giornate sarà quindi possibile visitare gli archivi della Filarmonica, che contengono strumenti, spartiti, locandine di vecchie manifestazioni, fotografie dagli anni ’20 in poi e alte testimonianze.
Cultura popolare, scienza, tecnologia e ambiente
Nel corso del festival questi elementi si fondono. Prima con due presentazioni che si terranno dalle ore 21 di domenica 18: verrà anzittutto presentata la prima versione della “mappa di comunità” della Val di Farma, in cui capocaccia e cercatori di funghi hanno integrato sin dagli inizi del 2015 le basi cartografiche ufficiali della Regione Toscana con punti di interesse a loro noti (sorgenti, antichi orti, rifugi di guerra, per citarne alcuni).
Nella stessa occasione si farà il punto del progetto di BuioMetria Partecipativa, nato in Val di Farma nel 2008 e poi diffuso su scala nazionale e con varie collaborazioni internazionali, e si affideranno alcuni sensori (i buiometri) a cittadini che nel corso del 2017 svolgeranno misure di inquinamento luminoso in varie parti d’Italia.
Si darà poi un’anteprima della programmazione 2017 delle associazioni che animano il festival (Attivarti.org e la Filarmonica di Torniella anzitutto, senza trascurare le altre realtà sul territorio) della stima delle risorse necessarie per realizzare il programma previsto, e del come sostenere queste attività.
Nella coda grossetana di lunedì 19, il testimone passa a Maurizio Bacci, ospite dell’associazione fotografica Riflessi di Grosseto. Questo evento è spiegato nel dettaglio in un precedente articolo.
Mangiare, bere, uomo, donna
Vado a memoria, per cui mi scuseranno i non nominati, che avrò piacere di inserire nel censimento se me lo fanno sapere. Nella parte centrale della valle -circa 400 residenti su 120 km quadrati- si trovano due trattorie, un agriturismo dove si può mangiare e dormire, un B&B, un affittacamere, un castello con sette appartamenti-vacanza, un bar-tabacchi- merenderia, due negozi di alimentari, una parrucchiera, una fioraia, un negozio di caccia e pesca, un carrozziere, cinque idraulici, tre falegnami, svariati artigiani-manutentori-muratori, una cava di Caolino con annesso resort, una ditta di legnami, un negozio di elettrodomestici, un fornaio, un negozio di vendita e riparazione di utensili per agricoltura e silvicoltura, una ditta di lavorazioni meccaniche di precisione, un produttore di salumi, un geometra, un avvocato, tre circoli ricreativi, una squadra di calcio, tre squadre di caccia, una pro loco, un ufficio postale e una parrocchia.
Insomma: non è un distretto industriale emiliano, ma qualcosa c’è, oltre ai canaloni, i funghi e i cinghiali, che sono in genere i tre motivi per cui chi non è parente dei residenti arriva in Valle.
Un progetto pro loco, ma a che pro e per quale loco?
L’idea del festival nasce dalla congiuntura di alcune situazioni portate avanti da associazioni e imprenditori di base nei tre borghi di Torniella, Piloni e Scalvaia e alcuni elementi “di fòri” ma abbastanza radicati nel territorio. Salta fuori che tutti hanno un’esperienza pluriennale nell’organizzazione di eventi su scale diverse, dal locale (sagre, tornei, cene, concerti, campionati di calcio non professionistico) al nazionale-o-sopra (Il Tirreno, Cronaca Vera, Comcast Sports News, Radio 24, e altri).
Sommando questi elementi, per quanto sembri strano ad alcuni, il Festival non ha una valenza strettamente “pro Val di Farma”. Tanto per cominciare, si svolge in due posti, dato che una parte importante della manifestazione sarà a Grosseto. In secondo luogo, le problematiche con cui ci confrontiamo e le opportunità che si offrono, e che ci hanno portato a organizzare il Festival, sono le stesse di qualsiasi gruppo di borghi delle Colline Metallifere, della Toscana e senz’altro di molte altre zone rurali.
Semplicemente, la Val di Farma è il posto dal quale siamo riusciti a sviluppare alcuni progetti, che sono stati proposti anche altrove a partire dal 2005 ma per ora non si sono sviluppati. Ci farebbe molto piacere replicare le nostre esperienze in altri siti, e viceversa, nel percorso svolto nei dieci anni da cui si sono avviate molte delle storie che hanno portato al festival abbiamo visto quali sono i punti su cui abbiamo bisogno di una mano da altri territori.
Per finire la puntata di oggi
Chi vorrà, verrà e si iscriva. Chi non potrà ma vorrebbe, ce lo faccia sapere: questo è anche il primo (almeno a conoscenza del gruppo organizzatore) festival cui si può non partecipare in modo attivo.
