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Un giorno al Technologyforall 2015

2015-05-14tech4allL’anno scorso c’ero andato, e non era male. C’erano un sacco di droni.Quest’anno ci sono tornato, è stato sempre non male.

L’erba del vicino è sempre più verde?

Conosco alcuni geoscientist formati negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. Allora ti davano pane e corsi di telerilevamento (e tecnica delle costruzioni, nello stesso piani di studi).
Si percepiva una tensione verso l’alto. Ti raccontavano di campagne sperimentali fatte con sensori in laboratorio, o su dei binari sospesi, ma tutto era per poi caricare gli strumenti su un missilotto e spedirlo lassù a 800 km circa, e rilevare tutto il rilevabile. A questo punto i satelliti su li hanno messi (e continuano), e intanto hanno riscoperto il telerilevamento “più da vicino”.
Facendo volare un drone, si aggiunge un nuovo livello di intelligence anche a concetti che davamo per scontati…che so…dice Nando “L’erba del vicino è sempre più verde!”.
Risponde Luisa, maker e pilota neopatentata di droni.. “siamo sicuri? programmiamo un flyover con il sensore NIR, ci calcoliamo lo NDVI, e pronti…vediamo, se l’erba del vicino è veramente sempre più verde!

Ancora non ho avuto modo di usare un drone, anche se è da tempo che ci penso. Prima o poi, capiterà.

Ciccìbbai

L’altro canale che ho seguito, meno da vicino di quanto volessi dati vari “contrattempi”, era quello sull’apertura.

Open data, Open source. Licenze ciccìbbài (non è campidanese), ciccìbbàiènneccì (non è la stessa licenza quando hai il raffreddore), oddibìèlle (non è un invocazione all’Altissimo), e così via.
Rispetto a incontri che frequentavo -e organizzavo- negli anni 2007-8-9-10-11-12-13-14, mi sento di dire che c’è stata una maturazione rispetto al paradigma open.

Quella più importante, anche se dico questo basandomi su prove indiziarie e quindi mi riservo di indagare meglio, è che si è finalmente riconosciuto che esiste un mercato associato ai dati -e in particolare alle mappe- libere.

Sentire questo pensiero anche da parte di esperti che quattro-cinque anni fa sostenevano che le mappe libere si facevano “perché è bello” e che il fatto di vedere un business model con un reddito derivare dalla maturazione di attività di volontariato (fatto non escluso e, anzi, incoraggiato, della legge sulla promozione sociale) è quasi confortante! Forza!

Per finire in combriccola

Sulla via (ferrata) del ritorno, sorgono spontanei alcuni versi, su base de “La guerra di Piero” di de André:

  1. Voli sconvolto su un campo di grano
  2. ti chiami drone, non sei un aeroplano
  3. porti un sensore, ci guardi la terra
  4. volevi la pace, ti mandano in guerra
  5. ma tu non volevi, volevi volare
  6. su fiori e foreste, su fiumi e sul mare
  7. finché non arrivasti in periferia
  8. sbattesti la capa in una trattoria
  9. lì c’erano Paolo, Luisa e Fernando
  10. col pecorino e vin rosso bevendo
  11. si dimostrarono molto stupiti
  12. che il software di volo li aveva traditi.

(…il testo finale del brano è stato poi pubbicato il 9.7.2015 come “Ginone il drone”)

Impressioni di febbraio: Open Geodata Day 2014

oupendatadei2014Giovedì 27 febbraio si è tenuto a Roma il secondo (se non sbaglio) Open Geodata Day. La manifestazione ha visto la presenza stimata di oltre 500 partecipanti (risultavano 505 registrati prima dell’evento). La giornata era divisa in una sessione plenaria della mattina, e quattro sessioni parallele nel pomeriggio. Alcuni stand di operatori privati e associazioni.

L’anno scorso ero fortemente tentato di partecipare, ma non avevo potuto, e quindi sono partito a orari antelucani da Grosseto con molta curiosità e un po’ di “aspet” (dicono che è bene non avere mai aspettative su cose future, ma un poco va bene).

La giornata è finita verso le 18.30, salutando una delegazione pugliese di affiliazione mista (public-private stakeholders).

In mezzo che cosa ho visto:

  • qualche ex-collega GFOSS.it
  • qualche ex passionista OSM
  • qualche possibile neo collega spaghetti open data (fa sempre effetto la prima volta che vedi esistere nel mondo fisico una persona della quale leggi mail da due anni)
  • interventi via twitter, interventi dal vivo.

Non ho la pretesa di fare una sintesi critica della giornata, anche perché -ammesso di averne gli strumenti dialettici- alle 15 ero già cotto dalla sveglia alle 04.15, per cui potrei non essere il miglior testimone.

Però un paio di cose le ho notate

  • La convivenza nella stessa presentazione delle quattro parole Open, Street, Map, Inspire, il che mi ha fatto piacere e creato un po’ di amarcord;
  • La volontà di stimolare la comunità e gli stakeholder;
  • Una volta di più (dal 2006), la convivenza in una stessa comunità (anche se suona un po’ come comunità di recupero, preferisco l’italiano al “community“) di una dimensione passionistica, una dimensione professionale, e una di ricerca.

Interessante anche l’esercizio di chiedere a ogni partecipante di scrivere su un biglietto prestampato “quale app mi piacerebbe veder realizzata, che attualmente manca dal mercato ecc ecc.”. Purtroppo mi sono scordato di restituire il tagliando compilato, pur essendo stato sollecitato dalla segreteria del convegno quando sono andato a richiedere l’attestato di frequenza. Chiedo venia agli organizzatori e vediamo se riesco a colmare la lacuna nelle prossime settimane.

 

 

BMP alla Città dell’Altra Economia – Roma

Saremo a Roma, in occasione de L’Altra Domenica, presso la Città dell’Altra Economia

[A dimostrazione del grandissimo livello di interesse della BMP e degli organizzatori locali per il calcio professionistico, la data fu fissata in concomitanza col derby Roma-Lazio, o Lazio-Roma, verso le 18, senza che si sapesse. Per cui potete immaginare il folto pubblico – comunque fu una trasferta interessante]