Eravamo a metà della seconda giornata del Quarto Festival d’Inverno con la rete pibinko.org e la Jug Band Colline Metallifere quando Jennifer la renna psichedelica è andata a visitare gli amici di pibinko a Scalvaia, frazione di Monticiano (SI). Siamo stati con Roberto Serragli e Lio Ganozzi detto “Brucione” a visitare la bottega del falegname che Roberto ha allestito con vari attrezzi, lavori e corrispondenze dalla Grande Guerra.
Dopo la vittoria di Torniella a Tirli, successo della squadra di casa domenica scorsa per il 44° torneo di palla a 21 della minuscola frazione di Monticiano (SI). Seconda classificata Ciciano, mentre le squadre dal versante sud della Val di Farma -Piloni e Torniella- hanno rispettivamente ottenuto il terzo e il quarto posto
Prossimo appuntamento sabato 5 e domenica 6 a Ciciano, frazione di Chiusdino, per il 47° torneo di Palla Eh!
Grazie ad Andrea Bartolini per le foto e le informazioni dal campo.
Il Birrificio 26 Nero nasce nel 2011 a Scalvaia, frazione nel versante nord della Val di Farma, a opera di Fabio Massellucci, detto anche Fabione.
Su Fabio negli archivi della rete pibinko.org abbiamo un archivio abbastanza nutrito a partire dal 2007, dato che fu uno dei partecipanti alla missione della palla a 21 dalla Toscana a Chicago e ritorno, e si trova a recitare varie battute nel documentario di cui potete vedere qui il trailer e qui l’intero lavoro.
Fabio è stato anche intervistato da Radio Popolare Milano nel marzo 2014, in occasione della missione di palla a 21 a Milano (ascolta il podcast).
Tra i mille luoghi aperti in Italia in occasione delle giornate FAI di primavera (25 e 26 marzo 2017), potreste venire a vedere in Val di Farma, a metà strada fra Siena e Grosseto, la Ferriera di Torniella e il Castello del Belagaio.
Le visite sono organizzate dalla sezione FAI di Grosseto assieme alla Pro Loco Piloni-Torniella e la famiglia Cuccia (per la ferriera).
Domenica 26, dalle 17 (occhio all’ora legale!), in concomitanza con il rinfresco, sarà presente anche un banchetto informativo di pibinko.org+Attivarti.org con cui daremo informazioni su aspetti minori o poco noti della Valle, come la palla a 21, la BuioMetria Partecipativa, o la mappa di comunità, pubblicata da poche settimane in versione beta.
Per ulteriori dettagli sulle giornate FAI nel grossetano (compreso il come arrivare al Belagaio anche in bici o sperimentando il Nordic Walking): vedi articolo.
Possibilità di pranzare e cenare in zona (Casa del Chiodo a Piloni, il Boscaiolo a Torniella o Sant’Uberto) – si prega di verificare dato l’invito a prenotare già circolato nei giorni scorsi.
Per informazioni sul banchetto di pibinko + attivarti di domenica 26: info@pibinko.org o 3511337020
L’incontro si è svolto tra le 11.15 e le 12.35 circa.
Partecipanti, tendenti al venti, non pochi, non tanti, ma tutte persone motivate e interessanti. In assoluto, non pochi per una domenica mattina con gli scrosci d’acqua.
Età: tra 17 e (stimo) 77 anni.
Provenienza: solo una persona da fuori Valle Che Non c’è.
La chiacchierata, partita da un’analisi socioeconomica del progetto “palla a 21: dalla Toscana a Chicago e ritorno”, ed è finita con una sveglia di marca “Peter” che ha suonato la fine dell’intervento, come la campanella alla fine della lezione.