In ogni caso, potete seguire la playlist che ci sta accompagnando nella preparazione del festival -così come in momenti precedenti di questo percorso- ché la musica di mattina non ha mai fatto male a nessuno.
A pagina 15 (terza pagina della cronaca locale), articolo di Giovanna Mezzana. L’articolo originale è sul sito de Il Tirreno. Sotto riportiamo una versione integrata da link.
Dal 17 al 19 dicembre concerti, passeggiate e buona cucina È l’idea dell’associazione che esportò la palla a 21 a Chicago
di Giovanna Mezzana
GROSSETO. La Valle che non c’è ospiterà un festival d’inverno: ma se il luogo non esiste come si fa a partecipare all’evento? Si può fare, basta m(’)appare, che significa guardarsi intorno con uno sguardo non convenzionale. È questa la filosofia di Attivarti.org, micro associazione che ha però tanti simpatizzanti sia in Italia che all’estero, e che ha sede nel lembo dell’estremo nord della provincia di Grosseto: a Torniella, borgo-frazione di Roccastrada. E siamo in Val di Farma, quella valle a metà strada tra Siena e Grosseto che di fatto non c’è; quella quota di Maremma-non Maremma che è uno dei posti più bui del Belpaese o, se vogliamo, dove la volta celeste di notte si mostra con tutto il suo firmamento perché qui c’è meno inquinamento luminoso che altrove; quel luogo-non luogo dove di solito i turisti capitano per sbaglio: perché lungo il tragitto tra San Gimignano e Pienza vogliono scommettere sull’ignoto, oppure perché, causa cantiere o incidente, sono costretti a deviare obbligatoriamente dalla Grosseto-Siena. Ebbene la Val di Farma ospiterà il Festival d’Inverno: una tre-giorni – il 17, 18 e 19 novembre «tra pici, amore e musica». Il compleanno. Il festival celebra dieci anni di attività di un gruppo di lavoro attivo dal 2006 e che si è consolidato sotto l’egida di pibinko.org, le cui attività e competenze no-profit sono confluite poi nella nuova associazione Attivarti.org – L’associazione per m(’)appare – arrivata a battesimo nel 2011 a Torniella. Ingegneri, informatici, geografi, archeologi sono la base del gruppo che lavora però in sinergia con artigiani, baristi, fungaioli, cacciatori… insomma con le comunità di Torniella Piloni e Scalvaia. Il buio e la palla a 21. Attivarti.org indaga con uno sguardo “altro” le dinamiche di territori anche sconosciuti ai più; valorizza le risorse culturali e ambientali di un territorio e il suo Genius loci; a questo si aggiunge una vocazione tecnologica e “social”: realizza e diffonde contenuti digitali liberi, tra cui mostre fotografiche, campagne di citizen science, workshop di ottava rima, reportage. Tra le esperienze più significative c’è La palla a 21 (o palla eh!), antico gioco praticato in sei borghi collinari tra il Basso Senese e l’Alta Maremma grossetana – Ciciano, Piloni, Scalvaia, Tirli, Torniella, Vetulonia – e che Attivarti.org ha esportato persino a Chicago. Il progetto che rappresenta il cuore pulsante dell’associazione è invece la BuioMetria Partecipativa: vuoi misurare il buio? Vuoi diventare un buoimetrista? Con loro puoi. E durante il Festival d’Inverno veranno consegnati proprio i buiometri. L’agenda. Nel dettaglio verrà presentata nei prossimi giorni, ma Andrea Giacomelli, intanto, comuncia ad alzare il velo sul Festival. L’appuntamento è per sabato 17 dicembre nella piazza del popolo di Torniella, alla sede della Filarmonica del borgo: è qui che saranno ospitati la maggior parte degli eventi musicali che animeranno la tre-giorni tra i quali l’evento-clou (domenica): il concerto degli Etruschi from Lakota. Chi vorrà, e sperando nel bel tempo, potrà visitare la Valle che non c’è e pranzare e cenare a Torniella, Piloni e Scalviaia. Molti appuntamento si svolgeranno in serata: domenica 18 dicembre alle 21 verrà presentata la Mappa di Comunità della Val di Farma (leggi box), alle 22 invece prenderà il via la
cerimonia di consegna dei buiometri. Da non perdere il finale, lunedì 19 dicembre, a Grosseto, dalle 21: all’associazione Riflessi, a Gorarella, “40 anni fotografando ambiente e territorio” , ovvero “m(’)appare” con Maurizio Bacci. E la Valle che non c’è, finalmente, si rivelerà a voi.