Tra l’inizio e la fine dell’evento…
un excursus su vari progetti svolti a partire dal 2007
l’analisi delle relazioni tra persone dei tre borghi di Scalvaia, Piloni e Torniella e il resto dell’orbe terracqueo
accenni alla partecipazione al concorso internazionale indetto dal progetto INVOLEN con i location based games per m(‘)appare la Val di Farma [da cui poi si sono sviluppate le mappe di comunità della rete pibinko.org NdR 15.6.2020]
le cinque interviste fatte da Giulia Ceccarini a Renato Bartalucci e Marisa Boncioli, come base per i giochi INVOLEN
alcuni spunti delle attività su protezione e promozione del cielo nottuno nell’ambito della rete Loss of the Night
…ma soprattutto, con applauso a scena aperta, il reading che Alessio Serragli detto Il Secco ha fatto del testo prodotto da pibinko con la direzione artistica di Giancarlo da Miele e Aldo Randallo. Questo è provvisoriamente intitolato “La Valle che non c’è“, a ricalcare la nota canzone di Edward Wellborne (Edoardo Bennato)…magari da ri-arrangiare con base diversa. Le parole in questo caso hanno contato più della musica.
Nel 2014 varie città italiane concorrevano per definire quale sarebbe stata la candidata a capitale europea della cultura 2019. Fu poi Matera…ma nel 2014 ancora non si sapeva, e tutte le partecipanti si davano da fare per essere le più belle, le più intellettualmente attive ecc ecc.
Nel frattempo all’epoca eravamo in pista con l’associazione Attivarti.org (ora in coma farmacologico dati gli sviluppi sulla normativa del terzo settore): stavamo organizzando la trasferta di palla a 21 a Milano e altre cose ganze. In parallelo, con la BuioMetria Partecipativa avevo da un anno il ruolo di referente per l’Italia in un progetto europeo del programma COST (cooperazione scientifica) ecc. ecc.. diciamo che sul piano culturale e scientifico, stavamo facendo il nostro, avevamo dei riconoscimenti reali, e qualche lira.
La questione della capitale della cultura mi interessava come potenziale spazio in cui proporre le nostre storie. Seguendo via via le questioni nel senese, venni a sapere che organizzavano una serie di incontri per contribuire a mettere a filo il dossier della candidatura di Siena. Uno di questi incontri aveva un titolo che dal 2020 per diverso tempo diventerà difficile usare: “Infective Roads“…la cosa era forse riferita al fatto che la cultura si può diffondere attraverso vie di comunicazione e quindi fare bene…. comunque. Rispondendo all’invito, mandai questa mail:
L’incontro sarebbe stato il pomeriggio di lunedì 5 maggio, in una delle sale del complesso museale di S. Maria alla Scala, il vecchio ospedale, dirimpetto al Duomo di Siena.
Mi metto in marcia da Torniella. Dopo un quarto d’oretta arrivo a Monticiano, e nella piazza principale vedo Roberto, detto Mariano, detto Sandokan, di Scalvaia, che aspettava. Mariano era uno dei coprotagonisti dei telefilm sulla palla a 21 che giravamo dal 2007. Era anche uno dei principali barzellettieri della Val di Farma (a Scalvaia organizzavano proprio a maggio la sagra della barzelletta con pranzo e a seguire sfida di barzelle fra Mariano come “resident” contro il resto del mondo, a partire da una parente di Roccastrada).
Comunque: essendo Mariano senza auto, ma con la necessità in quel periodo di recarsi nel capoluogo comunale per alcune pratiche, prendeva l’autobus della mattina per Siena. Poi sbrigava le sue pratiche, magari in mezz’ora, e dopo, essendo senza auto, a 7 km da casa e non in grandissima forma fisica, aspettava. O un passaggio di qualche conoscente (cosa non improbabile data la logistica delle valli Farma/Merse), o alla peggio l’autobus che ritornava in giù, ma dopo diverse ore.
Accosto. “Ciao Mariano, come stai?”. “Oh Andrea, ciao…che bbevi?”. …[OMISSIS]. Dopo un paio di [OMISSIS] Mariano mi chiede se gli posso dare un passaggio a Scalvaia. Gli dico volentieri, ma in effetti sto andando a Siena a una riunione ecc ecc.
Poi, saranno stati gli [OMISSIS] o uno dei momenti di linearità che si manifestano via via nelle storie della rete pibinko.org, ma faccio a Mariano una proposta. Gli spiego meglio del convegno e gli chiedo se è interessato a venire anche lui. Un’occasione per far due passi a Siena (comunque mi interessava che venisse al convegno).
Mariano non ci pensa due volte. Poi aggiunge “…ma Bob viene?”. Dico io non lo so, ma sentiamolo. Chiamo Bob. Bob era in effetti di rientro dal lavoro da uno dei suoi clienti (un personaggione con titoli nobiliari di cui avremo modo di riparlare) che vive a 2 km in linea d’aria da S. Maria alla Scala. Comunque ci dice che sarebbe venuto volentieri anche lui e di aspettarlo a Monticiano, in modo da fare una macchina sola. Nell’attesa dell’arrivo di Bob, per scrupolo, scrivo una mail alla segreteria del convegno:
Bob arriva a Monticiano. “Ciao ragazzi, come va?”. “Che bbevi?”. [OMISSIS]. Si parte per il convegno a bordo della Lancia Y di ordinanza. Io vestito più o meno da ingegnere, Bob coi calcinacci del cantiere, e Mariano vestito da Mariano.
La risposta alla mail mi arrivò mentre eravamo probabilmente in viaggio:
[STACCO SU PIAZZA S. MARIA ALLA SCALA, DAVANTI ALL’INGRESSO DEL COMPLESSO MUSEALE]
Bob e Mariano, davanti alla prospettiva di dover stare due ore in un ambiente dove non si può fumare, consumano quattro o cinque sigarette di fila in 5 minuti.
Entriamo, ci fanno passare per il convegno. Scendiamo varie scale. Ambiente molto suggestivo tra mura medioevali e arredi ultramoderni. Arriviamo alla sala del convegno. Circa 150 partecipanti.
Come molti eventi di questo tipo, la scaletta prevede alcuni relatori “keynote” che diano un po’ il La. Poi, se le cose sono fatte bene, esiste un criterio per proporsi per intervenire. Se no si aprono scenari di marasma comunicativo. In questo caso le cose erano fatte bene, per cui mi iscrivo per parlare e torno al mio posto. Con Bob e Mariano ci eravamo strategicamente seduti in ultima fila, in modo che loro potessero uscire per fumare.
La teoria di presentazioni si snoda fra cose più o meno interessanti e/o innovative. Mariano, che era piuttosto debole, ogni tanto si inclinava da un lato, quasi appisolandosi. Bob lo riprendeva bonariamente: “via, Roberto… “.
A un certo punto viene il mio turno, e ho i miei 5 minuti di visibilità nell’ecosistema culturale della capitale mondiale del pan pepato, del Monte dei Paschi e della Mens Sana (basket). Fra le altre cose, in riferimento a uno dei temi, che era il tenere eventi durante l’anno della cultura anche fuori Siena, ricordo di aver chiesto a quanti chilometri dalle mura prevedevano di arrivare. Non in tono polemico, ma proprio per il fatto che avevamo già fatto cose in terra senese, ma non vicino alla città, e negli anni avevano registrato una certa difficoltà a entrare in relazione con stakeholder a nord del fiume Merse, al di là di qualche scambio occasionale.
Comunque. Finisco di parlare, moderati applausi di rito, e torno al posto. Riprendono altri interventi. Mariano continua a non essere sempre vigile, non aiutato dall’atmosfera ovattata e dalle luci soffuse.
A un certo punto, va a parlare un signore vestito di nero, un po’ alla Steve Jobs, e dice “Sapete, io ho visto da poco un documentario sul Tibet. Lì facevano vedere che usano le capre per tenere puliti i giardini. Questa è una pratica interessante, di cui ci potrebbe tenere conto nell’anno della cultura a Siena, per diffonderla in vari posti ecc ecc.”. Mentre questo signore spiegava la proposta, Mariano era in uno dei momenti di veglia. appena sente dire della cosa della capra, sbotta (a voce alta, dall’ultima fila…150 persone presenti): “Eh, l’hai fatta te la scoperta! Ché, ‘un si sapeva!”. Poi si zittisce. Io e Bob lo guardiamo con un misto di sorpresa e riflessione.
Dopo un po’ decidiamo di partire: non in ritirata strategica, ma perché effettivamente abbiamo detto quello che dovevamo dire, sentito quello che dovevamo sentire, e perché non ha troppo senso far stare persone abituate a stare fuori in ambienti chiusi per troppo tempo.
Questo episodio di Mariano che risponde, magari in modo non garbato, ma “de core” all’intellettuale alla Steve Jobs che pensa di avere scoperto una pratica originale. Nel tempo è entrato nella top ten delle lezioni di relazione fra centri di conoscenza urbani e zone rurali.